Regala un Sorriso

Adozioni in Kenya a Garissa MGF programma 2022-25


E’ la proposta di adozioni a distanza per tre anni (2022-25 ) di 10 bambine a Garissa, vittime di mutilazione genitale femminile, con una offerta annua di Euro 300 per un totale di 900 Euro per bimba.

L’importo di Euro 3000  suddiviso in 300 Euro per 10 bambine,  sarà versato in un’unica soluzione di Euro 3o00  allo scadere dell’anno alla Diocesi di Garissa in Kenya.  La peculiarità del programma è il fatto che sarà gestito direttamente da Sister Josephine, Esha  e Jimmy, nostri Responsabili in Garissa. Iniziamo mettendo la lettera di richiesta del Vescovo di  Garissa . Con la nostra tradizionale chiarezza pubblichiamo:
ECCO LA LETTERA DI GARISSA IN KENYA

Come potete vedere dalla tabella qui sotto riportata ecco il programma dei nostri pagamenti:

ANNUALITA’ DATA IMPORTO EURO 3000
PRIMA RATA 4-8-22 SETTEMBRE  2022-2023 Euro 3000
SECONDA RATA 8-9-23 SETTEMBRE   2023-2024 Euro 3300 Santina inclusa
TERZA RATA SETTEMBRE  2024 -2025 Euro 3000
TOTALE  TRE ANNI EURO 9000

VERSAMENTO PRIMA ANNUALITA’ DEL PROGRAMMA ANNO 2022-2023
Dopo aver espletato tutti i controlli per la verifica dei pagamenti  Ecco l’ordine  di bonifico, firmato dal nostro Tesoriere Dottor Luigi Pacini in data 4 agosto 2022
ECCO ORDINE DI BONIFICO PER GARISSA

VERSAMENTO SECONDA ANNUALITA’ DEL PROGRAMMA ANNO 2023-2024
Dopo aver espletato tutti i controlli per la verifica dei pagamenti, il Direttivo aggiunge una quota per la piccola Santina che non appartiene al gruppo delle bambine mutilate genialmente, quindi l’importo complessivo è di 3.300 euro.  Ecco l’ordine  di bonifico, firmato dal nostro Tesoriere Dottor Luigi Pacini in data 8 settembre 2023
ECCO ORDINE DI BONIFICO PER GARISSA

I. REGALA UN SORRISO IN KENYA A GARISSA
Una delle attività più coinvolgenti che la nostra Associazione Amici di Santina Zucchinelli Onlus svolge fin dal suo inizio, è quella delle adozioni a distanza. Forse è bene ricordare brevemente lo spirito di queste adozioni, perché è lo stesso spirito con il quale abbiamo “adottato” a distanza le dieci bambine che fanno parte del nostro programma “Regala un sorriso a Garissa in Kenya 2022-23-24”.Il progetto di queste nostre “adozioni” si risolve nell’arco temporale di tre anni; l’impegno economico è di 300 euro l’anno per un totale di 900 euro. Parlare di soldi, però, può allontanare dall’impegno in sé, che è di tutt’altra natura. In realtà, non siamo noi ad aiutare le bimbe mutilate genialmente, ma sono loro e le loro famiglie ad aiutare noi. Immaginatevi di iscrivervi ad un corso universitario di tre anni per ottenere un diploma di maturità interiore cristiana.

Certamente questa scuola di tre anni non prepara per tutta la vita, ma bisogna vedere questo corso triennale nella logica della formazione permanente della persona che oggi tanto viene perorata da psicologi e psichiatri – dimenticando la dimensione spirituale della fede. Prima di proporvi i profili delle 10 bambine, voglio chiedervi una cosa: con quale spirito affrontate questa adozione? Avete nel cuore la prospettiva di ricevere, o vi limitate a quella buonista del dare? Quel tipo di adozione a distanza, com’era nata trent’anni fa, in cui si adotta un negretto dal nome strano, poi per Natale e Pasqua arriva la letterina con una foto sdolcinata, un tema, un disegno… e con le lacrime agli occhi dite: “Guarda che bello, il mio bambino!”. Come fosse una bambola, un cagnolino o un gattino … Poi, la preoccupazione dei migliori: “Devo interessarmi di più per la scuola, la formazione …”. Ho conosciuto persone che in perfetta buona fede o totale stupidità hanno inviato migliaia di euro in Kenya che hanno arricchito la cosiddetta persona di fiducia o l’Associazione … Se pensi così di noi, sei fuori strada! Il problema vero non sono i bambini che tu aiuterai: il problema sei tu e lo spirito con il quale leggi queste righe.

