Interventi

PERU’ LAVANDERIA E CUCINA IN UN RICOVERO PER ANZIANI A PUERTO MALDONADO


Perù. In questa pagina web viene riportato il progetto per la ristrutturazione di una lavanderia e cucina in un ricovero per anziani a Puerto Maldonado.

In occasione del 57mo viaggio di solidarietà in Perù dal 28 giugno al 17 luglio 2023, il Vescovo di Puerto Maldonado ha chiesto a noi un aiuto per ristrutturare il refettorio e la cucina di un ricovero gestito dalla Caritas diocesana. Ecco la lettera con la quale il Vescovo sottopone al Consiglio di Amministrazione di Fondazione Santina ONLUS la domanda dei fondi, in data 8 luglio 2023.


Seguendo precise regole di elargizione , il Consiglio di Amministrazione ha stanziato tali fondi in questo anno solare, dopo aver realizzato altre opere in Messico, Kenya e Colombia Realizzati tali lavori, il nostro Vice Presidente tesoriere, Dottor Luigi Pacini, ha provveduto a bonificare la somma di Euro 6.000. Ecco l’ordine di bonifico in data 6 maggio 2024.

Il denaro giunge sul conto del Vicariato Apostolico due giorni dopo  ed il Vescovo ci invia ricevuta che qui presentiamo in data 8 maggio 2024. I lavori di ristrutturazione si chiudono il 15 luglio 2024 con ottimi risultati che qui di seguito riporteremo. L’inaugurazione è prevista per domenica 28 luglio 2024.

LA VITA NELLE MINIERE ILLEGALI DELL’AMAZZONIA (LIBRO JACKELINE COLLANA VOLTI DI SPERANZA N.43 P. 23)
Proponiamo qui di seguito un capitolo del libretto Jackeline che bene illustra la realtà triste e disperata di Puerto Maldonado tra miniere illegali, raffinerie di coca e tratta di persone.
Lo scorso anno avevamo cercato di approfondire il grave problema della prostituzione nella regione amazzonica del Perù. Quest’anno vogliamo approfondire un altro grave problema di questa splendida regione chiamata Madre de Dios, ed è la piaga delle miniere illegali. Arriviamo con Hernan e Olinda dalle Ande del Perù, da Juliaca, a 4100 metri e con una temperatura notturna di -12 gradi, al clima caldo e umido della splendida Amazzonia. Olinda ed Hernan soffrono molto il caldo, soprattutto Hernan, nonostante qui, a Puerto Maldonado sia inverno. Chi mi spiega, come testimone, il mondo duro delle miniere illegale è la nostra Candy, 25 anni, che è nel nostro programma di adozione a distanza con il suo bellissimo bambino di nome Azre. Azre è stato adottato a distanza da Maria Grazia e il programma di aiuto termina nel prossimo 2024. È la terza volta che incontro Candy e il prossimo anno sarà l’ultimo.

L’opera che verrà inaugurata il prossimo 28 luglio 2024 sarà dedicata ai genitori del Cardinale Angelo Comastri, che ha voluto inviare al Vescovo di Puerto Maldonado una lettera di ringraziamento ed augurio in data 5 luglio 2024
Il bimbo sta bene: oggi ha due anni e sei mesi. Fino all’anno scorso, Candy abitava in un tugurio con il nonno Eleuterio; poi, purtroppo, Eleuterio è morto e la ragazza ha dovuto trovare un’altra sistemazione e così da due mesi per sopravvivere lavora come cuciniera in una miniera illegale, con un piccolo bimbo di soli due anni e mezzo… E’ l’unica donna che cucina per due stazioni di estrazione dell’oro, cioè per 12 persone che svolgono un lavoro massacrante. Unica ragazza, carina per dipiù, in una miniera fuori dal mondo! Candy non è felice, anzi, sembra molto triste. È venuta a Puerto Maldonado con uno speciale permesso dato dai padroni, perché per me e per chi è fuori dal giro delle miniere illegali è impossibile andare a trovarla nel luogo in cui fa questo lavoro duro in un’atmosfera angosciante. Terminata la riunione con le 10 famiglie  del programma di adozione a distanza, si ferma con me ancora mezz’ora e così inizia il nostro triste colloquio. Candy è contenta di vedermi – ormai sono 3 anni che ci conosciamo. “Padre, come ho detto prima nella riunione, da due mesi lavoro come cuoca in una miniera illegale e non posso invitarti a vedere dove vivo: è pericoloso per te, per Azre e anche per me!”. La guardo, mi sembra una bambina troppo grande, minuta e disarmante. Le do una leggera carezza e le dico: “Candy, non ti preoccupare, va bene così; noi vogliamo solo aiutarti e te lo dico a nome di Maria Grazia che ha adottato a distanza tuo figlio e a nome di tutta la nostra Associazione.

