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MONS. LUIGI GINAMI LASCIA IL VATICANO PER LA DIOCESI DI BERGAMO E FONDAZIONE SANTINA 94MA NEWSLETTER 4 MAGGIO 2021


94MA NEWSLETTER: QUATTRO MAGGIO 2021
Carissimi Amici di Santina, questa volta non è Franca a scrivere il consueto foglio mensile di informazione della nostra vita sociale ed il motivo è molto semplice, perché questa volta ciò di cui vi devo parlare riguarda me. In data di ieri, 3 maggio 2021 alle ore 12, ho saputo che potrò tornare nella mia Diocesi di Bergamo per vivere il mio sacerdozio in un modo completamente nuovo. Forse vi sarà già arrivato il mio messaggio whathapp, ma per chi non lo avesse visto vale la pena di riportarlo qui, eccolo: “Con il cuore pieno di gioia ti annuncio che in data 1 luglio 2021 rientrerò nella mia Diocesi di Bergamo per un bellissimo nuovo incarico e per seguire con ancor più passione Fondazione Santina e l’ Associazione! Sono felicissimo e senza il minimo rimpianto per il servizio che termino. Sono riconoscente a Dio per la Carità che ho potuto svolgere durante questi anni ed il mio lungo servizio presso ufficio informazioni e documentazione della Segreteria di Stato”. (4 maggio 2021 ore 8.45)

 

Basterebbe questo breve messaggio per chiudere la nostra newsletter, ma sento il desiderio di arricchirla con due notizie che mi sembrano di grande significato. Naturalmente potete immaginare che questo cambio è un avvenimento importante della mia vita, che non si può improvvisare in 5 minuti! Bene, questo radicale cambio è stato preceduto, accompagnato e seguito proprio dalla Carità che Fondazione Santina e la nostra Associazione opera. Questo ha dell’incredibile! Davvero direbbe Valentina Alazraky che mi è tanto vicina è una Diosincidencia non una coincidenza!   Sapete l’ultima cosa che ho fatto in Segreteria di Stato prima del 3 maggio 2021 alle ore 12? Non una importante pratica di ufficio, non un Bollettino alle Nunziature Pontificie: nulla di tutto questo, ma l’ultima cosa che ha fatto Fondazione Santina insieme e grazie alla mia Diocesi di Bergamo è stato trovare un appartamento per due persone in situazione di precarietà immigrati.

Sono così orgoglioso e felice di questo che neppure immagiate: una gioia profonda, grande che nessuno mi potrà togliere, ricordare per sempre l’ultimo gesto fatto con voi e con Fondazione Santina. Proprio qui a Bergamo fino a venerdì sera 30 aprile 2021 abbiamo tmpiegato tempo per queste due persone: trovato appartamento, un simbolico affitto da pagare mensilmente, Franca Fontana ha pensato a trovare piatti, stoviglie, posate, coperte, cuscini… la Dottoressa Silvana Bonzanni con me è venuta a vedere l’appartamento ha incontrato più volte i nostri due amici e a nome di Fondazione Santina ha dato a loro un piccolo contributo simbolico. Non è meraviglioso tutto ciò? E tutto ciò grazie a voi, alla vostra bontà e generosità! L’ultimo gesto svolto come Officiale della Segreteria di Stato un gesto di carità, ma notate bene: non mio! Ma tutto nostro, questo è stupendo. La Carità non si fa da soli, ma la Carità si fa sempre insieme: ognuno mette un po’ ed insieme si ricava tanto, ma tanto davvero come una cifra di Euro 1.600.000 di questi anni, Santina è morta con 20 euro in tasca ed oggi guardate il capitale che ha fatto fruttare.

SE questo è l’ultimo gesto compiuto in Segreteria di Stato prima del 3 maggio 2021 alle ore 12, lo stupore continua nel dirvi che il primo nuovo gesto che insieme vivremo è un viaggio di solidarietà: si tratta del 46mo Viaggio solidale e le date sono 21 giugno – 9 luglio 2021, sarà in Perù con un programma ricchissimo! Partiamo dalla data il 21 giugno prossimo sono trentacinque anni che sono sacerdote, bene proprio in quella data la partenza: un’altra Diosincidencia non una coincidenza! Ed in Perù vado per Fondazione Santina ma ad inaugurare una parte del seminario di Puerto Maldonado nella Amazzonia peruviana, realizzata con la Caritas di Bergamo: Diosincidencia o coincidenza? Io penso che sia meraviglioso concludere venticinque anin di servizio con la Carità, ma ancora più bello ed entusiasmante inziare un’altra parte di vita con un gesto di Carità! E forse in questo mia madre Santina mi è più vicina ora di quando era in vita: strepitoso. Il viaggio poi proseguirà con l’intento di 10 nuove adozioni a distanza, l’incontro con bambini violentatti nella struttura protetta del SOS di Juliaca, dormirò a casa di Maritza una donna che ha perso un occhio a furia di botte del compagno e contre figli da tre uomni diversi, infine la visita al carcere di castigo di Challapalca dove a 5100 metri abbiamo realizzato un capo sportivo inaugurato il giorno di Natale 2016, il grande Dottor Berbenni ha tirato anche un calcio di rigore!. Significativo di questo viaggio non è solo la destinazione, ma forse ancora più simpatica la partenza: Milano Linate e non Roma Fiumicino,  e un’altra  Diosincidencia?  Il biglietto aerero di 655 euro già offerto dal mitico Gianfranco! Penso davvero che vi siano tantio e tanti motivi di commozione profonda e di ringraziamento a Dio. Come potete capire sono felice, sto scrivendo qui nella mia casetta di Via Arena 5 a Bergamo dove vi aspetto per un buon caffè.

 

E… non dimenticate anche il prossimo libretto, il primo dopo il 3 maggio 2021, che si intitola Ashur e riguarda il nostro amico iracheno. Dunque la collana #VoltiDiSperanza, non si ferma anzi sarà ancora di più effervescente. Pensate che il libretto Nicola da solo ha venduto attraverso Silvana ben 4000 copie. Vado verso la conclusione ringraziando dei nomi e dei volti, in questo passaggio Emanuele subito mi è stato vicino, ma poi Silvana con i suoi pranzi e cene davvero una sorella, che dire di Annalisa dove vado a cena questa sera, Silvia poi è diventata insostituibile nel gestire tutte le novità, ma Gianfranco e Paolo, Franca, Massimiliano, Roberto, Brunella e Maurizio e Luigi Pacini.

Tutti ad abbracciarmi pieni di felicità e a condividere con me questa nuova avventura: la forza di questi lunghi anni di ufficio è stata quella di costruire una comunità solidale che insieme all’unisono ha saputo affrontare sfide nuove e grandi a tutti loro va il mio abbraccio forte e la richiesta di preghiera, perché sapete che il segreto della nostra Associazione è quella di pregare insieme e durante la pandemia i nostri rosari zoom con più di ottanta persone da Messico, Perù, Brasile, Russia, Vietnam e Kenya sono davvero una grande prova che la Carità vera ha le radici nella preghiera. Dulcis in fundo devo ringraziare i miei amici preti e per preti significa preti veri, non è importante se uno è il Cardinale Comastri Angelo, importante che lui è stato il mio confessore, non è importante se è un Arcivescovo come Gianni d’Aniello, Nunzio a Mosca, oppure l’Arcivescovo Leopoldo Girelli, Nunzio in Vietnam, e poi altri preti veri: don Dario, Don Davide, don Lino, don Vittorio, don Mario, e il mitico Vescovo Francesco!

 

Dio sulla mia strada non mi ha messo mai amici che mi aiutassero a fare strada, ma a diventare santo e tra questi non posso dimenticare il Cardinale vietnamita Van Thuan oppure Padre Carlo Maria Martini, e Santina diceva: “Don gigi: tutti dobbiamo diventare Santi non importanti!” E spero che sia sempre il merito e non il successo a guidare la strada che intraprendo perché martini mi diceva che il Vangelo ha sempre merito, non sempre successo: spero che la mia vita sia secondo il Vangelo! Ed ora vi lascio alle parole di don Dario.

MONS. DARIO EDOARDO VIGANÒ ANNUNCIA CHE MONS. LUIGI GINAMI RIENTRERÀ IN DIOCESI DI BERGAMO E SI DEDICHERÀ ALLA PASTORALE E  CON MAGGIOR FORZA A FONDAZIONE SANTINA (RADIO MATER, TRASMISSIONE #VOLTIDISPERANZA LUNEDÌ 10 MAGGIO 2021 ORE 21.10)
Io sono un guerriero e troverò le forze. Lungo il tuo cammino sarò al tuo fianco mentre. Ti darò riparo contro le tempeste. E ti terrò per mano per scaldarti. sempre. Ecco le parole della canzone Il Guerriero di Mengoni; a proposito di guerrieri voglio dirvi una cosa, e cioè: noi in questi mesi, – molti di voi in tutti questi anni – hanno creato un amicizia, una condivisione, una progettualità con Fondazione Santina e Associazione Amici di Santina Zucchinelli legate a don Luigi Ginami. Sicuramente sapete che don gigi da 25 anni lavora in Segreteria di Stato in Vaticano nell’Ufficio Informazioni e Documentazione: cioè nella comunicazione strategica della Segreteria di Stato.

