I. LETTURA INTEGRALE DEL LIBRO “OPERE DI LUCE”
Carissimi Amici di Santina, uno dei grandi obiettivi di questo nuovo anno 2016 ai fini della nostra vita associativa è quella di raggiungere una maggiore coscienza da parte dei soci delle opere che nella nostra attività sociale compiamo. Dando per scontato che ognuno di noi dovrebbe conoscere lo statuto della Associazione che determina la vita sociale, in questo anno vorremmo dedicare maggior tempo alla formazione personale dei soci. Sono convinto che non è necessario solo dare del denaro, oppure raccogliere denaro, valutare un progetto e seguirne la attualizzazione scrupolosa e puntuale. Tutto questo lo fanno migliaia di altre ONLUS. Il motivo per il quale umilmente vorremmo distinguerci dagli altri è quello di pensare su quello che facciamo. Riflettere e approfondire il nostro operato per trovare le ragioni più profonde per continuare a fare del bene. Ognuno di noi può fare la scelta del rimanere nel campo puramente dell’agire… oppure scegliere di dedicare tempo allo studio di quello che facciamo. Riflettere e studiare ci permette di acquisire una più profonda maturità umana ed in un domani l’esperienza associativa potrà essere un ricordo carico di significato
Proprio a tale fine è nato il nostro libro associativo Opere di Luce Che tutti voi avete condiviso e in qualche modo scritto… Il desiderio di scrivere e de-scrivere le opere che abbiamo compiuto e soprattutto i ritratti delle persone che abbiamo e stiamo aiutando ci fa bene! Riprendo una frase tolta dal nostro libro a pag.225 di un famoso scrittore andino Hernan Huarache Mamani, che dice così: Quando scrivo sono cosciente che un libro ha il potere di cambiare la vita a una persona o influenzare le sue azioni: la parola ha la capcità di imprimersi in una persona, fissare pensieri, idee, trasformarsi in sentimento fino a divenire esperienza di vita.
Cari Amici, si avvicina la Quaresima, che inizierà con il mercoledì delle ceneri, il prossimo 10 febbraio 2016. Voglio farvi una proposta ardita ed esigente. Perché non dedichiamo questa Quaresima ogni giorno 20 minuti alla lettura del nostro libro Opere di Luce? L’iniziativa è molto semplice e bella, il nostro Manuel ogni giorno della Quaresima 2016 ci invierà un messaggio twitter o whathapp e in facebook. In quel breve messaggio vi sarà una frase che stimoli alla lettura e accanto a tale frase la quantità di pagine da leggere in quel giorno. Abbiamo fatto il conto che con 9-12 pagine al giorno arriveremo alla settimana santa avendo letto tutto il libro. Terminata la lettura vi rimarranno impressi nomi e situazioni difficili sulle quali riflettere e.. pregare… sarà per Daniel sieropositivo in Africa o per Rosa Luz in Perù o per Iran in Messico… ma la vostra preghiera diventerà concreta e suggestiva ed in più maturerete una certa competenza su grandi problemi di attualità quali l’islamismo (Gaza e Garissa) il problema dei cartelli della droga in Messico e conoscerete di più diversi problemi sociali di grande importanza quali droga alcolismo sfruttamento e traffico minorile illecito… Tutto questo vi renderà capaci di rendere ragione in modo competente e serio a tutti coloro che vi chiederanno ragione del nostro operato sociale. Infine tutto questo, come dice Vania De Luca nel libro, darà alla povertà un volto preciso e chiaro perché come dice Dom Helder Camara: Qualunque sia la tua situazione di vita… non lasciarti imprigionare dall’angusta cerchia della tua piccola famiglia. Una volta per tutte adotta la famiglia umana. Bada a non sentirti estraneo in nessuna parte del mondo. Sii uomo in mezzo agli altri. Nessun problema, di qualsiasi popolo, ti sia indifferente. Vibra con le gioie e le speranze di ogni gruppo umano. Fa tue le sofferenze e le umiliazioni dei tuoi fratelli nell’umanità.
Buona Quaresima a tutti, cari Amici di Santina!
