#VoltiDiSperanza

BARAK – N.44 IL LIBRO GRATUITAMENTE


Ecco l’Instant Book BARAK n. 44 della collana #VoltiDiSperanza:

INTERVENTO DEL DOTTOR ROBERTO POMPEI ALLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO BARAK  A ROMA IL 2 DICEMBRE 2023
Buonasera Il video che abbiamo appena visto è decisamente meno drammatico del precedente e ci comunica una grande speranza: anche con poco si può fare molto se c’è buona volontà. E quando c’è voglia di fare, di mettersi in gioco, di essere attori dinamici e non passivi ecco che con 2.500€ si può far fiorire il deserto (o almeno 4 km quadrati di deserto).La storia che abbiamo visto e che trovate sull’Istant Book BARAK a pagina 75, racconta di come con una piccola somma, come appunto i 2500€, nel carcere di Garissa con la forte collaborazione dei carcerati si è potuta realizzare un’opera incredibile: dare acqua ai campi della tenuta della prigione appunto i 4 km quadrati, e fornire al carcere stesso acqua potabile.

Facciamo prima una piccola premessa: siamo in un periodo di crisi acuito dalla pandemia, dalla guerra in Ucraina e Palestina e questo ha comportato una diminuzione delle offerte per la solidarietà e la carità non solo per la nostra Fondazione ma un po’ per tutto il mondo onlus. Noi abbiamo reagito a questa crisi rimandando a tempi migliori grandi opere e privilegiando opere più piccole in modo da venire incontro alle necessità di più persone. Nella scelta dei progetti non mancano le adozioni a distanza ovviamente ma, per il resto, la scelta è ricaduta su quei progetti che avevano una forte motivazione e collaborazione da parte chi di chi ne beneficiava.Abbiamo così approvato e realizzato nel corso dell’ultimo anno, per un importo complessivo di ben 107.000 €, tra le altre opere,
– l’AnastasiaProgram di cui si parlerà tra poco,

STEFANO FOLLI SU ROBINSON INSERTO DEL QUOTIDIANO LA REPUBBLICA DEL DEL 10 DICEMBRE 2023 
RECENSISCE IL LIBRO DI BARAK. ECCO L’INSERTO

– il progetto di fornitura di elettricità per un piccolo villaggio di 1000 persone in Vietnam, dove gli abitanti hanno saputo “fare squadra” ed è stato soprattutto per la loro determinazione che l’opera è stata realizzata.
– progetti in Perù per l’illuminazione dell’esterno dell’asilo infantile di Juliaca
– e per la ristrutturazione della cucina del seminario di Puerto Maldonado,
– in Bolivia con la costruzione di un muro di cinta di una parrocchia di La Paz.
– un progetto per la costruzione di un mural contro la violenza ad Acapulco in Messico dove dovrebbe svolgersi il prossimo viaggio di solidarietà di don Gigi, rinviato a causa del terribile uragano che ha seminato distruzione su quel territorio.
– approvato la realizzazione di una seconda aula tecnica del laboratorio di sartoria a Malanga in Kenya, dove la voglia di imparare un mestiere da parte di ragazzi diversamente abili è ben testimoniata da una ragazza, Mary, che pur avendo un problema importante ad una gamba percorre ogni giorno 40 km per poter andare a scuola. Anche questa storia la trovate nell’IstantBook a pagina 35. Tra l’altro l’opera è stata completamente finanziata un po’ a sorpresa, da uno dei soci che non vuole però che si sappia il suo nome: come racconta don Gigi, in un momento di sconforto per non aver disponibilità a realizzare il progetto, ha ricevuto una telefonata dove il socio si è reso disponibile a finanziarla totalmente: coincidenza? Diosincidenza, come amano dire in America Latina o, con un termine oramai un po’ desueto, Provvidenza? Lascio a voi chiamarla come volete.