Bene, dopo tutti questi anni. ha deciso di tornare nella sua amata Bergamo, nella sua Chiesa diocesana dove ha ricevuto la Vita di Dio nel Battesimo e anche dove è stato ordinato sacerdote. Ritorna proprio perché vuole dedicarsi ancora meglio, ancora con maggior passione, alle opere di Carità e in particolare alla vita della Fondazione Santina. Non è un caso che tra poco, tornando definitivamente a Bergamo, inizierà la sua nuova vita pastorale con il quarantaseiesimo viaggio di solidarietà. E vi voglio annunciare che tale viaggio solidale sarà in Perù per conto di Fondazione Santina, ma insieme anche alla Diocesi, perché proprio la Caritas di Bergamo ha finanziato totalmente il rifacimento di una parte del Seminario di Puerto Maldonado nell’Amazzonia peruviana. Quindi don gigi è davvero un guerriero che decide di non staccarsi mai dalla passione del Vangelo e dalla necessità delle persone perché, appunto, come dice la Parola di Dio: “Non si può dire di amare dio che non vedi se non ami fratello che vedi!” Ecco don gigi ha deciso di fare questo e noi tutti siamo molto vicini a lui, anzi saremo ancora più vicini perché più facilmente avremo la possibilità di averelo con noi in Radio per qualche suo intervento, qualche racconto in presa diretta, e con lui, potremmo pensare molti altri nuovi progetti, altri interventi di Carità, sempre all’estero, perché proseguirà con maggior forza di Fondazione Santina! Tanti auguri al nostro caro don gigi

I. FONDAZIONE SANTINA E DIOCESI INSIEME PER UN SEMINARIO IN PERU’  (L’ECO DI BERGAMO 28 MAGGIO 2021 PAGINA 24)
L’edificio ristrutturato a Puerto Maldonado grazie a un finanziamento della Caritas bergamasca.
Parole di gratitudine da monsignor Ginami, tornato a Bergamo proprio in queste settimane dopo 25 anni di servizio presso l’ufficio informazioni e documentazione della Segretaria di Stato della Santa Sede: «Bergamo, che ha perso 6700 persone e 40 preti in questa terribile pandemia, non si è ripiegata sul proprio dolore, ma ha saputo aiutare altri luoghi del mondo: una piccola delegazione a fine giugno si recherà in Perù per inaugurare la nuova ala di questo seminario, che ora ha un po’ di Bergamo dentro di sè”.

Un nuovo progetto di Fondazione Santina e una collaborazione continua con la Diocesi Bergamo, all’insegna della solidarietà e del sostegno a chi è più debole e fragile. In Perù, a Puerto Maldonado, la onlus presieduta da monsignor Luigi Ginami, ha ristrutturato il seminario minore costruendo undici stanze con bagno. “Un progetto importante, nella foresta amazzonica: il vescovo ci ha chiesto di ristrutturare il seminario minore, rifacendo le stanzette dei ragazzi. Il numero dei seminaristi è esiguo, sono solo poco più di una decina – racconta monsignor Ginami -. Questa richiesta è stata particolarmente importante e bella per noi: in epoca Covid aiutare una diocesi per accogliere i ragazzi ha un grande significato e ha acquisito ancora più valore perché l’opera è stata finanziata dalla Caritas di Bergamo, un progetto che vede ancora insieme la nostra associazione con la Diocesi bergamasca in un territorio dove anche Papa Francesco si è recato». Parole di gratitudine da monsignor Ginami, tornato a Bergamo proprio in queste settimane dopo 25 anni di servizio presso l’ufficio informazioni e documentazione della Segretaria di Stato della Santa Sede: «Bergamo, che ha perso 6700 persone e 40 preti in questa terribile pandemia, non si è ripiegata sul proprio dolore, ma ha saputo aiutare altri luoghi del mondo: una piccola delegazione a fine giugno si recherà in Perù per inaugurare la nuova ala di questo seminario, che ora ha un po’ di Bergamo dentro di sè”.

Questo intervento non è il primo che vede Fondazione Santina e Diocesi di Bergamo insieme: nel 2015 a Xuy Xa, in Vietnam, è stato inaugurato un orfanotrofio costruito con l’aiuto del Centro Missionario Diocesano di Bergamo: «Un orfanotrofio parrocchiale che abbiamo completamente ricostruito, un progetto incredibile che ha dato un aiuto concreto a tantissimi bambini accolti in questo nuovo edificio dove abbiamo ristrutturato le camere, i servizi igienici, la cucina e il refettorio. Sempre qui ci siamo occupati dell’adozione a distanza di dieci bambini grazie all’aiuto e sostegno del delegato apostolico bergamasco monsignor Leopoldo Girelli».
Nel 2017, invece, la Diocesi di Bergamo ha portato il suo aiuto in Messico contribuendo a un altro progetto di grande impatto della Fondazione Santina: «Ad Acapulco, nello Stato di Guerrero, abbiamo costruito un memoriale in ricordo delle migliaia di vittime della violenza del narcotraffico in Messico: un colorato murales che avrà al suo fianco l’elenco delle migliaia di morti. Solo nel 2017, i decessi in Messico a causa delle violenze sono stati 29mila – continua monsignor Ginami -. Come Fondazione Santina crediamo molto in questa collaborazione con Bergamo e la sua Diocesi: lo stesso statuto dell’associazione, al suo articolo 7, prevede una particolare integrazione della fondazione con la Diocesi di Bergamo».
Fondazione che anche in epoca Covid non si è mai fermata. Il ricordo va allo scorso anno quando, per fronteggiare la tragedia del coronavirus, Fondazione Santina ha donato all’ospedale Papa Giovanni XXIII due ventilatori polmonari elettronici Falco 202 Evo per la terapia intensiva. Ma non solo: «In Kenya la nostra onlus, proprio nel 2020, ha finanziato la ricostruzione di un dormitorio bruciato per dolo a Mambrui: si trova a 16 chilometri da Malindi e oggi la struttura accoglie 120 bambini orfani e malati di Aids».

IL QUOTIDIANO DI BERGAMO NELLA MEDESIMA DATA HA PUBBLICATO LA NOTIZIA ANCHE NEL SITO  WEB E LA POTETE LEGGERE CLICCANDO QUESTO TITOLO

II. DON GIGI LASCIA LA SEGRETERIA DI STATO VATICANA PER DEDICARSI AI DISPERATI IN NOME DI MAMMA SANTINA (IL TEMPO, DIRETTORE FRANCO BECHIS 18.05.2021)
Ci sono persone dalla vita che ti sorprende, e raramente qualcuno mi ha sorpreso più di un sacerdote che conobbi assai giovane quando per la prima volta arrivai a dirigere il Tempo, nel lontano 2002. Don Luigi Ginami, un bergamasco incantato dal cardinale Carlo Maria Martini che chissà come era capitato a Roma alla segreteria di Stato del Vaticano, nell’ufficio informazioni e documentazione. Lì lavorava per l’informazione strategica del Papa- che allora era Giovanni Paolo II, e lì sarebbe rimasto per un quarto di secolo, preparando rassegne stampa internazionali anche per papa Benedetto XVI e per papa Francesco. Quando l’ho conosciuto era un monsignorino sempre sorridente e apparentemente fuori dal mondo, non privo di qualche ingenuità e stupore per quel che accadeva nel mondo. Ci sono persone dalla vita che ti sorprende, e raramente qualcuno mi ha sorpreso più di un sacerdote che conobbi assai giovane quando per la prima volta arrivai a dirigere il Tempo, nel lontano 2002. Don Luigi Ginami, un bergamasco incantato dal cardinale Carlo Maria Martini che chissà come era capitato a Roma alla segreteria di Stato del Vaticano, nell’ufficio informazioni e documentazione. Lì lavorava per l’informazione strategica del Papa- che allora era Giovanni Paolo II, e lì sarebbe rimasto per un quarto di secolo, preparando rassegne stampa internazionali anche per papa Benedetto XVI e per papa Francesco. Quando l’ho conosciuto era un monsignorino sempre sorridente e apparentemente fuori dal mondo, non privo di qualche ingenuità e stupore per quel che accadeva nel mondo. Passarono gli anni, lavorai in altri giornali e per la simpatia nata in quegli anni ci tenemmo in contatto a distanza. Fin quando una decina di anni don Gigi non fu travolto dalla lunga malattia e poi dalla scomparsa della mamma, Santina Zucchinelli. Scriveva agli amici parole commoventi, inviava video di quei mesi così duri eppure densi di esperienza e preghiera in un momento così difficile e infine tragico. La salita al cielo di mamma Santina trasformò l’uomo e il prete, e suscitò un vero miracolo: la nascita della Fondazione Santina onlus, accompagnata dalla Associazione degli amici di Santina Zucchinelli.

