Interventi

BOLIVIA BENEDIZIONE MURO DI CINTA PARROCCHIA MUNAYPATA LA PAZ


I. BOLIVIA, IL VESCOVO BESCHI BENEDICE IL MURO DELLA PARROCCHIA DI MUNAYPATA (L’ECO DI BERGAMO ONLINE 29.07.2022)
Il vescovo di Bergamo dal 20 luglio al 5 agosto è in Bolivia con una delegazione bergamasca per celebrare i sessant’anni di presenza missionaria orobica nel Paese sudamericano. A Munaypata, dove don Berto Nicoli e don Luigi Serughetti nel 1962 avviarono la missione diocesana, monsignor Beschi ha benedetto il muro di cinta della parrocchia finanziato da Fondazione Santina. Munaypata è il luogo simbolo delle missioni bergamasche in Bolivia: è qui, infatti, che nel 1962 i sacerdoti bergamaschi don Berto Nicoli e don Luigi Serughetti avviarono la missione diocesana. Un cammino che oggi, dopo sessant’anni, continua e che la Chiesa di Bergamo con il vescovo Francesco Beschi ha deciso di celebrare in un viaggio missionario, al 20 luglio al 5 agosto. La delegazione, composta dal vescovo Francesco, dai rappresentanti dell’Ufficio Missionario, da alcuni giovani legati all’esperienza della missione e da uno staff per raccontare l’esperienza, partendo proprio da Munaypata sta facendo il giro delle esperienze e dei missionari bergamaschi, per incontrarli e raccogliere la loro testimonianza. Tra i tanti momenti vissuti a Munaypata, la benedizione del muro di cinta della parrocchia di Santiago, finanziato da una realtà bergamasca impegnata in diversi progetti di solidarietà nel mondo: la Fondazione Santina guidata da monsignor Luigi Ginami. Sul muro benedetto dal vescovo Francesco è visibile una targa con il logo della Fondazione Santina e il nome di Ada Miotti Parolin, mamma del Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato della Santa Sede. «Una signora di 94 anni che tanto prega per le nostre opere di solidarietà – ha spiegato durante la cerimonia Asunta Olinda Calderon Vega, rappresentante della Fondazione Santina per il Perù e la Bolivia – e che è oggi molto commossa e prega in modo particolarmente partecipe». Ecco il filmato con il momento della benedizione, le parole di don Giovanni Algeri (parroco bergamasco di Munaypata) e di monsignor Luigi Ginami

La notizia viene ripresa da L’Eco di Bergamo in data 3 ottobre 2022
SOLIDARIETA’. IN KENYA LE NUOVE OPERE DELLA FONDAZIONE SANTINA (L’ECO DI BERGAMO, 3 OTTOBRE 2022 PAGINA 18)
È in partenza per Garissa, in Kenya, dove la Fondazione Santina inaugurerà un refettorio e una cucina a Bura Tana. Monsignor Luigi Ginami è sempre in movimento e solo poche settimana fa è tornato a Bergamo da un importante viaggio in Bolivia, Colombia e Perù. In Bolivia c’era anche il vescovo Francesco Beschi che, con una delegazione bergamasca, ha celebrato i sessant’anni di presenza missionaria orobica nel Paese sudamericano. A Munaypata, dove don Berto Nicoli e don Luigi Serughetti nel 1962 avviarono la missione diocesana, monsignor Beschi ha benedetto il muro di cinta della parrocchia finanziato da Fondazione Santina, nata proprio dall’impegno di don Gigi, come si fa chiamare da tutti.

