Viaggi

31MO VIAGGIO. TERRA SANTA 4. TU ES SACERDOS IN AETERNUM, 16-23 GIUGNO 2011


TU ES SACERDOS IN AETERNUM
Diario del Pellegrinaggio con Santina a Gerusalemme  16-23 giugno 2011 in occasione del 25mo Anniversario di Ordinazione Sacerdotale di Mons. Luigi Ginami

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Il quarto viaggio di Santina a Gerusalemme si è caratterizzato per un importante avvenimento nella mia vita spirituale: la celebrazione del mio XXV Anniversario di Ordinazione sacerdotale. In questo diario centro della descrizione sarà dunque il 21 giugno 2011 e in particolare la Celebrazione eucaristica al Santo Sepolcro per la quale avevo preparato un sussidio liturgico del nome Tu es sacerdos in Aeternum. Oltre a questo momento Santina ha devotamente vissuto l’incontro con gli altri luoghi santi ed in particolare la pratica della Via Crucis per le strade di Gerusalemme. Il pellegrinaggio si è anche caratterizzato per il gran numero di chilometri che abbiamo percorso, circa mille: mai mia madre aveva tanto viaggiato in Terra Santa! Infine diversi sono i nuovi luoghi santi visitati da Santina: Tabor, Tiberiade, il Lago di Galilea, il Monte delle Beatitudini, Gerico antica, la Grotta del latte a Betlemme, il Mar Morto, Qumran e Masada, Beith Sheur…

Una scheda che raccoglie tutte le giornate è stata predisposta come appendice al diario. Ma in queste pagine vorremmo riflettere molto bene sulla realtà misteriosa ed affascinante del sacerdozio. Per tale motivo il diario si trasformerà in un piccolo trattato sul sacerdozio ministeriale.

Vedi la raccolta delle fotografie riguardanti il 21 Giugno 2011 cliccando:

I. PREMESSA. PROFILO BIBLICO DI SANTINA
Per capire bene la mia vocazione si deve capire bene dove essa è nata, ed il contesto in cui è nata è il profilo biblico che posso ricavare di mia madre Santina. In occasione della celebrazione del mio venticinquesimo di Messa, mi sono interrogato profondamente dove sia nata la mia vocazione, e la risposta che ho trovata è biblica”fin dal seno ti tua madre io ti ho chiamato”. Ho cercato di confrontare la vita semplice ed umile di Santina con la Sacra Scrittura ed ho trovato tre brani di sorprendente vicinanza.

Potrei parlare ore, ma forse più eloquente di tutto è una sinossi che si può ottenere confrontando Santina con Anna, la mamma di Samuele, la vedova al tempio, e la profetessa Anna al tempio. Dei tre brani sicuramente i due brani che riguardano Anna, la mamma di Samuele e la profetessa Anna del nuovo testamento ben si avvicinano all’esperienza di mia madre. E se tra i due devo scegliere sicuramente il brano di Anna, mamma di Samuele ben descrive la situazione della mia vocazione.

Ecco la s

inossi straordinaria:

