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che l’Amministrazione Trump ha dichiarato l’e-
mergenza nazionale. Eppure, al di là della reto-
rica del muro anti-trafficanti, Washington stenta
a trovare una strategia adeguata di cooperazione
con il vicino per contrastare il crimine organiz-
zato. “Dovrebbero invertire le loro priorità. Gli
Stati Uniti destinano il 65 per cento delle risorse
alla ‘guerra della droga’. E il 35 per cento alla
riduzione della domanda attraverso la preven-
zione. Dovrebbero fare il contrario – conclude
Valdés Castellanos –. E dovrebbero imporre un
giro di vite alla vendita di armi e al riciclaggio di
denaro”. I proventi della droga vengono, infatti,
investiti nel Nord del Continente e del mondo.
Ecco perché la “narcoguerra messicana” è, in
realtà, un conflitto globale. Una tessera di quel-
la “Terza guerra mondiale a pezzi” di cui tante
volte ha parlato papa Francesco. Sono già 23.989
le vittime nei primi dieci mesi del 2017: non
erano mai state così tante. Dopo un decennio
di “guerra alla droga”, le atrocità dei narcos au-
mentano invece di diminuire: e a farne le spese
sono i cittadini.
Lucia Capuzzi
28 ottobre 2017
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