Catechesi, Eventi, Eventi Fondazione

PRESENTAZIONE LIBRO OPERE DI LUCE A ROMA IL 9 MARZO 2016 ORE 21.00


In occasione dell’uscita della seconda edizione, Mercoledì 9 marzo 2016 alle ore 21, nei locali della Parrocchia di San Domenico di Guzam a Roma in Via Vincenzo Marmorale, 25 verrà presentato il libro  Opere di Luce di Luigi Ginami e Vania De Luca  attraverso videoclip e testimonianze prese da diverse parti del mondo, interverranno:

DOTTOR GIAMPIETRO TEODORI, MODERATORE
CONSIGLIO DIRETTIVO ASSOCIAZIONE SANTINA
SIGNORA FRANCA SCORDO
CDA FONDAZIONE SANTINA
DON LUIGI GINAMI,
PRESIDENTE FONDAZIONE SANTINA ONLUS
DOTTOR MAURIZIO BARBARO,
CONSIGLIO DIRETTIVO ASSOCIAZIONE SANTINA ZUCCHINELLI ONLUS
SIGNORA FRANCESCA TRIUNFO
SEGRETARIA ASSOCIAZIONE SANTINA ZUCCHINELLI ONLUS

L’acquisto del libro, in vendita ad Euro 15
sarà interamente devoluto per le opere di solidarietà sostenute dalla ONLUS

RECENSIONE DEL LIBRO OPERE DI LUCE A CURA DI IGNAZIO INGRAO PER PANORAMA (13 GENNAIO 2016)
Riapre l’università, dopo la strage di 148 giovani compiuta dai terroristi islamici. Ma sorge anche una chiesa grazie alla Fondazione Santina.
Primo giorno di lezione nell’Università di Garissa, in Kenya. Sono solo una sessantina di studenti, circondati da decine di agenti che controllano il campus. Appena un anno fa erano un migliaio. Poi il 2 aprile scorso il massacro: gli Shabab somali penetrano nel campus alle 5.30 del mattino, irrompono nei dormitori e massacrano 148 ragazzi e ragazze. La loro colpa era quella di voler studiare e di essere cristiani. Inaccettabile per gli integralisti islamici della vicina Somalia. Ora la vita nel campus riprende, con fatica, tra gli incubi e i segni ancora evidenti del passato. Non si vuole dimenticare ma si cerca di ricominciare. C’è anche un altro segno: la costruzione di una chiesa, realizzata grazie alla Fondazione Santina Zucchinelli , intitolata alla mamma di un inesauribile sacerdote bergamasco, monsignor Luigi Ginami, che nel settembre scorso è stato a Garissa per mettere le basi di questo progetto. Il pezzo di terra c’è già, non lontano dal campus, e un coraggioso missionario guatemalteco che vive laggiù da anni, padre Ernesto è già al lavoro.

Il racconto dei testimoni di quell’eccidio, raccolto da don Ginami, è sconvolgente: «I terroristi sono entrati alle cinque del mattino dall’ingresso principale. Gli studenti che si dichiaravano cristiani sono statu uccisi immediatamente. Poi è stata la volta della sala di preghiera». Alcuni si sono nascosti, come la giovane Lydia che «verso le otto del mattino chiama la mamma dicendo che si trova nascosta in una camera del dormitorio». Passano sette, drammatiche ore, ma «alle 13.30 il papà di Lidia chiama la figlia e la sente gridare che sta per essere uccisa. Prima che possa finire uno dei terroristi le strappa di mano il telefono e dice al padre che quella sarà l’ultima volta che parla con la figlia .. poi lo sparo».
Il racconto di questa visita sui luoghi del martirio, anzi di questo «pellegrinaggio» , come lo chiama don Ginami, è contenuto in un volume intitolato «Opere di Luce» (edizioni Marna), uscito nei giorni scorsi e scritto dal sacerdote insieme con la giornalista di Rainews 24,Vania De Luca.
Ora l’università risorge e accanto a essa ci sarà un segno di pace e di dialogo, una chiesa con una scuola per bambini. Commenta monsignor Guillermo Karcher, uno dei più stretti collaboratori del pontefice: «La scommessa di costruire un luogo di culto cristiano in una terra bagnata dal sangue di 148 giovani martiri uccisi per il semplice fatto di essere cristiani costituisce un seme di speranza, un faro di luce nelle tenebre della disperazione e dello sconforto». Un messaggio di riconciliazione nell’anno del Giubileo della misericordia.
Ma le «Opere di Luce», raccontante nel libro e realizzate dalla Fondazione Santina e dall’Associazione Amici di Santina Zucchinelli coprono tutto il mondo: dall’oratorio parrocchiale nella striscia di Gaza alla cucina in Brasile, dalla chiesa in Perù all’orfanotrofio in Vietnam. Incluso un programma di adozione a distanza. E’ la testimonianza di una Chiesa che, come chiede il Papa, ha scelto le periferie per incontrare Cristo nei più poveri e sofferenti