BRANI BIBLICI VITA DI SANTINA
I. ANNA MOGLIE DI ELKANA
Anna non aveva figli [1]C’era un uomo di Ramatàim, uno Zufita delle montagne di Efraim, chiamato Elkana, figlio di Ierocàm, figlio di Eliàu, figlio di Tòcu, figlio di Zuf, l’Efraimita. [2]Aveva due mogli, l’una chiamata Anna, l’altra Peninna. Peninna aveva figli mentre Anna non ne aveva. Santina non aveva figli Nell’anno 1958 mi sposai con Egidio e andammo a vivere nella portineria della Curia vescovile, erano già trascorsi quasi due anni, ma “i figli non venivano”.
Il pellegrinaggio a Silo  [3]Quest’uomo andava ogni anno dalla sua città per prostrarsi e sacrificare al Signore degli eserciti in Silo, dove stavano i due figli di Eli Cofni e Pìncas, sacerdoti del Signore.(…) Il pellegrinaggio a Roma dopo un po’ di tempo, un anno e mezzo circa, avvenne a Roma la canonizzazione del beato Gregorio Barbarigo. Mio marito mi convinse a partecipare e io, con grande gioia, andai.
Il Voto di Anna [9]Anna, dopo aver mangiato in Silo e bevuto, si alzò e andò a presentarsi al Signore. In quel momento il sacerdote Eli stava sul sedile davanti a uno stipite del tempio del Signore. [10]Essa era afflitta e innalzò la preghiera al Signore, piangendo amaramente. [11]Poi fece questo voto: «Signore degli eserciti, se vorrai considerare la miseria della tua schiava e ricordarti di me, se non dimenticherai la tua schiava e darai alla tua schiava un figlio maschio, io lo offrirò al Signore per tutti i giorni della sua vita e il rasoio non passerà sul suo capo». [12]Mentre essa prolungava la preghiera davanti al Signore, Eli stava osservando la sua bocca. [13]Anna pregava in cuor suo e si muovevano soltanto le labbra, ma la voce non si udiva; perciò Eli la ritenne ubriaca. [14]Le disse Eli: «Fino a quando rimarrai ubriaca? Lìberati dal vino che hai bevuto!». [15]Anna rispose: «No, mio signore, io sono una donna affranta e non ho bevuto né vino né altra bevanda inebriante, ma sto solo sfogandomi davanti al Signore. [16]Non considerare la tua serva una donna iniqua, poiché finora mi ha fatto parlare l’eccesso del mio dolore e della mia amarezza». [17]Allora Eli le rispose: «Và in pace e il Dio d’Israele ascolti la domanda che gli hai fatto». [18]Essa replicò: «Possa la tua serva trovare grazia ai tuoi occhi». Poi la donna se ne andò per la sua via e il suo volto non fu più come prima. Il Voto di Santina Durante quella bellissima funzione ho chiesto a questo santo la gioia di diventare Mamma, perché erano già trascorsi quasi due anni, ma “i figli non venivano”. Tornando a casa e salendo negli uffici per le pulizie ho trovato appeso alla parete un bellissimo e grandissimo quadro di san Gregorio Barbarigo; allora ho fatto questo proposito: se avessi avuto un figlio lo avrei donato al Signore nel sacerdozio. Ogni mattina pregavo questo santo perché esaudisse la mia preghiera.
Nascita e consacrazione di Samuele  [19]Il mattino dopo si alzarono e dopo essersi prostrati davanti al Signore tornarono a casa in Rama. Elkana si unì a sua moglie e il Signore si ricordò di lei. [20]Così al finir dell’anno Anna concepì e partorì un figlio e lo chiamò Samuele. «Perché – diceva – dal Signore l’ho impetrato». [21]Quando poi Elkana andò con tutta la famiglia a offrire il sacrificio di ogni anno al Signore e a soddisfare il voto, [22]Anna non andò, perché diceva al marito: «Non verrò, finché il bambino non sia divezzato e io possa condurlo a vedere il volto del Signore; poi resterà là per sempre». [23]Le rispose Elkana suo marito: «Fà pure quanto ti sembra meglio; rimani finché tu l’abbia divezzato; soltanto adempia il Signore la tua parola». La donna rimase e allattò il figlio, finché l’ebbe divezzato. Nascita e consacrazione del Figlio di Santina Fui esaudita, nella nostra grande gioia ci nacque un figlio maschio che nel 1986 fu ordinato sacerdote. Ora, piena di gioia, ogni sera, dico un “Pater-ave-gloria” perché diventi un santo sacerdote con la protezione di san Gregorio Barbarigo.
Il bambino presso la casa del Signore in Silo [24]Dopo averlo divezzato, andò con lui, portando un giovenco di tre anni, un’efa di farina e un otre di vino e venne alla casa del Signore a Silo e il fanciullo era con loro. [25]Immolato il giovenco, presentarono il fanciullo a Eli [26]e Anna disse: «Ti prego, mio signore. Per la tua vita, signor mio, io sono quella donna che era stata qui presso di te a pregare il Signore. [27]Per questo fanciullo ho pregato e il Signore mi ha concesso la grazia che gli ho chiesto. [28]Perciò anch’io lo dò in cambio al Signore: per tutti i giorni della sua vita egli è ceduto al Signore». E si prostrarono là davanti al Signore. (29) (…) e il fanciullo rimase a servire il Signore alla presenza del sacerdote Eli. (1Sam. 2, 11) Il bambino presso il Santuario di Nostra Signora del Sacro Cuore Nell’anno 1967 il bambino inizia la frequentazione quotidiana del Santuario di Nostra Signora: Messa alla mattina ore 8 e rosario e benedizione eucaristica alla sera alle ore 17.00
Vocazione di Samuele Samuele 1 – Capitolo 3La chiamata di Dio a Samuele [1]Il giovane Samuele continuava a servire il Signore sotto la guida di Eli. La parola del Signore era rara in quei giorni, le visioni non erano frequenti. [2]In quel tempo Eli stava riposando in casa, perché i suoi occhi cominciavano a indebolirsi e non riusciva più a vedere. [3]La lampada di Dio non era ancora spenta e Samuele era coricato nel tempio del Signore, dove si trovava l’arca di Dio. [4]Allora il Signore chiamò: «Samuele!» e quegli rispose: «Eccomi», [5]poi corse da Eli e gli disse: «Mi hai chiamato, eccomi!». Egli rispose: «Non ti ho chiamato, torna a dormire!». Tornò e si mise a dormire. [6]Ma il Signore chiamò di nuovo: «Samuele!» e Samuele, alzatosi, corse da Eli dicendo: «Mi hai chiamato, eccomi!». Ma quegli rispose di nuovo: «Non ti ho chiamato, figlio mio, torna a dormire!». [7]In realtà Samuele fino allora non aveva ancora conosciuto il Signore, né gli era stata ancora rivelata la parola del Signore. [8]Il Signore tornò a chiamare: «Samuele!» per la terza volta; questi si alzò ancora e corse da Eli dicendo: «Mi hai chiamato, eccomi!». Allora Eli comprese che il Signore chiamava il giovinetto. [9]Eli disse a Samuele: «Vattene a dormire e, se ti si chiamerà ancora, dirai: Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta». Samuele andò a coricarsi al suo posto. [10]Venne il Signore, stette di nuovo accanto a lui e lo chiamò ancora come le altre volte: «Samuele, Samuele!». Samuele rispose subito: «Parla, perché il tuo servo ti ascolta». Vocazione del bambino al sacerdozio Il Bambino entra in seminario a 11 anni è il 13 ottobre 1972 e diventerà prete il 21 Giugno 1986

