Page 6 - Ashur
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vescovo: carceri, ospedali, scuole, altri luoghi di
                                                                          dolore e di speranza… alla fine della giornata
                                                                          Gigi si rifugia con il suo bagaglio di esperienze
         presentazione                                                    vissute sul campo, di storie di dolore, di fede e
                                                                          di speranza, nella sua bettola nella quale il suo
                                                                          amico pakistano gli prepara il narghilè, gli serve
            Questi volumetti, che Gigi scrive con la passio-              un goccio di whisky e lui stende il rapporto del-
         ne dell’uomo di fede - che come tutti gli uomini                 la giornata. Sono storie forti: quando le leggi,
         però in alcuni momenti della sua vita finisce in                 certo, ti toccano, magari ti commuovono pure;
         balìa di dubbi e incertezze - loro si chiamano “vol-             ma quando le vivi in prima persona, quando hai
         ti della speranza”. Ecco. La storia di Ashur, che dà             davanti a te Ashur, Saber con la famiglia, Ramsi
         il nome a questo libretto che racconta gli incontri              e il figlio che ti raccontano il loro vissuto, tutto
         della speranza che Gigi ha avuto in Iraq, è vera-                fa un effetto diverso. Ti sconvolgono la coscien-
         mente una storia di speranza – spes contra spem                  za, ti costringono a guardarti dentro, ti fai delle
         –, di quella speranza che affonda le sue radici in               domande – e non sempre riesci a darti una rispo-
         una fede granitica.                                              sta. La fede di queste persone, il loro affidamento
            Ci raccontano della speranza, i libretti di Gigi,             totale nelle mani di Dio, la speranza in una rina-
         dicevo. Della speranza che è l’ultima a morire,                  scita che ne deriva, noi quasi non li conosciamo
         dice il detto. Della speranza che è caratteristica               più. La loro fede, che non ha le nostre sovrastrut-
         della nostra fede cristiana, ci insegnano. Ma per                ture e nemmeno i nostri “se” e “ma”, che quasi
         noi, che viviamo una vita in fin dei conti “tranquil-            pongono una condizione alla nostra fede… E ti
         la” – anche quando è condizionata dalla pande-                   viene voglia di ripulirti un po’ – inside – per tor-
         mia da covid-19 – questa parola ha perso la pro-                 nare alla semplicità della loro fede. È un viaggio
         fondità del suo significato e noi non sappiamo più               nella sofferenza, è vero; ma è anche un viaggio
         comprenderla nel nostro quotidiano.                              nella speranza e nella certezza che ci viene dalla
            Gigi alterna la visita ad alcune famiglie alle                consapevolezza che con l’aiuto del Padre nulla è
         visite del sacerdote, che fa accompagnando il                    impossibile.

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