Page 15 - Hazar
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da Google Maps, per capire la loro collocazione,
sconosciuta alle cartine europee. Ho così tra le
mani una caterva di fogli, una mappa del Paese
regalatami dall’ambasciata irachena di Roma. Come
conforto e sicurezza, alcune telefonate e mail con
padre Yoshia Sana, il sacerdote di rito caldeo che
mi accompagnerà nella settimana e con Nakia Pau-
lus, una irachena cristiana impiegata di ambasciata
che, con voce calma e serena, tenta di rassicurarmi.
In questa notte di ricordo tra il 6 e il 7 agosto ci
sono tutte queste cose nella mia mente, imbottita
di informazioni, nella speranza di trovare calma e
serenità, per vivere fino in fondo questa esperienza
impegnativa.
Dopo una sosta di tre giorni a Gerusalemme,
quasi una sorta di preparazione spirituale e per
celebrare le nozze di Pierandrea e Cristina, un vo-
lo mi porterà il giorno dell’Assunta a Istanbul, da
Istanbul ad Ankara e da Ankara finalmente a Erbil,
dove atterrerò, nel cuore della notte, il 16 agosto
alle 2,15. Una partenza, diciamo, in salita. Atter-
rare da solo nella notte a Erbil e poi la mattina
via, per percorrere la Piana di Ninive e giungere
a Mangesh, a circa 15 chilometri dal confine tur-
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