Interventi

PONTE NEL DELTA MEKONG IN VIETNAM


Viene qui presentato,  il progetto per la realizzazione di un ponte in Vietnam, nel Delta del Mekong per un valore di Dollari 15000.

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Con una lettera dell’Ottobre 2016, qui di seguito riportata, ci veniva chiesto da Padre Joseph Nguyen Van Sinh di costruire un ponte per l’importo di Dollari americani 15.000. Il Consiglio di Amministrazione, dopo aver approvato tale progetto ben articolato il cui originale potete trovare nella pagina, ha atteso lo sviluppo ed il termine dei lavori condotti dalla Caritas del Vietnam. A quel punto la Caritas ci ha inviato documenti di sintesi che comprovano l’avvenuta costruzione del ponte che qui si possono trovare in pdf e anche in lingua vietnamita con una lettera di ulteriore spiegazione in inglese. Dopo  aver scrupolosamente verificato tutta la docuemntazione, in data 7 dicembre 2017 il nostro tesoriere ha erogato la cifra di dollari 15.000, come si può vedere da ordine di bonifico qui presentato. Nella pagina sono riportate chiare fotografie di come il ponte era prima. Al vecchio ponte è stato affiancato un nuovo ponte del quale si può vedere le diverse fasi di costruzione, prima di smantellare quello vecchio. Il nostro ponte è già stato inaugurato ed è ben utilizzato dai contadini locali. Si prevede nel corso dell’anno 2018 una visita al Delta del Mekong per una cerimonia di inaugurazione della targa in ricordo di FONDAZIONE SANTINA ONLUS. Il lavoro non è stato certo facile a motivo della situazione locale con il governo, ma siamo felici di aver concluso tale lavoro per il quale ringraziamo la famiglia di Faustino Cadei di Vigolo (Bg) che ha pagato l’intera opera. Il Signor Callioni aveva anche offerto il muro perimetrale all’asilo di Villa San Roman a Juliaca in Perù.

