Preghiera

SAN LUIGI GONZAGA 21 GIUGNO 2024


SAN LUIGI GONZAGA
1986 – 21 GIUGNO – 2024
 Ciao Carissimi è da circa 4 anni che ad ogni festa di San Lugi Gonzaga medito su questo meraviglioso brano che non sono ancora riuscito a capire di chi sia… forse lo ricorderete, anche lo scorso anno ho messo nei social, quest’anno ci riflettiamo su. intercalo il brano con i video che vi ho inviato e che ritraggono il mio essere prete oggi Prima vi scrivo tutto il brano:

SAN LUIGI CURA GLI APPESTATI

E’ pazzo!!!! “È pazzo! È pazzo!” gridava l’inserviente del piccolo ospedaletto. Vedeva quel giovane minuto, Luigi Gonzaga, con la sua tonaca nera, mentre trasportava in braccio un povero appestato. “Se la prenderà pure lui quella malattia!” continuava a gridare. Si affacciò un vecchio gesuita che stava amministrando sacramenti ai moribondi. Fece tacere l’inserviente dicendogli: “Amico mio sai cos’è la purezza? Ecco cos’è. Ce l’hai davanti ai tuoi occhi” disse indicando Luigi. “La purezza … è sapersi sporcare le mani quando c’è bisogno. La purezza è saper morire per qualcuno che non vale nulla agli occhi del mondo. Ma per un puro di cuore, come quel ragazzo, quel povero appestato è come il Sacramento. Non lo vedi come se l’abbraccia?”“Ma si ammalerà anche lui così?” disse quasi piagnucolando l’inserviente. “Che ci vuoi fare, i santi sono così, non hanno misura, non si sanno regolare” rispose il vecchio gesuita sorridendo. “Che spreco, il figlio primogenito dei Gonzaga ridotto a far questo” proseguì l’inserviente. “Non bestemmiare” gli intimò il vecchio gesuita, “quel ragazzo vede più lontano di tutti. È più ambizioso di tutti. Ha capito fino in fondo quello che ci ha insegnato Nostro Signore: ‘Chi vuole essere il primo si faccia servo di tutti’. I Gonzaga con il tempo se li dimenticheranno tutti. Questo ragazzo no, perché si è scelta la parte migliore che non gli sarà tolta”.

Ecco l’analisi
“È pazzo! È pazzo!” gridava l’inserviente del piccolo ospedaletto. Vedeva quel giovane minuto, Luigi Gonzaga, con la sua tonaca nera, mentre trasportava in braccio un povero appestato. “Se la prenderà pure lui quella malattia!” continuava a gridare. Si affacciò un vecchio gesuita che stava amministrando sacramenti ai moribondi. Fece tacere l’inserviente dicendogli: “Amico mio sai cos’è la purezza?Capite? Saggio, questo gesuita! Se uno ci dovesse dire: “Sai cos’è la purezza?”. Quando qualcuno dice a qualcun altro: “Tu come vivi la purezza? Parlami di come vivi la purezza”. Chissà se nella testa e nel cuore intende esattamente quello che c’è scritto qui? Quello che intendeva questo vecchio gesuita saggio e, mi permetto anche di dire, santo:

“Amico mio sai cos’è la purezza? Ecco cos’è. Ce l’hai davanti ai tuoi occhi” disse indicando Luigi.
La purezza adesso ce la spiega questo vecchio gesuita. Che non ha niente a che vedere con le nostre fissazioni mentali.

“La purezza è sapersi sporcare le mani quando c’è bisogno.
Ecco cos’è la purezza!

La purezza è saper morire per qualcuno che non vale nulla agli occhi del mondo. Ma per un puro di cuore, come quel ragazzo, quel povero appestato è come il Sacramento. Non lo vedi come se l’abbraccia?”.
Mamma mia, che bello! Che grazia incontrare sacerdoti, persone così! Che grazia incontrare vecchi gesuiti così! Che grazia, che grazia che grazia! Altro che il sesso e quando lo fai, come lo fai, dove lo fai, con chi lo fai, perché lo fai, e parliamo di quelle robe lì! Ma capite che non c’entra niente? Niente! Non c’entra niente, niente! Dobbiamo parlare di purezza? Ecco, parliamo di questo allora! Questa è la purezza. Non i pensieri impuri, fai gli atti impuri, guardi le cose impure. Non c’entra niente! La domanda sulla purezza riguarda queste cose.