La memoria della mamma è diventata da quel giorno il motore della vita di don Gigi, che si è fatto in dieci in ogni parte del mondo per aiutare chi era più in difficoltà e realizzare grazie alla carità che ha saputo muovere in modo straordinario grandi e piccole opere del bene. Da Garissa, luogo della tragedia dell’odio religioso dove furono sterminati studenti cristiani da fondamentalisti islamici, e con la Fondazione Santina è riuscito a ricostruire la Chiesa, ai pozzi per l’acqua realizzati nei villaggi più sperduti dell’Africa, all’istituto per le adozioni a distanza messo in piedi per quelle povere famiglie del centro e Sud America sterminate dalle guerre dei signori della droga, fino alle fogne realizzate in Perù o agli asili nelle aree più povere del Vietnam. Ogni mese mi arrivavamo foto e appelli di don Gigi, e pure le cronache puntuali delle sue giornate in giro per il mondo. Grandi e piccole opere di bene. Ma l’opera principale era lui, il corpo di un prete non più monsignore che spogliato del clergyman che vestiva con tanta cura e coperto da qualche straccio, si era fatto compagnia e carità per gli ultimi del mondo. Ci siamo parlati di rado, ma ho fisse negli occhi le immagini di lui con in braccio il corpo di una donna martoriata e condannata a morte dall’Aids, uno scheletro con brandelli di pelle e muscoli ormai assenti, che portava in acqua per la gioia di un ultimo bagno e sul volto di lei sofferente si apriva un sorriso di gioia che valeva più della costruzione di molti asili. Ho visto don Gigi entrare nelle più terribili carceri sudamericane, dire messa di fronte ai più spietati e sanguinari narcos, poi abbracciarli e confessarli, con il prete che si inginocchiava e lavava loro i piedi. L’ho visto con bambini malati, denudati e disperati, ritrovare la luce negli occhi alla sua presenza. Ho visto giorno dopo giorno il miracolo di una vita che non avrei immaginato e di quello che può diventare quando diventa strumento della carità di Dio. Sì, don Gigi mi ha sorpreso e tante volte sono stato tentato di raccontarlo, temendo solo il suo pudore. Ogni mese mi arrivavamo foto e appelli di don Gigi, e pure le cronache puntuali delle sue giornate in giro per il mondo. Grandi e piccole opere di bene. Ma l’opera principale era lui, il corpo di un prete non più monsignore che spogliato del clergyman che vestiva con tanta cura e coperto da qualche straccio, si era fatto compagnia e carità per gli ultimi del mondo. Ci siamo parlati di rado, ma ho fisse negli occhi le immagini di lui con in braccio il corpo di una donna martoriata e condannata a morte dall’Aids, uno scheletro con brandelli di pelle e muscoli ormai assenti, che portava in acqua per la gioia di un ultimo bagno e sul volto di lei sofferente si apriva un sorriso di gioia che valeva più della costruzione di molti asili. Ho visto don Gigi entrare nelle più terribili carceri sudamericane, dire messa di fronte ai più spietati e sanguinari narcos, poi abbracciarli e confessarli, con il prete che si inginocchiava e lavava loro i piedi. L’ho visto con bambini malati, denudati e disperati, ritrovare la luce negli occhi alla sua presenza. Ho visto giorno dopo giorno il miracolo di una vita che non avrei immaginato e di quello che può diventare quando diventa strumento della carità di Dio. Sì, don Gigi mi ha sorpreso e tante volte sono stato tentato di raccontarlo, temendo solo il suo pudore.

III. DON GINAMI DOPO 25 ANNI LASCIA IL VATICANO PER LA DIOCESI DI BERGAMO E PER FONDAZIONE SANTINA (DAVIDE AGAZZI 06.05.2021)
Monsignor Ginami: “Sono riconoscente a Dio per la Carità che ho potuto svolgere durante questi anni ed il mio lungo servizio presso ufficio informazioni e documentazione della Segreteria di Stato”.
Monsignor Luigi Ginami, sacerdote bergamasco da 25 anni impegnato in delicati incarichi alla Santa Sede a Roma, torna in terra bergamasca.

Redazione Bergamonews
“Con il cuore pieno di gioia ti annuncio che in data 1 luglio 2021 rientrerò nella mia Diocesi di Bergamo per un bellissimo nuovo incarico e per seguire con ancor più passione Fondazione Santina e l’ Associazione! Sono felicissimo e senza il minimo rimpianto per il servizio che termino. Sono riconoscente a Dio per la Carità che ho potuto svolgere durante questi anni ed il mio lungo servizio presso ufficio informazioni e documentazione della Segreteria di Stato”.

 

 

IV. BUONA STRADA DON GIGI!”. GINAMI LASCIA LA SEGRETERIA DI STATO, FARÀ IL PRETE A TEMPO PIENO (SALVATORE IZZO IL FARO DI ROMA 07.05.2021)
Un sacerdote unanimemente stimato della Curia Romana lascia il Vaticano dopo 25 anni di onorato servizio. È don Luigi Ginami, che da tempo era all’ufficio comunicazione della Segreteria di Stato, ovvero l’organismo che rappresenta l’interfaccia della Sala Stampa e dei media vaticani, che lì attingono normalmente le informazioni. Ruolo delicatissimo svolto senza mai compiere gaffe e senza sbavature. Don Ginami con i giornalisti – con molti dei quali è molto amico – parlava solo delle opere benefiche della Fondazione Santina, intitolata alla sua straordinaria mamma, una donna non ricca che pure è stata capace di fare un mondo di bene, cominciando dal suo prossimo a Bergamo, aiutando le badanti, per poi estendere il movimento di solidarietà nato dal suo cuore semplice all’Africa, all’Asia e all’America Latina, sempre accompagnata da suo figlio prete. Facendo del bene in giro per il mondo, don Gigi si è guadagnato la stima di tanti vescovi e nunzi apostolici tanto che più volte delle sue iniziative ha parlato anche Papa Francesco nei suoi viaggi apostolici.

Tutto questo don Gigi non lo ha mai utilizzato per fare carriera. “Con il cuore pieno di gioia ti annuncio che in data 1 luglio 2021 rientrerò nella mia Diocesi di Bergamo per un bellissimo nuovo incarico e per seguire con ancor più passione Fondazione Santina e l’ Associazione! Sono felicissimo e senza il minimo rimpianto per il servizio che termino. sono riconoscente a Dio per la Carità che ho potuto svolgere durante questi anni ed il mio lungo servizio presso ufficio informazioni e documentazione della segreteria di stato. Ti attendo a Bergamo per un buon caffè e una cena in Piazza Vecchia”, ha scritto agli amici romani, giornalisti e non solo.
A voce don Gigi ci ha poi spiegato: “vorrei far sapere quanto sono felice di qursta opportunità di cambiamento che mi farà essere piu disponibile per i poveri, sono loro l’eredità che mi ha lasciato Santina”.

Con il Cardinale alla fine del Conclave per l’elezione di Benedetto XVI

L’esempio del cardinale Martini
Non e la prima volta del resto che a Ginami la Provvidenza si appalesa con proposte insufite come quella di impacchettsre tutto da un giorno all’altro e lasciare la Santa Sede testimoniando che un prete non deve mai essere attaccato alla poltrona. “Don Gigi, te la sentiresti di venire in Conclave con me?”. Anche nel 17 anni fa don Ginami, non era preparato all’invito del cardinale Martini pure se aveva diviso con lui anni intensi da quando, ancora studente, ha conosciuto l’arcivescovo di Milano e ne è rimasto affascinato. Così il prete bergamasco si è trovato a vivere un’esperienza unica accanto a un personaggio unico: l’uomo che non desiderò essere Papa. “Era il 24 marzo 2004. Avevo deciso di svolgere gli esercizi spirituali a Gerusalemme col cardinale Martini. Si parlava del Papa malato, invaso dal Parkinson.