IL PONTE AL VILLAGGIO DI KOKÔ NEl DELTA DEL MEKONG 24 APRILE 2018
Scrivo dall’aeroporto di Saigon al termine della prima parte del viaggio che è stata ricca di incontri, densa di emozioni e preghiera. Intensissima! Al suo centro l’inaugurazione del ponte nel Delta del Mekong per la povera popolazione del villaggio di Kokô. Ogni inaugurazione porta in sé la magia della festa, porta in sé il significato di aver concluso un lavoro e realizzato una piccola ma significativa opera per il bene dei più poveri e dimenticati. Un’opera che nessuno potrà vedere perché in luoghi dimenticati da tutti, ma per questo ancora più preziosa, perché ciò che gli uomini non vedono, lo vede Dio. (Incazzatura pazzesca, si è cancellato un pezzo e devo riscrivereeee, che rabbia! Mezz’ora di lavoro persa. Bene, allora lo riscrivo meglio di prima!). Iniziamo da capo, dal 18 luglio 2015, quando è nata la nostra Associazione. In Brasile l’anno seguente, nella favela violenta di Novos Alagados a Salvador de Bahia, abbiamo inaugurato, in maggio, una cucina per i poveri. Poi passiamo al Perù dove abbiamo costruito il campo di pallone più alto del mondo nel carcere di massima sicurezza di Challapalca a 5050 metri. Era la notte di Natale del 2016. A Conima, abbiamo prima inaugurato il pavimento e poi il tetto della chiesa parrocchiale che era inagibile. A Villa San Roman, a Juliaca, abbiamo costruito un robusto muro di recinzione dell’asilo e provvisto la piccola scuola di bagni e fogne, portando l’acqua in modo continuo in una seconda opera a favore dell’asilo. Dopo il Perù passiamo in Messico dove, a La Laja, una colonia violenta di Acapulco, abbiamo ristrutturato un ospizio del Buon Samaritato e sempre nello stato del Guerrero, a San Luis de Acatlan, l’anno seguente, abbiamo comprato una casa trasformata in ospizio per poveri e anziani. Veniamo all’Iraq dove, nel Kurdistan iracheno, lo scorso maggio 2017, abbiamo inaugurato, ad Araden vicino a Mosul, tre aule per il catechismo nella parrocchia. A Gaza, invece, abbiamo ristrutturato l’oratorio danneggiato dalla guerra del 2014. In Kenya a Lango Baya abbiamo costruito ben tre grandi aule di scuola; nella Diocesi di Garissa, in mezzo all’infuriare dell’Islam, abbiamo edificato una chiesa in ricordo dei 148 martiri uccisi il 2 aprile 2015 dai terroristi di Al Shabaab. Infine arriviamo in Vietnam, nel nord del paese, dove oggi sto andando, nel settembre dell’anno 2016 abbiamo inaugurato a Xuy Xã, la ristrutturazione di un orfanotrofio per bambini disabili. Ultima inaugurazione, quella dello scorso 24 aprile, il delizioso ponticello per il villaggio di Kokô nel Delta del Mekong. Se contiamo le diverse celebrazioni di inaugurazione arriviamo al numero di 16. Mi sembra strepitoso! La realizzazione di questo ponte è stata molto lenta e sofferta. A un certo punto non si capiva più se saremmo riusciti a realizzare questa opera. Il progetto, sottoposto e approvato dal CdA di Fondazione Santina nel settembre 2016, ha visto la sua realizzazione più di un anno dopo. Il rapporto con le Autorità del Governo Comunista di Hanoi non è semplice e la trafila burocratica è lenta e insidiosa. Le pratiche rimangono ferme in uffici e lì possono ammuffire. Perplessità economiche per un ponte di 15.000 dollari e con i soldi in cassa già donati da un nostro benefattore. Poi, nel dicembre scorso, il miracolo… il ponte si costruisce! Quello che ho visto alcuni giorni fa è un autentico miracolo! Bello, piccolo, fresco di imbiancatura: un ponticello che unisce le due sponde di uno delle migliaia di canali in cui si trasforma il grande fiume Mekong giungendo al suo delta. La natura è bellissima, una giungla di rivoli e canali che si alterna a immense risaie. Dal villaggio di Kokô i bambini, per andare a scuola senza dover percorrere lunghe distanze, dovevano attraversare un ponte in legno vecchio e marcio. Avevo provato a passarlo e si dovevano fare acrobazie per non finire in acqua. Potevano passare solo persone e qualche bicicletta. Ora, invece, il ponte è adatto anche per le numerose moto e le poche macchine che possono attraversarlo! Aldilà di questa bella e significativa utilità sociale, accompagnato da padre Vincent, della Caritas del Vietnam, scopro una cosa che riempie di orgoglio! Il ponte non è un ponte diciamo ‘privato’, o posticcio, come lo era nel vecchio ponte in legno risalente alla guerra del Vietnam, ma entra nel catasto e nel catalogo viario del Delta del Mekong. Come avviene in Italia e in tutto il mondo, il nome delle strade e il loro numero è registrato al catasto del governo e a stabilire che questo è autentico ci sono targhe e nomi su placche che sono identiche in tutto il Paese… Bene il nostro ponticello ha avuto l’onore di far parte di questo catalogo, con tanto di diploma di ringraziamento a Fondazione Santina e ai donatori dalle autorità governative. Naturalmente in questa complessa e dolce lingua vietnamita io non avevo capito una mazza di tutto questo. Partiamo alle ore 5.30 del mattino con un robusto fuoristrada: io, padre Dominic, il signor Vô impiegato della Caritas di Hanoi e l’autista. La strada è piena di traffico e poi diviene una strada molto discutibile e, alla fine, la jeep viene sostituita da motorini. La natura bellissima ci accoglie e, dopo una sosta per gustare deliziosa frutta