Mons. Luigi Ginami
Presidente
GIORNO |
PAGINE | FRASE |
Mercoledì, 10 Febbraio 2016 MERCOLEDÌ DELLE CENERI |
5-13 |
la parte più profonda della notte è proprio quella che arriva prima dell’alba, ma bisogna passarla prima di vedere la luce |
Giovedì, 11 Febbraio 2016 |
14-21 |
Il semplice sorriso silenzioso, i due occhi pieni di luce curavano l’animo di chi le si avvicinava |
Venerdì, 12 Febbraio 2016 |
22-31 |
Chi nella vita non ha mai provato la tristezza, l’angustia, il dolore, non conoscerà mai la forza della consolazione |
Sabato, 13 Febbraio 2016 |
35-44 |
La fede in Gesù non la fermi con un proiettile, anzi le regali una vita forte e robusta proprio morendo per essa |
Domenica, 14 Febbraio 2016 I DOMENICA DI QUARESIMA |
45-55 |
Lasciamo al Signore le sue strade. A volte sono sconosciute, ma siamo sicuri che portano al bene |
Lunedì, 15 Febbraio 2016 |
56-66 |
Elizabeth: ‘Stanno sparando dappertutto, non so se riuscirò a sopravvivere. Di’ alla mamma di pregare’ |
Martedì, 16 Febbraio 2016 | 67-71 |
Davanti alla Bibbia, al Crocifisso e alla maglietta stracciata di un bimbo del Kenya firmiamo la nascita della Fondazione Santina |
Mercoledì, 17 Febbraio 2016 | 73-84 |
Vogliamo davvero trasformare il cuore di ciascuno di noi Soci dell’Associazione in modo tale che esso diventi una casa e un rifugio per il povero |
Giovedì, 18 Febbraio 2016 | 87-96 |
La nostra comunità come tu sai è molto piccola, siamo quasi una sola famiglia. Dunque abbiamo sentito, sofferto e subito come una sola famiglia |
Venerdì, 19 Febbraio 2016 | 97-106 |
Mentre il giovane musulmano dagli occhi neri parla, mi entra dentro la mente e nel cuore una domanda compulsiva: Dio dove sei? |
Sabato, 20 Febbraio 2016 | 107-115 |
La morte non ha tempo. La morte è di ogni tempo…È proprio vera questa espressione poetica qui a Gaza. |
Domenica, 21 Febbraio 2016 II DOMENICA DI QUARESIMA |
116-125 |
La povertà è la carne di Gesù povero, in quel bambino che ha fame, in quello che è ammalato…Andate, guardate là la carne di Gesù |
Lunedì, 22 Febbraio 2016 | 126-136 |
Rami il primo martire palestinese ucciso perché vendeva la Bibbia in un territorio musulmano |
Martedì, 23 Febbraio 2016 | 137-144 |
Nel cielo ci sono stelle splendenti, sul fondo dei mari perle meravigliose, ma la bellezza del mondo è nel sorriso dei bambini. |
Mercoledì, 24 Febbraio 2016 | 145-151 |
Ricordati sempre degli uomini morti nella guerra e ricordati anche di me, di Ar Ir e del suo prezioso regalo! |
Giovedì, 25 Febbraio 2016 | 152-162 |
Devi sapere che qui a Gaza l’Islam è molto forte ed esigente ogni giorno noi siamo invitate ad assumere un atteggiamento più integralista |
Venerdì, 26 Febbraio 2016 | 163-169 |
Le persone soffrivano la fame. I bambini ti guardavano silenziosi e tristi. E quello sguardo diceva tutto. |
Sabato, 27 Febbraio 2016 | 170-178 |
Ricordare Santina quella sera era come renderla viva nella vita di quelle persone |
Domenica, 28 Febbraio 2016 III DOMENICA DI QUARESIMA |
179-189 |
Scelsi di essere per gli altri: i poveri, i sofferenti, gli abbandonati, i non amati |
Lunedì, 29 Febbraio 2016 | 190-198 |
Quella dura e forte sofferenza di mia madre non è stata vana. Proprio quella sofferenza era un buon seme |
Martedì, 1 Marzo 2016 | 199-209 |
Nei poveri c’è Gesù non avere paura |
Mercoledì, 2 Marzo 2016 | 210-224 |
Scopro in quei brevi istanti l’incanto della Vita, il profondo e grande mistero dell’Esistenza |
Giovedì, 3 Marzo 2016 | 225-231 |
la parola ha la capacità di imprimersi in una persona fissare pensieri idee trasformarsi in sentimento fino a divenire esperienza di vita |
Venerdì, 4 Marzo 2016 | 232-241 |
Il ritorno della spiritualità andina porterà con sé un messaggio di pace, di amicizia e fraternità |
Sabato, 5 Marzo 2016 | 242-254 |
Ho capito che dare è più che ricevere, che non vi è amore senza sofferenza, senza lotta, senza servire e che devo amare dimenticando |
Domenica, 6 Marzo 2016 IV DOMENICA DI QUARESIMA |
255-266 |
Come è bello il cielo dell’Altipiano andino quando la mancanza di elettricità permette di gustare il forte chiarore delle stelle. |