È stato allora che il cardinale mi ha chiesto se me la sentivo di fargli da segretario a Roma, in vista di un Conclave che appariva ormai certo. Sono rimasto folgorato. Sono corso a pregare al Santo Sepolcro e al ritorno ho dato la mia disponibilità. L’anno dopo abbiamo fatto Pasqua insieme. Avevo portato mia mamma. Il cardinale le disse: ‘Ho chiesto a don Gigi di farmi da segretario a Roma’. ‘Ma sarà capace?’, era stata la risposta della madre apprensiva come tutte le madri. “Arrivati a Roma – ha raccontato Ginami – ci hanno informato che Giovanni Paolo II si era aggravato. Il 2 aprile è morto”. “Ho accompagnato il cardinale fino alla soglia e l’ho atteso all’uscita. Prima che entrasse ci siamo scambiati un abbraccio”. All’uscita era molto sorridente”. Dopo quell’esperienza, don Gigi ha seguito l’esempio di Martini nel distacco dal carrierismo e da ogni bene materiale, e come faceva l’anziano cardinale si rifugia appena può in Terra Santa, dove ha una piccola casa e dove è ora sotterrata la persona che aveva più cara, la sua mamma Santina. Martini e Santina vegliano ora sulle strade nuove che don Gigi intraprenderà, sulla pastorale che è chiamato a svolgere a Bergamo, e sui suoi viaggi della carità: è appena rientrato dall’Iraq dive ha portato aiuti per la ricostruzione e si prepara ad abdsre in Perù per inaugurare un seminario.
Buona strada don Gigi!

V. DAL VATICANO ALLA DIOCESI DI BERGAMO, LA NUOVA VITA DI MONSIGNOR LUIGI GINAMI (GIULIA CERQUETI – FAMIGLIA CRISTIANA 07.05.2021)
Dopo 25 anni di servizio presso l’ufficio informazioni e documentazione della Segretaria di Stato della Santa Sede, don Gigi – come lui ama farsi chiamare – tornerà nella sua città di origine e si dedicherà a tempo a pieno ai progetti solidali della Fondazione Santina Onlus da lui creata e presieduta
di Giulia Cerqueti

«Con il cuore pieno di gioia ti annuncio che in data 1 luglio 2021 rientrerò nella mia Diocesi di Bergamo per un bellissimo nuovo incarico e per seguire con ancor più passione Fondazione Santina e l’ Associazione! Sono felicissimo e senza il minimo rimpianto per il servizio che termino. Sono riconoscente a Dio per la Carità che ho potuto svolgere durante questi anni ed il mio lungo servizio presso ufficio informazioni e documentazione della Segreteria di Stato. Ti attendo a bergamo  per un buon caffè e una cena in piazza Vecchia». Con questo messaggio, inviato ai suoi amici, fra i quali tanti giornalisti, monsignor Luigi Ginami ha annunciato la fine del suo servizio, dopo 25 anni, presso la Santa Sede e l’inizio, a breve, di una nuova avventura pastorale ed ecclesiale. Don Gigi – come lui preferisce essere chiamato – tornerà a casa sua, a Bergamo, nella diocesi guidata da monsignor Francesco Beschi. Una città alla quale è sempre rimasto legato: un rapporto vissuto in modo molto piu profondo, viscerale, sofferto nel periodo della pandemia, che nella prima fase ha travolto Bergamo in modo tragico. Don Gigi lascia il Vaticano con la gioia nel cuore, felice di ciò che ha dato e ricevuto in questo quarto di secolo. «Ho vissuto questi 25 anni presso l’ufficio informazioni della Santa Sede in pienezza e con entusiasmo. Ho avuto il privilegio di affacciarmi a una grande finestra sul mondo, essere a stretto contatto con la stampa, conoscere tanti giornalisti italiani e stranieri, con molti dei quali è nata una bella amicizia». Alcuni di loro sono stati anche coinvolti nei suoi instant book solidali, i libretti della collana Volti di speranza (Edizioni Messaggero Padova) che don Gigi realizza come resoconti puntuali, in presa diretta, dei suoi viaggi di solidarietà in giro per il mondo con la Fondazione Santina Onlus, e che sono diventati anche preziosi strumenti di catechesi nelle parrocchie. 

Ed è alla Fondazione Santina, da lui creata e presieduta, intitolata a sua madre Santina Zucchinelli, che don Gigi si dedicherà a tempo pieno nel prossimo futuro. Nel suo orizzonte c’è l’impegno anima e corpo nella solidarietà, essenza della sua vocazione sacerdotale. La Fondazione è impegnata in progetti solidali – adozioni a distanza, aiuti concreti a famiglie e comunità, sostegno alle parrocchie locali – in vari Paesi del mondo – dal Brasile al Kenya fino al Vietnam – e anche in Italia (da Bergamo alla Calabria). Lo scorso aprile don Ginami è andato in Iraq per il suo 45° viaggio solidale.  Sacerdote instancabile, pieno di idee e di energia inesauribile, don Gigi è autore di diversi libri, tra i quali Dove i cristiani muoiono e Grecia e le altre (scritto con la vaticanista messicana Valentina Alazraki) pubblicati da Edizioni San Paolo. In questi anni il sacerdote non si è mai fermato, ha sempre raggiunto le periferie del mondo, calandosi nelle realtà segnate da fame, povertà, disperazione con straordinaria umanità ed empatia. Del resto, per capire chi è monsignor Ginami, più che le parole basta una fotografia: uno scatto che lo ritrae vestito in talare filettata, piegato a sollevare la ruota danneggiata di un camioncino sulle Ande peruviane. Don Gigi ride nel ripensare a quell’ immagine: «Eravamo in Perù, stavamo andando all’inagurazione di una chiesa, San Michele Arcangelo, in un piccolo villaggio sulle sponde del lago Titicaca, a 4.100 metri di altitudine. Ad un certo punto, lungo il percorso, una ruota del camioncino è andata fuori strada e siamo rimasti bloccati. Così anche io, già tutto pronto per la celebrazione della messa, sono sceso e ho aiutato a sollevare la ruota. In quel momento mi hanno scattato la foto». Sacerdote sul campo, in mezzo alla gente, in Perù don Gigi tonerà presto: il prossimo viaggio solidale è fissato a giugno e lui non vede l’ora di partire:  «Andrò a inaugurare una parte del nuovo seminario di Puerto Maldonado con il sostegno della Caritas diocesana di Bergamo».

VI. DON GIGI, MONSIGNORE CON LO ZAINO IN SPALLA, DOPO 25 ANNI LASCIA IL VATICANO E TORNA A BERGAMO (DI FRANCA GIANSOLDATI IL MESSAGGERO E IL MATTINO 09.05.2021)
Città del Vaticano – Ha realizzato pozzi per l’acqua potabile in Africa, fognature negli slum peruviani, un asilo in una zona poverissima del Vietnam, istituito centinaia di adozioni a distanza per sostenere famiglie messicane decimate dai narcos, ha ricostruito la chiesa a Garissa violentata dai terroristi islamici, ha salvato decine di bambine keniote dal destino della infibulazione e regalato macchinari per la respirazione da usare nell’ospedale di Bergamo durante la prima ondata di Covid. E’ lunghissino l’elenco delle cose che ha realizzato don Luigi Ginami mentre lavorava in Vaticano. 

Ora, dopo 25 anni di servizio ai piani alti della Santa Sede, questo prete di origine bergamasca torna nella sua diocesi di origine, Bergamo, per dedicarsi totalmente alla Fondazione Santina da lui fondata. Una organizzazione umanitaria  che prende il nome della defunta madre, grazie alla quale ha potuto realizzare nel mondo più di trenta microprogetti in zone desolate. Slum, villaggi di frontiera, aree ad alto rischio di criminialità. Zaino in spalla, pochi oggetti dentro, il vangelo e il biglietto dell’aereo di ritorno. Don Gigi prima di ogni viaggio raccoglieva denaro necessario per il progetto vendendo nelle parrocchie e on line i libri da lui scritti sulle sue imprese (spesso rischiose) di prete di strada, un po’ globe trotter un po’ diplomatico. E’ così che don Gigi Ginami, in questi ultimi dieci anni, è riuscito a potare a termine decine di progetti, alternando il lavoro d’ufficio in Segreteria di Stato e le missioni mentre era in ferie. Poi quando tornava a Roma e riprendeva il clergyman e la vita del funzionario vaticano, spesso sperimentando anche i malanni del viaggiatore, febbri improvvise, un inizio di malaria, persino morsi di animali velenosi.

L’annuncio del ritorno a Bergamo è stato dato con un messaggio social, sull’account della Fondazione Santina: «Con il cuore pieno di gioia ti annuncio che in data 1 luglio 2021 rientrerò nella mia Diocesi di Bergamo per un bellissimo nuovo incarico e per seguire con ancor più passione Fondazione Santina e l’ Associazione! Sono felicissimo e senza il minimo rimpianto per il servizio che termino. Sono riconoscente a Dio per la Carità che ho potuto svolgere durante questi anni ed il mio lungo servizio presso ufficio informazioni e documentazione della Segreteria di Stato. Ti attendo a Bergamo  per un buon caffè e una cena in piazza Vecchia».  Don Gigi è contento di tornare casa. «Ho avuto il privilegio di affacciarmi a una grande finestra sul mondo, essere a stretto contatto con la stampa, conoscere tanti giornalisti italiani e stranieri, con molti dei quali è nata una bella amicizia».