 

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La moglie di Elkana, Anna, ci dice la pagina sacra, non aveva figli; anche Santina scrive nella pagina del suo diario interiore che – sposata nel 1958 – per i primi due anni non riusciva ad avere figli. Anna compie con il marito un pellegrinaggio a Silo e Mamma compie un pellegrinaggio a Roma il 26 maggio 1960, in occasione della canonizzazione di San Gregorio Barbarigo. Anna nel tempio di Silo formula un voto: «Signore degli eserciti, se vorrai considerare la miseria della tua schiava e ricordarti di me, se non dimenticherai la tua schiava e darai alla tua schiava un figlio maschio, io lo offrirò al Signore per tutti i giorni della sua vita».

Santina nella Basilica di San Pietro formula un voto: “allora ho fatto questo proposito: se avessi avuto un figlio lo avrei donato al Signore nel sacerdozio.” Anna torna a casa e “al finir dell’anno concepì e partorì un figlio”; Mamma torna a casa e il 13 gennaio 1961 partorisce un figlio, circa nove mesi dopo il suo voto. Anna dopo aver svezzato Samuele lo porta a Silo nella casa del Signore e lo consacra a Dio. Santina quando avevo la tenera età di cinque anni mi porta alla Chiesetta di Nostra Signora dove inizio a fare il chierichetto tutti i giorni dai miei 5 anni e mezzo fino a giungere all’età di 11 anni: messa la mattina alle ore 8 e rosario e benedizione eucaristica tutte le sere, a 6 anni faccio la prima comunione come chierichetto, seguito da don Giacomo Brusadelli

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un anziano santo prete. Samuele segue la guida di Eli ed ascolta la voce di Dio che lo chiama. All’età di 11 anni entro in seminario, il 13 ottobre 1972 e divento prete il 21 giugno 1986. Queste righe non sono riflessioni profonde: sono il semplice e scarno dato che viene dalla storia delle due donne, una storia meravigliosa in cui si mostra come Dio in entrambi i casi forma i suoi chiamati prima della loro possibilità di scelta, su di una scelta e una volontà che precede il chiamato stesso ed è quella della madre. La fede di Anna e di Santina sono già una premessa alla risposta che poi l’eletto darà al momento della chiamata.

Ma forse i due sì, quello di Samuele e quello di Anna, quello di don Gigi e quello di Santina si fondono e divengono nella mente di Dio un unico grande sì al suo progetto di salvezza. Forse oggi mancano vocazioni al sacerdozio perché mancano mamme come queste… Questa mi pare essere un’importante premessa prima di parlare della mia vocazione sacerdotale e prima della festa del mio venticinquesimo. Sarebbe molto bello poter sviluppare gli altri due brani biblici che abbiamo avvicinato a Santina, ma basta il loro ricordo per prepararci alla riflessione sul sacerdozio cattolico.

 

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II. CELEBRARE A GERUSALEMME IL VENTICINQUESIMO ANNIVERSARIO DELLA MIA ORDINAZIONE È UN GRANDE ONORE E PRIVILEGIO
Questo diario sarà un po’ speciale perché il Pellegrinaggio che abbiamo fatto con Santina a Gerusalemme è avvenuto in occasione della celebrazione del mio Venticinquesimo di Ordinazione Sacerdotale. E’ una data molto importante nella mia vita di presbitero e la prima scelta che ho fatto è quella di celebrare questo anniversario non nella solennità o nel fasto delle tradizionali cerimonie, ma nella semplicità e nel nascondimento, con poche e significative persone.Prima di tutto ho scelto con scrupolo e cura il luogo: la Terra Santa, Gerusalemme, e la Basilica del Santo Sepolcro, all’altare della Maddalena.

In questo Luogo Santo, dove anche il centimetro ha un valore, nella nostra storia degli anni recenti l’altare della Maddalena è il luogo nel quale per tre volte (anni 2007-2009-2010) mia Madre Santina ha ricevuto l’Unzione dei Malati, sotto la protezione della Maddalena, perché la notte in cui Mamma ebbe il terribile arresto cardiaco era la festa di questa Santa, il 22 Luglio 2005. Ma la Basilica del Santo Sepolcro e il Luogo della Risurrezione sono il faro che deve illuminare la vita di Fede di ogni cristiano e di ogni sacerdote. Celebrare qui, in questo Luogo, il Venticinquesimo Anniversario della mia Ordinazione è stato un grande onore e privilegio!

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Ma la celebrazione liturgica ha avuto una grande valenza spirituale anche per altri motivi. Ho desiderato fortemente che tale Venticinquesimo si legasse a mia Madre che mi ha generato non solo alla vita, ma anche alla Fede cristiana e ha costruito con me il Sacerdozio ministeriale. Proprio in questo viaggio all’altare della Maddalena, Santina ha ricevuto per la quarta volta l’Unzione dei Malati ed è stata una grande gioia. Sono altresì contento che questo momento liturgico si sia arricchito dalla celebrazione di un importante sacramento nella vita cristiana. Questi anni di sofferenza e di dolore ci hanno fatto incontrare una signora peruviana che ormai è parte della nostra famiglia, si chiama Asunta Olinda Calderon Vega. Con il cuore pieno di gioia in questa celebrazione liturgica del mio Venticinquesimo di Messa Olinda ha ricevuto il sacramento della Cresima: che grande privilegio ricevere la Confermazione nella Città Santa di Gerusalemme!