tropicale, giungiamo alla cittadina di Can Thô. Da lì proseguiamo fino alla parrocchia dove ci attende il parroco con lo staff della Caritas di Can Thô. Ci offrono ottimo yogurt a ristoro del lungo viaggio e poi partiamo in moto. Arrivati a Kokô, ci attende una rappresentante del Governo che mi dona il certificato del ponte ‘Fondazione Santina’. La nostra comitiva si accresce di altri motorini, quasi una ventina. Dal Kenya al Vietnam mi inebria muovermi in moto, respirare il vento, guardare il paesaggio, le barchette stracariche di riso che viene dalle grandi risaie, le mondine che, con il loro grande cappello a cono, sono curve sul riso, i bellissimi stagni di fiori di loto, grandi orchidee: un autentico paradiso terrestre rovinato dagli americani nell’ultima guerra che terminò definitivamente con l’instaurazione del nuovo regime il 30 aprile 1975. Dopo una mezz’ora, da lontano in mezzo ai campi di riso, mi colpisce uno striscione rosso con le scritte colorate di giallo. Il ragazzo che guida il motorino me lo indica in un inglese stentato:“Quello è il ponte Fondazione Santina”. Ci avviciniamo. Il motorino si ferma e io rimango a bocca aperta. Davanti a me, nel bel mezzo del ponticello, c’è una scritta che parla di Fondazione Santina. Non riesco nemmeno a domandare cosa siano quelle parole in vietnamita tanto la mia attenzione è focalizzata solo sulla parola italiana ‘Fondazione Santina’. La gente fa fatica a pronunciare le due parole italiane e ciò mi diverte. Non ci provo neppure a dire le parole vietnamite. È padre Vincent, un po’ imbarazzato per la mia estasi, a svegliarmi con un delicato tocco sulla spalla. “Padre ti piace? Abbiamo avuto un po’ di problemi, ma alla fine è venuto proprio bene e funzionale. Che ne pensi?”. Mi riprendo da quella specie di intontimento ma ho un nodo alla gola per la commozione… “Non potevo immaginare nulla di così bello, e poi quello striscione così vietnamita nei colori, ma così bello nella sua eleganza sul bianco del ponte mi dà un’emozione mai provata prima…”.Solo allora mi accorgo che ci sono altre parole sullo striscione di tela plastificata: “Padre Vincent, cosa significano quelle parole?”. Padre Vincent mi traduce: “Il popolo di Kokô con immensa gratitudine a Fondazione Santina per l’opera realizzata”. Guardo la signora che rappresenta il Governo. Si avvicina e, con voce molto delicata, mi parla, prende la mia mano e mi fa strada. Si ferma davanti al nuovo ponte appena imbiancato, davanti allo striscione rosso con scritte gialle. L’ultima cosa che posso notare è una targa in metallo blu su un palo di ferro cementato in terra. La targa di metallo, della grandezza di ottanta centimetri, ha al suo interno una scritta bianca… Un comunissimo cartello in cui si dice il nome della via, della piazza, o di un ponte: ma la cosa che mi fa andare il cuore a tremila è leggere ‘Fondazione Santina’. Praticamente il ponte prende il nome della nostra Fondazione, regolarmente registrato in un catasto di un governo comunista. E qui non riesco a trattenere le lacrime e dal profondo del mio cuore, in modo spontaneo, nasce il senso di gratitudine a Dio. Mentre le mie braccia sentono la pelle d’oca, quella vista mi acceca. Dio fa proprio così. È proprio il suo autografo. Il nome della piccola e sconosciuta Santina è grande agli occhi di Dio e Lui la vuole celebrare e lo fa da Artista, come sa fare solo Dio. In un regime comunista, dove è difficile costruire un’opera sociale da parte di un privato, dove è molto più difficile costruire un opera sociale da parte di un ente religioso, in un Paese dove i permessi sono pieni di lungaggini… proprio in questo Paese lo Stato riconosce e ringrazia Fondazione Santina. Non avviene a Saigon o ad Hanoi, in città importanti. Avviene in mezzo ai campi di riso e nella povertà. D’altra parte Santina non era nata in mezzo a campi di grano e nella povertà? Questo fatto è un segno formidabile che mi dice che siamo sulla giusta strada con la nostra carità. Quanto avevo bisogno di questo segno! Quanto cercavo luce negli ultimi mesi, quanto questo viaggiare per condividere fa bene anche al mio essere prete a Roma, quanto queste esperienze di vita sono forti per plasmare le convinzioni intime della vita: Dio, dai campi di riso del Delta del Mekong, agli altipiani delle Ande peruviane con pastori di lama, oppure nella capanna di Santina in Kenya o nella guerra in Iraq, mi sta facendo capire quanto è bello e quanto è grande essere sacerdoti. Quanto sia importante raccogliersi in preghiera davanti a questi segni di Dio. Così faccio. Mi fermo in silenzio, chiudo gli occhi, recito lentamente il Padre nostro, benedico quel ponte in nome di Dio e poi lo bacio con forza, aspirando terra e brandelli di foglie. Tutto in silenzio perché il regime non permette una preghiera pubblica, ma tutti capiscono e stanno in silenzio. Vô mi dona una salviettina detergente e al posto di pulire la bocca asciugo gli occhi rossi dalle lacrime… Tutta colpa della lunga corsa in moto tra le risaie e la giungla della regione del Mekong, oppure della più autentica e audace commozione? Un piccolo spuntino: yogurt, lumache, carote e patate e poi una nuova corsa verso la jeep. Una corsa piena di vento, di gioia, di pace e di preghiera. Recito il rosario e prego tanto Santina, che è più viva oggi di ieri!