Lunedì, 7 Marzo 2016 | 267-277 |
Questi sacerdoti consumano nell’autenticità di una sequela di Cristo la loro misera vita dando conforto ai disperati di questa regione |
Martedì, 8 Marzo 2016 | 278-288 |
Nella carità per gli altri il cristiano scopre il suo sole. Questo segno mi conforta e mi incoraggia e mi fa vedere che Santina è viva |
Mercoledì, 9 Marzo 2016 | 289-299 |
Guarda al passato per sperare nel futuro e guarda al futuro per vivere bene il momento presente |
Giovedì, 10 Marzo 2016 | 300-310 |
Sempre più mi convinco che nella miseria abita la Carne di Gesù, come duemila anni fa nella capanna di Betlemme |
Venerdì, 11 Marzo 2016 | 311-318 |
Ogni volta che bacio la miseria, la ricchezza entra nel cuore |
Sabato, 12 Marzo 2016 | 319-327 |
Un ambulatorio del “prendersi cura” con gli occhi attenti ai reali nuovi bisogni di un territorio e delle persone che lo abitano |
Domenica, 13 Marzo 2016 V DOMENICA DI QUARESIMA |
329-338 |
Dove è finito Dio? Per scoprirlo devi metterti in ginocchio, devi fare silenzio, devi quietare il pensiero e devi diventare più umile |
Lunedì, 14 Marzo 2016 | 339-350 |
Devi fare solo una cosa: legare questo terribile tuo dolore a quello di Gesù. Come si fa padre? Con la preghiera |
Martedì, 15 Marzo 2016 | 351-362 |
Anche questa bimba sembra un angelo inviato a La Laja per dire che Dio non si è dimenticato di questo angolo di inferno nel mondo |
Mercoledì, 16 Marzo 2016 | 363-372 |
I bambini di questa favela vengono utilizzati dai narcotrafficanti come dei piccoli corrieri di droga |
Giovedì, 17 Marzo 2016 | 373-384 |
All’ombra dell’albero c’è un bimbo di circa quattro anni, bellissimo, ma completamente solo, sembra abbandonato |
Venerdì, 18 Marzo 2016 | 385-396 |
È come se la guerra si appropriasse della nostra vita intima, la confiscasse, la nazionalizzasse |
Sabato, 19 Marzo 2016 | 397-408 |
Una sera, la mamma si aggravò improvvisamente e siccome era sera non potevamo fare nulla e così lei morì.. senza che noi potessimo aiutarla |
Domenica, 20 Marzo 2016 DOMENICA DELLE PALME |
409-416 |
La carità cristiana non è mai elemosina, ma è il frutto di una continua conversione del cuore |
Lunedì, 21 Marzo 2016 LUNEDÌ SANTO |
417-428 |
Quando ci decidiamo a guardare bene in profondità il volto di chi soffre si produce un miracolo |
II. MESSAGGIO DEL SANTO PADRE PER LA QUARESIMA “MISERICORDIA IO VOGLIO E NON SACRIFICI” (MT 9,13). LE OPERE DI MISERICORDIA NEL CAMMINO GIUBILARE
Messaggio del Santo Padre per la Quaresima “Misericordia io voglio e non sacrifici” (Mt 9,13). Le opere di misericordia nel cammino giubilare
1. Maria, icona di una Chiesa che evangelizza perché evangelizzata
Nella Bolla d’indizione del Giubileo ho rivolto l’invito affinché «la Quaresima di quest’anno giubilare sia vissuta più intensamente come momento forte per celebrare e sperimentare la misericordia di Dio» (Misericordiae Vultus, 17). Con il richiamo all’ascolto della Parola di Dio ed all’iniziativa «24 ore per il Signore» ho voluto sottolineare il primato dell’ascolto orante della Parola, in specie quella profetica. La misericordia di Dio è infatti un annuncio al mondo: ma di tale annuncio ogni cristiano è chiamato a fare esperienza in prima persona. E’ per questo che nel tempo della Quaresima invierò i Missionari della Misericordia perché siano per tutti un segno concreto della vicinanza e del perdono di Dio. Per aver accolto la Buona Notizia a lei rivolta dall’arcangelo Gabriele, Maria, nel Magnificat, canta profeticamente la misericordia con cui Dio l’ha prescelta. La Vergine di Nazaret, promessa sposa di Giuseppe, diventa così l’icona perfetta della Chiesa che evangelizza perché è stata ed è continuamente evangelizzata per opera dello Spirito Santo, che ha fecondato il suo grembo verginale. Nella tradizione profetica, la misericordia ha infatti strettamente a che fare, già a livello etimologico, proprio con le viscere materne (rahamim) e anche con una bontà generosa, fedele e compassionevole (hesed), che si esercita all’interno delle relazioni coniugali e parentali.