Munaypata è il luogo simbolo delle missioni bergamasche in Bolivia: è qui, infatti, che nel 1962 i sacerdoti bergamaschi don Berto Nicoli e don Luigi Serughetti avviarono la missione diocesana. Un cammino che oggi, dopo sessant’anni, continua e che la Chiesa di Bergamo con il vescovo Francesco Beschi ha deciso di celebrare in un viaggio missionario, al 20 luglio al 5 agosto scorsi. Sul muro benedetto dal vescovo Francesco è visibile una targa con il logo della Fondazione Santina e il nome di Ada Miotti Parolin, mamma del cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato della Santa Sede. «Una signora di 94 anni che tanto prega per le nostre opere di solidarietà» ha spiegato durante la cerimonia Asunta Olinda Calderon Vega, rappresentante della Fondazione Santina per il Perù e la Bolivia.
E proprio il cardinale Parolin è protagonista dell’ultimo libro di don Gigi, dal titolo “Viva la Vida”, testo che è un po’ il bilancio degli ultimi anni della Fondazione Santina tra la pandemia e la guerra in Ucraina: nel libro è pubblicato il messaggio rivolto ai bambini dell’Adasm di Bergamo che con i loro risparmi e il loro impegno hanno aiutato i loro coetanei sieropositivi dell’orfanotrofio in Kenya che don Gigi incontrerà in questi giorni. «Penso a voi, bambini bergamaschi, che avete molte cose e che siete sensibili alle condizioni e situazioni invece di tanti bambini del mondo – son le parole del cardinale -.  È ciò che dice il Signore: che dobbiamo condividere. I doni, i beni che noi abbiamo. Voi lo avete fatto e questo, credo, vi ha dato grande gioia e continuerà a darvi grande gioia».
Un messaggio di speranza, di rinascita dopo il Covid, nel libro si parla anche del grande dolore che la guerra in Ucraina ha portato nel mondo e a Bergamo: «Per questo l’Associazione Amici di Santina ha risposto alla grande emergenza e ha stanziato lo scorso marzo i primi 5 mila euro a favore dei profughi ucraini ospitati nel Seminario di Bergamo» spiega don Gigi che aggiunge: «Spesso il  dolore  è  necessario  per  generare  bellezza, spesso la vita incontra il dolore ma aiutare e sostenere chi ne ha bisogno è la nostra reazione davanti alle fatiche». Ora il viaggio in Kenya, per nuovi bisogni e risposte da dare: «Così si semina speranza e si vive la vita, ogni giorno da celebrare».

II. IL RACCONTO DELLA CERIMONIA DI BENEDIZIONE
Sono le quattro del pomeriggio a La Paz, Olinda ed Hernan stanno per giungere nel quartiere povero di Munaypata dove avverrà la benedizione del muro di cinta finanziato da Fondazione Santina. E’ un evento importante perché sarà presente il vescovo di Bergamo in visita alla parrocchia in occasione dei 60 anni della presenza dei bergamaschi in Bolivia. Io sono rientrato in Italia una settimana prima dell’arrivo del Vescovo. Olinda si era offerta per rappresentare la nostra Fondazione all’evento.

Non è un viaggio semplice da Juliaca in Perù a La Paz. L’ho fatto diverse volte ed è un viaggio molto pesante, pensate, che come tempo è quello che noi percorriamo da Bergamo a Roma, o forse qualcosa meno, come Bergamo Orvieto…. Ma non vi sono comode autostrade ma strade scassate sulle Ande del Perù a 4100 metri. E in secondo luogo i mezzi non sono potenti macchine, ma vecchi pulmini che chiamiamo combi e la vita “a bordo” di un combi è pura sopravvivenza!

Richiesta di sovvenzionamento di don Giovanni Algeri, parroco di Munaypata a La Paz
Per noi europei non è esattamente il nostro pulito standard di viaggio. Quando entri in un combi la prima cosa che ti colpisce è il tanfo, a bordo trovi facilmente gente con una gallina, o un coniglio… poi vi sono mamme che allattano, contadini con il loro badile, ecc. ecc.. io scelgo sempre un posto vicino ai finestrini e vicino a me faccio sempre sedere Hernan od Olinda. Bene i nostri due poveri amici si sono sottoposti ad un lungo e pesante viaggio a tappe da superare. Sono partiti alle 5 del mattino per essere in orario all’importante appuntamento, Olinda ha con se una lettera che ha scrupolosamente preparata, scrivendola e riscrivendola, da leggere al Vescovo, ha poi una onorificenza da donare al monsignore da parte del Ministero della Pubblica Istruzione del Perù per il sostegno di Fondazione Santina all’Asilo infantile a Villa San Roman, Juliaca. Prima cosa partendo dal Barrio è quella di andare con un primo combi in centro a Juliaca, al Terminal terrestre dove partono i combi per Puno, da Juliaca a Puno il tempo è di una ora, poi da Puno al confine con Bolivia sono tre ore… e poi vi è il confine con le pratiche da compiere per passare… un’altra ora di fila… infine due ore di combi per giungere a El Alto e poi da El Alto la giungla del traffico per arrivare a Munaypata. Hernan ha una casetta modestissima vicino alla parrocchia, si cambiano d’abito ed una ora prima delle cinque sono davanti alla parrocchia. Poverini, poverini! Non vi è nessuno…. Si interrogano se hanno sbagliato ora o giorno, no è proprio il 22 luglio alle ore 17! Ma perché non vi è nessuno alla benedizione del muro di cinta? …Io probabilmente mi sarei infuriato, avrei suonato alla porta, fatto una telefonata. I due poveri e semplici peruviani invece?

