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LA PICCOLA SANTINA NATA IL VENTISETTE OTTOBRE DUEMILASEDICI


SANTINA VENTISETTE OTTOBRE DUEMILASEDICI

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La piccola Santina nata in Kenya il 27 ottobre 2016

 

HIV e AIDS due parole che mettono ancora paura, che ancora oggi seminano morte e provocano disperazione, naturalmente in Africa non in Europa o negli Stati Uniti. Naturalmente tra i più poveri dell’Africa: per chi vive in luride capanne e muore di fame. Una di queste persone si chiama Everlyne Charo e vive a Msabaha. Magra, con HIV, con un compagno inesistente, vive in una povera capanna: non ha da mangiare, non ha possibilità di lavorare stabilmente. Con una parola sola: una disperata. Senza prospettive, senza un passato e con un presente sconcertante. Ha l’età di 37 anni ed ora ha tre bambini, ne avrebbe avuto 4 se un piccolo non fosse morto prematuramente per l’AIDS. Vive nella capanna con la madre ed il padre che sono anziani e malati, anche se non hanno HIV.  Lei vive vicino a Mashabaha e si reca ogni giorno a Malindi per vendere frutta e con i pochi soldi che ricava deve provvedere a lei ed alla sua famiglia. Alcune volte dormono senza mangiare perché quanto riceve dal lavoro saltuario è molto poco. Normalmente mangiano un pasto per giorno. Everlyne sta usando le medicine contro HIV da almeno 12 anni. Ora pur avendo partorito da poche settimane continua il suo lavoro per gli altri bambini che rimarrebbero senza cibo. Lascia la piccola partorita il 27 ottobre alla nonna e, dopo averla allattata, va a Malindi a vendere la frutta. Grazie ai nostri aiuti può avere per la piccola bambina vestiti, sapone, pannolini ecc. Everlyne ha una piccola bimba che sia chiama Nora ed ha 6 anni e un bimbo: Rmasey Kalama che ha invece 7 anni. Abita a Msabaha a poca distanza dal centro. Ecco la sua storia:

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In tutto questo casino rimane incinta e non vuole abortire, perché in Africa si crede ancora nella Vita anche se si muore. Per tutti questi motivi Everline è inserita nel nostro nuovo programma per la cura dell’HIV. Una volta al mese un medico, un infermiere, un farmacista ed un nutrizionista vanno dalla ricca Malindi a Msabaha un povero villaggio dimenticato e lì per un giorno visitano e distribuiscono medicine e – nel caso di grave denutrizione – danno alimentazione per un mese… Si tratta solo di 10 chili di farina, ma meglio di niente. Lei, Everline è lì per farsi curare e riceve i suoi poveri dieci chili di farina. Gli occhi sono tristi e la sua pancia si sta ingrossando… Aspetta un figlio e il padre è scomparso! Riceve una maglietta con il nostro logo da Jimmy e domanda: “Chi sono questi italiani che mi regalano cibo e medicine una volta al mese?” “Sono una Associazione. Sono gli Amici di Santina”. “E chi è Santina?” Replica la giovane donna “Santina era una signora molto buona che ha sofferto tanto, tanto ma che ci ha lasciato un grande esempio e un grande insegnamento: pregare e fare del bene!” Con queste parole Jimmy congeda Everline e dà appuntamento a lei per il mese seguente.

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Copia del certificato di nascita di Santina

La donna ritorna puntuale il mese scorso; viene visitata dai dottori, riceve la farina e poi si avvicina a Jimmy… “Ormai sono al termine della gravidanza, chissà se riuscirò a partorire e… Se partorirò voglio fare una cosa semplice che ti farò sapere…”. Jimmy consola la donna e le dice di chiamare se avesse bisogno di qualche cosa attraverso il cellulare della suora del dispensario. Ieri, 27 ottobre 2016, squilla il telefono di Jimmy nella tarda mattinata. La suora dice che Everline sta partorendo ed ha chiesto di lui, lo vuole vedere presto! Jimmy pensa che Everline stia male e così il giovane nostro volontario al telefono inizia a raccontare: “Don Gigi, quando ho ricevuto la telefonata dalla suora ho pensato Everline mi volesse vedere perchè stesse male… che stesse morendo, che forse ci fosse qualche problema con il padre del piccolo”.