Non pensare a loro, pensa a investire su te stesso, sulla tua formazione interiore… e per quella, per formare il tuo volto interiore, 900 euro mi sembrano un investimento ottimo, molto più efficace di quello che investiresti dall’estetista che potrebbe togliere una ruga o un difetto dal tuo volto esteriore … Allora, mi chiederai, quale è l’idea? Semplice: quella di coinvolgerti! Se accetti di prendere in adozione a distanza una delle dieci bimbe mutilate genialmente  che abbiamo selezionato, dovrai riempire un formulario. In seguito entrerai in una chat di whatsapp che si compone delle dieci persone   del nostro corso in umanità, le 10 persone che hanno deciso di adottare per tre anni le bimbei. In quella chat ci sarò anche io, ci sarà Silvia, la coordinatrice dei nostri programmi, e Sister Josephine, Esha e Jimmy dal Kenya. Dopo che tutti i genitori adottivi a distanza avranno versato la loro quota, sulla chat vi mostreremo ogni anno le ricevute  dei bonifici per l’importo di 3000 euro (ovviamente parliamo un conto trasparente e una transazione altrettanto trasparente) che ci manderà sister Josephine. Ogni mese, Sister Josephine ed Esha distribuiranno a ciascuna delle dieci famiglie 25 euro per medicine, cibo o scuola: sono le tre voci sulle quali abbiamo deciso di intervenire in Kenya. Tutti i bambini di tutti i nostri programmi in tutto il mondo ricevono la stessa somma: certo,  è  poca cosa, ma non ci sono distinzioni tra i bambini inseriti nei programmi di Kenya, Vietnam, Messico, Perù… : tutti sono uguali e tutti ricevono lo stesso trattamento. Molto diverso invece è l’approccio ai ragazzi: in Messico, ad esempio, sono vittime della violenza dei narcos; in Iraq, invece, sono vittime della violenza dell’Isis e del terrorismo islamista. A questo punto devo dire che il programma triennale di Garissa si compone anche di 10 bamibine tutte musulmane e nel villaggio di Madogo, dove tutte le donne sono “tagliate”, una sfida davvero difficile!