Erogazione di Euro 6.000 da parte del Tesoriere di Fondazione Santina Dottor Luigi Pacini

Non fanno nulla. Si siedono su di una panchina. I poveri ed umili sono così: sanno di non avere diritti, prestigio, autorità ed hanno la grande dote delle Ande che è la pazienza e la determinazione. Altro che i nostri bergamaschi: un andino è duro come una roccia ed ha una pazienza formidabile. Io mi immagino Olinda con i suoi 63 anni ed Hernan con i suoi 69 anni seduti, in silenzio, vestiti della festa senza nessuno attorno… attendere. La borsetta appoggiata con la lettera e l’onorificenza che fuoriescono , gli occhi che in silenzio guardano al bel muro fresco di costruzione. Il tempo passa e la pazienza dei due semplici amici delle Ande viene abbondantemente ricompensata. Cinque minuti prima delle 17, esce il Vescovo Francesco con camice e stola, felice di vedere Olinda. Olinda le va incontro piena di emozione e si emoziona ancora di più quando il Vescovo Francesco dice a Lei: “…ma don Giovanni mi ha detto che fuori mi aspettava Olinda, io no ci credevo che eri tu! Che sopresa vederti! Come stai?” Olinda si emoziona profondamente per il fatto che mai si sarebbe immaginata che il Vescovo di Bergamo si ricordasse di Lei e la chiamasse per nome.

 

“Don gigi – mi dice Olinda per whatapp: mi ha chiamato per nome! Si ricordava di me. Ho presentato a lui Hernan che è timido e non credeva che il Vescovo riservasse a lui un’attenzione tanto grande… la donna continua il suo racconto con emozione. Don Giovanni ha fatto il video, il video e vedrai come è stato bello e significativo quel momento”. Mentre il vescovo saluta Olinda ed Hernan giungono don Giovanni e don Diego vestiti elegantemente con giacca e Clergymen, la buona donna si accorge da quei vestiti che il momento è davvero importante e nel suo cuore è felice di aver messo un bel vestitino tanto semplice quanto vecchio ma pulito e pieno di eleganza, quella eleganza raffinata che solo i poveri hanno ed non è fatta di costose firme, ma di “vestiti della festa” vecchi ma accuratamente conservati, lei ha una giacca ed un pantalone blu e una camicetta bianca ed è elegantissima nella sua povertà… Tutti e due Hernan ed Olinda hanno grande dignità interiore. Mons. Beschi viene colpito dalla targa che porta il logo di Fondazione Santina ed è in onore di Ada Miotti in Parolin. Forse il cognome vi dirà qualcosa del figlio, il Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, ma non vi dice nulla della splendida mamma di 94 anni che ben conosco per la sua preghiera, la sua semplicità e la sua grande dignità quanto discrezione. Nei mesi scorsi siamo stati con Silvana a trovarla ed abbiamo pregato insieme il rosario, quella donna non mi interessa che sia la madre del Cardinale, ma che tanto assomigli a Santina per la sua preghiera… vi racconto solo un fatto di Ada, dal quale capirete il motivo della targa. Prima di salutarci a Schiavon, una volta mi disse: “Don gigi sai che mio marito si chiamava Luigi vero? Lo sai perché mi sono innamorata di Lui? Perché recitava il rosario con tanta devozione e concentrazione!” Mi avvicino ad Ada è do a lei un grande bacio e rispondo: “Magari oggi le ragazze si innamorassero dei ragazzi perché dicono bene il rosario!” Ada e Silvana scoppiano a ridere… da quella volta avevo pensato che bisognava celebrare una donna simile! Ada accompagna la nostra solidarietà con la preghiera ed il sacrificio e questo davvero la fa sembrare alla mia mamma Santina. Dunque in quella inaugurazione, quella sera due mamme di preti erano vicine, Ada e Santina, con le loro preghiere… e questo fatto mi commuove molto. Ada davvero meritava un ricordo! Ma il ricordo penso che a lei piaccia ancora di più perché non è in un luogo importante come Piazza San Pietro, ma in un luogo discreto ed umile come il quartiere di Munaypata alla parrocchia di Santiago. E l’opera ha una grande valenza simbolica, si tratta di un muro di cinta e protezione della chiesa e della parrocchia e sono sicuro che l’intercessione di Santina in cielo e la preghiera di Ada sulla terra proteggeranno Munaypata!