2. L’alleanza di Dio con gli uomini: una storia di misericordia
Il mistero della misericordia divina si svela nel corso della storia dell’alleanza tra Dio e il suo popolo Israele. Dio, infatti, si mostra sempre ricco di misericordia, pronto in ogni circostanza a riversare sul suo popolo una tenerezza e una compassione viscerali, soprattutto nei momenti più drammatici quando l’infedeltà spezza il legame del Patto e l’alleanza richiede di essere ratificata in modo più stabile nella giustizia e nella verità. Siamo qui di fronte ad un vero e proprio dramma d’amore, nel quale Dio gioca il ruolo di padre e di marito tradito, mentre Israele gioca quello di figlio/figlia e di sposa infedeli. Sono proprio le immagini familiari – come nel caso di Osea (cfr Os 1-2) – ad esprimere fino a che punto Dio voglia legarsi al suo popolo. Questo dramma d’amore raggiunge il suo vertice nel Figlio fatto uomo. In Lui Dio riversa la sua misericordia senza limiti fino al punto da farne la «Misericordia incarnata» (Misericordiae Vultus, 8). In quanto uomo, Gesù di Nazaret è infatti figlio di Israele a tutti gli effetti. E lo è al punto da incarnare quel perfetto ascolto di Dio richiesto ad ogni ebreo dallo Shemà, ancora oggi cuore dell’alleanza di Dio con Israele: «Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore. Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze» (Dt 6,4-5). Il Figlio di Dio è lo Sposo che fa di tutto per guadagnare l’amore della sua Sposa, alla quale lo lega il suo amore incondizionato che diventa visibile nelle nozze eterne con lei. Questo è il cuore pulsante del kerygma apostolico, nel quale la misericordia divina ha un posto centrale e fondamentale. Esso è «la bellezza dell’amore salvifico di Dio manifestato in Gesù Cristo morto e risorto» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 36), quel primo annuncio che «si deve sempre tornare ad ascoltare in modi diversi e che si deve sempre tornare ad annunciare durante la catechesi» (ibid., 164). La Misericordia allora «esprime il comportamento di Dio verso il peccatore, offrendogli un’ulteriore possibilità per ravvedersi, convertirsi e credere» (Misericordiae Vultus, 21), ristabilendo proprio così la relazione con Lui. E in Gesù crocifisso Dio arriva fino a voler raggiungere il peccatore nella sua più estrema lontananza, proprio là dove egli si è perduto ed allontanato da Lui. E questo lo fa nella speranza di poter così finalmente intenerire il cuore indurito della sua Sposa.
