Viaggi di Solidarietà

Vietnam 28 aprile – 7 maggio 2022 51mo viaggio di solidarietà – OTTAVO ERA COVID19


In questa pagina viene presentato il programma del 51mo viaggio di solidarietà in Vietnam  per inaugurare una rete elettrica al villaggio  di  Khe Nhao in Vietnam del nord.


PREMESSA NEL VILLAGGIO DI KHE NHAO (DAL LIBRO DI L. GINAMI LY, ED. MESSAGGERO  2019)
Sono sulla strada del ritorno in Italia con il cuore che scoppia di emozioni raccolte per le strade paludose e polverose del meraviglioso Vietnam. Dopo quattro viaggi di solidarietà finalmente sono riuscito a realizzare quanto realizzato in tutti gli altri Paesi in cui siamo presenti. Ho vissuto dieci giorni da vietnamita, dormendo cinque notti su un pavimento e le altre sul tavolo di legno che qui sostituisce il letto.

Ho mangiato cane, ho gustato le diverse verdure, mangiato con i bastoncini, usato le loro latrine, respirato la loro polvere e la loro miseria in un caldo umido infernale. Al termine di questi giorni, con infinita stanchezza, scrivo su questo IPad, seduto su una poltroncina in aeroporto, le impressioni dell’incontro con il villaggio di Ke Nhao e le sue sterminate risaie stese sul dorso delle colline e disposte a grandi terrazze in un panorama da sogno. Un conto è parlare di vita nelle risaie, un conto è affondarci il piede nudo e starci per un’ora… Basta questo per capire la fatica in queste condizioni di grande prova e disagio.

Questa è la quotidianità nella povertà di queste terre dove lo stato comunista non arriva… perché, alla fine, non interessa molto. Sono arrivato a Khe Nhao con Men, inseparabile compagna di viaggio per la traduzione e la condivisione di questo pezzo di vita, con Mia sua sorella e con Do An il figlio di Doan dal quale finalmente ho trovato il tavolaccio pulito su cui dormire al posto del pavimento polveroso più esposto a insetti e rettili. Devo ringraziare di cuore Men per aver organizzato questo viaggio e per essersi presa a cuore il progetto di portare qui l’elettricità. Arriviamo a Khe Nhao e, dopo aver incontrato il leader della piccola comunità cattolica, gli chiedo di poter andare nei campi e incontrare la gente là dove lavora: “Thuan, puoi portarmi nei campi di riso? Voglio incontrare la gente dove vive dalle sette del mattino alle sette di sera!”. L’uomo mi guarda con piacevole sorpresa e mi dice: “Forse sei il primo straniero che mette il piede in una risaia da queste parti! Mi meravigli. Non sei mai stato in una risaia del Vietnam?”. Lo guardo: “Non sono mai stato in una risaia in tutta la mia vita!”.

“Non sarà piacevolissimo, don Gigi. Prima di tutto ti do un cappello… il sole con il riverbero dell’acqua non perdona e poi un paio di stivali”. Così facendo, Thuan mi mette in testa un classico cappello a cono orientale che usano i contadini e mi porge un paio di stivali luridi. Lo ringrazio gentilmente: “Thuan, la gente normale porta il cappello, ma non porta stivali. Entra nell’acqua a piedi nudi. Bene, io voglio fare come loro!”. Il giovane sorride compiaciuto: “Tu devi avere qualche rotella fuori posto, ma la gente sarà orgogliosa di te”. Saltiamo in moto e, dopo dieci minuti, eccoci ai campi. Ci saranno una cinquantina di contadini: bambini, ragazzi e adulti. Qui i diritti umani non esistono. Appena si può lavorare entri nella risaia perché, praticamente, nella risaia ci sei nato. Tua madre ti portava sulle sue spalle mentre lavorava e ora che hai otto anni lavori come i grandi. Forse questa abitudine non è poi del tutto sbagliata: come si mangia così si lavora. È una legge della natura… è così quando si diventa fecondi, si fà famiglia a 15 o 16 anni e si è nonni a 30! Nessuno scandalo, nessun clamore ma la semplice e lineare legge della vita. Da noi tutto è trasformato: fino a 18 anni non si può lavorare, poi si deve studiare, poi ci si deve sposare bruciando gli anni più belli della nostra vita e arrivando a 30 anni, quando qui sono nonni, ridotti a grandi bamboccioni con una sfilza di titoli accademici altisonanti, ma senza un soldo in tasca e senza un figlio in pancia. Abbiamo sterilizzato tutti, uomini e donne, fino all’età di 30 anni in nome della formazione. Se uno spende trent’anni a formarsi e, alla fine, non ha un soldo in tasca e un figlio in pancia, che cazzo vive a fare? La nostra crisi dipende proprio da questo creare ragazzi senza lavoro, senza figli, frustrati e depressi che, nella continua ricerca di costruire un futuro intellettuale, si ritrovano con un passato sterile e vuoto e si trovano, a 30 anni, con il vento nelle mani…