Ha inizio la preghiera, Mons. Beschi prende il rituale, don Giovanni sostiene il secchiello dell’acqua santa e don Don Diego con Hernan ed Olinda si raccolgono in silenzio… momenti semplici in cui il Vescovo Francesco prega anche per Fondazione Santina che ha permesso la costruzione del muro di cinta. Gocce di acqua santa raggiungono la targa e bagnano il muro nuovo. Scende la sera su La Paz, la cima innevata dell’Illimani, alto 8439 metri, rispende alle luci del tramonto… ed il freddo dei 4100 metri, che di giorno come magia scompare, riappare sempre più pungente e secco per scendere rapidamente sotto lo zero. …Olinda è emozionata e con la voce incerta, anche perché ormai l’italiano è quasi dimenticato dopo tanti anni ormai in Perù, dice timidamente a Mons. Beschi : “Io avrei preparato una lettera da leggere” Il vescovo la guarda negli occhi e con un sorriso velato dalla mascherina le fa segno di si, e la umile e semplice donna inizia la sua lettura: Eccellenza, buona sera io mi chiamo Asunta Olinda Calderon Vega ed ho vissuto per 6 anni in Città Alta a Bergamo vicino alla Signora Santina. Vengo dal Perù per questa bella festa. Io abito a Villa San Roman in Juliaca, a 8 ore da La Paz, ma sono tanto felice di essere qui questa sera come Rappresentante di Fondazione Santina per il Perù e la Bolivia. Sono piena di gioia per essere presente alla inaugurazione del muro perimetrale di questa bella Parrocchia – finanziato da Fondazione Santina –  e ringrazio don Giovanni e don Diego di avermi invitato. Nella targa con il nostro logo si vede il nome di Ada Miotti in Parolin, una Signora di 94 anni che tanto prega per le nostre opere di solidarietà e che è oggi molto commossa e prega in modo particolarmente partecipe. Porto a tutti voi il suo umile saluto.Infine Eccellenza Le ho portato una piccola onorificenza che viene dal Ministero dell’Educazione peruviano: è un piccolo segno di gratitudine per quanto la nostra Fondazione ha operato nella Scuola materna del mio barrio Villa San Roman a Juliaca. Chiedo a Lei di benedirmi e di benedire la nostra opera vicino ai più poveri ed emarginati del mondo. Asunta Olinda Calderon Vega Rappresentante di Fondazione Santina per Peru’ e Bolivia

Olinda legge con emozione, alza gli occhi e viene colpita dall’intensità dello sguardo del Vescovo Francesco, è felice la donna, anche se stanca e provata da una vita austera, i semplici si riempiono di gioia per la valorizzazione di coloro che non usano la loro autorità per distaccarsi con senso di superiorità, ma al contrario la dimenticano per essere vicini agli umili, e quello è ciò che Olinda mi ha detto di aver provato. Terminata la lettura ed aiutata dal marito Hernan pone a collo l’onorificenza portata dal Perù e consegna la  sua lettera e l’attestato di tale onorificenza, Mons. Beschi continua a seguire la scena con occhi pieni di attenzione e dolcezza e poi avvicinandosi ad Olinda in modo raffinato dice a Lei: Grazie anche di questo pensiero (riferendosi all’onorificenza peruviana). …E allora, mi farebbe molto piacere – non so se questo Lei potrà farlo – di portare il mio saluto sul fatto che la Fondazione abbia voluto in qualche modo ricordare questa persona, la mamma del Cardinale mi fa molto piacere. Se Lei avrà occasione di dirglieLo mi fa una cortesia . La breve cerimonia si sta per concludere il tempo per scattare una foto che ad Olinda piace moltissimo: “Don gigi! Don gigi! Mi dice ancora per whatapp, il Vescovo ha chiamato anche Hernan per fare la foto e… sai una cosa? Dimmi Olinda non tenermi sulle spine! Ci ha preso la mano, ci ha preso la mano mentre facevamo la fotoooo, ma che buono il Vescovo di Bergamo, buono, buonissimo!” Ecco i poveri li rincuori tenendoli per mano, facendo una foto che conserveranno per far vedere alla Aida che ha una tienda vicino a casa o alla Paula che nel barrio ha regalato ad Hernan un cappello nuovo per andare dal Vescovo, o alla Maestra Nelia della Scuola Materna di Villa San Roman. Immagino Olinda a parlare con passione ai figli del loro “momento di gloria” oppure i poveri campesinos e invasores chiedere come è andata, mentre domandano l’erba dell’orto di Olinda per dare da mangiare al coniglio, infine il vicino di casa che mentre va alla latrina comune con un rotolo di carta igienica sotto la mano grida ad Heran: “E’ andato tutto bene?”… il barrio di Villa San Roman è terribilmente povero ma tutti sanno tutto di tutti e l’evento di Olinda ed Hernan con il Vescovo di Bergamo ora è argomento di pranzo e cena in molte case…