La madrina di Olinda è stata la nostra cara Santina che tenendola per mano l’ha accompagnata in questo momento importante della vita di Fede. Il dolore, la serenità e il grande esempio di mia Madre La pongono davvero come madrina di Olinda, vivendo le due signore insieme 24 ore al giorno. Dopo l’amministrazione del Sacramento della Cresima ad Olinda e quello dell’Unzione dei Malati a Santina, dopo la Celebrazione eucaristica abbiamo vissuto un altro momento altamente simbolico: nelle mani del vescovo ho rinnovato le promesse del giorno della mia ordinazione sacerdotale, il vescovo ausiliare di Gerusalemme mi ha consegnato poi il Libro dei Vangeli e il Crocifisso, segni caratterizzanti la missione evangelizzatrice del Presbitero. La bella e antica preghiera del Te Deum ha concluso il Sacro Rito. Oltre a Santina ed Asunta Olinda, sono stati presenti figure molto significative della mia vita sacerdotale, a cominciare proprio dal vescovo ausiliare di Gerusalemme, S.E. Mons. William Shomali, mio antico compagno di studi al Pontificio Istituto Liturgico di Roma, devo a Lui la conoscenza e l’amore per la Terra Santa, un amore che è nato la prima volta nell’ormai lontano 1981, sono ormai 30 anni che frequento e spesso abito in questa Terra meravigliosa. Mons. Shomali ha presieduto il Rito e ha amministrato i sacramenti della Cresima e dell’Unzione dei Malati, nelle Sue mani ho promesso obbedienza e dalle Sue mani ed ho ricevuto il sacro libro del Vangelo e il Crocifisso benedetto.

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Non ha potuto essere al Sacro Rito l’Arcivescovo Armeno Cattolico S.E. Mons. Raphael Minassian, che nell’anno 2009 ha amministrato il Sacramento dell’Unzione dei Malati a Santina. Devo a Lui il fatto di avere casa a Gerusalemme, una casa che per me ha un enorme valore simbolico ed affettivo, una casa alla quale penso spesso e nella quale spero di poter venire a vivere gli ultimi anni delle mia vita, prima di essere sepolto nelle chiesa di Santa Maria dello Spasimo. Era invece presente al Sacro Rito il Padre francescano Federico Manns, che nell’anno 2010 ha amministrato il Sacramento dell’Unzione dei Malati a mia Madre. Lui per me è un’autentica guida spirituale e mio confessore quando mi trovo nella Città Santa e il suo sapiente consiglio di Professore di Bibbia è capace di portare al mio animo una salutare pace. Alcuni amici sacerdoti erano presenti al rito, prima di tutto Padre Pierbattista Pizzaballa, il Padre Custode della Terra Santa originario di Bergamo, Mons. Giacomo Locatelli Prevosto di San Pellegrino (Bergamo), Padre Julian dei Legionari di Cristo, Padre Stanislao polacco, Padre Claudio Bottini Rettore dell’Istituto Teologico della Flagellazione e Padre Silvio, segretario del Padre Custode. Ringrazio le comunità religiose: le suore di Madre Teresa di Calcutta, le suore Brigidine, la carissima suor Annaerica, custode gelosa e innamorata dei paramenti e degli arredi liturgici del Santo Sepolcro, Suor Cecilia che con amicizia ci accompagna nell’adorazione eucaristica quotidiana nell’esarcato armeno cattolico,

Fra’ Andrea Sagrestano Maggiore del Santo Sepolcro che predispone sempre con tanta cura la celebrazione liturgica, i padri del Notre Dame. Eravamo poche persone, 34 in tutto, ma il momento di questo Rito è stato formidabile nella sua pregnanza di significato: per il Luogo Santo del Santo Sepolcro, per la celebrazione dei sacramenti della Cresima, dell’Unzione dei Malati e dell’Eucaristia, per il ricordo del Venticinquesimo della mia Ordinazione sacerdotale, per la presenza di questi significativi amici. In questa meravigliosa celebrazione eucaristica vi è stata anche una velata amarezza per l’impossibilità della mia carissima sorella Maria Carolina e della sua famiglia ad essere presente: la lontananza della Terra Santa da Bergamo e diversi impegni hanno impedito questo sogno. Non importa Lei è stata presente nel cuore mio e di Santina; è stata con noi, e con noi ha vissuto il bellissimo momento ed a Lei abbiamo inviamo da Gerusalemme il nostro abbraccio affettuoso.

Guarda le foto di tutto il pellegrinaggio cliccando:

III. LA MATTINA DEL 21 GIUGNO 2011: RITIRO SPIRITUALE AL CENACOLO
Una delle giornate più belle della mia vita si apre con la tradizionale recita del brano della risurrezione, in ginocchio sulla splendida terrazza di casa e guardando al Santo Sepolcro. Avevo studiato di vivere bene ogni secondo delle 24 ore di questo giubileo sacerdotale. Non ci posso credere, il sogno si è avverato, sono proprio qui a Gerusalemme, e con mia madre e tra una manciata di ore al Santo Sepolcro rinnoverò le promesse sacerdotali di 25 anni fa e mi verrà consegnato il Vangelo ed il Crocifisso. Sono contento, l’animo è disteso e calmo dopo il quieto riposo della notte, una buona doccia e sono pronto per uscire.