Ci si accorge troppo tardi di aver perso 30 anni di vita. Questa riflessione viene da queste risaie piene di fango, di caldo e di sudore, piene di bambini, giovani, adulti e anziani, da queste risaie piene di lavoro ma che sono per me un laboratorio di alta umanità. La moto corre per il sentiero che diventa sempre più stretto. A destra e a sinistra gli acquitrini. Qualche bufalo, grosso e stanco, pascola nel prato vicino. Io inizio a respirare la risaia. Prima di tutto quello che soffoca è il calore che emanano le acque stagnanti. Sotto il calore del sole, a quaranta gradi, l’acqua diventa calda e produce calore… una sorta di bagno turco. I vestiti si bagnano e ogni sforzo che compi è il doppio di quello che fai in una condizione normale. Loro sono lì, con la schiena piegata, dalle sette del mattino alle sette di sera. Non sanno leggere né scrivere e sui loro volti bagnati dal sudore vedi la fatica, la fatica fisica di un lavoro che ti logora. Una fatica vera, autentica, quella che sfibra il corpo. Noi non la conosciamo, la diciamo inumana… noi andiamo in palestra per fare fatica. Qui la fatica è la regina! Scendo dalla moto. Una contadina alza il capo. La guardo e lei, curiosa, sorride. Lascio le infradito, sono a piedi nudi, e il terreno scotta. Faccio fatica a resistere mentre mi rimbocco i pantaloni fino alle ginocchia. Thuan mi sorregge. Men, Mia e Doan mi guardano stupiti. Devo stare attento. Il fango caldo è scivoloso e non vorrei far la fine della signora che è caduta con il suo sederone nel fango del Fiume Rosso! Cammino con cautela a brevi passi. Immergo il mio piede. Altri contadini alzano il capo. Thuan li invita a venire. Anche il mio secondo piede è nell’acquitrino. Piccoli animaletti si muovono nell’acqua … Il caldo diventa ancora più forte e i miei vestiti sono tutti bagnati. Mi domando: ‘Ma dove sono? E questi poveri dannati ci sono?’. I loro visi mi commuovono. Sono visi di gente che conosce la fatica e il sudore. Meritano rispetto. Thuan inizia a parlare. “Don Gigi è un prete italiano che ha creato una piccola fondazione, si chiama fondazione Santina in onore della sua mamma. Ha tanto aiutato il Vietnam e ora vuole provare a passare un momento con noi e a condividere quello che voi fate”. Il lavoro dei campi sembra cessare per un momento. La gente si avvicina al prete con i piedi nel fango come loro. La commozione mi prende profondamente. Vi confido una cosa: questi momenti di condivisione mi danno una straordinaria forza interiore, più che incontrare papa Francesco! Mi danno la convinzione di essere a contatto con esperienze autentiche quanto dimenticate o drasticamente rifiutate. Non parlo la loro lingua. Come posso fare per dire loro qualche cosa? Mi interrogo mentre il caldo mi soffoca; mi interrogo mentre il sudore scende e la maglietta è attaccata alla pelle, i pantaloni sono fradici e il cappello a cono mi protegge il cervello da un caldo che frigge la pelle. Scende il silenzio nella risaia, Thuan mi guarda attendendo una mia parola. Una contadina è vicina a me, con una