LA NASCITA DI FONDAZIONE SANTINA ONLUS. RELAZIONE FRANCA SCORDO
Fare parte della Fondazione è stato un momento molto importante e molto emozionante per me e credo di ricordarlo per sempre, Nello Studio del notaio Trombetta, nel giorno della sua costituzione, la prima cosa che mi ha colpita è stato il Crocifisso e la Bibbia che Monsignor Ginami (per noi tutti don Gigi) ha posto sul tavolo. Come ho detto anche in altre occasioni, in quel momento ho capito che assumevo un impegno non soltanto davanti agli uomini, ma soprattutto davanti a Dio. Sentivo di fare il bene, di farlo bene, come mi avevano insegnato e di rendermi strumento nelle mani di Dio. Al di là dei miei sentimenti personali, che a mio avviso sono importanti per capire con quale spirito è nata la Fondazione, dal punto di vista pratico, la si è costituita per dare maggiore spessore all’Associazione sperando in una crescita delle attività benefiche, ma anche in una crescita patrimoniale. Infatti se la Fondazione potrà fare conto su cifre di denaro di un certo rilievo, anche le attività benefiche saranno di maggiore importanza. Pertanto ringraziamo prima Dio e poi i nostri benefattori che con grande generosità ci seguono in questo progetto di umanità.Le opere di luce compiute da don Gigi e dall’Associazione Santina,sono veramenteun bagliore nel buio del nostro tempo, dove l’egoismo e l’indifferenza, non danno spazio alla solidarietà e all’amore verso il prossimo. La cosa piu’ importante che compie Monsignor Ginami, al dila’ del contributo economico, è quello di tendere la mano all’altro, è arrivare al cuore dell’uomo, spesso angustiato dalla poverta’ materiale, ma soprattutto da quella morale. Egli si reca personalmente in queste periferie del mondo, per consolare, per abbracciare, per rendere meno dura la sofferenza. Essendo stato provato dalla lunga malattia della madre, conosce bene la solitudine, l’abbandono, lo scoraggiamento che spesso avverte chi è in stato di necessita’ o di sofferenza fisica. Inoltre essendo stato educato da Santina ad amare il suo prossimo, come lei stessa faceva soccorrendo l’uomo di strada, in prossimita’ della sua casa a Bergamo, don Gigi sa vedere con occhio attento e con cuore generoso, la’dove altri non vedono o non vogliono vedere, perché troppo presi dai loro problemi o dal loro egocentrismo.La prova che bisogna avere occhi per vedere e orecchie per sentire, sta nel fatto che l’Associazione ha svolto le sue opere di solidarieta’ nei posti piu’ sperduti del mondo, dove veramente la gente non ha nulla per vivere e le malattie,anche le piu’ banali,mietono vittime tutti i giorni. Questo è veramente portare la luce dove c’è il buio dell’abbandono, dove nessuno andrebbe perché spesso non c’è acqua per lavarsi,o cibo sufficiente per sfamarsi, o servizi igienici o acqua calda, come in Peru’ a 3800 metri di altezza.
Leggendo queste pagine, ognuno di noi dovrebbe chiedersi tutti i giorni, cosi’ come fa don Gigi nel suo libro: Chi sei tu per poter vivere cosi’ bene e chi sono loro da dover vivere cosi’ male? Perché a noi tanti privilegi e a loro neanche il necessario? Ogni pagina di questo libro va letta e meditata, per capire i grandi doni che Dio ci ha concesso, facendo attenzione pero’ a non chiuderli nel segreto delle nostre case, ma pensando con tenerezza a quelli che non hanno nulla, né una piccola capanna per dormire o un piccolo letto per riposare come nello sperduto villaggio del Kenia.Solo sentendo come nostre le sofferenze dei piu’ deboli, potremo finalmente dare un senso alla nostra vita e dire: non ho vissuto invano, perché per quanto mi è stato possibile, con tutti i miei limiti e le mie incongruenze, sono stato capace di tendere la mano, di dare una carezza a un bambino che forse non l’ha mai ricevuta e capire che la vita è piena, solo quando si
Compiono questi piccoli gesti d’amore. Papa Francesco infatti c’invita a essere misericordiosi, ma la misericordia è comprensione, è condivisione, è rispetto dell’altro, è in una sola parola, amore e tutto questo ce lo ha voluto sottolineare don Gigi nelle pagine di “Opere di luce”. Buona lettura e buona meditazione a tutti.