Il Vescovo del Vicariato Apostolico di Puerto Maldonado, Sua Eccellenza Mons. David,  risponde in data 15 luglio con una lettera molto affettuosa al Cardinale Comastri
Tu sai che abbiamo una regola ferrea: se non ti incontro una volta l’anno non possiamo continuare ad aiutarti; ma ora sei qui e dunque è tutto ok. Ma dimmi, come stai?”. “Gigi, sto male, non è un bell’ambiente! Sono l’unica donna a vivere lì e non è bello per il mio piccolino! Sono preoccupata e ti confesso che a metà di questo mese ritiro il mio stipendio e me ne vado! Devi sapere che sulla strada per Cusco, non molto lontano da qui, un grosso proprietario di miniere illegali aveva assoldato due agenti di polizia per proteggere la grande quantità di oro che viaggiava con lui. In Perù molti agenti di polizia sono corrotti. Bene, nella superstrada sono stati uccisi lui e i due poliziotti… un delitto efferato, con ben tre morti. Il mondo delle miniere illegali è davvero pericoloso: voglio andarmene!”. Lo dice con angoscia profonda. Mi colpisce l’angoscia di questa ragazzina, e la sua situazione squallida mi fa pensare a quanto sia fortunato a vivere in Italia, dove non mi manca nulla e dove la legalità è sicuramente più grande che in questa meravigliosa regione amazzonica. Mentre Candy mi parla vengo per un momento distratto da una bellissima grande farfalla rossa che si posa su una foglia di una grande pianta verde che cresce vicino a noi. La ragazza si accorge della mia meraviglia e sorride divertita: la farfalla con la sua bellezza riesce a strapparle un sorriso. La bellezza davvero è capace di salvare il mondo! E nella bellezza di quella rossa farfalla mi sembra di scorgere il dito di Dio che scrive con la sua calligrafia nella semplicità e bellezza della natura. Quella farfalla sembra dirmi: ricordati che io, Dio, esisto e questo stupore per una semplice farfalla te lo dimostra. Ma qui è la luna che mi parla di Dio, le stelle, il verde, le scimmie, i pappagalli, i coccodrilli e perfino i serpenti… Se in Italia – penso – abbiamo una solida legalità, qui in Perù abbiamo una meravigliosa natura che grida con la sua bellezza Dio, quel Dio che vedo nel sorriso di Candy e nel piccolo Azre che sereno gioca con le foglie degli alberi. “Candy, mi puoi raccontare di te e del tuo lavoro? Dove ti trovi? Dove lavori?”. “Certo, Gigi! Vedi, non posso trattenermi molto tempo perché sono già le cinque del pomeriggio e mi aspetta un viaggio avventuroso e pericoloso. Uscita da qui prendo il pullman per Laberinto, che tu ben conosci; poi da Laberinto prendo un piccolo traghetto scassato per un’altra mezz’ora e infine mi rimangono altri 40 minuti a piedi. La mia destinazione si chiama Pedro Luna e il lavoro è molto duro, come è duro il lavoro dei dodici uomini tra i 25 e i 35 anni che lì faticano: il loro è un lavoro massacrante e troppo duro sopra i 35 anni, don Gigi”. Nel cervello mi frullano mille domande, che ben immaginate… ma prima di passare alle tante domande voglio rendermi conto di cosa sia la vita in miniera… parto da questi uomini e le chiedo: “Candy, raccontami la vita dei 12 uomini che lavorano nella miniera illegale”. “Padre, è una vita durissima e i turni sono massacranti. I minatori lavorano in coppia, in sei postazioni diverse. I turni sono di ben 24 ore, senza dormire e solo con le brevi pause per mangiare e andare alla latrina!”. “Cavolo, ma davvero non dormono per ben 24 ore?”. “Talvolta lavorano addirittura 48 ore di seguito e li vedo sfiniti, stanchi, taciturni, con le mani in mezzo al mercurio per aggregare l’oro. Forse l’attenzione del mondo si concentra sostanzialmente sulla distruzione della natura e pochi sanno che questi giovani muoiono presto a motivo del velenosissimo mercurio! I padroni sono esigenti e i lavoratori devono rendere, il guadagno è buono, ma gli effetti spesso sono per loro nefasti, e nel giro di pochi anni”. “Candy, quanto guadagna un minatore?” La ragazza calcola: “Per quello che ne so, una coppia di minatori estrae più o meno 7 grammi d’oro al giorno, che equivalgono a circa 1.323 soles peruviani, circa 335 euro – è vero; ma: questo denaro va diviso in quattro parti, quindi circa 84 euro ciascuna. Ed è la quarta parte che va divisa tra i due minatori, il che significa che un minatore guadagna circa 42 euro al giorno: che di per sé sarebbe pure un buon salario, ma: tre parti di questa somma spettano al padrone dell’impresa illegale, che quindi ogni giorno guadagna, dal lavoro di due minatori, ben 252 euro!”. Non resisto e la ragazza se ne accorge.

