Page 11 - Maritza
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to, il sapere accogliere la narrazione, lo snodarsi
         discreto, rispettoso e amorevole di tutto ciò che è
         stato raccontato e che deve raggiungere il cuore,
         la mente e la coscienza altrui. Se tutto andrà bene
         il lettore vivrà un’esperienza unica, vale a dire,
         sentirà dentro di sé la “presenza altra”: questo
         sarà allora l’istante della pienezza della condivi-
         sione.
            Perché, cari lettori, mi soffermo su queste con-
         siderazioni?
            Semplicemente perché ho la sensazione, suf-
         fragata da molte esperienze personali, che oggi
         leggiamo molto, almeno le persone abituate a
         leggere. Delle tante nostre letture, però, a distan-
         za di poco tempo, non resta nulla in noi oppure
         ciò che resta è effimero o inconsistente. Leggiamo
         romanzi, saggi, biografie, thriller; leggiamo gior-
         nali e siti web, notizie, resoconti, cronache ma
         a volte il tutto si risolve nel consumare parole,
         frasi, metafore, eventi, fatti, che non ci toccano
         oltre l’emozione dell’istante, e che dentro di noi
         lasciano poco. In questi casi sperimentiamo la
         condivisione e ciò può essere legittimo nel senso
         che si tratta di una nostra scelta, o di una finalità
         diversa del nostro leggere. Non è detto che tut-
         to ciò che leggiamo debba necessariamente far

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