Bene, la chat di cui vi parlavo ci serve anche per i nostri incontri mensili: è un impegno che vogliamo sia rigorosamente rispettato, anche nel tempo; normalmente, questo incontro dura un’ora e si svolge la sera via zoom. In quell’incontro, Sister Josephine ci dirà come stanno i bambini, come sono stati impiegati i soldi, e poi ognuno di noi racconterà com’è andato il mese, nel tentativo di creare una piccola comunità. Fuori da questa chat e da questi incontri online non esistono letterine di Natale, Pasqua, o disegni e foto sdolcinate, perché sarà invece qualcosa di più. Stiamo verificando se le famiglie abbiano la possibilità di collegarsi con noi nella riunione: non tutte insieme, ma una famiglia al mese, in modo che tutti i dieci donatori in Italia conoscano non solo ila “propria bambina” e la “propria” famiglia di Garissa, ma tutte le dieci famiglie. Insomma, la mia idea è che voi non vi troviate ad adottare una famiglia in modalità puramente emotiva, ma che, con grande intelligenza e partecipazione, ognuno di voi condivida la vita con le dieci famiglie africane ed i loro figli! Questo è il nocciolo del programma: quello della condivisione e della maggiore ricchezza interiore nel confronto con storie dolorose, come quella di Asma, Fatuma, Halima… Al termine del corso triennale sarebbe davvero una bella conclusione andare tutti insieme in Kenya per vivere e dormire nella famiglia che avete sostenuto e conosciuto: quindi, non portare  le bambine e le loro famiglie in Italia, ma portare gli italiani in Kenya: TUTTA UN’ALTRA COSA VERO? E se non fosse possibile il viaggio? Ci rimarrebbe nel cuore una esperienza che avrà cambiato la vita ed il modo di vedere i poveri. “Ma Gigi, perché solo tre anni?”. Perché le situazioni che seguiamo sono in emergenza e te ne accorgerai e, passati tre anni, normalmente un’emergenza è superata; e poi perché se il corso ti è piaciuto, puoi fare altre esperienze simili: puoi aderire a un programma in Vietnam, dove seguiamo bambini con l’Aids, oppure in Messico  dove abbiamo bambini vittime di violenza …  In alcuni programmi, i bambini sono morti oppure si sono aggravati al termine del triennio: nessuna paura! Questi casi non vengono abbandonati e non sarai tu a dovertene fare carico: ci penserà l’Associazione tutta, come è avvenuto per la mamma di Santina, Everline, morta di Aids e che abbiamo seguito con dialisi e trasfusioni fino alla fine! Ti ho detto tutto. Se sei pronto, ora ti parlo delle 10 bimbe mutilate genitalmente.

II. L’INCONTRO CON I BAMBINI DEL PROGRAMMA 2022-2025
Inizia nel settembre 2022 un programma di aiuto triennale che si concluderà nel 2025. Di seguito vi propongo sinteticamente il profilo delle dieci bambine, indicandone il nome e le problematiche; a coloro che intraprendono invece la scelta di adozione a distanza vengono fornite alcune semplici notizie su come si impiegano le risorse dei fondi in una chat a loro riservata. Eccoci allora a presentare le bambine ed i profili sono pubblicati nel nostro libretto AMANI N.36 della Collana #VoltiDiSperanza..

 LA TERRA DEI BAOBAB
Sono seduto sotto un enorme baobab in compagnia di Awa, una donna del villaggio di Madogo mutilata nei genitali. La donna è velata (cioè, è musulmana), ma si ribella alla pratica inumana della mutilazione genitale femminile. Awa ha grandi occhi neri, il tramonto caldo colora il cielo d’Africa di rosso, le gazze gracchiano lontano. Dico ad Awa che i baobab mi piacciono moltissimo, poggio la mano sulla corteccia della grande pianta accarezzandola lentamente. Awa parla correntemente inglese e apre il nostro incontro con un racconto. “Devi sapere, don Gigi, che Dio diede a ogni animale il seme di un albero da piantare, e il seme di questo baobab lo diede alla iena. Quella sventurata creatura piantò il suo seme al contrario e così questo albero è nato al contrario: con le radici fuori e i rami sotto terra. Quando la iena vide cosa aveva fatto iniziò a ridere e per punizione Dio ha conservato alla iena il suo stupido ghigno. Ecco, Gigi, io sono come questo bellissimo baobab: una pianta storta, e come me sono storte tutte le dieci bambine che oggi vorrai adottare a distanza perché mutilate nei genitali!”. La guardo in silenzio. È vero, le donne mutilate nei genitali sono piante magnifiche ma storte, e non è facile e spesso impossibile raddrizzarle. Ogni volta che torno a Madogo mi vengono i brividi: tutte le donne del villaggio hanno la mutilazione genitale! Forse ti sembra un argomento scabroso, di che un prete non dovrebbe nemmeno conoscere e di cui non dovrebbe parlare, ma la nostra associazione da alcuni anni è impegnata concretamente nella lotta contro questa piaga che riguarda molti paesi rurali dell’Africa. A tale riguardo ho scritto un primo libretto dal titolo “Esha” con Fatma Naib, giornalista di Al Jazeera; poi ho raccolto la disperazione della mia piccola Asma nel 2020 e ho scritto un altro libro; ed ora no, non scrivo un nuovo libro, ma vengo a Madogo con la ferma intenzione di raddoppiare il nostro programma di adozione a distanza e di portare il numero delle bambine a 10. Mi vuoi aiutare? Abbiamo fatto una piccola verifica con Esha e con sister Josephine, ed il programma della durata di tre anni che si conclude a settembre 2022 è andato molto bene, anche se nelle capanne musulmane si deve entrare in punta di piedi, parlando solo di povertà e senza affrontare il tema della mutilazione genitale femminile. In effetti, le dieci splendide bambine che fanno parte dell’attuale programma triennale vivono nella più grande miseria ed i genitori non hanno nessun tipo di lavoro. Il tentativo di mitigare la fame e la povertà ci consente di entrare nelle loro case portando cibo, piccoli lavori e un po’ d’istruzione soprattutto alle [bambine, quelle bambine che già hanno subito questo trauma, perché una volta adulte non ripetano questo scempio e questo crimine orrendo sulle loro figlie! Vedere il corpo delle bambine mutilate nei loro genitali esterni è ripugnante. Questa pratica barbara è ovviamente associata a un grande dolore, tremendo e pericoloso – oltre che inutile. Talvolta usano una lametta o un coltello poco più che affilato e poi disinfettano la deturpazione nientemeno che con il sale… Awa mi racconta la sua mutilazione e il trauma di quel giorno. Io rabbrividisco; sgomento, le chiedo, incredulo: “Ma come è possibile?”.