camiciola di colore verde e il classico cappello a cono. Appoggio la destra sulla sua spalla, la guardo e poi mi inchino fino all’acqua… lentamente estraggo il suo piede dal fango e il piedino esce, piccolo, coperto di fango e grondante acqua sporca. Faccio uno sforzo di equilibrio, non devo cadere, e mi devo concentrare su quello che sto facendo! Mi abbasso e arrivo al suo piede sinistro. Avvicino le labbra e, con forza, lo bacio. Ripongo il suo piede nell’acqua, mi rialzo lentamente. Tutta la bocca, le labbra e le guance sono sporche di fango, acqua sporca mi gronda dal volto. Negli occhi della donna si è accesa l’incredulità, lo stupore e poi la gioia. I contadini esclamano ‘Oooh!’. Con quella bocca sporca di fango inizio a parlare e Men commossa traduce: “Per parlarvi dovevo lavare la bocca, dovevo pulire le mie labbra dalla stupidità della mia vita e impastarla con il sudore, la fatica e il lavoro della vostra vita! Ora che ho la bocca sporca del fango di questa terra, ho il cuore pulito per parlare. Vi dico solo una cosa: grazie! Grazie per l’esempio che siete per me e per tutti, voi siete il parafulmine dell’umanità. Dio non punisce la nostra stupida vita occidentale, ha pietà di noi perdigiorno, stupiti bambinoni, perché rispetta troppo la vostra fatica il vostro sudore e la vostra bontà. Tutto il mondo deve tornare a scuola qui. Ogni occidentale dovrebbe metter i suoi piedi in una risaia per rivedere la propria vita! Da qui guardare a quanto siamo stupidi. Vi voglio bene! Io vorrei con voi recitare il Padre Nostro. Forse è la prima volta che un prete prega con voi in risaia, Lo facciamo?”. La povera gente si toglie il cappello e io inizio: “Yanzacha, vacon vatai, Tam”. Lentamente, con la cantilena vietnamita, preghiamo il Padre nostro… Alla fine impartisco loro la benedizione. “Ora vorrei venire a salutare ciascuno di voi, uno ad uno e mi intratterrò un’ora con voi. Va bene? Prima vi dico una cosa: mentre venivo in moto, il vostro leader Thuan mi ha detto che nel villaggio non c’è ancora elettricità e che la linea elettrica più vicina è distante tre chilometri da qui. Mi ha chiesto se possiamo fare qualche cosa. Si tratta di 5000 euro. Non ho detto nulla a Thuan ma ora, solennemente, vi prometto che vi porteremo noi l’elettricità qui. Non è molto ma almeno, quando la sera nelle vostre capanne accenderete una lampadina, potrete ricordarvi di me e della nostra Fondazione Santina e pregare che, se Dio vuole, possiamo fare opere piccole come queste che danno una scintilla di luce all’umanità”. I contadini felici applaudono e io inizio la mia via crucis per i campi di riso salutando uno ad uno i contadini piccoli e grandi e riempiendo il cuore di un’enorme gioia, una gioia forte e piena che respiro profondamente nel ristoro del vento del viaggio in moto per ritornare al villaggio. Ringrazio Dio di questo dono che non ho meritato. Sceso dalla moto, Men mi raggiunge, mi abbraccia forte e mi dice: “Gigi sono orgogliosa di te!” E con le mani mi asciuga il fango secco dalle guance e dalle labbra.

