Emergenze

EMERGENZA TERREMOTO IN NEPAL (luglio e aprile 2015)


GRAZIE AI VOSTRI CONTRIBUTI ABBIAMO POTUTO INTEGRARE L’AIUTO DEL 28 APRILE SCORSO CON UNA NUOVA OFFERTA.

 

Dal sito Caritas:

Mercoledì 24 Giugno 2015
Terremoto Nepal, l’intervento Caritas

Dopo due mesi sono ormai pressoché definitive le terribili cifre del terremoto di magnitudo 7,9 che il 25 aprile 2015 ha devastato il Nepal ed ha colpito i paesi limitrofi: 8.700 morti, oltre 20.000 feriti, 8 milioni le persone colpite in 39 distretti, oltre 2.8 milioni le persone che richiedono assistenza umanitaria di cui 864.000 nelle aree più difficili da raggiungere, 500.000 le case crollate e 285.000 quelle danneggiate, 36.000 le classi scolastiche crollate o gravemente danneggiate.
Il ricovero rimane il bisogno essenziale e prioritario e l’arrivo dei monsoni rende ancor più urgente la necessità di ripari d’urgenza adeguati.
Caritas Nepal, impegnata sin da subito nel soccorso e nell’assistenza alla popolazione, ha raggiunto sino ad ora oltre 196.000 persone fornendo un riparo di base, viveri di prima necessità,  materiale per l’igiene. Caritas è stata la prima organizzazione a distribuire materiali per ricoveri d’urgenza a 284 famiglie nella regione Nord del distretto di Gorkha, superando difficoltà logistiche notevoli per raggiungere una tra le popolazioni più isolate al mondo. Grazie alla solidarietà espressa da tutto il mondo, Caritas Nepal ha estesoil programma in atto sino a settembre  prevedendo interventi d’urgenza in tutti i 14 distretti più colpiti.
Caritas Italiana dopo un primo immediato stanziamento in appoggio al piano di Caritas Nepal,  con l’aumentare delle donazioni di tante persone di buona volontà, ha potuto intensificare il suo impegno sostenendo ulteriori progetti per la fornitura di ricoveri temporanei, materiali di prima necessità, sementi e materiali per la riattivazione delle coltivazioni nonché interventi per la ripresa delle attività scolastiche.Complessivamente Caritas Italiana ha sostenuto interventi in favore delle vittime del sisma per  € 562.150.
Nel frattempo prosegue la predisposizione di interventi più ampi da avviarsi nei prossimi mesi per la riattivazione socio-economica,  la ricostruzione di case, scuole, strutture sanitarie, strutture socio-educative, il sostegno psicologico.
In questo contesto l’intera rete Caritas sta lavorando collettivamente e sotto la guida di Caritas Nepal coninterventi per oltre 10 milioni di euro, fornendo un riparo di base, rifornimenti di cibo e acqua, nonché materiale per l’igiene, assistenza sanitaria e psicologica.

Le diverse Caritas del network che lavorano unite presso il quartier generale stabilito in Caritas Nepal, supportano, ciascuna con le proprie competenze, la Chiesa locale nello sforzo di agire insieme per raggiungere i più deboli della società. Sono diverse e molteplici le attività di aiuto organizzate da congregazioni, gruppi di volontari e organizzazioni di ispirazione cristiana sia del Nepal sia giunte da molti stati vicini.

Vedi l’appello di Caritas Italiana/TV2000:

“E’ impressionante  – spiega Giuseppe Pedron, operatore di Caritas Italiana che ha visitato le zone colpite – sia l’entita’ del disastro e la distruzione, sia il pensare al lungo periodo che sara’ segnato dalla mancanza di lavoro, e di sicurezza ma è altrettanto sorprendente il vedere la capacità di reazione di questo popolo che la rigidità della natura ha formato e temprato. Le popolazioni, infatti, si sono da subito attivate per costruire ripari e cercare spazi di dignità anche nella tragedia e sono molteplici gli esempi di solidarietà interna e di persona che pur con famiglie colpite dal sisma non esitano a prodigarsi per il benessere degli altri. Di certo la gara di solidarietà in cui si sono impegnate le nostre comunità italiane, potrà dare basi solide a queste speranze ora solo accennate”.

Le visite costanti ai siti di consegna dei materiali, i doppi controlli nei villaggi, la regolamentazione sull’equa dostribuzione e sulla via preferenziale assicurata ai marginalizzati – aggiunge Pedron – fanno sì che gli interventi di Caritas siano al massimo vicini alle necessità della popolazione, che raggiungano le zone e le nicchie sociali più lontane e che si riducano al massimo i rallentamenti dati dal contesto. La solidarietà internazionale delle Caritas del mondo è un elemento senza il quale tutto quanto si sta facendo non sarebbe possibile e che lascerebbe fette di popolazione non coperte da alcun tipo di soccorso. E’ sorprendente come nei villaggi piu’ remoti, la popolazione non aspetti passivamente l’arrivo degli aiuti ma, mentre da essi riceve la possibilità di continuare, abbia anche già iniziato a ricostruire le proprie abitazioni, a recuperare i materiali dalle case distrutte, a cerare alternative. La tempra della gente di montagna non è stata fiaccata nemmeno dalla devastazione del terremoto”.