Awa ha 28 anni ed è davvero intelligente. “Vedi, Gigi, in questa terra di baobab non c’è molta istruzione, in questa bellissima, insanguinata terra dei baobab la cultura ha solo due matrici. Ci sono le tribù che coltivano la terra, e sono gli agricoltori, i contadini; poi ci sono le tribù di pastori. Ed è la natura stessa che spesso li mette in conflitto”. La fermo: “Awa, cosa vuoi dire? Che c’è guerra tra contadini e pastori?”. “Sì, Gigi, e sono guerre fatte di dispetti, di soprusi ed occasionalmente di morti. Sono soprusi e dispetti che si ricevono e non si dimenticano, che si accumulano e crescono nel cuore e preparano gesti più grossi come la bastonata, la coltellata e … la morte. La guerra nasce nel cuore e quando è matura, esplode! Ti porto un esempio di questi mesi: sono mesi che a  Madogo non piove e le bestie non trovano il verde da brucare, gli animali muoiono e il pastore, disperato, cosa fa? Porta il suo gregge nel campo faticosamente irrigato dal contadino. Ti immagini il contadino, padre?  Con fatica porta la poca acqua che già comunque scarseggia al suo campo… e quando sbucano le verdi piantine, arriva il gregge affamato del pastore disperato che si mangia tutto quello che il contadino ha costruito con tanta fatica. Nel suo cuore si accumula rancore che si trasforma in odio. E cosa fa, il contadino? Ammazza una pecora del pastore. Il pastore, a sua volta risentito, risponde all’affronto e così iniziano le bastonate, poi si usa un coltello, e alla fine ci scappa il morto: muore un pastore o muore un contadino e la popolazione invece sprofonda in un rancore profondo, duro che si cristallizza  in un conflitto latente e continuo! E allora ti chiedo: come pensi di poter eradicare il concetto – e quindi la pratica – di mutilazione genitale femminile in un contesto simile, semplicemente dichiarandola illegale?”. “Hai ragione, Awa. Per questo, vogliamo prima di tutto capire, non condannare, ma poi cercare di formare le bambine che oggi Esha ci presenterà…”. “Gigi , io ricordo ancora molto bene quella mattina all’alba, a pochi chilometri da qui, sulle rive del fiume Tana: due mie zie mi tenevano immobilizzata a terra, una mi bloccava le braccia e l’altra le gambe divaricate. La vecchiaccia tira il labbro sinistro della mia vagina forte forte, sembra volerlo pizzicare e poi, con una lametta da barba, usata già su un’altra bambina, taglia lentamente; io sprofondo in un vortice di dolore atroce, poi la manciata di sale mi manda il cervello alla pazzia, per il dolore!”. Le lacrime scendono copiose dai suoi bellissimi e grandi occhi neri! E io inghiotto amaro e scrivo con disgusto queste righe per te, soprattutto per te che sei ragazza o donna adulta e che puoi immaginare cosa significhi mutilazione genitale femminile! Chi paragona la mutilazione genitale femminile alla circoncisione maschile è un idiota: qui si parla di labbra vaginali, di clitoride… si parla dell’organo genitale femminile! Forse sarebbe più esemplificativo paragonare questa mutilazione alla castrazione maschile! Scusate se sono rude e diretto, ma forse così riesco a rendere l’idea ai maschietti che leggono questo report, impastato di polvere, arsura e lacrime.