Valentina Alazraki – Don gigi – Franca Giansoldati per la festa di compleanno di Valentina e gigi

Alcuni di loro sono stati anche coinvolti nei suoi instant book solidali, i libretti della collana Volti di speranza (Edizioni Messaggero Padova) realizzati come resoconti puntuali, in presa diretta, dei suoi viaggi di solidarietà in giro per il mondo e diventati anche preziosi strumenti di catechesi nelle parrocchie.  Ed è alla Fondazione Santina, da lui creata e presieduta, intitolata a sua madre Santina Zucchinelli, che don Gigi si dedicherà a tempo pieno nel prossimo futuro. Del resto, per capire chi è monsignor Ginami, più che le parole basta una fotografia: uno scatto che lo ritrae vestito in talare filettata, piegato a sollevare la ruota danneggiata di un camioncino sulle Ande peruviane. Don Gigi ride nel ripensare a quell’ immagine: «Eravamo in Perù, stavamo andando all’inagurazione di una chiesa, San Michele Arcangelo, in un piccolo villaggio sulle sponde del lago Titicaca, a 4.100 metri di altitudine. Ad un certo punto, lungo il percorso, una ruota del camioncino è andata fuori strada e siamo rimasti bloccati. Così anche io, già tutto pronto per la celebrazione della messa, sono sceso e ho aiutato a sollevare la ruota. In quel momento mi hanno scattato la foto». Il prossimo viaggio è a Puerto Maldonado dove andrà a controllare che il nuovo seminario sia alle battue finali, un progetto finanziato con il sostegno della Caritas diocesana di Bergamo. Puerto Maldonado è la porta della foresta amazzonica peruviana, un luogo estremo che ha visitato anche Papa Francesco 5 anni fa.

VII. ASÍ ES EL PADRE GIGI: UNA VIDA DEDICADA A TRABAJAR EN EL VATICANO Y QUE AHORA ENTREGA A LOS MÁS NECESITADOS (COPE ESPANA POR SANTIAGO TEDESCHI PRADES 19.05.21)
Este sacerdote de Bérgamo vuelve a su diócesis de origen para dedicarse totalmente a la Fundación Santina que él mismo fundó para ayudar a los más vulnerables en todo el mundo
Padre Gigi ha trabajado 25 años en Vaticano, pero siempre se ha sentido una pieza de esas periferias del mundo del que Papa Francisco ha insistido desde el comienzo de su pontificado. A Padre Gigi se le ha podido ver en África construyendo pozos de agua potable, construyendo guarderías para niños en zonas muy pobres de Vietnam, organizando adopciones a distancia para apoyar a las familias mexicanas golpeadas por los narcos, reconstruyendo iglesias destruidas por terroristas islámicos y, por último, ayudando a su ciudad, Bérgamo, fuertemente golpeada durante la primera ola de la covid-19. La lista podría seguir y seguir y quizás no terminar nunca.Después de 25 años trabajando en la Santa Sede, este sacerdote de Bérgamo vuelve a su diócesis de origen para dedicarse totalmente a la Fundación Santina que él mismo fundó. Una Asociación humanitaria que lleva el nombre de su madre, gracias a la cual ha podido llevar a cabo más de treinta microproyectos en zonas desoladas de todo el mundo. Barrios marginales, aldeas fronterizas, zonas con alto riesgo de delincuencia.El anuncio del regreso a su ciudad lo dio él mismo, con un mensaje en las redes sociales de la Fundación Santina: “Con el corazón lleno de alegría, anuncio que el 1 de julio de 2021 regresaré a mi Diócesis de Bérgamo para una nueva misión y para seguir trabajando con la Fundación Santina y la Asociación con más pasión que nunca! Agradezco a Dios el trabajo que he podido realizar durante estos años y mi largo servicio en la oficina de información y documentación de la Secretaría de Estado. Espero verte en Bérgamo para tomar un buen café y cenar en Piazza Vecchia”
‘Aleluya’ ha podido hablar con Padre Gigi Ginami que, tras 25 años trabajando en el Vaticano, está preparado para una nueva etapa de su vida, ayudando a los más vulnerables, como no ha parado de hacer durante todos estos años.

Padre Gigi Ginami, 25 años trabajando en la Oficina de Información y Documentación de la Secretaría de Estado en el Vaticano, imagino que es imposible decir lo que te llevas a casa después de todos estos años, pero si te paras a pensar un momento, ¿hay algo que te gustaría compartir con nosotros después de todos estos años?
Seguramente estoy contento de haber hecho un excelente trabajo con las nunciaturas apostólicas y con el Boletín del Vaticano que sale todos los días a las doce de la mañana. Durante muchos años de mi vida, haber organizado la comunicación de la Secretaría de Estado ha sido fascinante, realmente un trabajo muy bonito y he podido vivir la emoción de la universalidad de la Iglesia. Conocer y estudiar, cada mañana, los proyectos y los programas de las distintas Conferencias Episcopales y de la Santa Sede.
Ha sido un curso de formación permanente durante 25 años. Ahora salgo de la Secretaría de Estado con el alma llena de alegría por lo que he hecho, agradeciendo muchísimo al Papa Francisco y a mis superiores por cómo me han tratado durante todos estos años. Es verdad que, junto a este trabajo en el Vaticano, nació esta Fundación Santina con la que trabajo las 24 horas del día.
Y ahora vuelves a casa, a la diócesis de Bérgamo, para seguir trabajando con esta misma Fundación Santina. ¿Cuándo empezó esta aventura y cuál es su objetivo?
Antes de todo me gustaría decir que estamos presentes en Latinoamérica, en México, Perú y Brasil y, a través de esta entrevista, me gustaría transmitir, a los peruanos y mexicanos que me conocen, mi saludo y dar la noticia, con alegría, que podré comprometerme aún más con ellos en este trabajo. América Latina está en mi corazón.
Para los españoles que no conocen esta Fundación les puedo decir que, tras la muerte de mi madre Santina en 2012, nació esta Fundación que ha creado una red de atención a las periferias y a los pobres en varios países del mundo.
Este trabajo con la Fundación no me impidió, durante todos estos años, trabajar en la Secretaría de Estado en el Vaticano. Al contrario, hizo que ese trabajo se volviese más apasionado porque un sacerdote debe sentir donde late su corazón, y mi corazón era para los excluidos y los marginados, atado a la carne de Jesús que para mí son los pobres. Cuando viajo por todo el mundo ayudando a los pobres me siento en casa y, en cuanto me ofrecieron la oportunidad de dedicarme al completo a esta Fundación y en mi diócesis fue una gran alegría para mí. Cuando uno decide ser sacerdote elige a las personas y elige a los pobres.
El Papa, desde el inicio de su pontificado, siempre ha hablado de acercarse a las periferias del mundo. ¿Podemos decir que este es tu día a día con la Fundación?
Es exactamente eso y me gustaría darles un ejemplo. Si algún amigo del Perú nos escucha seguramente conocen la prisión de Challapalca donde a 5100 metros están los peores criminales. Nosotros llegamos allí y construimos un campo de fútbol y también estamos presentes en México donde viven los peores narcos del país.
Allí visito las familias afectadas por los narcos y lo hago con mucha fuerza y así trabajo en todas las partes del mundo que intento ayudar. Estas cosas llenan el corazón de un sacerdote y lo hacen feliz, lo hacen sentir realizado. Estoy convencido de lo que nos dice el Papa Francisco sobre las periferias del mundo, los pobres son la carne de Jesús.
Has viajado con tu madre durante 7 años, ¿qué aprendiste durante todos esos viajes?
Antes de todo aprendí que es más importante agregar vida a los días que días a la vida. Siempre nos preocupamos sobre cómo podemos llegar a vivir 100 años y se nos olvida vivir bien, hoy, este día que estamos viviendo. Viajar con mi madre era una apuesta porque era una mujer a la que tenías que atender las 24 horas, estaba en silla de ruedas.
Todos veían a ella como una mujer frágil, que pasó por muchas intervenciones quirúrgicas, llena de cicatrices y que sufrió mucho durante toda su vida. Pero esa mujer me hizo pensar mucho. Cuando la veía en Kenia o Brasil teniendo en sus brazos a un niño que estaba muriendo de hambre, sentía que, a pesar del dolor que estaba viviendo, no podía evitar ayudar al niño y es precisamente ese dolor el que abrió mi cabeza al mundo.
También tuve problemas: en México me encontré una bala en mi coche y una carta que decía: “Padre, México será tu tumba”. Tengo una foto con la bala en la mano para recordarme que donde sufres debes sentir miedo.
Pensando en los próximos años, ¿cuál es tu sueño para el futuro?
Mi sueño es seguir trabajando con esta fundación en un territorio tan bonito como es el de mi diócesis y que se pueda convertir en una forma de catequesis en las distintas parroquias. Y luego seguir profundizando en la idea de que no se ayuda a los pobres, sino que los pobres te ayudan y gracias a esta ayuda que ellos nos dan, nace la solidaridad que no significa otra cosa que todos somos iguales.

