Page 19 - Hazar
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sfruttare la grazia che il Signore mi darà in questo
               viaggio in mezzo ai disperati dell’Iraq. Gerusalem-
               me, sarà un bel trampolino di lancio verso questa
               terra che non conosco, verso questa terra piena di
               sofferenze e inquietudine. Nel 2013, per le strade
               di Baghadad, a Najaf, Karbala, Nassiria e Bassora,
               viaggiavo con la scorta e con giubbetti antiproietti-
               le, nel Kurdistan iracheno la situazione non è così
               pericolosa, ma sicuramente propone un confronto
               più aspro con il califfato dell’ISIS.
                  Avvicinerò persone che hanno visto il terrore
               in faccia e che, spinte dal terrore di essere uccise,
               sono fuggite; gente che ha visto le proprie case
               e proprietà confiscate e tristemente segnate dalla
               “N” di Nazareno, cristiano. Gente, cristiani in fuga
               per paura.
                  Il cuore si riempie di commozione nel pen-
               sare a questo, e a questo pensiero si sovrappone
               il ricordo della scena struggente di una giovane
               mamma, su un asinello, in cammino verso l’Egitto,
               con attaccato al seno il piccolo nato e con lo spo-
               so che affettuosamente guida la piccola comitiva,
               guardando la strada e volgendosi premurosamente
               verso la moglie e il figlioletto neonato. Anche loro
               tre scappavano per paura della loro incolumità,

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