Mi fermo sotto casa per bere un the alla menta da Jassin con qualche biscotto. Poi entro in chiesa e scendo alla cappella dell’Adorazione eucaristica per una breve visita. Esco da casa. La prima parte di questa giornata, martedì 21 giugno 2011, è dedicata più alla preghiera personale e alla meditazione nel luogo in cui Gesù ha istituito il sacerdozio. Con passo rapido mi avvio al Cenacolino e mi siedo nel piccolo giardino dei frati qualche istante, quasi per concentrarmi e recito il breviario. Giunge un gruppo di pellegrini da una parrocchia di Londra. Celebro con loro l’Eucaristia; come è possibile non celebrare l’Eucaristia qui, nel giorno del 25mo di Messa? Dopo la Messa mi confesso, anche il chiedere perdono dei propri peccati è importante in questo giubileo sacerdotale. Il sacerdote mi dice: “Come penitenza, giudica la vita con gli occhi di tua mamma disabile!” Lo ringrazio per il buon consiglio…

Il tempo passa molto velocemente, ringrazio Dio per questi momenti così belli e densi di significato nella mia giornata qui a Gerusalemme. Ma si è fatto tardi e prima di pranzo devo svolgere un altro momento importante di preghiera. Esco dal Cenacolino e mi dirigo con passo spedito al Cenacolo. La giornata è piena di luce ed il caldo secco di Gerusalemme è piacevole, soprattutto per la brezza fresca che attutisce i raggi di sole. Salgo le scale e mi trovo in quel luogo carico di storia, di magia e di grande preghiera e fede. Ho con me il mio vecchio Vangelo, so già quale sarà il brano della meditazione, Giovanni 17: la preghiera sacerdotale di Gesù, poi avidamente passo al brano della lavanda dei piedi e termino con il brano dell’istituzione dell’Eucaristia. Recitando il Veni Creator chiudo la preghiera baciando il pavimento in segno di devozione. Sono felice. Grazie Gesù di avermi fatto prete! La meditazione di quelle pagine del Vangelo, la Celebrazione del Sacramento della Confessione e dell’Eucaristia, la preghiera del breviario, il silenzio e la solitudine hanno trasformato la prima parte della giornata in un buon Ritiro spirituale.

Qui sotto viene riportato il cerimoniale del 21 giugno 2011:

Copertina libretto per la liturgia

02 Tu es Sacerdos in aeternum

 

IV. IL REGALO DI SANTINA PER IL MIO VENTICINQUESIMO DI MESSA
Mi dirigo al Notre Dame l’albergo dove è alloggiata Mamma. Olinda e Santina sono pronte per il pranzo: ci ha inviato al Patriarcato Mons. William Shomali, mio caro amico e compagno di studi. Giungiamo un po’ accaldati, le suore ci offrono un buon aperitivo che ci rinfresca e poi ci mettiamo a tavola. Con il vescovo parliamo di quando eravamo giovani, dei nostri studi a Roma, parliamo di Santina e di Olinda. Mamma è felice! Ci guarda con i suoi occhietti vivaci e pieni di curiosità, Olinda è emozionata nel pomeriggio riceverà la Cresima. Ma quel pranzo rimarrà stampato nelle mia mente per sempre per il regalo che Santina mi offre. In tutta la giornata del 21 giugno Santina non pronuncia una parola, quasi a lasciar parlare la meraviglia ed il silenzio, per l’anniversario importante, per l’Unzione dei Malati che riceverà, e per l’essere madrina di Olinda nella Cresima.L’unica parola che Santina pronuncia è nel pranzo con il vescovo ed è la risposta alla mia domanda. “William, sai che mia madre con il suo esempio mi insegna più ora di quando era giovane?”

“Ne sono convinto don gigi, basta guardarla per sprofondare in una grande pace interiore: deve essere una donna che vive in una profonda pace e armonia per sopportare tutto quello che le fai fare, anche questo viaggio così lontano da casa, ma, guardandola, mi sembra proprio che valga la pena!” “E’ vero Eccellenza!” Guardo Santina che non ha smesso un momento di seguirci, la guardo dritta negli occhi e lentamente formulo una richiesta: “ Mamma, oggi è un giorno importante per me, come 25 anni fa venivo ordinato sacerdote. Ti chiedo un bel regalo per questo anniversario.