VIII. PRO ECCLESIA ET PONTIFICE. ONORIFICENZA PER MONS. GINAMI CHE LASCIA LA SEGRETERIA DI STATO DOPO 25 ANNI (FARODIROMA 30 MAGGIO 2021)

 

Un attestato di stima e la conferma dei meriti acquisiti in 25 anni di servizio. Questo è il significato dell’onorificenza Pro Ecclesia et Pontifice conferita a mons. Luigi Ginami, il presidente della Fondazione Santina Onlus, che torna alla diocesi di origine, quella di Bergamo, per dedicarsi a tempo pieno alle opere di carità. Introdotta da Papa Leone XIII il 17 luglio 1888 con la lettera apostolica Quod Singulari Dei Concessu, per commemorare il suo cinquantesimo anniversario di sacerdozio, questa onorificenza inizialmente venne conferita a chi avesse aiutato e promosso, o collaborato attraverso altri mezzi, il suo giubileo. Oggi viene conferita sia a quei laici (uomini e donne) che a quei ecclesiastici che si distinguono per il loro servizio verso la Chiesa e la persona del Romano Pontefice.

IX. الأب جيجي يغادر سكرتاريا الفاتيكان ليكرّس نفسه للبائسين بإسم الأم 
una sorpresa che mi commuove, anche in Medio Oriente è giunta la notizia che lascio la Segreteria di Stato per un più forte impegno nella Carità con Fondazione Santina: davvero il Signore mi conforta ed incoraggia su questo cammino! 

X. UNA VITA FATTA NON DI COINCIDENZE MA DI “DIOINCIDENZE”  DI VIK VAN BRANTEGEM (KORAZYM.ORG 8 GIUGNO 2021)
Mons. Luigi Ginami dal 1° luglio 2021 lascia il suo incarico presso l’Ufficio Informazioni e Documentazione della Segreteria di Stato, per vivere il suo sacerdozio ancora più dedicato alla solidarietà. Rientra nella sua Diocesi di Bergamo per un bellissimo nuovo incarico e per seguire con ancor più passione, dedicandosi a tempo pieno nel prossimo futuro alla Fondazione Santina, da lui creata e presieduta, e all’Associazione Amici di Santina Zucchinelli, intitolate alla sua mamma. Mons. Ginami lascia il servizio alla Santa Sede “con il cuore pieno di gioia”. Lo ha annunciato con un breve messaggio WhatsApp: «Sono felicissimo e senza il minimo rimpianto per il servizio che termino. Sono riconoscente a Dio per la Carità che ho potuto svolgere durante questi anni ed il mio lungo servizio». È felice di ciò che ha potuto dare e di ciò che ha ricevuto: «Ho vissuto questi 25 anni presso l’ufficio informazioni della Santa Sede in pienezza e con entusiasmo. Ho avuto il privilegio di affacciarmi a una grande finestra sul mondo, essere a stretto contatto con la stampa, conoscere tanti giornalisti italiani e stranieri, con molti dei quali è nata una bella amicizia». Ai vaticanisti suoi amici, Don Gigi (come preferisce di essere chiamato) ha spiegato a voce, dando testimonianza che un prete non deve mai essere attaccato alla poltrona: «Vorrei far sapere quanto sono felice di questa opportunità di cambiamento, che mi farà essere più disponibile per i poveri. Sono loro l’eredità che mi ha lasciato Santina». Alcuni di questi giornalisti sono stati anche coinvolti nei suoi instant book solidali della collana #VoltiDiSperanza (Edizioni Messaggero Padova), che Don Gigi realizza come resoconti puntuali, in presa diretta, dei suoi viaggi di solidarietà in giro per il mondo e per l’Italia, che sono diventati anche preziosi strumenti di catechesi nelle parrocchie. Ricordiamo Dove i cristiani muoiono e Grecia e le altre (scritto con la vaticanista messicana di Televisa Valentina Alazraki) pubblicati da Edizioni San Paolo. Pensiamo al libretto Nicola (scritto con il vaticanista di Rai Tg2 Enzo Romeo) pubblicato da Edizioni Messaggero Padova[Calabria. “Tanto si ammazzano tra di loro”. Convivere o denunciare, il punto del non ritorno – 23 gennaio 2021]. Il prossimo libretto, il primo dopo il 3 maggio 2021, sarà Ashur, riguarda un amico iracheno della Fondazione Santina. Dunque la collana #VoltiDiSperanza, non si fermerà, anzi sarà ancora di più effervescente. Sulla notizia di questo suo ritorno nella città alla quale è sempre rimasto legato, un rapporto che ha vissuto in modo più profondo e sofferto a causa della pandemia, che ha travolto Bergamo in modo tragico, Mons. Ginami ha parlato nella Newsletter mensile della Fondazione Santina: «Naturalmente potete immaginare che questo cambio è un avvenimento importante della mia vita, che non si può improvvisare in 5 minuti! Bene, questo radicale cambio è stato preceduto, accompagnato e seguito proprio dalla Carità che Fondazione Santina e la nostra Associazione opera. Questo ha dell’incredibile! Davvero, direbbe Valentina Alazraki, che mi è tanto vicina: è una Diosincidencia non una coincidenza!