Sono seduto a Bergamo, ho riascoltato e rivisto diverse volte il video mandatomi da don Giovanni Algeri, mi sembra di aver messo tutto in questo ultimo report che chiude il libretto di Mauricio… ed invece? Guardo per curiosità l’ora del video ed appare chiaro 22 luglio 2022 ore 17.05 nella testa penso: “22 luglio è la festa di Santa Maria Maddalena, una bella data per onorare due donne come Ada e Santina tanto devote e piene di amore per Gesù, sono orgoglioso di questo…” Non ho ancora finito di fare questo pensiero che nel cervello una lampadina sinistra si accende: “io questa data la conosco! Proprio nella festa di Santa Maria Maddalena Santina aveva avuto un terribile arresto cardiaco dopo l’intervento del 18 luglio 2005…” Mi alzo in piedi, con due salti salgo le scale che mi portano nella piccola mansarda dove vi è uno scatolone con tutte le cartelle mediche di mamma, apro alla ricerca del pezzo di carta che dica dell’arresto cardiaco e finalmente lo trovo! Guardo con emozione e un forte brivido dalle braccia mi arriva al cervello: “Il 22/7/2005 alle ore 23,05 riammissione in Terapia Intensiva CCH per arresto cardiocircolatorio seguito da immediata RCP. Successiva discreta stabilizzazione emodinamica e metabolica con ripresa di diuresi. Risveglio tardivo e quadro neurologico alterato con fluttuazioni dello stato di coscienza.” La firma è di Franco Ferri l’amico anestesista che aveva seguito Santina, la terribile cartella continua indicando i danni gravi ed irreparabili alla salute di Santina ridotta da quella notte alla minorità. In quella notte un arresto polverizzava la vita fragile di Santina… Confronto data del video e data dell’arresto e…. coincidono! Le ore 17,05 di La Paz corrispondono alle ore 23,05 italiane! Mi commuovo nel caldo estivo di Bergamo e mentre tramonta il sole mi ritrovo solo in questa casa ed in pianto, un pianto di gioia e riconoscenza, perché quando Dio polverizza una vita da quella polvere sa costruire cattedrali di bene e di bontà e la vicenda di Santina, dopo ben 17 anni, il 22 luglio 2022 alle ore 17,05 le 23,05 italiane, a Munaypata ha saputo ricostruire una muro vecchio di 60 anni. Con il suo dolore e la sua sofferenza, ancora preziosi, costruisce ancora oggi luoghi accoglienti in cui un vescovo buono stringe forte la mano a due persone semplici ed umili come Hernan ed Olinda, anche lui – ma non lo sa – quella sera con quella stretta di mano ha saputo scaldare il cuore di due poveri andini che il giorno dopo, felici e orgogliosi in mezzo a galline e conigli hanno fatto ritorno al nostro amato barrio di Villa San Roman sulle Ande del Perù.

III. LA BENEDIZIONE DEL MURO DI CINTA DELLA PARROCCHIA DI MUNAYPATA NEI MASS MEDIA

SOLIDARIETA’. BERGAMO DA SESSANT’ANNI AL FIANCO DEI BOLIVIANI (LUCIA CAPUZZI, AVVENIRE 25.08.2022)
A Munaypata, dove la missione è iniziata, il vescovo Beschi ha benedetto il muro costruito dalla Fondazione Santina che prosegue l’impegno dei primi pionieri
Sono trascorsi sessant’anni da quando Berto Nicoli e Luigi Serughetti diedero inizio a Munaypata la prima missione bergamasca in terra boliviana. Un momento importante di collaborazione tra Chiese sorelle che continua ancora adesso. Un impegno che prosegue nelle opere della Fondazione Santina, guidata da monsignor Luigi Ginami. Come dimostra il muro di cinta della parrocchia di Santiago costruito proprio da questa realtà orobica.
Per questo, il vescovo, Francesco Beschi, ha voluto recarsi nel Paese latinoamericano per celebrarlo, insieme a una delegazione diocesana. E proprio a Munaypata ha benedetto quel muro su cui spicca il logo della Fondazione Santina e il nome di Ada Miotti Parolin, mamma del cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato della Santa Sede. “Una signora di 94 anni che tanto prega per le nostre opere di solidarietà – ha spiegato durante la cerimonia Asunta Olinda Calderón Vega, rappresentante della Fondazione Santina per il Perù e la Bolivia – e che è oggi molto commossa e prega in modo particolarmente partecipe.