Per piacere regalami un consiglio che possa ricordare tutta la vita: cosa devo fare per essere un bravo sacerdote?” La povera donna capisce l’importanza e la radicalità della domanda, sembra concentrarsi per alcuni secondi. Nella bella sala da pranzo regna il silenzio, tutti guardiamo ed attendiamo con curiosità la risposta di Santina. E la risposta giunge formidabile, chiara, forte ed essenziale: “Ubbidienza!” Grida mia madre con la sua voce roca e strozzata. Per lo sforzo l’anziana signora tossisce, un po’ di saliva è andata a traverso e la bella risposta si colora così della forza della sua sofferenza. Mi alzo in piedi e senza dire una parola do una carezza a Mamma. Proprio la sera nelle mani del Vescovo amico prometterò in ginocchio la mia obbedienza come regola di vita del prete.

barca della pesca miracolosa

V. LA SERA DEL 21 GIUGNO 2011: LA STRAORDINARIA CELEBRAZIONE AL SANTO SEPOLCRO
Lentamente la vecchia, ma efficiente carrozzina percorre i vicoli della Città Santa. Siamo “tirati a festa”: da Roma ho portato un bel clergyman blu, Santina veste un abito blu scuro ed al collo ha un luccicante collier, braccialetto ed orecchini, Olinda ha fatto a lei la messa in piega; è seduta in modo composto sulla sua sedia a rotelle anche se si nota una certa fatica nell’attutire e controbilanciare i colpi e gli scossoni che riceve a motivo della pavimentazione sconnessa delle stradine cinquecentesche. Sto molto attento ad evitare scosse, ma talvolta questo è inevitabile, scansare un passante che porta su un carretto le sue mercanzie, o schivare le donne beduine che fanno mercato di belle foglie di gelso – usate per preparare buoni piatti dal gusto orientale – non è facile. Anche Olinda ha un vestito blu scuro con una fine giacchetta bianca. Per ognuno di noi tre questa sera è una grande festa: Olinda riceverà il sacramento della Confermazione, Santina quello dell’Unzione dei Malati ed io ricorderò la mia ordinazione sacerdotale. Giungiamo al piazzale antistante la Basilica del Santo Sepolcro, alla spicciolata arrivano gli amici, siamo in totale 8 sacerdoti che concelebreremo con il vescovo la suggestiva cerimonia. Ho preparato eleganti libretti per seguire puntualmente lo sviluppo della bella e sobria liturgia. Santina si confessa da don Mario, un sacerdote fidei donum che lavora nel patriarcato, Olinda si confessa da Padre Manns, io ho già ricevuto il sacramento la mattina. Ora siamo tutti e tre pronti per partecipare dignitosamente alla celebrazione che ci vedrà in modo diverso protagonisti. Giunge anche il vescovo con il suo segretario; padre Pierbattista Pizzaballa, il Custode della Terra Santa, è già in chiesa e sta partecipando alla processione pomeridiana dei francescani, che sta volgendo al termine. Fra’ Andrea con suor Annaerica ha predisposto in sacrestia i paramenti, giungono le suore di Madre Teresa e due suore brigidine si uniscono a noi, siamo una trentina di persone, le suore dispongono le panche attorno al piccolo altare dove avverrà la celebrazione: l’altare della Maddalena.