20160225_124454

REGALA UN SORRISO. RELAZIONE FRANCESCA TRIUNFO
Buonasera a tutti,Sono molto lieta di potervi parlare di uno dei progetti che l’Associazione sta portando avanti con molto impegno dal 2014. Il programma delle adozioni a distanza pretende molta sensibilità ed attenzione da parte nostra , perché si tratta di bambini e ragazzi estremamente bisognosi. Papa Francesco ci esorta con alcune parole molto significative “Non dimentichiamo mai che il vero potere è il servizio. Bisogna custodire la gente, aver cura di ogni persona, con amore, specialmente dei  bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore”.Pag. 357 L’Associazione ha sentito fortemente questa vocazione, non si è voluta fermare solamente alla realizzazione di opere  come la costruzione o la ristrutturazione di strutture , ma è voluta andare oltre, ha voluto incontrare le persone, toccare con mano la loro vita, condividere i loro bisogni, i loro disagi , la loro miseria ed interrogarsi sul proprio vissuto in relazione a queste dure realtà e tentare di aiutare nel miglior modo possibile. Chi ha letto il libro o avrà la opportunità di leggerlo potrà comprendere bene. Il nostro vivere la solidarietà e la carità è concreto ed i numerosi viaggi di don Gigi ed alcuni membri della Associazione ne costituiscono la prova. Insieme stiamo tracciando un percorso fatto di gioie, di difficoltà a volte, ma sempre con la totale convinzione che tutto ciò che si realizza porti frutto a chi ne ha bisogno e al contempo anche a noi collaboratori. La grazia che Dio ci ha riservato di poter incontrare Gesù attraverso i poveri , responsabilizza il nostro operare e ci esorta a far sempre meglio e di più per non porre mai limiti a quelli che sono i progetti del Signore. Pertanto ogni progetto che l’Associazione ha realizzato non deve essere considerato un punto di arrivo, ma un nuovo inizio : questo è il grande miracolo. Le nostre adozioni a distanza propongono un nuovo modo di adozione. C’è un paragrafo nel capitolo dedicato alle adozioni che si intitola “ noi adottiamo loro o loro adottano noi? ”Questo perché l’adozione non si traduce solamente in un lascito annuale di 300 euro , ma il genitore adottivo in qualche modo vive la vita della persona adottata. In che modo? Tramite il collegamento Skype , ad esempio , i genitori adottivi dei bambini del Brasile hanno la possibilità di entrare in contatto con loro mensilmente tramite l’aiuto del responsabile del progetto delle adozioni a distanza . Stiamo utilizzando anche il facile e veloce sistema di Whatsapp per comunicare con il Kenya dove abbiamo preso in adozione dieci bambini. Ad ogni modo i genitori adottivi sono sempre informati sulle vicende dei loro bambini , sentendosi molto partecipi e vicini. Vi è uno scambio di affetto costante anche tramite un programma di preghiere che l’Associazione periodicamente organizza. Siamo attivi per il momento in Brasile con otto adozioni a distanza . Lo scenario sociale in cui vivono questi bambini è molto problematico per gravi problemi di droga che toccano le loro famiglie , di alcol, sono bambini che hanno subito violenze fisiche da parte di membri della loro famiglia , ne conseguono forti disagi psichici. Siamo presenti in Kenya, nel villaggio di Msabaha a Malindi con dieci adozioni. Qui vi è una povertà totale per la mancanza di cibo, acqua, condizioni igieniche precarie, molti bambini appena nati sono già siero positivi. Siamo anche in Perù ed in Messico dove i narcotrafficanti fanno da padrone. Molti bambini sono costretti a vivere vicende terrificanti come ad esempio assistere ad un omicidio di un proprio genitore. Siamo a Gaza, dove abbiamo adottato per un solo anno sei feriti della guerra per sostenere le spese mediche ed offrire loro anche un sostegno medico psichiatrico. Come abbiamo visto dal video siamo presenti per le adozioni a distanza anche in Vietnam dove abbiamo adottato dieci bambini e ragazzi che vivono nell’orfanotrofio di Xui Xa ad Hanoi e che presentano gravi problemi di disabilità motorie e psichiche. Un ragazzo da noi adottato è venuto a mancare l’anno scorso a causa della sua grave malattia : era paralitico. Vorrei concludere il mio intervento leggendo uno scritto di Dom Heldèr Camarà citato nel libro a pag.359 e che riassume in un certo senso quello che è l’intento della Associazione : unire mediante il braccio della solidarietà le diverse parti del mondo e farne pienamente parte “ Qualunque sia la tua situazione di vita, non lasciarti imprigionare dall’angusta cerchia della tua piccola famiglia. Una volta per tutte adotta la famiglia umana. Bada a non sentirti estraneo in nessuna parte del mondo. Sii un uomo in mezzo agli altri. Nessun problema, di qualsiasi popolo, ti sia indifferente. Vibra con le gioie e le speranze di ogni gruppo umano. Fa tue le sofferenze e le umiliazioni dei tuoi fratelli nell’umanità. “