«Sapete l’ultima cosa che ho fatto in Segreteria di Stato prima del 3 maggio 2021 alle ore 12? Non una importante pratica di ufficio, non un Bollettino alle Nunziature Pontificie: nulla di tutto questo, ma l’ultima cosa che ha fatto Fondazione Santina insieme e grazie alla mia Diocesi di Bergamo è stato trovare un appartamento per due persone in situazione di precarietà immigrati. Sono così orgoglioso e felice di questo che neppure immagiate: una gioia profonda, grande che nessuno mi potrà togliere, ricordare per sempre l’ultimo gesto fatto con voi e con Fondazione Santina. Proprio qui a Bergamo fino a venerdì sera 30 aprile 2021 abbiamo impiegato tempo per queste due persone: trovato appartamento, un simbolico affitto da pagare mensilmente, Franca Fontana ha pensato a trovare piatti, stoviglie, posate, coperte, cuscini… la Dottoressa Silvana Bonzanni con me è venuta a vedere l’appartamento ha incontrato più volte i nostri due amici e a nome di Fondazione Santina ha dato a loro un piccolo contributo simbolico. «Non è meraviglioso tutto ciò? E tutto ciò grazie a voi, alla vostra bontà e generosità! L’ultimo gesto svolto come Officiale della Segreteria di Stato un gesto di carità, ma notate bene: non mio! Ma tutto nostro, questo è stupendo. La Carità non si fa da soli, ma la Carità si fa sempre insieme: ognuno mette un po’ ed insieme si ricava tanto, ma tanto davvero come una cifra di Euro 1.600.000 di questi anni, Santina è morta con 20 euro in tasca ed oggi guardate il capitale che ha fatto fruttare.
«Se questo è l’ultimo gesto compiuto in Segreteria di Stato prima del 3 maggio 2021 alle ore 12, lo stupore continua nel dirvi che il primo nuovo gesto che insieme vivremo è un viaggio di solidarietà: si tratta del 46° Viaggio solidale e le date sono 21 giugno – 9 luglio 2021, sarà in Perù con un programma ricchissimo! Partiamo dalla data. Il 21 giugno prossimo sono trentacinque anni che sono sacerdote, bene proprio in quella data la partenza: un’altra Diosincidencia non una coincidenza! Ed in Perù vado per Fondazione Santina ma ad inaugurare una parte del seminario di Puerto Maldonado nella Amazzonia peruviana, realizzata con la Caritas di Bergamo: «Diosincidencia o coincidenza? Io penso che sia meraviglioso concludere venticinque anni di servizio con la Carità, ma ancora più bello ed entusiasmante iniziare un’altra parte di vita con un gesto di Carità! E forse in questo mia madre Santina mi è più vicina ora di quando era in vita: strepitoso. «Il viaggio poi proseguirà con l’intento di 10 nuove adozioni a distanza, l’incontro con bambini violentati nella struttura protetta del SOS di Juliaca, dormirò a casa di Maritza, una donna che ha perso un occhio a furia di botte del compagno e con tre figli da tre uomini diversi, infine la visita al carcere di castigo di Challapalca, dove a 5.100 metri abbiamo realizzato un capo sportivo inaugurato il giorno di Natale 2016. Il grande Dottor Berbenni ha tirato anche un calcio di rigore!
«Significativo di questo viaggio non è solo la destinazione, ma forse ancora più simpatica la partenza: Milano Linate e non Roma Fiumicino, e un’altra Diosincidencia? Il biglietto aereo di 655 euro già offerto dal mitico Gianfranco! Penso davvero che vi siano tanti e tanti motivi di commozione profonda e di ringraziamento a Dio. Come potete capire sono felice, sto scrivendo qui nella mia casetta di Via Arena 5 a Bergamo dove vi aspetto per un buon caffè.
«E… non dimenticate anche il prossimo libretto, il primo dopo il 3 maggio 2021, che si intitola Ashur e riguarda il nostro amico iracheno. Dunque la collana #VoltiDiSperanza, non si ferma anzi sarà ancora di più effervescente. Pensate che il libretto Nicola da solo ha venduto attraverso Silvana ben 4.000 copie.
«Vado verso la conclusione ringraziando dei nomi e dei volti. In questo passaggio Emanuele subito mi è stato vicino, ma poi Silvana con i suoi pranzi e cene davvero una sorella, che dire di Annalisa dove vado a cena questa sera, Silvia poi è diventata insostituibile nel gestire tutte le novità, ma Gianfranco e Paolo, Franca, Massimiliano, Roberto, Brunella e Maurizio e Luigi Pacini: Tutti ad abbracciarmi pieni di felicità e a condividere con me questa nuova avventura: la forza di questi lunghi anni di ufficio è stata quella di costruire una comunità solidale che insieme all’unisono ha saputo affrontare sfide nuove e grandi. A tutti loro va il mio abbraccio forte e la richiesta di preghiera, perché sapete che il segreto della nostra Associazione è quella di pregare insieme e durante la pandemia i nostri rosari zoom con più di ottanta persone da Messico, Perù, Brasile, Russia, Vietnam e Kenya sono davvero una grande prova che la Carità vera ha le radici nella preghiera.
«Dulcis in fundo devo ringraziare i miei amici preti e per preti significa preti veri, non è importante se uno è il Cardinale Angelo Comastri, importante che lui è stato il mio confessore, non è importante se è un Arcivescovo come Gianni d’Aniello, Nunzio a Mosca, oppure l’Arcivescovo Leopoldo Girelli, Nunzio in Vietnam, e poi altri preti veri: Don Dario, Don Davide, Don Lino, Don Vittorio, Don Mario, e il mitico Vescovo Francesco! Dio sulla mia strada non mi ha messo mai amici che mi aiutassero a fare strada, ma a diventare santo e tra questi non posso dimenticare il Cardinale vietnamita Văn Thuận, oppure Padre Carlo Maria Martini, e Santina diceva: “Don Gigi: tutti dobbiamo diventare Santi non importanti!” E spero che sia sempre il merito e non il successo a guidare la strada che intraprendo perché martini mi diceva che il Vangelo ha sempre merito, non sempre successo: spero che la mia vita sia secondo il Vangelo!»

XI. UMA VIDA DE DEICACAO  AO PROXIMO DO PADRE LUIGI GINAMI (CANCAONOVA.COM 9 GIUGNO 2021)
(Texto traduzido do original em italiano / Autoria: Giulia Cerqueti – Famiglia Cristiana)

 

Padre Luigi Ginami é natural de Bérgamo, um sacerdote que, vivendo em Roma, passou a trabalhar na Secretaria de Estado do Vaticano, no escritório de informações e documentação.
Ali, trabalhava com as informações estratégicas do Papa, que, naquele tempo, era João Paulo II. E permaneceu por um quarto de século preparando textos para a imprensa internacional, servindo também durante todo o pontificado do Papa Bento XVI e parte do pontificado do Papa Francisco. Padre Ginami passou por um período de exigência de fé quando sua mãe, Santina Zucchinelli, passou por uma enfermidade grave. O sacerdote escrevia aos amigos palavras comoventes, enviava vídeos daqueles meses tão difíceis, mas também cheios de experiências e oração em um momento duro e, por fim, trágico com a ida para o céu de sua mãe. Esta experiência transformou o homem e o padre, e suscitou um verdadeiro milagre: o nascimento da “Fundação Santina”, acompanhada da associação dos amigos de Santina Zucchinelli. A memória da mãe se tornou, daquele momento em diante, o motor da vida de padre Gigi (como gosta de ser chamado), que se dedicou a ajudar os mais necessitados das diversas partes do mundo, aqueles que estavam com mais dificuldades, realizando, graças à caridade que soube mover de modo extraordinário, grandes e pequenas obras de bem.

Uma vida de dedicação ao próximo do padre Luigi GinamiAjudou, por exemplo, a reconstruir igrejas em Garissa, lugar da tragédia do ódio religioso e onde foram exterminados estudantes cristãos pelos fundamentalistas islâmicos. Construiu também poços de água nos vilarejos mais distantes da África. Também o instituto para adoção a distância que foi criado para ajudar pobres famílias da América Central e do Sul, tantas destas famílias atingidas pelos cartéis da droga. Ajudou ainda a construir o sistema sanitário no Peru e asilos nas áreas mais pobres do Vietnã.

E depois de 25 anos, padre Gigi deixou a secretaria de Estado do Vaticano, colocando-se à disposição da sua Diocese de Bérgamo, de onde, com mais liberdade, vai poder continuar a acompanhar e ajudar os mais necessitados que os esperam.

“Com o coração repleto de alegria, anuncio que, no dia 1º de julho de 2021, retornarei à minha Diocese de Bérgamo para um belíssimo novo encargo e para acompanhar com mais amor ainda a Fundação Santina e a Associação! Estou muito feliz e sem o mínimo pesar pelo serviço que encerro. Reconheço que, por Deus, pude realizar a Caridade durante esses anos e um longo serviço junto ao Escritório de informações e documentações da Secretaria de Estado”, disse padre Gigi.

Sua missão seguirá num tempo em que o mundo vive incertezas, mas a fé deste sacerdote é firme e desejosa de corresponder ao seu chamado nesta nova estrada que lhe é apresentada. A fundação que ele conduzirá é responsável pelos projetos de adoção a distância, ajuda concreta a famílias e comunidades, busca de ajuda financeira para diversas paróquias espalhadas pelo mundo em regiões periféricas. Um testemunho que nos faz tocar num Evangelho vivo e atuante nas realidades do mundo, no hoje, onde a Igreja se faz um com seus filhos tão necessitados do Cristo.
(Texto traduzido do original em italiano / Autoria: Giulia Cerqueti – Famiglia Cristiana)

 

XII. الأب جيجي يغادر مكتب سكرتاريا الفاتيكان ليكرّس نفسه (CHARITY RADIO TV LIBANO 09 GIUGNO 2021)

نالك أناس في الحياة تبهرك، ونادراً ما يبهرني أحدهم أكثر من كاهن إلتقيت به في سن صغير جداً عندما جئت لإدارة ‘ إلتيمبو ‘ في عام ٢٠٠٢. الأب جيجي جينامي، من بيرغامو، كان مغرماً بالكاردينال كارلو ماريا مارتيني، وبطريقة ما وصل عمل في روما في مكتب الساكريتاريا لدولة الفاتيكان، في مكتب المعلومات والتوثيق. هنالك في مجال المعلومات الإستراتيجية للبابا – الذي كان آنذاك البابا يوحنا بولس الثاني، وبقي هناك لمدة ربع قرن، بإعداد التقارير الصحافة العالمية أيضاً للبابا بينيديكتوس السادس عشر والبابا فرنسيس. عندما التقيت به كان أسقفاً دائم الإبتسامة ويبدو أنه من خارج هذا العالم، ولا يخلو من بعض السذاجة.
ومع ذلك، كان عليه أن يعرف الكثير من أسرار العالم، لأنه – لا أعلم كيف – أصبح الكاهن الأكثر طلباً وإستشارة مِن قِبَل رجال مهمين وذو نفوذ. كان بالنسبة للجميع الأب جيجي، ولكن بكونه الكاهن المثالي، وتواضعه الواضح، كانت له علاقة وطيدة بكثيرة من عائلات ذوي نفوذ في ذلك الوقت. كان معرفاً، وموضع ثقة، معلماً للأطفال، كان موضع ثقة للأشخاص الذين لم يكن لديهم القدرة على إإتمان أحد على فكرة في داخلهم، مثل محافظ بنك إيطاليا آنذاك، أنطونيو فايتسو، أو المصرفي ذا النفوذ الأعلى في تلك الفترة، تشيزاريه جيرونتسي، والعديد من المصرفيين والصناعيين الآخرين، (مثل محرر ‘ إلتيمبو ‘ ) وشخصيات ذلك العصر. على عكس ذلك، لم يكن معروفاً جيداً للصحافة. لم يكن يحب الدعاية، كان يحرس بصعوبة شبكة العلاقات هذه التي كان يحسده عليها أكثر من كاردينال، ومن الواضح أنه قد عُعهدت إليه كل ثقة.