PROGETTO PER LA COSTRUZIONE DI UN PONTE CON LA CARITAS DELLA DIOCESI DI CAN THO IN VIETNAM (09.06.2017)
Per vedere proposta in originale cliccare qui

Monseigneur,
J’ai obtenu la réponse positive avec ces photos. La caritas ( Père Triem – Diocèse de Can Tho) était en contact avec un catholique de Saigon qui négociait pour offrir la construction d’un pont. Les autorités locales étaient d’accord ; elles demandaient même 2 ponts si c’était possible. Je vous en expliquerai davantage ce dimanche. Je vous envoie seulement un pont pour ne pas créer la confusion. Un ingénieur est en train de préparer le plan et nous aurons d’ici fin juin les détails avec l’estimation des coûts. Nous resterons bien sûr à 15,000 dollars. Si le coût réel dépasse, nous chercherons à couvrir la différence par d’autres bienfaiteurs. 

  • Le site du pont à construire se trouve au Village KoKo, Commune Tan Hung, District Long Phu, Province Soc Trang.
  • 25m de long et 2 m de large
  • Les habitants appartiennent à la minorité khmère (1,290,000 individus)Mgr Ginami et son association donnera seulement la somme convenue pour conclure cette affaire. Ils viendront en temps voulu pour l’inauguration. Joseph Nguyen Van Sinh

PROGETTO COSTRUZIONE DI UN PONTE NELLA REGIONE DEL DELTA DEL MEKONG NEL VILLAGGIO DI TAN THOI SOSTENUTO DA  FONDAZIONE SANTINA ONLUS (12.06.17)

Gent.mo Reverendo Nguyen Van Sinh
Economo della sede del Segretariato Generale  della Conferenza dei Vescovi del Vietnam
in occasione del Viaggio di Solidarietà della Nostra Fondazione Santina ONLUS – svoltosi dal 4 al 11 settembre 2016 – avevo formulato al nostro Consiglio di Amministrazione la richiesta di 15.000 Dollari USD per poter costruire un ponte nella regione del delta del Mekong  in Vietnam.

Dopo alcuni mesi di trattative sulle concrete modalità del progetto ci è giunta finalmente una Sua cortese lettera che ci dice la possibilità di realizzare un ponte nella Diocesi di Can Tho. Sono lieto di CONFERMARE quanto già deliberato  in data 12 settembre 2016 dal Consiglio di Amministrazione, riunito nella Sede di Roma della nostra Fondazione. Il Consiglio di Amministrazione  all’unanimità in data 12 giugno 2017 ribadisce di stanziare l’intera somma da Voi richiesta per un totale di 15.000 Dollari, con l’assicurazione che il piccolo ponte dovrà essere ultimato entro il 31 dicembre 2017.
Dopo aver fatto questa importante premessa si ricordano le medesime condizioni del nostro accordo:

  1. La somma sarà suddivisa in tre rate:
    PRIMA RATA 5.000 DOLLARI USD
    SECONDA RATA 5.000 DOLLARI USD
    TERZA RATA 5.000 DOLLARI USD 2.
  2. Le spese bancarie di spedizione saranno come nostra tradizione con accordo con la nostra banca OUR, nostre, dunque a voi giungerà intero corrispettivo della rata stanziata.
  3. Le tre rate saranno erogate sul conto corrente e codice bic swift, e precisamente sulle seguenti coordinate bancarie da Voi indicate:
    – nome della Banca: Vietcombank
    – conto in usd: 0071375845009
    – BIC/SWIFT: BFTVVNVX007
    – Beneficiario/Titolare del Conto: Nguyen Van Sinh
    – indirizzo del beneficiario: 72/12 Tran Quoc Toan, Ward, 8, District 3, Ho Chi Minh, Vietnam;
  4. A fronte di tale nostre erogazioni siamo a chiedere a voi di attenervi ad alcune regole che abbiamo stabilito per ogni nostro intervento caritativo e di solidarietà.
    1. A fronte di ogni rata a voi bonificata chiediamo:
      • Accusa di ricevimento per mail dell’importo, includendo data di ricezione della somma
      • Puntuale rendiconto di come i soldi sono stati spesi e ricevute di quanto da voi speso
      • Documentazione fotografica dello stato dei lavori
    2. Al termine dei lavori chiediamo di apporre targa della nostra Fondazione che sarà nostra premura inviare, con opportuna traduzione in lingua vietnamita
    3. Si stabilirà insieme una data per inaugurazione dei lavori ai quali sarà presente una nostra piccola delegazione, da me guidata, ai fini di stabilire più profondi ed articolati rapporti di solidarietà.
    4. Ogni fase del progetto sarà rigorosamente resa pubblica nel sito della nostra Associazione come avviene per altri progetti, nel nostro  sito isitutzionale: fondazionesantina.org

