Page 14 - Janet
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Viaggiare in Africa significa altre cose, significa
pullman scassatissimi e affollatissimi, qualche cosa
di simile ma peggiore, rispetto a quanto avevo pro-
vato sulle Ande peruviane, oppure jeep vecchie,
senza comfort, che facilmente si possono surri-
scaldare.
La nostra spedizione a Garissa ha utilizzato pro-
prio due jeep del genere.
Nel briefing di preparazione del giorno prece-
dente la missione ci eravamo suddivisi in due mac-
chine, una con padre Alejandro, Caterina, Emanue-
le e Marzia e l’altra con padre Julio, padre Arturo,
io, Jimmy e Doreen. Noi siamo su quella jeep rossa
che, già a settembre, ci aveva dato dei bei proble-
mi, proprio nel tratto da Garissa verso Bura Tana.
Ernesto ed io ci eravamo fermati e solo quattro
martellate sonore e ben azzeccate del missionario
del Guatemala l’aveva fatta ripartire. Il viaggio di
andata da Watamu a Bura Tana è peggiore di quello
di settembre. La vecchia e usata Toyota dopo 50
chilometri va in ebollizione e mi sono detto: “Come
facciamo ora che non abbiamo con noi padre Er-
nesto?” Non mi rendo conto di avere a bordo uno
spregiudicato mago del motore, che in Africa vale
più di un re! Quando la macchina si ferma padre
Julio, con grande maestria, apre il cofano e con
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