Ma torniamo al carcere di Garissa e alle bellissime scene che abbiamo potuto vedere poco fa: la situazione, come racconta il direttore del carcere, è quella comune a tutte le zone aride. Manca l’acqua per irrigare i campi e soprattutto quella potabile, tant’è che bisogna attendere l’arrivo di autocisterne per riempire taniche da 10.000 litri e farla bastare fino al successivo arrivo. Questo, in un ambiente come un carcere crea irritazione e può sfociare in sommosse. Ed è a questo punto che la Fondazione decide di finanziare con 2.500 € l’acquisto di una pompa che possa portare l’acqua del vicino fiume Tana. E, con questi soldi, i carcerati ci mettono tutta la loro buona volontà e realizzano ben 2 “miracoli”, come li definisce don Gigi: irrigano e rendono fertile 4 Km quadrati di terreno e, con l’aiuto di un geologo, scavano e trovano a 12 metri di profondità una vena d’acqua potabile. Tutto questo, di cui avete avuto un assaggio nel video, è ben descritto nel libro, compresa la festa per l’inaugurazione con lo svelamento della targa della Fondazione alla presenza del direttore regionale delle carceri in Kenia, del direttore del carcere di Garissa e sister Josephine, padre Alfred e Jimmy, che ci aiutano in Kenya, oltre a don Gigi. Di fronte a tutto questo mi domando: ma quando Papa Francesco ha scritto l’enciclica Laudato sii non immaginava forse che la custodia del creato si realizza anche rendendo fertile il deserto?

E poter dare da bere ai prigionieri di un carcere non ricorda il Vangelo di Matteo che abbiamo ascoltato qualche domenica fa? Ma anche in questo caso i 2.500 € non sarebbero bastati (anzi forse sarebbero stati sprecati o, peggio ancora, rubati) senza la determinazione degli stessi carcerati che, come è scritto sull’Instant Book, sono in maggioranza poveri contadini che hanno commesso piccoli reati (la definiremmo piccola delinquenza) ma non certo terroristi. Un’altra particolarità è che sono in netta prevalenza musulmani, come è usuale da quelle parti, ma la carità non deve trovare una barriera nelle diversità religiose. Ed è per questo che don Gigi scrive nel testo nel discorso di inaugurazione, rivolgendosi ai carcerati: “Non devo ringraziare solo Maria e Vittorio Coda (benefattori della Fondazione cui è stata dedicata l’opera) e neanche la Fondazione ma voi che avete messo la vostra fatica, il vostro lavoro, la passione, la forza e avete condiviso la durezza del lavoro”. Concludo dicendo che quindi come Associazione e Fondazione abbiamo tutta la determinazione a proseguire per questa strada e speriamo che l’associazione abbia sempre più soci per poter realizzare sempre più progetti. Come nota finale sappiate che tutti i progetti citati e quelli realizzati in questi anni li trovate descritti su Internet sul sito della Fondazione www.fondazionesantina.org, compreso il resoconto dettagliato dei pagamenti, e anche sui social come youtube, Facebook, X e TikTok gestiti dalla nostra Annalisa.
Grazie
Dottor Roberto Pompei
Membro del Direttivo dell’Associazione Amici di Santina Zucchinelli ONLUS

 

VORREI REGALARVI LA LUCE DELLE STELLE
Presentazione di Nello Petrucci artista e film-maker

Che cosa ci rende davvero felici?
Che cosa ci rende davvero felici?
Un sorriso nascosto, un abbraccio,
un’esperienza individuale, un pezzo di torta,
una canzone o un bel film?
La felicità è un’esperienza personale,
un viaggio interiore che varia da persona a persona
con effetti diversi, forse questo lo rende affasciante,
quante cose sono state mai scritte sulla felicità?
e che continua ad affascinarci,
forse la felicità ci ricorda che siamo vivi…