 

BERGAMO, 60 ANNI DI MISSIONE IN BOLIVIA. IL VIAGGIO DEL VESCOVO E LA BENEDIZIONE DEL MURO DI CINTA DELLA PARROCCHIA DI MUNAYPATA (CORRIERE DELLA SERA 15.08.2022)
di Redazione Bergamo online
Nel 1962 furono don Berto Nicoli e don Luigi Serughetti ad avviare la missione diocesana. Ora c’è una targa della Fondazione Santina «in onore di Ada Miotti». A Munaypata, in Bolivia, furono don Berto Nicoli e don Luigi Serughetti ad avviare la missione diocesana. Era il 1962, un percorso iniziato 60 anni fa che continua. Ed è da lì che il vescovo di Bergamo, monsignor Francesco Beschi, è partito per un viaggio, dal 20 luglio al 5 agosto, tra le realtà missionarie bergamasche. A Munaypata — il nome di un quartiere povero — il vescovo ha benedetto il muro di cinta della parrocchia di Santiago finanziato dalla Fondazione Santina guidata da monsignor Luigi Ginami. Lo ricorda una targa con il nome e il logo della Fondazione «in onore di Ada Miotti», mamma del cardinale Pietro Parolin.

BOLIVIA: LA PAZ, IL VESCOVO DI BERGAMO HA BENEDETTO IL MURO DI CINTA DELLA PARROCCHIA DI MUNAYPATA FINANZIATO DA FONDAZIONE SANTINA (ANCORA ON LINE 03.08.2022)
Il vescovo di Bergamo, mons. Francesco Beschi, dal 20 luglio al 5 agosto è in Bolivia con una delegazione bergamasca per celebrare i sessant’anni di presenza missionaria orobica nel Paese sudamericano. A Munaypata, dove don Berto Nicoli e don Luigi Serughetti nel 1962 avviarono la missione diocesana, mons. Beschi ha benedetto il muro di cinta della parrocchia finanziato da Fondazione Santina. Munaypata è il luogo simbolo delle missioni bergamasche in Bolivia: è qui, infatti, che nel 1962 i sacerdoti bergamaschi don Berto Nicoli e don Luigi Serughetti avviarono la missione diocesana. Un cammino che oggi, dopo sessant’anni, continua e che la Chiesa di Bergamo con il vescovo Francesco Beschi ha deciso di celebrare in un viaggio missionario.

BOLIVIA: LA PAZ, IL VESCOVO DI BERGAMO HA BENEDETTO IL MURO DI CINTA DELLA PARROCCHIA DI MUNAYPATA FINANZIATO DA FONDAZIONE SANTINA (AGENZIA SIR 03.08.2022)
Il vescovo di Bergamo, mons. Francesco Beschi, dal 20 luglio al 5 agosto è in Bolivia con una delegazione bergamasca per celebrare i sessant’anni di presenza missionaria orobica nel Paese sudamericano. A Munaypata, dove don Berto Nicoli e don Luigi Serughetti nel 1962 avviarono la missione diocesana, mons. Beschi ha benedetto il muro di cinta della parrocchia finanziato da Fondazione Santina. Munaypata è il luogo simbolo delle missioni bergamasche in Bolivia: è qui, infatti, che nel 1962 i sacerdoti bergamaschi don Berto Nicoli e don Luigi Serughetti avviarono la missione diocesana. Un cammino che oggi, dopo sessant’anni, continua e che la Chiesa di Bergamo con il vescovo Francesco Beschi ha deciso di celebrare in un viaggio missionario. La delegazione, composta dal vescovo, dai rappresentanti dell’Ufficio missionario, da alcuni giovani legati all’esperienza della missione e da uno staff per raccontare l’esperienza, partendo proprio da Munaypata sta facendo il giro delle esperienze e dei missionari bergamaschi, per incontrarli e raccogliere la loro testimonianza. Tra i tanti momenti vissuti a Munaypata, la benedizione del muro di cinta della parrocchia di Santiago, finanziato da una realtà bergamasca impegnata in diversi progetti di solidarietà nel mondo: la Fondazione Santina guidata da mons. Luigi Ginami. Sul muro benedetto dal vescovo Francesco è visibile una targa con il logo della Fondazione Santina e il nome di Ada Miotti Parolin, mamma del card. Pietro Parolin, segretario di Stato della Santa Sede. “Una signora di 94 anni che tanto prega per le nostre opere di solidarietà – ha spiegato durante la cerimonia Asunta Olinda Calderon Vega, rappresentante della Fondazione Santina per il Perù e la Bolivia – e che è oggi molto commossa e prega in modo particolarmente partecipe”.