Perché tale nostro articolato progetto di spesa possa essere iniziato attendo da Lei: Rev. Signor Nguyen Van Sinh Amministratore e Segretario Generale della Conferenza dei Vescovi del Vietnam una risposta da Lei  firmata  a tale mia lettera nella quale si afferma di accettare le 4 condizioni qui menzionate. Carissimo, anche a nome dei Membri del Consiglio di Amministrazione, voglio esprimere gli auguri più sentiti di buon lavoro ed assicurare altresì il nostro ricordo nella preghiera.
MONS. LUIGI GINAMI
PRESIDENTE DI FONDAZIONE SANTINA ONLUS

SETTEMBRE 2016 UN NUOVO PONTE PER THAN THOI NEL DELTA DEL MEKONG (SCARICA INSTANT BOOK) 
Gli scarponcini da trekking nuovi affondano nel fango molle e scivoloso fatto di creta. Enormi foglie di palma con noci di cocco grandi come un’anguria mi coprono il passo, l’umidità è molto forte in questa giungla nel delta del fiume Mekong nell’estremo sud del Vietnam. Una terra in cui la vegetazione è lussureggiante, una bella farfalla colorata mi si posa sulla manica della mia sudata camicia con il logo di Fondazione Santina.

Siamo a 200 chilometri da Saigon ed ad un’ora dalla città di nome Can Tho. La nostra robusta e forte auto fuoristrada nera ci ha lasciato venti minuti fa. Abbiamo dovuto prendere delle moto e inoltrarci tra i campi di riso e la giungla che il delta del grande fiume produce. Poi proseguiamo a piedi. Si entra in un dedalo di fiumiciattoli che rendono difficile la comunicazione. Le strade sono interrotte infatti da ponti e da ponticelli. Questa terra così bella negli anni sessanta è stata lo scenario di una efferata guerra tra Vietnam del Nord aiutato, da Cina e Russia, e Vietnam del sud sostenuto invece dagli americani. Proprio in queste giungle e risaie percorse da una sterminata ramificazione di fiumi si nascondevano i vietcong, i soldati fedeli ad Hanoi e gli Stati Uniti per scovarli ed annientarli non indugiavano nei bombardamenti. Sono le prime ore di un caldo pomeriggio nei giorni della festa della luna e stiamo camminando in questo ambiente bello, ma anche ostile per arrivare a Tan Thoi, un piccolo villaggio che necessita la ricostruzione di un vecchio ponte di legno proprio dell’epoca di tale conflitto. La nostra spedizione si compone di due giovani della Caritas nazionale di nome Wong e Gia, di suor Van della Caritas di Can Tho e di due volontari.

 

Ad un posto di polizia ci accompagna una ragazza carina vestita da militare il cui nome è semplicemente Hi. Il governo comunista del Vietnam non può mancare di osservare i nostri movimenti. Più ci addentriamo tra risaie e giungla e più il panorama ritorna ad essere poco abitato. Dal mio zaino estraggo l’acqua e la bevo avidamente, a mezzogiorno ho mangiato una manciata di riso bollito e un po’ di frutta tropicale protetta da buccia, come due squisiti mango. Manca ancora poco al ponte, mi dice suor Van: “Ora padre dobbiamo prendere la barca e percorrere un pezzo di fiume!” Accolgo la notizia molto volentieri mentre guardo gli scarponcini infangati e i pantaloni di tessuto grezzo conciati in malo modo.

 

Dei fiori rossi si trovano davanti a me su di un albero, mentre tento di coglierne uno Gia mi tira per la spalla destra, mi giro ed il giovane mi offre una enorme noce di cocco: la taglia davanti a me con un machete e me la offre da bere. “Bevi padre è nutriente e impedisce la tua disidratazione”. La bevanda mi appare deliziosa, addirittura mi sembra fresca, bevo di un fiato, mentre dalla fronte grondano rivoli di sudore: sento il sudore colare per la schiena, sul petto e sul collo, quanto vorrei sciacquarmi, ma l’acqua del vicino fiume è color marrone!