هنالك أناس في الحياة تبهرك، ونادراً ما يبهرني أحدهم أكثر من كاهن إلتقيت به في سن صغير جداً عندما جئت لإدارة ‘ إلتيمبو ‘ في عام ٢٠٠٢. الأب جيجي جينامي، من بيرغامو، كان مغرماً بالكاردينال كارلو ماريا مارتيني، وبطريقة ما وصل عمل في روما في مكتب الساكريتاريا لدولة الفاتيكان، في مكتب المعلومات والتوثيق. هنالك في مجال المعلومات الإستراتيجية للبابا – الذي كان آنذاك البابا يوحنا بولس الثاني، وبقي هناك لمدة ربع قرن، بإعداد التقارير الصحافة العالمية أيضاً للبابا بينيديكتوس السادس عشر والبابا فرنسيس. عندما التقيت به كان أسقفاً دائم الإبتسامة ويبدو أنه من خارج هذا العالم، ولا يخلو من بعض السذاجة.
ومع ذلك، كان عليه أن يعرف الكثير من أسرار العالم، لأنه – لا أعلم كيف – أصبح الكاهن الأكثر طلباً وإستشارة مِن قِبَل رجال مهمين وذو نفوذ. كان بالنسبة للجميع الأب جيجي، ولكن بكونه الكاهن المثالي، وتواضعه الواضح، كانت له علاقة وطيدة بكثيرة من عائلات ذوي نفوذ في ذلك الوقت. كان معرفاً، وموضع ثقة، معلماً للأطفال، كان موضع ثقة للأشخاص الذين لم يكن لديهم القدرة على إإتمان أحد على فكرة في داخلهم، مثل محافظ بنك إيطاليا آنذاك، أنطونيو فايتسو، أو المصرفي ذا النفوذ الأعلى في تلك الفترة، تشيزاريه جيرونتسي، والعديد من المصرفيين والصناعيين الآخرين، (مثل محرر ‘ إلتيمبو ‘ ) وشخصيات ذلك العصر. على عكس ذلك، لم يكن معروفاً جيداً للصحافة. لم يكن يحب الدعاية، كان يحرس بصعوبة شبكة العلاقات هذه التي كان يحسده عليها أكثر من كاردينال، ومن الواضح أنه قد عُعهدت إليه كل ثقة.
ومضت السنوات، لقد عملت في صحف أخرى، ومن اللطف الذي ولد في تلك السنوات ظللنا على إتصال عن بعد. حتى حوالي عشرة سنوات أتاح به المرض طويل الأمد وأيضاً وفاة أمه سانتينا تزوكّينيلّي. وقد كتب كلمات مؤثرة لأصدقائه، مرسلاً مقاطع من الفيديو لتلك الأشهر الصعبة للغاية ولكنها مليئة بالخبرة والصلاة في لحظات هكذا صعبة ونهاية مؤساوية. إنتقال إمه سانتينا إلى السماء غيرت الرجل والكاهن، وقد أثارت معجزة حقيقية: تأسيس مؤسسة سانتينا المنظمة الغير ربحية للمنفعة المجتمعية، برفقة جمعية أصدقاء سانتينا تزوكّينيلّي. ذكرى وفاة أمه أصبحت منذ ذلك اليوم المحرك لحياة الأب جيجي، الذي إنضم إلى عشرة أشخاص في كل جزء من العالم من أجل مساعدة الذين كانوا يواجهون صعوبات أكثر وتحقق ذلك بفضل الأعمال الخيرية التي عرفت تحريك بشكل غير عادي أعمال الخير الصغيرة والكبيرة. من غاريسا، المكان الذي وقعت فيه مأساة الكراهية الدينية حيث تم إبادة الطلاب المسيحيين على يد الأصوليين الإسلاميين، وبالتعاون مع مؤسسة سانتينا إستطاع إعادة بناء الكنيسة، وآبار المياه التي أقيمت في القرى النائية في أفريقا، إلى إنشاء مؤسسة للتبني عن بعد للعائلات الفقيرة في وسط أمريكا الجنوبية التي أبادتها حروب تجار المخدرات، حتى المجاري التي أقيمت في البيرو، أو رياض الأطفال في المناطق الأكثر فقراً في الفيتنام.
كنت أتلقى كل شهر صوراً ومناشدات من الأب جيجي، وكذلك مذكراته تأتي في موعدها عن أيامه في جميع أنحاء العالم. أعمال الخير الكبيرة والصغيرة. ولكن العمل الأساسي كان هو، جسم كاهن لم يعد أسقفاً، مُجرد من ملابس الكاهن ويرتدي بعناية بعض الخرق، وقد صنع رفقة وإحسان للأقل شئناً في العالم. نادراً ما تحدثنا مع بعض، لكني قد ذهلت لرؤية صور له وهو يحمل جسد إمرأة معذبة ومحكومٌ عليها بالموت بالإيدز، وهي هيكل عظمي به أجزاء من الجلد وعضلات مضمرة، وكان يحملها في الماء من أجل فرحة آخر حمام وعلى وجهها المعذب تظهر إبتسامة فرح التي كانت تساوي أكثر من بناء العديد من رياض الأطفال. رأيت الأب جيجي يدخل أفظع سجون أمريكا الجنوبية، يحتفل بالقداس أمام أشد تُجّار المخدرات قسوة وعطشاً للدماء، ومن ثم إحتضانهم وتعريفهم، ومع الكاهن كان يركع لغسل أرجلهم. رأيته مع أطفال مرضى، عراة وبائسين، تجد النور في عيونهم عند حضوره. لقد رأيت يوماً بعد يوم معجزة الحياة التي لم أكن أتخيلها وما يمكن أن أتصبح عليه عندما تصبح أداة رحمة ومحبة الله. نعم، لقد أذهلني الأب جيجي، وفي كثير من الأحيان كنت أشعر بالإغراء للتحدث عنه، ولكني كنت أخشى فقط تواضعه.
إذا تحدثت عنه الآن لأنه حدث الشيء الذي لم يفاجئني. لعشرة سنوات كان يعود من كل رحلة خيرية، حتى ولو كانت لأبعد الحدود، إلى مكتب سكريتاريا الدولة، يكتب كل ما رآه، وفي بعض الأحيان يرويه مباشرةً للكرادلة وللبابا فرنسيس بذاته. في فترات الإستراحة من عمل الخير كان يواصل عمله في ذلك الوقت بنفس التفاني والإخلاص كما كان من قبل. لكن حياته أصبحت مليئة بأشياء أخرى، ولم تكن جدران ليونينه سوى كبح لإنفجار ذلك الحب الخيري. هكذا حدث كل ما قد تخيلته: إختار الأب جيجي مؤسسته سانتينا والحب للعالم. وبعد ٢٥ عاماً يترك سكرتاريا دولة الفاتيكان، واضعاً نفسه على أهبة الإستعداد من الأول من تموز/ لوليو في أبرشيته في بيرغمو حيث يمكنه بكل حرية متابعة مساعدة بائسيه في العالم الذين ينتظرونه بفارغ الصبر. كما ذكر الأسقف داريو إدواردو فيغانو عندما أعلن عن عودة الأب جيجي إلى وطنه، في بيرغمو ‘ يريد ان يكرّس نفسه بشكل أفضل، بشغف أكبر، لأعمال الرحمة الخيرية وبالأخص لحياة مؤسسة سانتينا ‘ . ليس بمحض الصدفة أن يعود قريباً وبشكل دائم إلى بيرغامو، ويبدأ حياته الرعوية الجديدة برحلة التضامن السادسة والأربعين. كما أريد ان أعلن لكم أن رحلة التضامن هذه ستكون في البيرو نيابةً عن مؤسسة سانتينا، وأيضاً عن الأبرشية، لأن كاريتاس بيرغامو قام بتمويل كامل لترميم جزء من المعهد الإكليريكي في بويرتو مالدونادو في أمازون البيرو ‘ . أتمنى رحلة موفقة إلى الصديق والكاهن الذي إستطاع أن يبهرني كثيراً في السنوات الأخيرة…
الأب برونو فاريانو
رئيس دير الرهبان الفرنسيسكان، كنيسة البشارة، الناصرة