 

DALLA MAMMA DI UN PRETE BERGAMASCO TANTE MICRO OPERE DI CARITA’ NEI PAESI INVIA DI SVILUPPO (ILMESSAGGERO.IT 01.08.2022)
Città del Vaticano – E’ dalla memoria di una mamma di un prete bergamasco che hanno preso vita nel mondo decine di micro opere umanitarie: pozzi d’acqua in Iraq, fognature in villaggi sperduti sulle Ande, ristrutturazioni di edifici in Kenia, aiuti per carcerati peruviani, adozioni a distanza di orfani messicani di genitori uccisi dal narcotraffico, sostegni a  bambini vietnamiti, borse di studio per ragazze palestinesi. E’ la ramificata geografia della carità che ha disegnato anno dopo anno don Luigi Ginami dopo la morte della madre, Santina Zucchinelli, una anziana signora che ha trascorso gli ultimi anni della sua vita da invalida ad accompagnare il figlio nei pellegrinaggi. Alla sua scomparsa – avvenuta qualche anno fa – è nata una fondazione a suo nome con lo scopo di continuare in altro modo quei pellegrinaggi che portavano speranza. Don Gigi ha iniziato a raccogliere denaro con la vendita dei libri che scriveva dopo le sue ‘avventure’ di carità, vendendoli attraverso la rete parrocchiale italiana. Piccole somme – da mille a 10mila euro –  che davano però vita in diversi paesi in via di sviluppo a progetti concreti capaci di cambiare il corso degli eventi di tante persone sfortunate. Il vescovo di Bergamo, monsignor Francesco Beschi, di recente andando in Bolivia a visitare alcuni missionari lombardi, è voluto andare a vedere coi propri occhi una di queste micro opere legate alla memoria di Santina Zucchinelli: il muro di cinta di una parrocchia poverissima. La cerimonia di benedizione della targa su quel muro ristrutturato ha sintetizzato il lungo percorso avviato quasi per caso per alleviare le sofferenze di fantasmi che nessuno quasi vede. Nel frattempo la Fondazione ha realizzato una lunga scia di opere e pian piano si è allargata la base dei sostenitori, ai quali si sono aggiunte anche altre mamme di preti che hanno conosciuto attraverso i figli la storia di Santina. E’ il caso di un’anziana insegnante vicentina, la signora Ada Miotto Parolin, madre ultranovantenne ma lucidissima del Segretario di Stato, Pietro Parolin, il cui nome compare sulla targa benedetta da monsignor Beschi a La Paz. Il vescovo di Bergamo ha detto di essere rimasto molto colpito da questo dettaglio, che racconta come tra mamme di preti ci si possa intendere senza nemmeno conoscersi personalmente, condividendo lo stesso ideale evangelico della visita di Maria a Elisabetta.

LE MAMME DEI PRETI. ADA MIOTTI IN PAROLIN PREGA PER LE ATTIVITA’ DI FONDAZIONE SANTINA (BERGAMONEWS 31.07.2022)
l vescovo di Bergamo, mons. Francesco Beschi, in visita ai sacerdoti Fidei donum della sua diocesi in occasione del 60esimo anniversario della loro presenza in Bolivia, ha benedetto il nuovo muro di cinta della parrocchia di San Giacomo Apostolo a La Paz realizzato dalla Fondazione Santina Zucchinelli che è guidata dal sacerdote, anche lui di Bergamo, Luigi Ginami, figlio di Santina nel cui nome vengono realizzati progetti di solidarietà in molti paesi in via di sviluppo in Africa, Asia e America Latina, con la particolarità di un legame diretto di amicizia che si crea attraverso i racconti di don Gigi tra quanti in Italia contribuiscono a queste opere e coloro che nei diversi contesti ne usufruiscono. Questo legame molto forte è l’eredità della signora Santina che negli ultimi anni della sua vita decise di farsi accompagnare dal figlio a visitare i poveri nei diversi continenti, intraprendendo così un pellegrinaggio concluso infine a Gerusalemme dove la signora, che vi fu accolta dal card. Carlo Maria Martini, è sepolta a pochi metri dalla quarta stazione della Via Crucis, dove Gesù incontrò Maria e il loro sguardo pieno di amore si incrociò per l’ultima volta.