Ecco le prime fasi della ristrutturazione della cucina e della lavanderia
Prendo il cellulare, apro la calcolatrice. La ragazza tace. “Aspetta, aspetta! Allora provo a moltiplicare 252 per 30 giorni. Sono esattamente 7.560 euro, ok? Poi moltiplico 7.560 euro per le 6 postazioni di estrazione del fiume di due uomini ciascuna, i tuoi 12 minatori, e così ottengo 45.360 euro”. La cifra mi pare enorme, soprattutto qui, in Perù! “Candy, ma sei sicura?”. “Padre, se tu mi parli del guadagno dei nostri padroni, io ti contrappongo il guadagno di un minatore: 42 euro al giorno per 30 giorni sono 1.260 euro, un salario straordinario per tutti loro, ma per il gusto della chiarezza… la ragazza continua a fare i conti e dice: “45360:1260= 36. Don Gigi, il padrone guadagna dall’oro 36 volte più di un minatore!”. Rimango allibito, in commento mi viene dritto dal cuore: “È orribile. Il male si ritorce sul male: un minatore che lavora illegalmente, guadagna uno stipendio da favola che però viene polverizzato dal padrone delinquente: sembra che retribuisca molto bene quel lavoro massacrante, invece lui guadagna 36 volte di più del suo illegale dipendente!”. Forse siete rimasti sconcertati da questi numeri fuori di testa, ma come avete letto non sono frutto della mia fantasia bensì delle informazioni che mi ha dato una donna che lavora sul posto! Certo, il male fa male a chi lo compie e così i minatori, che già fanno un lavoro massacrante senza avere alcuna assistenza medica, che si ammalano di cancro, vengono sfruttati 36 volte tanto il loro stipendio da padroni spietati… basterebbe questo per una riflessione profonda sulla condizione di degrado in cui vivono queste persone. Guardo l’orologio e guardo Candy: devo valutare bene i tempi, la ragazza ha davanti a sé un viaggio pesante, pure con il suo piccolo di due anni e sei mesi. “Grazie Candy, ora parliamo di te e ripartiamo dai numeri: sono diretto. Quanto guadagni?”. Mi guarda negli occhi e mi dice: “Guadagno 1.800 soles al mese”. Con la calcolatrice faccio il conto: sono circa 455 euro, uno stipendio non male in Perù, dove uno stipendio medio è di circa 250 euro per mese… Ma lei mi guarda e continua: “Gigi, ti dico la mia vita. Mi alzo alle 5 del mattino e inizio a preparare la colazione per i minatori che arrivano intorno alle 7.30. Molti di loro hanno lavorato tutta la notte e sono stravolti dalle 24 ore di lavoro; mangiano e tornano al lavoro o vanno a riposare. Finita la colazione, inizio a preparare il pranzo: i minatori arrivano alle 12.30 e hanno un’ora di pausa pranzo. Poi inizio a preparare la cena, che va dalle 18 alle 19; dopo la cena riordino e avvio i pasti per il giorno dopo. Alle 21 finalmente vado a dormire con il mio bambino”. Certo, una vita dura per una ragazza di 25 anni: 16 ore di lavoro al giorno … “Padre, aiutami: io vengo via da lì ma non so dove andare!”. Guardo Azre suo figlio, guardo lei e dico: “Tu devi venire via da lì: per tuo figlio! Ma, se il piccolino si fa male, oppure tu ti fai male, ti ustioni, o che so io, chi ti aiuta, chi ti soccorre? E poi, tutti e due siete in mezzo al mercurio… meglio vivere poveri una lunga vita che più ricchi una vita breve e piena di sofferenza per il cancro; e poi, il grande problema della tua sicurezza personale: sei una ragazza giovane e carina e tutto il giorno accanto a uomini giovani e nel pieno delle forze; e se ti violentano? E se fanno del male al tuo bimbo per minacciarti?”. Candy ascolta in silenzio a capo chino, il bimbo le corre tra le gambe e lei con dolcezza lo prende in braccio e solo allora capisco che la grande forza di Candy è il suo bambino… lo bacia con dolcezza e tristezza e io mi commuovo profondamente. “Padre, aiutami: io lascio quel posto d’inferno!”. La abbraccio forte forte e insieme andiamo da Karol, la responsabile della Caritas, e insieme promettiamo a Candy che la aiuteremo. Accompagno la ragazza a quello scassone di autobus:  il nostro saluto è un bacio silenzioso. Stringo forte Azre e lo riconsegno alla mamma. Sale sul pullman, le porte si chiudono e Candy scompare nel buio della notte sulla strada verso Pedro Luna. Guardo la grande luna in cielo e spero che oggi la buia notte di Candy sia illuminata da una luna piena della nostra Carità.

I lavori proseguono e si concludono il 15 luglio 2024. L’inaugurazione sarà domenica 28 luglio 2024