Page 9 - Janet
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TOCCARE CON MANO POVERTÀ E SOFFERENZA

                  Carissimi amici, siamo sul treno che da Roma
               ci sta portando a casa.
                  Torniamo da un viaggio unico, da un’esperien-
               za che non avevo mai vissuto prima. Un conto è
               vedere o sentire raccontare la povertà e la soffe-
               renza, un conto è toccarle con mano e viverle in
               prima persona.
                  Già dal primo minuto, all’arrivo a Mombasa
               – di fronte al mio stupore nel vedere la vita disor-
               ganizzata e povera di una città africana, il traffico
               caotico e le baracche affacciate sulla strada che ci
               portava a Watamu – è grande il mio sconcerto nel
               sentirmi dire da don Gigi: “Questi sono quelli che
               stanno bene” o di fronte al sorriso di Jimmy: “This
               is not Africa”. E poi, dopo un giorno di preparativi,
               il viaggio – solo ora ho in testa cosa sia una stra-
               da sconnessa, con polvere e buche che sembrano
               crateri, sotto il sole africano – verso Bura Tana
               per l’inaugurazione della nostra bellissima chiesa
               dedicata ai martiri di Garissa.
                  E lì, come dimenticare l’accoglienza festosa e
               la messa di inaugurazione di questi cristiani in un
               luogo ostile a prevalenza islamica, la loro fede sen-
               za paura? Come dimenticare i padri che ci hanno
               accompagnato, padre Alejandro, Ernesto, Julio e

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