BOLIVIA, IL VESCOVO BESCHI BENEDICE IL MURO DELLA PARROCCHIA DI MUNAYPATA (ECODIBERGAMO.IT 29.07.2022)
Tra i tanti momenti vissuti a Munaypata, la benedizione del muro di cinta della parrocchia di Santiago, finanziato da una realtà bergamasca impegnata in diversi progetti di solidarietà nel mondo: la Fondazione Santina guidata da monsignor Luigi Ginami. Sul muro benedetto dal vescovo Francesco è visibile una targa con il logo della Fondazione Santina e il nome di Ada Miotti Parolin, mamma del Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato della Santa Sede. «Una signora di 94 anni che tanto prega per le nostre opere di solidarietà – ha spiegato durante la cerimonia Asunta Olinda Calderon Vega, rappresentante della Fondazione Santina per il Perù e la Bolivia – e che è oggi molto commossa e prega in modo particolarmente partecipe». Ecco il filmato con il momento della benedizione, le parole di don Giovanni Algeri (parroco bergamasco di Munaypata) e di monsignor Luigi Ginami.

ADA MIOTTI IN PAROLIN DIVENTA TESTIMONIAL DI FONDAZIONE SANTINA (PRIMAPAGINANEWS 29.07.2022)
Una testimonianza quella di Santina, che non lascia indifferenti chi entra in contatto con le realtà che la Fondazione ha realizzato nel suo ricordo, e che si mantiene vivo non solo con gli aiuti economici inoltrati attraverso questo organismo, quanto soprattutto nella comunione spirituale che si realizza tra persone che hanno subito violenze di ogni genere e vengono aiutate a sollevarsi dalla povertà che le ha schiacciate, e quanti conoscendo le loro storie se ne fanno coinvolgere, fino a offrire per loro le proprie sofferenze, nel caso per esempio di anziani o malati.

LAS MADRES DE LOS SACERDOTES. ADA MIOTTI PAROLIN REZA POR LAS ACTIVIDADES DE LA FUNDACIÓN SANTINA ZUCCHINELLI GINAMI. CON LA BENDICIÓN DEL OBISPO DE BÉRGAMO (FARODIROMA.IT 24.07.22)
El obispo de Bérgamo, Mons. Francesco Beschi, en visita a los sacerdotes Fidei donum de su diócesis con motivo del 60 aniversario de su presencia en Bolivia, bendijo el nuevo muro perimetral de la parroquia de San Giacomo Apostolo en La Paz construido por la Fundación Santina Zucchinelli que se encabezada por el sacerdote, también de Bérgamo, Luigi Ginami, hijo de Santina en cuyo nombre se realizan proyectos solidarios en muchos países en vías de desarrollo de África, Asia y América Latina, con la particularidad de un vínculo directo de amistad que se crea a través de las historias de Don Gigi entre quienes en Italia contribuyen a estas obras y quienes las utilizan en diferentes contextos.

LE MAMME DEI PRETI. ADA MIOTTI IN PAROLIN PREGA PER LE ATTIVITA’ DELLA FONDAZIONE SANTINA. CON LA BENEDIZIONE DEL VESCOVO DI BERGAMO (FARODIROMA 24.07.22)
Il vescovo di Bergamo, mons. Francesco Beschi, in visita ai sacerdoti Fidei donum della sua diocesi in occasione del 60esimo anniversario della loro presenza in Bolivia, ha benedetto il nuovo muro di cinta della parrocchia di San Giacomo Apostolo a La Paz realizzato dalla Fondazione Santina Zucchinelli che è guidata dal sacerdote, anche lui di Bergamo, Luigi Ginami, figlio di Santina nel cui nome vengono realizzati progetti di solidarietà in molti paesi in via di sviluppo in Africa, Asia e America Latina, con la particolarità di un legame diretto di amicizia che si crea attraverso i racconti di don Gigi tra quanti in Italia contribuiscono a queste opere e coloro che nei diversi contesti ne usufruiscono.