Page 10 - Janet
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Arturo? Eroi del nostro tempo. Come impossibile
è dimenticare il cielo stellato – un manto di stelle
che sembrava avvolgerti – che ci incantava, attra-
versando il cortile della missione, per andarci a
coricare. E poi a Garissa, il giorno dopo. La com-
mozione durante la messa nell’aula dove sono stati
uccisi gli studenti, alcuni oggetti a loro appartenuti
e “requisiti” da don Gigi come reliquie, le macchie
di sangue nel cortile dove erano stati ammassati i
ragazzi e nelle camere dell’ostello che li ospitava.
Il viaggio di ritorno, prima a Bura Tana e il gior-
no dopo a Watamu, sempre più difficile, sempre
più stanchi ma con il cuore pieno di emozioni. Lun-
go il viaggio l’incontro, anche solo fatto di sguardi,
con tante persone che vivono nella povertà asso-
luta. Ora sì “This is Africa”, mi ripeteva Jimmy. Gli
ultimi tre giorni ancora più intensi. La visita all’o-
spedale, per iniziare il rapporto di collaborazione
con i medici locali nel nostro progetto per l’AIDS,
ma soprattutto la visita nei reparti agli ammalati, da
quelli devastati da questa sindrome prossimi alla
morte, a quelli piccoli del reparto di pediatria, dove
ho lasciato una parte del mio cuore. Lo sguardo
spento degli ammalati è uguale in tutte le parti del
mondo, ma qui è ancora più coinvolgente.
Poi la visita al carcere della città, a Mtangani,
l’incontro con i prigionieri, il bacio dei loro piedi
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