Anche i greci capiscono che vi è una cerimonia speciale e mi fanno gli auguri. Disponiamo Santina ed Olinda in prima fila. Vengono portati gli Oli: l’Olio del Crisma per la Cresima di Olinda e l’Olio degli infermi che il vescovo consacrerà durante la celebrazione per il sacramento dell’Unzione dei Malati di Santina. Su di un piatto d’argento viene posto il mio usato Vangelo ed il Crocifisso d’oro che il vescovo mi consegnerà al termine della messa… siamo molto emozionati e felici, tutti e tre ci guardiamo negli occhi ed il calore e l’affetto dei pochi, ma buoni amici, ci riempie di gioia. Ci prepariamo raccogliendoci nel silenzio. Vado in sacrestia dove gli amici sacerdoti si stanno preparando. La celebrazione ha inizio. Una suora ed Olinda leggono le letture e dopo l’omelia Olinda si alza in piedi per ricevere il sacramento della Cresima, è un immagine molto tenera e dolce: Santina dalla sua carrozzina allunga la mano verso Olinda e la tiene unita alla sua come sua madrina durante la cerimonia. Mi commuovo, quell’anziana donna è davvero madre per Olinda, madre nella fede e madre anche in senso concreto, una sua semplice carezza o sorriso sono in grado di riportare la pace nel cuore di Olinda quando è tormentato per i figli lontani o per i propri familiari, oppure è in preda ad un sentimento di solitudine. Noi sacerdoti stendiamo le mani per invocare il dono dello Spirito su di lei e poi, con un suggestivo gesto, il vescovo unge la fronte di Olinda. Ora è il turno di Santina. Mons. Shomali consacra il sacro Olio che verrà poi destinato anche agli ammalati delle suore di Madre Teresa a Gaza, Nablus Gerusalemme, Amman. Quell’Olio sembra testimoniare che dal Santo Sepolcro esce una forza di guarigione per tutti gli uomini. Mamma non è nuova al sacro rito, in verità è la quarta volta che lo riceve. La prima volta nell’anno 2007 sono stato io ad amministrare il sacramento, poi nell’ano 2009 è stata la volta di Mons. Minassian e l’anno scorso è stato padre Federico Manns, sempre all’altare della Maddalena, ad amministrare il sacro rito. La cerimonia è complessa, ma il cerimoniale che abbiamo tra le mani aiuta tutti i partecipanti a seguire puntualmente i riti ed a rispondere in modo appropriato. Santina riceve l’unzione sulla fronte e sulle mani, i suoi occhi brillano di luce, chi avrebbe mai pensato che Ella potesse ripetere per ben quattro volte questo sacramento quando tutto e tutti non davano a lei molte speranze di vita? L’appuntamento è sicuramente per il prossimo anno, magari per la Pasqua. Dopo la comunione, ricevuta solennemente sotto le due specie da Santina ed Olinda, è il mio turno. Tutta la celebrazione è stata per me piena di emozione e di riflessione e preghiera, ma ora avverto quanto il Signore sia stato buono con me e quanto grande sia il servizio sacerdotale che da 25 anni svolgo, seppur con infinta miseria in modo ogni giorno sempre più entusiasta. Il rito è semplice, ma esigente, davanti al vescovo che mi interroga prometto nuovamente le promesse sacerdotali, conferendo particolare solennità e valore a quella dell’obbedienza. Per questa promessa il rito vuole che mi inginocchi e che metta le mani nelle mani del vescovo e poi rispondo con voce forte: “Sì lo prometto!” Mi alzo in piedi commosso: è come dar vita nuovamente a quello che venticinque anni or sono ho vissuto a Bergamo. Mi guardo attorno, sono nella basilica del Santo Sepolcro e nella mia mente il tempo si sovrappone, Mons. Oggioni e Mons. Shomali, le mani sono le stesse, le parole sono le stesse: così la Chiesa vive da duemila anni in una catena continua che si riferisce agli Apostoli ed alla tradizione apostolica. Che meraviglia essere qui: grazie Gesù! E’ giunto il momento di altri due eloquenti segni. Con una formula ricca di significato Mons. Shomali mi consegna il Santo Vangelo: “Ricevi nuovamente il Vangelo di Cristo del quale sei divenuto l’annunziatore: credi sempre a ciò che proclami, insegna ciò che hai appreso nella fede, vivi ciò che insegni”. Con devozione bacio il mio vecchio consunto Vangelo e avverto la forza di quel rito che chiede a me sacerdote l’assimilazione profonda della Parola di Dio come luce per la mia giornata. Dopo questo rito il vescovo mi consegna il crocifisso: “Ricevi, Don Luigi carissimo, la croce di Cristo; medita assiduamente il mistero della Croce e annunzialo agli altri, per avere parte con Cristo alla vita eterna. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”. E’ un crocifisso molto speciale: esso non solo raffigura un bel Cristo in croce nello stile della classica croce fiorita ad indicare la Risurrezione, ma quel crocifisso di oro contiene un pezzo di garza con il sangue di mamma ricordo del suo dolore nella terapia intensiva, un frammento della pietra autentica del Santo Sepolcro e qualche goccia di mirra. Portare al collo quella croce significa portare al collo anche implicitamente questi altri segni che sono utili per capire la misteriosa forza del Crocifisso. Con altrettanta devozione bacio anche il Crocifisso benedetto. Mi rialzo in piedi e insieme l’assemblea recito l’antico e e commovente inno di grazie del Te Deum. Dopo la Celebrazione eucaristica tutti e tre abbiamo l’onore di entrar insieme nel Santo Sepolcro. La mia emozione è molto forte, baciamo con grande devozione quel luogo e ricordo le altre volte che ci sono stato con mamma, le diverse celebrazioni eucaristiche da me celebrate lì in questi anni, come quella del giubileo dell’anno 2000, nella notte tra il 31 dicembre 1999 e il 1 Gennaio 2000. Posso dire di essere stato il primo prete a celebrare alle 4 della mattina le prima messa del millennio! Usciamo con gioia e ci dirigiamo a casa, il nostro fotografo armeno Garo continua a scattare fotografie che rimarranno per noi un meraviglioso ricordo di quei giorni.

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VI. CONCLUSIONI. UN ARCOBALENO ILLUMINA IL LUOGO DELLA RISURREZIONE
Ci dirigiamo verso casa. Alex ha predisposto per 25 persone una squisita cenetta araba sull’incantevole terrazza di casa. Giungono gli amici, si scattano fotografie. Si mangia e si chiacchiera in amicizia. Il sole tramonta su Gerusalemme, rimane il tempo per una tra le foto più belle che mi sia stata scattata nella Città Santa: il fotografo pone me e Santina verso il Santo Sepolcro. La luce della sera avvolge di una luce surreale le casupole della Città Vecchia, piccole luci si accendono, sono le finestre delle abitazioni di Gerusalemme, e mentre nel cielo si illuminano le prime stelle, in modo incredibile un arcobaleno va a radicarsi con i suoi colorati e tenui raggi nella Basilica del Santo Sepolcro. La foto è perfetta, l’arcobaleno che percorre il cielo con il suo fascio di luce illumina in modo sorprendente le cupole del Santo Sepolcro e del Calvario. Mi viene alla mente il brano dell’arca di Noè: “Dio disse: «Questo è il segno dell’alleanza, che io pongo tra me e voi e tra ogni essere vivente che è con voi per le generazioni eterne. 13 Il mio arco pongo sulle nubi ed esso sarà il segno dell’alleanza tra me e la terra. 14 Quando radunerò le nubi sulla terra e apparirà l’arco sulle nubi 15 ricorderò la mia alleanza che è tra me e voi e tra ogni essere che vive in ogni carne e noi ci saranno più le acque per il diluvio, per distruggere ogni carne. 16 L’arco sarà sulle nubi e io lo guarderò per ricordare l’alleanza eterna tra Dio e ogni essere che vive in ogni carne che è sulla terra”. (Genesi 9,13-16). Rimango alcuni minuti in profonda contemplazione, e provo i brividi ogni volta che guardo anche oggi quella fotografia. Cosa vuol dire questa serata per me? Non essere superficiale don gigi!! Dopo la meravigliosa celebrazione al Santo Sepolcro ora anche la natura sembra parlare in nome di Dio. Ti trovi a Gerusalemme, è il 21 giugno 2011 una data importante, sei con tua madre e con la sua straordinaria vicenda di dolore, sei in casa tua, l’unica casa di tua proprietà sulla terra. E un arcobaleno illumina il Luogo della Risurrezione: se non riesci a capire, sei proprio stupido. Questa sera, come con Noè, Dio rinnova il suo patto. Non sei tu ad aver promesso a Dio qualche cosa, ma è Lui che promette a te qualche cosa con il suo arco di luce che illumina il Santo Sepolcro: Dio promette a te la sua fedeltà, rinnova con te il suo patto, dà forza la tuo cuore!

