Page 14 - Hazar
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di prepararci al martirio come padre Jacques. Sia
una serata di preghiera e riflessione” (Messaggio
WhatsApp del 7.08.16 ore 00.39).
È una calda notte estiva a Roma e nel parco di
casa si sta bene, le stelle brillano in cielo e la luce
dello schermo del portatile mi fa compagnia men-
tre tento di riordinare le idee per questo viaggio di
solidarietà in Iraq. Mentre scrivo, un’amica manda
un messaggio WhatsApp sul fenomeno dell’islami-
smo. Lei sa che sto preparandomi a questo viag-
gio duro, complicato e anche pericoloso. La mia
risposta si trasforma in un lungo messaggio che
mi piace integrare all’inizio di questa riflessione.
Kurdistan iracheno, nel nord del Paese, Erbil,
Mosul, Ankawa, Duhok, Dawidiya, Baradash, Ara-
den, Mangesh... eccoli lì i villaggi e le città che
incontrerò: nomi difficili da scrivere, ancora più
difficili da pronunciare, legati nell’immaginifico
dell’Occidente, ad altre parole che mettono paura
come Iraq, oppure terrore come ISIS. Questa man-
ciata di città si trova al nord del martoriato Iraq,
ai confini con altri nomi inquietanti come Siria,
Turchia e Iran. Ho dovuto stampare diverse cartine
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