3. Le opere di misericordia
La misericordia di Dio trasforma il cuore dell’uomo e gli fa sperimentare un amore fedele e così lo rende a sua volta capace di misericordia. È un miracolo sempre nuovo che la misericordia divina si possa irradiare nella vita di ciascuno di noi, motivandoci all’amore del prossimo e animando quelle che la tradizione della Chiesa chiama le opere di misericordia corporale e spirituale. Esse ci ricordano che la nostra fede si traduce in atti concreti e quotidiani, destinati ad aiutare il nostro prossimo nel corpo e nello spirito e sui quali saremo giudicati: nutrirlo, visitarlo, confortarlo, educarlo. Perciò ho auspicato «che il popolo cristiano rifletta durante il Giubileo sulle opere di misericordia corporali e spirituali. Sarà un modo per risvegliare la nostra coscienza spesso assopita davanti al dramma della povertà e per entrare sempre più nel cuore del Vangelo, dove i poveri sono i privilegiati della misericordia divina» (ibid., 15). Nel povero, infatti, la carne di Cristo «diventa di nuovo visibile come corpo martoriato, piagato, flagellato, denutrito, in fuga… per essere da noi riconosciuto, toccato e assistito con cura» (ibid.). Inaudito e scandaloso mistero del prolungarsi nella storia della sofferenza dell’Agnello Innocente, roveto ardente di amore gratuito davanti al quale ci si può come Mosè solo togliere i sandali (cfr Es 3,5); ancor più quando il povero è il fratello o la sorella in Cristo che soffrono a causa della loro fede. Davanti a questo amore forte come la morte (cfr Ct 8,6), il povero più misero si rivela essere colui che non accetta di riconoscersi tale. Crede di essere ricco, ma è in realtà il più povero tra i poveri. Egli è tale perché schiavo del peccato, che lo spinge ad utilizzare ricchezza e potere non per servire Dio e gli altri, ma per soffocare in sé la profonda consapevolezza di essere anch’egli null’altro che un povero mendicante. E tanto maggiore è il potere e la ricchezza a sua disposizione, tanto maggiore può diventare quest’accecamento menzognero. Esso arriva al punto da neppure voler vedere il povero Lazzaro che mendica alla porta della sua casa (cfr Lc 16,20-21), il quale è figura del Cristo che nei poveri mendica la nostra conversione. Lazzaro è la possibilità di conversione che Dio ci offre e che forse non vediamo. E quest’accecamento si accompagna ad un superbo delirio di onnipotenza, in cui risuona sinistramente quel demoniaco «sarete come Dio» (Gen 3,5) che è la radice di ogni peccato. Tale delirio può assumere anche forme sociali e politiche, come hanno mostrato i totalitarismi del XX secolo, e come mostrano oggi le ideologie del pensiero unico e della tecnoscienza, che pretendono di rendere Dio irrilevante e di ridurre l’uomo a massa da strumentalizzare. E possono attualmente mostrarlo anche le strutture di peccato collegate ad un modello di falso sviluppo fondato sull’idolatria del denaro, che rende indifferenti al destino dei poveri le persone e le società più ricche, che chiudono loro le porte, rifiutandosi persino di vederli. Per tutti, la Quaresima di questo Anno Giubilare è dunque un tempo favorevole per poter finalmente uscire dalla propria alienazione esistenziale grazie all’ascolto della Parola e alle opere di misericordia. Se mediante quelle corporali tocchiamo la carne del Cristo nei fratelli e sorelle bisognosi di essere nutriti, vestiti, alloggiati, visitati, quelle spirituali – consigliare, insegnare, perdonare, ammonire, pregare – toccano più direttamente il nostro essere peccatori. Le opere corporali e quelle spirituali non vanno perciò mai separate. È infatti proprio toccando nel misero la carne di Gesù crocifisso che il peccatore può ricevere in dono la consapevolezza di essere egli stesso un povero mendicante. Attraverso questa strada anche i “superbi”, i “potenti” e i “ricchi” di cui parla il Magnificat hanno la possibilità di accorgersi di essere immeritatamente amati dal Crocifisso, morto e risorto anche per loro. Solo in questo amore c’è la risposta a quella sete di felicità e di amore infiniti che l’uomo si illude di poter colmare mediante gli idoli del sapere, del potere e del possedere. Ma resta sempre il pericolo che, a causa di una sempre più ermetica chiusura a Cristo, che nel povero continua a bussare alla porta del loro cuore, i superbi, i ricchi ed i potenti finiscano per condannarsi da sé a sprofondare in quell’eterno abisso di solitudine che è l’inferno. Ecco perciò nuovamente risuonare per loro, come per tutti noi, le accorate parole di Abramo: «Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro» (Lc 16,29). Quest’ascolto operoso ci preparerà nel modo migliore a festeggiare la definitiva vittoria sul peccato e sulla morte dello Sposo ormai risorto, che desidera purificare la sua promessa Sposa, nell’attesa della sua venuta. Non perdiamo questo tempo di Quaresima favorevole alla conversione! Lo chiediamo per l’intercessione materna della Vergine Maria, che per prima, di fronte alla grandezza della misericordia divina a lei donata gratuitamente, ha riconosciuto la propria piccolezza (cfr Lc 1,48), riconoscendosi come l’umile serva del Signore (cfr Lc 1,38).