La purezza è sapersi sporcare le mani quando c’è bisogno
Perché il gesuita, infatti, gli dice: “Ecco ce l’hai davanti” — indicando San Luigi che portava abbracciato l’appestato — “quella lì è la purezza”.
Ma in che senso? Nel senso che il puro sa sporcarsi le mani quando c’è bisogno, quando c’è necessità, quando c’è da soccorrere il fratello. Il puro non fugge, non si rintana nella tana dei vigliacchi, di quelli che fanno i compromessi, di quelli che cercano di salvare la propria vita, di quelli che fuggono davanti al pericolo, come i mercenari; di quelli che chiudono gli occhi, la bocca, il naso come le tre scimmie pur di non vedere e non parlare e non sentire, perché non si sa mai cosa può succedere. Non sono quelli che saltano sul carrozzone del più forte, del più vincente.

La purezza è sapersi sporcare le mani quando c’è bisogno
Poi, certo, quando hai a che fare con un puro che vive in questo modo è chiaro, ovvio, ed evidente, che anche la sua vita sessuale, la sua vita genitale, e tutto il mondo degli affetti, è chiaro che è vissuto in ordine, sennò non sarebbe in grado di fare questo.
“La purezza è sapersi sporcare le mani quando c’è bisogno”. Ma quando c’è bisogno? Spesse volte. Diciamo così: gli appestati rimangono abbandonati a morire agonizzanti da soli. C’è bisogno, c’era bisogno… ma di puri! Non ce ne sono in giro così tanti, evidentemente.

La purezza è saper morire per qualcuno che non vale nulla agli occhi del mondo
Mamma, questa frase è incredibile! Incredibile! “Saper morire per qualcuno che non vale nulla agli occhi del mondo”. Per questo ultimo appestato che San Luigi trova per la strada e se lo carica in braccio. Lui che pesava quanto una foglia secca, caduta. Sì, si mette in braccio quest’uomo. “Morire per qualcuno che non vale nulla agli occhi del mondo”. Buttare via la propria vita, tutta la propria vita, diremmo noi, per chi non conta niente, spenderla interamente.

Ma per un puro di cuore, come quel ragazzo, quel povero appestato è come il Sacramento (l’Eucarestia). Non lo vedi come se l’abbraccia?”.
Forse ci sono fidanzati e fidanzate che non si sono mai abbracciati, magari hanno fatto chissà che cosa, di più, ma non si sono mai abbracciati come San Luigi ha abbracciato quell’appestato. Forse ci sono persone che hanno vissuto le esperienze più estreme, eppure non si sono mai sentite abbracciate così. C’è abbraccio e abbraccio. C’è l’abbraccio che ti abbraccia in questo modo e c’è l’abbraccio di colui che ti vuol rapire, di colui che vuole prendere qualcosa.

“Ma si ammalerà anche lui, così” disse quasi piagnucolando l’inserviente.
Questa è la frase tipica: “Eh, ma facendo così anche a te capiterà, anche a te succederà! Eh, ma facendo così tu rischi” e avanti… Risposta del vecchio saggio gesuita:

“Che ci vuoi fare, i santi sono così, non hanno misura, non si sanno regolare” rispose il vecchio gesuita sorridendo.
Aveva capito tutto!

“Che spreco, il figlio primogenito dei Gonzaga ridotto a far questo” proseguì l’inserviente. “Non bestemmiare” gli intimò il vecchio gesuita, “quel ragazzo vede più lontano di tutti. È più ambizioso di tutti. Ha capito fino in fondo quello che ci ha insegnato Nostro Signore: ‘Chi vuole essere il primo si faccia servo di tutti’. I Gonzaga con il tempo se li dimenticheranno tutti. Questo ragazzo no, perché si è scelta la parte migliore che non gli sarà tolta”.
San Luigi Gonzaga non è un santino da immaginetta per i puri di cuore, questa sorta di setta irraggiungibile che vive chissà dove. No, no. È di questa purezza che dobbiamo parlare, di questa purezza qui che vi ho appena citato, del vecchio saggio gesuita che la spiega molto bene. Questa è la purezza, perché dobbiamo imitare i San Luigi Gonzaga, perché è mancare di onore verso di lui, se vogliamo ricordare San Luigi Gonzaga per la purezza quella che noi intendiamo come castità. San Luigi Gonzaga non muore martire della castità, San Luigi Gonzaga muore martire della purezza, testimone della purezza. Perché poi la peste la prende, è questo il punto! Si ammala veramente, aveva ragione l’inserviente. “Ma cosa vuoi farci? I santi sono così! Non ci sono mezze misure”.Io vi auguro di cuore di diffondere la bellezza della purezza attorno a voi, e di vivere questa purezza. Perché questa, veramente, è possibile a tutti, anche a chi ha sbagliato tanto nella propria vita. E San Luigi, può esserci davvero una guida preziosa.