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Prosegue Jimmy al telefono con me in Italia: “Padre, percorro correndo la strada verso Msabaha, giungo al villaggio, scendo per un viottolo pieno di palme, fa molto caldo è quasi mezzogiorno e da lontano scorgo il tugurio della donna. Ci sono donne fuori dalla capanna, ma non mi sembra il clima del dramma, ma quello della festa: le comari sorrido, chiacchierano e ridono. La cosa che mi colpisce è che pronunciano il nome di tua madre. Una donna grassa dice lentamente ad una bambina San-ti-na, la piccola divertita prova a ripetere, ma sbaglia, la cicciona la corregge Santina. Finalmente la piccola pronunciano correttamente la parola, corre via saltellando e canterellando Santina, santina , santina…. Altre donne commentano sottovoce come una stranezza, come un pettegolezzo di villaggio. Ma che nome è? Chi si chiama così della sua famiglia? Che donna strana… Importante che sua figlia stia bene e sia nata anche bella cicciottina”. Mentre Jimmy sente queste voci inizia a fare delle supposizioni che non riesce a ben determinare perché il suo passo veloce gli ruba il tepo di pensare: non si è ancora rallentato e mentre ascolta queste voci è giunto sulla soglia della capanna di Everline. Grandi sorrisi lo accolgono. Gli viene permesso di entrare: Everline ha appena partorito una bimba sana e forte!

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Everline con la figlia Santina

Nel buio del tugurio pieno di fessure l’abitazione appare in tutta la sua desolazione. Da una parte il sacco della farina aperto, un fuoco accesso con una pentola di acqua bollente, una lampada a petrolio che rende l’aria acida e che provoca bruciore agli occhi. Jimmy si guarda attorno e poi si siede vicino a Everline che porta una maglietta verde lacera. Vicino a lei un bellissimo e pulito fagottino di panni colorati. Everline è provata e stanca, ma i suoi occhi sono pieni di luce, quella luce che entra negli occhi delle donne e li trasforma radicalmente quando diventano mamme. Allora gli occhi della donna, proprio in quel momento in cui partorisce, vengono toccati dalle dita di Dio e si trasformano…

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Quanto sono belli quegli occhi pieni di luce! E quanto sono diversi da prima. Quegli occhi sono formidabili mostrano energia di vita, scatenano entusiasmo, sono pieni di forza! Erveline coi suoi meravigliosi occhi di mamma che parlano da soli, guarda Jimmy e con lo sguardo prima che con le parole dice al nostro Jimmy: “È nata la mia bambina! E sta bene pesa più di due chili….” Il nostro giovane è felice, ma non capisce perché lo ha chiamato. Non osa domandare! Ma le mamme hanno formidabile intuito e la nuova mamma legge nei suoi occhi la domanda. “Hai ragione Jimmy, se tutte le mamme che partoriscono al Centro per la cura dell’HIV ti chiamassero passeresti la vita a… girare case. Ti stai chiedendo perché io ti ho fatto chiamare vero? Il motivo per il quale ti ho fatto chiamare è il nome che ho dato a mia figlia! Sai come ho chiamato la bimba? SANTINA! Si ho chiamato la mia piccola con il nome di quella vecchia buona che ogni mese mi regala medicine e mi regala 10 chili di ugali. Santina Jimmy è il nome di mia figlia!” Jimmy rimane colpito… Non si sarebbe mai aspettato una simile sorpresa. La donna prende in braccio il fagottino colorato e lentamente lo apre ed appare lei la piccolina, bella come il sole che dorme profondamente. Due occhi grossi e neri, una faccina delicata e lineamenti dolcissimi sono i tratti della piccola Santina che sembra nel sonno sorridere.

Jimmy rimane lì incantato e sottovoce chiede: “Perché? Perché l’hai chiamata così?” La donna, che si aspettava la domanda, non si scompone e lentamente inizia a parlare: “Vedi Jimmy io sono una povera disperata non so quanto tempo mi rimane da vivere, guarda quanto sono magra puoi contare le mie costole, puoi vedere le articolazioni dei miei gomiti e tutto il mio scheletro. Quando l’ HIV si trasformerà in AIDS? E in tutto questo una profonda solitudine, mio marito è scappato quando ha saputo che ero incinta, tutti mi negano un lavoro perché sono HIV ed ora in queste condizioni non posso lavorare, ma scavando nel mio cuore in fondo in fondo ho trovavo un buco nero nero di angoscia e di disperazione. E mio figlio? Che ne sarà di mio figlio? Morirà di fame o per HIV? Queste domande non mi lasciavano dormire la notte finché tu mi hai dato quella maglietta con scritto Amici di Santina, con scritto Santina. Tornata a casa ho messo quella maglietta e ripetevo questa parole: pregare e fare del bene, pregare e fare del bene! Ma che brava questa donna italiana che si chiamava Santina. Il nome strano mi piaceva, aveva un bel suono e poi …ogni volta che mangiavo un pugno di farina dicevo: Grazie Santina! Grazie Santina! Grazie Santina! A furia di dire grazie ho cominciato a parlare con lei: Santina mi hanno detto che tu hai sofferto tanto, anche io soffro tanto aiutami… E puntualmente l’aiuto mi arrivava.