Vorrei regalarvi quel silenzio… Vorrei regalarvi le luci delle stelle che si vedono lucenti dai villaggi bui nell’entroterra, fatte di capanne di sterco disperse nella natura quasi selvaggia, dove l’elettricità non ha esteso il suo dominio, e il tempo è scandito dalla luce del sole. Sensazione quasi illusoria, ma reale. Vorrei regalarvi quei profumi delle piante tropicali, quegli odori che sentono li, vorrei regalarvi quei suoni distorti lontani dalla città, ormai troppo impregnate, vorrei regalarvi quelle diverse abitudini, quei momenti silenziosi che attendono lentamente, vorrei regalarvi quei sorrisi che si nascondono, quei sguardi puri, non inquinati, che non mentono, e che lasciano spazio alla tua anima per entrare, vorrei regalarvi quelle emozioni, che non trovi in qualsiasi negozio di marca del centro, vorrei regalarvi un pezzo di ciò che la vita può farci comprendere, vorrei regalarvi quello sguardo penetrante dell’Africa che riesce toccarti. Mentre l’Africa con la sua generosa calma è lì che continuare a donare mentre il mondo distratto corre rapidamente… L’Africa ha un modo speciale di toccare l’anima, forse l’Africa ci insegna proprio che la grandezza della vita risiede nella dimensione del suo tempo, nella semplicità e nell’amore per gli altri… In questo viaggio ho incontrato una persona davvero speciale, di quelle che il destino ti fa incontrare ogni dieci o venti anni, e mentre eravamo in quella capanne di sterco, Don Gigi dal look muzungu e dal cappello da Indiana Jones mi presenta la piccola Anastasia, mi racconta la sua storia che ascolto attentamente senza battere ciglio. Poi si ferma e sentenza una frase che ne faccio tesoro e che per porto con me come una pietra scalfita, ho il piacere di condividere con voi: “Sai Nello, tu credi che stai arricchendo loro, portando delle cose e che a loro serviranno tanto, questo è importante, ma se guardi bene il rovescio della medaglia sono loro che stanno arricchendo noi… si, esattamente come stai pensando, sono loro a insegnarci i silenziosamente i valori umili e importanti della vita, cosi, in silenzio…” Spesso ci ritroviamo a pensare al cambiamento del mondo come a un’impresa titanica, riservata a supereroi o a grandi rivoluzionari che compiono gesti epici, immaginando un mondo trasformato da colpi di scena straordinari e da colossali rivoluzioni. Ma la realtà, spesso, è ben diversa, non dico qualcosa di nuovo sia chiaro, ma sottolineo l’importanza delle piccole azioni, delle scelte quotidiane e delle iniziative individuali, è il cambiamento reale nasce da gesti umili e persistenti. Non c’è bisogno di superpoteri o di gesti straordinari per fare la differenza nel mondo, possiamo cambiare le cose con dei piccoli e semplici gesti, delle piccole e minuscole azioni, che fatte in collettività diventi una e propria rivoluzione. Gesti che possono sembrare insignificanti da soli, ma insieme creano un’ondata di positività che può influenzare le menti collettive. Il cambiamento non è un mai evento improvviso, ma un processo costante… È un insieme di azioni quotidiane intraprese da persone comuni. È la volontà di agire, anche quando sembra che il nostro contributo sia una goccia nell’oceano, perché sappiamo che ogni goccia conta! Attraverso le pagine che seguiranno, spero che possiate immergervi in storie di umanità, fatte di persone semplici, che probabilmente difficilmente incontrerete nella vostra vita, gente che presto viene dimenticata, ma che condividono il nostro pianeta in questo momento, ora, e che fanno parte di noi come noi facciamo parte di loro. Credo sia fondamentale ricordare che la nostra forza possa trovare una strada nell’amore per i più deboli, all’ empatia, chissà … Forse questi racconti, questi diari di bordo ci aiutano a ispirarci a comprendere che siamo una comunità globale e che siamo connessi uno con gli altri incondizionatamente, come sto facendo adesso io con te in un altro spazio, in un altro tempo… Buona lettura, buon viaggio…

Nello Petrucci