Arriva Esha e saluto Awa con una carezza. Awa mi regala un sorriso dolcissimo.  Mentre sorride la giovane donna africana si toglie dal collo una collanina: me la gira attorno al collo due volte e mi dice: “Gigi, ogni volta che ti soffermerai su  questo mio piccolo regalo, riprendi forza e riprendi la tua lotta contro la mutilazione genitale femminile”. Sono commosso – e questo mi induce a infrangere le norme di comportamento: le do un grande bacio in fronte. La donna arrossisce e sorride, felice del gesto di tenerezza ricevuta – che però da queste parti appare come un crimine …Saluto Esha. Esha, come sapete, ci ha ha regalato la sua storia e ci sta aiutando con il progetto di contrasto alla mutilazione genitale femminile. A settembre 2022 terminerà il primo programma dedicato e inizieremo un nuovo programma di tre anni, con 10 nuove bambine. Viviamo momenti bui a causa della guerra che in Europa sta devastando l’Ucraina e della pandemia, ma sono certo che questo non ci impedirà di fare del bene. Ecco perché mi azzardo comunque a chiedervi 300 euro l’anno per ognuna delle bambine di cui ora vi parlerò. Una volta raccolti 3.000 euro per 10 bambine, invieremo i soldi alla diocesi di Garissa e sister Josephine comprerà ogni mese cibo per l’equivalente di 25 euro alle famiglie delle 10 bambine. Vi ricordate che in Kenya con 50 euro vive bene una famiglia di 7 persone? Esha si incaricherà di portare nelle capanne di Madogo i sacchi di farina, di fagioli e di riso; ogni mese ci manderanno gli scontrini della spesa, le foto degli alimenti e delle bambine. Come per le altre adozioni a distanza, anche per questa apriremo una chat in whatsapp nella quale ci saranno sister Josephine, Esha, Jimmy, io e tutti i genitori adottivi, con l’ impegno di incontrarci una volta al mese e parlare ogni mese di una bambina. Sono convinto che ci aiuterete. Camminiamo lentamente, Esha e io, ed entriamo nel villaggio. Un primo gruppetto di cinque bambine mutilate ci attende sotto un altro albero di baobab. Sono sedute per terra su una grande stuoia, per me hanno preparato una sedia. Anche sister Josephine mi sta aspettando per tradurre dallo swahili all’inglese. “Jambo”, così mi salutano le cinque piccoline con grande dolcezza e un sorrisone bellissimo che mostra i loro splendidi denti bianchi. Le loro storie sono bellissime io ora, seduto sotto questo baobab, vi faccio alcune anticipazioni, giusto per invogliarvi a conoscerle meglio qualora decideste per l’adozione! Ecco allora l’elenco che vi mando dai confini tra Kenya e Somalia, dal villaggio di Madongo, tutto polvere e arbusti, un villaggio tutto musulmano! Ecco le prime cinque bambine:

  1. MUNIRA è nata il 4 aprile 2010, dunque presto compirà dodici anni; mi racconta che è stata tagliata quattro anni fa, dunque all’età di otto anni. Notate bene che non stiamo parlando del Medioevo, ma di soli 4 anni fa! La sua mamma si chiama Rukia, ha 44 anni e svolge lavori casalinghi. Il padre si chiama Mahmud, ha 48 anni svolge lavori occasionali; hanno sei figli: due bambini e quattro bambine, naturalmente tutte rigorosamente mutilate! Chi adotta questa bimba?
  2. IQRA è nata il 12 agosto 2012 ed è stata tagliata tre anni fa, quando aveva sette anni. La mamma si chiama Asha, ha 40 anni fa la fruttivendola, il padre si chiama Abubakar, ha 45 anni e svolge lavori occasionali. In famiglia sono due figli e tre figlie – anche in questa famiglia tutte sono mutilate. Mentre ascolto, mi si chiude lo stomaco: siamo solo al secondo caso è già – includendo le sorelline di queste due bimbe – conto nove creature tagliate!
  3. MARIAM è nata il 10 dicembre 2010. La sua storia è doppiamente triste, perché qui si entra nella cultura poligamica. La mamma di Miriam – Awa, 44 anni – ha avuto due mariti e otto figli; il primo marito si chiamava Omar, il secondo si chiama Mussa. Ora Omar è morto ed è rimasto Mussa, che ha 67 anni e che però non è il padre di Mariam. Dei figli, quattro sono maschi e quattro femmine, tutte tagliate (e saliamo a 13 vittime di mutilazione genitale femminile, contando le sorelle che non adottiamo a distanza). Entrambi i genitori svolgono lavori occasionali. Mariam è stata mutilata cinque anni fa, quando aveva 7 anni.
  4. HAMINA è nata nel 2009, ma non ricorda la data della sua nascita: ha comunque 13 anni. È stata tagliata quando aveva 8 anni. La mamma si chiama Zeinab, ha 53 anni, ha sei figli: quattro femmine, tutte tagliate, e due maschi. Il padre si chiama Hussein; entrambi i genitori vivono nella più nera povertà svolgendo lavori occasionali. Il nostro numero di bimbe tagliate arriva così a 17!
  5. KATRA è nata il 10 settembre 2010 ed è stata tagliata a 5 anni. La sua mamma si chiama Saumu, ha 27 anni, svolge lavori occasionali ed ha quattro figli – gli altri tre sono maschietti. Il padre si chiama Abdulai, ha 35 anni, non ha lavoro e la famiglia vive nella miseria profonda. Le bambine ad una ad una ci salutano e con Esha ci spostiamo sotto un altro baobab, dove ci aspettano altre cinque bimbe. Eccovi allora le storie delle altre cinque bimbe che proponiamo per l’adozione a distanza.
  6. HAMIDA è nata il 12 dicembre 2010, è stata tagliata quando aveva 4 anni. La sua mamma si chiama Nasino, ha 38 anni e quattro figlie. Tutte tagliate. Il marito, musulmano, si chiama Mahmud; entrambi non hanno un lavoro fisso e svolgono lavori occasionali. Il numero delle bambine tagliate sale ancora, a riprova della validità del nostro programma: siamo arrivati a 21 bambine mutilate nei genitali che – portando cibo e sollievo dalla povertà – riusciremo a incontrare una volta al mese, quando avremo la possibilità di gettare piccoli semi di formazione …
  7. BAHATI è nata il 4 luglio 2012. La mamma si chiama Halima, ha 40 anni e ha otto figli – gli altri figli sono tutti maschi. La madre svolge lavori occasionali. Il padre si chiama Kulisa, ha 52 anni e anche lui svolge lavori occasionali. La bimba è stata tagliata tre anni fa, quando aveva 9 anni.
  8. SAKINA è nata il 2 dicembre 2011. La storia di questa bambina è particolarmente penosa: sua madre, Bahati, ha 32 anni, il padre si chiamava Sualeè ma è morto a 42 anni; la madre è scappata con un altro uomo lasciando alla nonna Halima, madre di Sualeè, la piccola Sakina e tre altri fratellini. Halima ha 65 anni ed il marito è gravemente malato; così la donna svolge lavori occasionali che devono coprire anche le medicine del nonno. La bambina è stata mutilata quando aveva 7 anni.
  9. FATUMA è nata nell’anno 2009 ed è stata mutilata quando aveva 8 anni. Asha, che è fruttivendola, è la zia che accudisce la bambina, perché alla morte del padre Ali la madre è scappata ed i figli sono stati divisi tra i parenti. Asha segue Fatuma con il marito Yussef che è insegnante in una madrasa.
  10. SADIA è nata nel 2013 ed è la più piccola del gruppo. La mamma di Sadia si chiama Fatuma, ha 55 anni; il padre si chiama Youssuf e ha 68 anni. La bambina è l’ultima di nove figli: sei maschi e tre femmine. Le tre bambine sono tutte mutilate e questo porta il numero di bambine che direttamente o indirettamente incontreremo in questo anno a 24, se la stanchezza non mi ha offuscato il cervello! I genitori hanno solo lavori casuali. La bambina è stata mutilata tre anni fa quando aveva sei anni.