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Quando sento paura mi metto la maglietta bianca e mi sento protetta. Finché un giorno mi sono detta… Ma come posso io povera donna vicina alla morte ringraziare Santina; io non ho nulla per dire grazie della farina, delle medicine e delle cure che ricevo. Finché ecco un pensiero non nella testa, ma nel cuore, perché le mamme hanno la straordinaria capacità propria di Dio di pensare con il cuore, io ho un gioiello, io ho una grande ricchezza è il figlio che mi porto in grembo e presto nascerà, se sarà una bambina la chiamerò Santina! Mi misi a ridere divertita, cosa dirà la gente, le donne del villaggio, le comari e le pettegole? Divertita mi dissi: questo nome scatenerà un fiume di chiacchiere qui in villaggio, anche per questo lo farò, la gente deve sapere che chi mi sfama ora non è il mio uomo, i miei familiari ma una dolce signora  italiana che si chiamava Santina”.

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Jimmy guarda la piccolina e le da un bacio sulla fronte. Il giovane uomo prende la parola: “Ma che bella notizia è meravigliosa chissà don Gigi quanto sarà felice ed emozionato di questa tua scelta. Devo subito dirlo a lui, raccontare a lui la tua riconoscenza, dire a lui tutte le parole che oggi mi hai detto. Lo terrò a lungo al telefono e lui mi farà mille domande: quello che tu hai fatto è una grande cosa, una cosa incredibile. Io ho conosciuto la storia di Santina. Ha sofferto molto Everline! Quanto ha sofferto Santina nel suo corpo martoriato da interventi chirurgici, da flebo, da piaghe di decubito eppure sempre con un grande sorriso di luce sul volto! Sto pensando Everline… Santina era il nome di questa donna buona che con la sua sofferenza ha fatto bene a tanti ed è stata di esempio a tutti. Oggi il suo nome appartiene a questa piccola povera che ha una mamma in miseria e che è sieropositiva, nata come Gesù in una squallida capanna, ma così bella e così dolce. Il nome di Santina non appartiene ad una bimba miliardaria o ricchissima, ma ad una bimba povera: è nata nella miseria e nella sofferenza. In questo si assomigliano le due Santina. Forse entrambe ci indicano la strada stretta per il paradiso”. Everline guarda Jimmy, sembra stanca e deve riposare. “Jimmy – replica la donna – io non so quanto vivrò e non so neppure quanto la mia Santina vivrà, ma se davvero lei, la Santina in cielo, ha fatto tanto bene io penso che lei dal cielo proteggerà la mia Santina e la terrà lontano dai pericoli, ti prego dillo al figlio sacerdote: io e mia figlia Santina non vogliamo niente: non ho messo nome a mia figlia per ricevere qualche cosa, ma perché ho ricevuto qualche cosa, non ho messo nome a lei Santina per ottenere un regalo, ma perché ho ottenuto un regalo… Dillo a don Gigi, fallo sapere a lui manda a lui una foto della piccola Santina, perché anche mia figlia oltre alla sua mamma in futuro lo proteggerà….”

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Io don Gigi, sono a Milano il mio cellulare scotta è più di mezz’ora che sono in linea con whatapp con Jimmy. “Don Gigi ti ho detto tutto… Ora ti mando il certificato di nascita e due fotografie”. Senza parole chiudo la comunicazione e dopo un paio di minuti… Il certificato di nascita di Santina e una bellissima foto che qui vi mostro: la picola nel sonno sembra che rida! Lacrime nel cuore e sul telefonino! Ho un nodo alla gola non riesco a parlare e forse anche a voi questa bella storia vi ha stupito, a me questa storia ha detto solo una cosa: stavo cercando un segno se tutto quello che facevo era sulla strada di Dio o era una mia esaltazione. Ora la piccola Santina mi dice che questa è la strada di Dio e dal paradiso nonna Santina con una carezza me lo conferma.