Una enorme magnolia è ora davanti a me, in proporzioni giganti rispetto alle magnolie italiane. Giriamo attorno al grande albero e scendiamo verso il ciglio del fiume, il fango fa scivolare, mi appoggio con una mano per cercare equilibrio e la rialzo totalmente colorata di fango. Faccio alcuni passi verso la riva ed ecco giungere una piccola e stretta imbarcazione con due donne dai larghi cappelli caratteristici di queste terre. Un uomo mi fa cenno di salire e Wuong mi spiega di fare movimenti molto controllati perché è facile capovolgere la barchetta! Il motore accelera e la piccola imbarcazione lascia la riva e inizia a risalire il delta del Mekong.

 

La natura è un incanto e i miei occhi sono rubati da fiori tropicali, frutti meravigliosi, farfalle giganti, uccelli colorati: “Ma che bello!” Esclamo. Talvolta sopra il fiumiciattolo si trovano enormi reti da pesca che vengono calate nell’ acqua e poi ritratte con un sistema di argani a mano e carrucole. Mentre risaliamo, i miei compagni parlano della nostra spedizione in lingua vietnamita e talvolta Gia, mio interprete mi dà delle indicazioni. Ci stiamo avvicinando al nostro villaggio di Tan Thoi, lasciamo la barchetta e riprendiamo il sentiero. Nei pressi del villaggio ci accolgono le autorità locali, tutte persone semplici che vogliono manifestare gratitudine alla nostra Fondazione per il lavoro che vorrebbe compiere a favore della comunità locale.

 

La piccola comitiva riprende il cammino dopo i saluti fino a giungere ad un piccolo monumento trascurato e sommerso nel verde delle liane e delle felci. Si tratta di un cippo che ricorda che nel 1966 Tan Thui fu obiettivo di un bombardamento americano in cui morirono 200 persone. CI fermiamo un minuto in religioso ossequio, qui la maggioranza degli abitanti è di religione buddista. Dopo la preghiera ed un piccolo video per ricordare il luogo, seguendo il sentiero giungiamo al nostro ponticello. Al vederlo mi mette grande tenerezza. È di legno, ma un legno logoro e rattoppato, sconnesse sono alcune assi corrose dal tempo e intaccate dalla pazzesca umidità. Davanti al ponte prende la parola il vicepresidente della piccola provincia e mi spiega: “I nostri bambini per andare a scuola devono necessariamente attraversare questo ponte; è piccolo lungo ventitré metri e largo due e mezzo… Ma i genitori sono preoccupati! Aiutaci padre, sono tutti contadini qui, lavorano nei campi di riso e sono molto poveri”.

 

Suor Van accende il suo sorriso è prosegue: “Come Caritas di Can Tho veniamo qui a distribuire un po’ di riso, del latte per i piccoli perché non hanno proprio niente!” Mentre la religiosa mi parla sopraggiunge per il viottolo una donna con un raffinato vestito azzurro lungo fino ai piedi e ricamato in argento, sul suo capo il cappello a cono largo e gentilmente ci saluta. È una maestra e si sta recando proprio alla scuola di cui stiamo parlando. Seguitemi, vi faccio strada, e così attraverso con commozione il ponticello pensando ai bambini e seguo l’insegnante. Da lontano si sente il vociare dei piccoli che, giunti, ci fanno una gran festa. La donna dolcemente ci invita a seguirla: un’aula scolastica è pronta per il nostro incontro che dovrà decidere tempi e modalità della costruzione del ponte. Mi viene offerta una bottiglietta di acqua fresca che trangugio di un solo colpo. L’ insegnante accende un grande ventilatore sopra le nostre teste che inizia a girare lentamente e ci regala una certa frescura asciugando almeno l’umidità dell’aria se non togliendo il calore. Ha inizio la riunione; dobbiamo fare in modo di aiutare questa povera gente contadina, proprio qui in questo villaggio di nome Tan Thui, dove la guerra, che la gente ancora ben ricorda, negli anni passati ha devastato e, noi vogliamo fare in modo che ora tale popolo semplice e buono senta degli amici vicini e questi amici potrebbero essere proprio gli Amici di Santina Zucchinelli. Non credete? Ora è tardi; tutto tace in questa ora della notte in cui sto scrivendo nei pressi di questo piccolo villaggio che mi ha rubato il cuore. La stanchezza è forte ma un buon sonno ristoratore mi regalerà energia per il duro programma di domani penultimo giorno di permanenza in Vietnam: buona notte Europa mia, dal delta del Mekong! Dico le preghiere della sera e sprofondo nel sonno: il Signore ci conceda una notte serena ed un riposo tranquillo… E tu Santina mettici una buona parola perché possiamo realizzare questo bel progetto!