FONDAZIONE SANTINA ONLUS. ASSOCIAZIONE AMICI DI SANTINA ZUCCHINELLI. 51MO VIAGGIO DI SOLIDARIETA’ VIETNAM 28 APRILE – 7 MAGGIO 2022
Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi (Ap. 7,17)
Programma provvisorio
Dovute alle forti restrizioni COVID il programma potrebbe avere delle variazioni e comunque sarà svolto in estrema sicurezza.
Delegazione in Vietnam Luigi Ginami Presidente, Padre Giovanni Direttore del Mai Tai Center a Saigon, Men Thi Bui, Rappresentante Fondazione Santina ad Hanoi

GIORNO MATTINO POMERIGGIO  – SERA
Giovedì
28 aprile
VOLO INTERCONTIN.
ITALIA – QATAR 
– ore 9,00 Santa Messa Santuario Madonna dei Campi di Stezzano ed inizio del 51mo viaggio di solidarietà
– ore 12 pranzo
– ore 13 partenza per aeroporto Malpensa
– ore 16,15 Qatar Airways QR0128 Malpensa – Doha Hamad Intl. Ore 23,00 (5 ore e 45 minuti)
Venerdì
29 aprile
VOLO INTERCONTIN.
QATAR – VIETNAM
SAIGON
– Ore 2,35 volo QR 0970 per SAIGON (7 ore e 50 minuti)

 

 

 

– ore 14,25 arrivo a Saigon e pratiche di ingresso in Vietnam – Trasferimento al Mai Tam Center; So 23 duong 15 Hiep Binh Chanh, Thu Duc city, Ho Chi Minh city
– celebrazione Santa Messa cena pernottamento nel Centro per bambini sieropositivi
Sabato
30 aprile
SAIGON
– ore 7,00 celebrazione della Messa, incontro con i bambini del programma di adozione 2018-20:
– Do Dang Khoa
– Ha Nguyen
– Nguyen Thi Anh Thu
– Nguyen Khah Ngoc
– Pham Ngoc Bao
 

Nel pomeriggio continua l’incontro con i bambini sieropositivi:
– Le Hung Phong
– Nguyen Thi Thy Trang
– Nguyen Ngoc Bao Han
– Le Thi Huyen Ngan
– e la piccola Santina ultimamente arrivata.

Domenica
1 maggio
SAIGON
– ore 7,00 celebrazione della Messa e visita alla parrocchia ad Hanoi di Padre Dominc, incontro con Maria – pomeriggio incontro con i 10 nuovi bambini per adozione a distanza e progetto nuovo di aiuto al Mai Tam Center per bambini HIV
Lunedì
2 maggio
SAIGON – HANOI 
– ore 7,00 celebrazione S. Messa, saluto ai bambini e partenza per aeroporto
– ore 12,20 Volo Han Air System Volo H1 4414 Saigon – Hanoi (2 ore e 10 minuti)
– ore 14,30 arrivo ad Hanoi e trasferimento ad Hanoi
– trasferimento a Yen Bai, due ore di viaggio
– pernottamento a Yen Bai
Martedì
3 maggio
KHE NHAO
– partenza per Khe Nhao: S. Messa  cerimonia dell’inaugurazione della rete elettrica – incontro con la gente di Khe Nhao e rientro ad Yen Bai
Mercoledì
4 maggio
YEN BAI
– ore 7,00 celebrazione della Santa Messa e visita alla casa di Doan – visita alla chiesa terminata e incontro con il parroco
Giovedì
5 maggio
YEN BAI
– ore 7,00 celebrazione della Santa Messa, incontro con la famiglia di Doan – nel pomeriggio visita alle comunità rurali

 

Venerdì
6 maggio
HANOI
VOLO INTERCONTIN.
VIETNAM- QATAR
– ore 7,00 celebrazione della Santa Messa
– incontro con parroco  di Yen Bai
– pranzo e partenza per Hanoi
– ore 15 partenza per aeroporto
– ore 19,30 volo QR0977 Hanoi – Doha arrivo alle ore 22.50 (7 ore e 20 minuti)
Sabato
7 maggio
VOLO INTERCONTIN.
QATAR – ITALIA
– ore 1,40 volo QR0123 Doha – Milano Malpensa (6 ore e 20 minuti) arrivo a Malpensa ore 7,00 – trasferimento Santuario Madonna dei Campi e Messa di ringraziamento, conclusione 51mo viaggio di solidarietà