Guarda don gigi che meraviglia questa sera. Ricordala sempre, stampa nel cuore questo arcobaleno e portalo sempre con te nelle tempeste e nei temporali della vita e no ti preoccupare… Lui ti precede sempre, non sei tu ad impegnarti con Lui, ma Lui si impegna con me, prima che tu lo sappia, prima che tu possa esprimere il tuo sì, Lui dice di si a te: lo ha già fatto, con tua madre… era il 26 maggio 1958 e non eri stato ancora concepito, chiedilo a tua Madre in preghiera a san Pietro in quel giorno tanto lontano, e gusta con il cuore l’arcobaleno che in questa serata di inizio estate Dio ha posto nella tua vita. Se l’arcobaleno da una parte si radica ed illumina il Santo Sepolcro, lo sai dove va a finire l’arco? Non lo sai? Non riesci a capirlo? Te lo dico io: NEL TUO CUORE! Per questo motivo: Tu es sacerdos in Aeternum. Ed è per questo che con insistenza tua madre ti promette che sarai per sempre sacerdote felice.

 

Piano, piano l’arcobaleno si spense e tornai a parlare con gli amici, anche se il mio cuore rimaneva legato a quella splendida visione di un arcobaleno che partendo dal Santo Sepolcro colpiva nel centro il mio cuore consacrandolo completamente a Dio

 

Poesia Piero Scuri 21-6-1986009
Poesia del Piero Scuri per la mia ordinazione sacerdotale

 


APPENDICE. IL PROGRAMMA DELLE NOSTRE GIORNATE 16 – 23 GIUGNO 2011 DEFINITIVO

DATA MATTINO POMERIGGIO
16 GIUGNO, GIOVEDI VIAGGIO Partenza da Bergamo Orio al Serio e arrivo a Tel Aviv per ore 13,00 Trasferimento al Notre Dame Center. Arrivo previsto ore 14.30 Pranzo e riposo nel pomeriggio ore 18.00 Santa Messa di inizio del pellegrinaggio al Notre Dame Center
17 GIUGNO VENERDI ’GERUSALEMME Visita della mostra sulla santa Sindone al Notre Dame Center e preghiera Ore 15.30 Cammino della Via Crucis con Santina. Ore 17,30 S. Messa all’altare della Maddalena nella Basilica del Santo Sepolcro
18 GIUGNO, SABATO NAZARETH Ore 9.00 Partenza per Nazareth e visita Chiesa San Giuseppe, pranzo in ristorante Ore 15.30 Santa Messa Basilica inferiore e poi partenza per Tabor, Lago di Galilea, Cena alle Beatitudini rientro a Gerusalemme ore 23.00
19 GIUGNO, DOMENICA GERUSALEMME Riposo in albergo Ore 13.00 Pranzo al Notre Dame e celebrazione messa. Gerico antica e cena
20 GIUGNO, LUNEDI’BETLEMME Partenza per Betlemme. ore 12.30 Messa nella Basilica della Natività, Pranzo al Casa Nova. Ore 15.00 Visita Grotta del Latte, strada palestinese Mar Morto, Qumran, Masada rientro ore 21.00 a Gerusalemme
21 GIUGNO,MARTEDI’ GERUSALEMME Visita e preghiera al Cenacolino, celebrazione S. Messa confessione e preghiera di meditazione con Gv 17 al Cenacolo Ore 13.00: Pranzo al Patriarcato ospiti di S.E. Mons. William Shomali Ore 18.00 Solenne Messa 25mo sacerdozio, conferimento sacramento dell’Unzione degli Infermi a Santina e Confermazione a Olinda nella Basilica del Santo Sepolcro S.E. Mons. W Shomali Trasferimento a casa e cena di festa con invitati ed amici sulla terrazza. Santina Pernotta in appartamento
22 GIUGNO,MERCOLEDI’ GERUSALEMME Trasferimento albergo con auto a noleggio pranzo Ore 13.00 Pranzo Messa e partenza per Beit Sheur, Campo dei pastori, acquisto ricordini e cena
23 GIUGNO, GIOVEDI’ VIAGGIO Ore 8.00 Santa Messa di chiusura del Pellegrinaggio e partenza per Tel Aviv Arrivo a Bergamo Orio al Serio ore 16. 45 .

 

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