Page 10 - Maritza
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sto traguardo occorre invece seguire un percor-
so lento e graduale, che parte dalla generosità e
disponibilità di chi vuole “raccontare” momenti
della propria vita. Si tratta di un’operazione non
semplice perché chi lo fa vuole che il suo inter-
locutore sia una persona che ispiri fiducia, che
meriti di essere autorizzato a conoscere, custodire
e, appunto, condividere ciò che di più intimo si
annida nel proprio cuore, in particolare le ferite,
la sofferenza, la devastazione, il buio.
In quest’ultimo libro di P. Gigi voi tutti, cari
amici lettori che avete ora fra le mani queste pagi-
ne, troverete per primo e al di sopra di ogni cosa
il racconto, la “confessione”, davanti alla quale
non resta che il silenzio, doveroso, tenero, ami-
chevole. Mi viene da pensare, forse esagerando,
che il nostro atteggiamento, di fronte al dolore
umano altrui, dovrebbe essere il medesimo di un
grande filosofo francese che aveva una figlia in
stato neurovegetativo, e per chiedere a tutti una
condotta unica fece esporre nella camera della
malata il Santissimo Sacramento.
Il passo successivo da compiere, senza il qua-
le il primo avrebbe un senso piuttosto limitato
seppure ugualmente nobile e altissimo è, appun-
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