Ecco, ho finito questo report: in cielo si sono accese le prime incantevoli stelle che qui in Africa sempre hanno il potere di bruciarti il cuore. Guardo il baobab, la pianta cresciuta al contrario, e penso con affetto alle dieci bambine che stanno crescendo al contrario per una tradizione inutile e contro natura… In lontananza, una iena ride ricordandomi la storia di Awa che ha aperto questo report. Tocco la collanina che mi ha regalato e prego per lei. E ora, dalla lontana Africa, affido a voi la riflessione su questi fatti che purtroppo sono storia di oggi, non di secoli fa!

III. IL REGOLAMENTO DEL PROGRAMMA DI ADOZIONE: REGALA UN SORRISO A GARISSA IN KENYA  2022-25

  1. La quota annuale per l’adozione a distanza è di Euro 300 a persona e l’impegno è triennale per un totale di Euro 900.
  2. Raccolte le 10 quote annuali per un totale di Euro 3000, con bonifico bancario e facendoci carico delle spese bancarie in ricezione, con qualifica OUR, eroghiamo l’intera somma alla Diocesi di Garissa..
  3. I responsabili ci inviano ricevuta di Euro 3000.
  4. Una volta al mese i Responsabili distribuiscono Euro 25 ad ogni famiglia  secondo la modalità espressa nel seguente punto
  5.  I 25 euro nel seguente modo:
    5.1.    Educazione (tasse scolastiche e di iscrizione delle bambine adottate)
    5.2     Alimentazione (farina, fagioli, cereali)
    5.3     Medicine e visite mediche, qualora che ne fosse bisogno per la bambina in seguito alla MGF.
  6. Mensilmente Sister Josephine ed Esha  si cprenderanno cura di scrivere un resoconto di come il denaro sia stato impiegato ed ogni semestre, od in occasione di un nostro viaggio di solidarietà provvederà a consegnarci ricevute di quanto speso.
  7. Al termine dell’ anno in una approfondita revisione con i Responsabili  si provvederà a rinnovare l’annualità successiva
  8. Per tutti questi motivi di impegno sono ad esortare tutti i genitori adottivi a non abbandonare il programma di adozione, viste anche le precarie situazioni di salute delle piccole.
  9. Le vie di informazione saranno solo 3:
    9.1. La pagina web dedicata al nostro programma, dove si troveranno i dati generali delle bambine, dei pagamenti e della situazione in cui essi vivono. Tale pagina è visibile a tutti
    9.2. La chat del gruppo di adozioni a distanza. In questa a scadenza regolare i Responsabili provvederanno  ad inviare notizie più specifiche.
    9.3 Una chat personale con i Responsabili in lingua inglese  attraverso la quale avere notizie più dettagliate sui bambini.
  10. Il programma è triennale e non rinnovabile.

Bergamo, 4 settembre 2022