A causa infatti della straordinaria gravità di questo sisma, dopo lo stanziamento di tre milioni di euro dai fondi dell’otto per mille disposto nei giorni scorsi, la Presidenza della CEI, a nome dei Vescovi italiani, ha indetto una colletta nazionale, che si è svolta in tutte le chiese italiane domenica 17 maggio 2015, come segno della concreta solidarietà di tutti i credenti.

Rilanciando proprio la raccolta straordinaria CEI, Caritas Italiana ha invitato le Caritas diocesane a proseguire nell’impegno di sensibilizzazione anche dopo la colletta del 17 maggio anche attraverso i materiali messi a disposizione in questa pagina.  .
I team Caritas hanno raggiunto anche alcune zone più periferiche come Gordkha, Sindhupalanchowk, Nuwakot, Lamjung, Rasuwa, Dhadhing, Kavre e Okheldhuga.
Sin dall’inizio dell’emergenza Caritas ha avviato la distribuzione di:
– kit per alloggi temporanei: teloni, corde, materassini, coperte;
– kit di generi non alimentari di prima necessità (lampade ad energia solare, taniche, secchi, pentole e utensili da cucina);
– pastiglie per la potabilizzazione dell’acqua;
– kit igienico-sanitari.
L’intervento è rivolto alle famiglie che le cui abitazioni sono crollate o sono state severamente danneggiate, con priorità per le più vulnerabili quali: donne capofamiglia, minori non accompagnati e disabili. Caritas Nepal prevede anche un accompagnamento e attività di formazione nell’utilizzo dei materiali forniti, oltre che un monitoraggio successivo, anche al fine di prevenire abusi e sfruttamento soprattutto nei casi di maggiore vulnerabilità. Si sta inoltre predisponendo la raccolta dei bisogni per la fornitura di sostegno psicosociale e per l’impostazione di un successivo piano di ricostruzione e riattivazione socio-economica.
Papa Francescoha seguito fin dall’inizio in preghiera e con grande preoccupazione l’evolversi della situazione, partecipando al dolore di quanti sono stati colpiti. E dopo la recita del Regina Coeli domenica 26 aprile, ha espresso “vicinanza a popolazione colpita” e ha lanciato un appello affinchè “abbiano il sostegno della solidarietà fraterna”.
Il direttore di Caritas Nepal, padre Pius Perumana S.J.ha dichiarato subito dopo il sisma: «Si tratta del peggior terremoto di cui ho mai avuto esperienza; le scosse di assestamento sono state ancora molto forti e da quello che possiamo constatare al momento potrebbe trattarsi di una una situazione di grave emergenza». Al primo esame, ci sono moltissimi danni fisici, con il crollo di molti edifici, e molti altri che presentano crepe. «Grazie al cielo – aggiunge padre Pius – il terremoto si è verificato di giorno e durante una festività, cogliendo quindi molte delle persone all’aperto».

PRIMO CONTRIBUTO – 28 APRILE 2015

terremoto in nepal

COME ASSOCIAZIONE AMICI DI SANTINA ZUCCHINELLI ONLUS ABBIAMO DECISO DI INTERVENIRE CON UN CONTRIBUTO INIZIALE DI EURO 500 ALLA CARITAS ITALIANA

CaritasNepal

CaritasNepal1

AL QUALE SPERIAMO DI AGGIUNGERE TUTTI I VOSTRI CONTRIBUTI. ECCO LA SITUAZIONE:

KATHMANDU – Continua ad aggravarsi il bilancio delle vittime del terremoto che sabato scorso ha colpito il Nepal. I morti, secondo gli ultimi dati forniti dal ministero dell’Interno nepalese, sono oltre 4500, mentre i feriti sono circa 8000. In alcuni villaggi, il 70 per cento delle abitazioni è stato completamente distrutto. Un milione sono i senzatetto e oltre sei milioni e mezzo le persone che soffrono gravissimi disagi a causa della scarsità di viveri, luce elettrica e carburante. La maggior parte di persone che ha perso la vita si trovava in Nepal, ma ci sono vittime anche in India (66), in Tibet (25) e in Cina (17). I numeri sono stati forniti da Rameshwor Dangal, che dirige la divisione emergenza del ministero dell’Interno del paese asiatico. Il primo ministro nepalese Sushil Koirala ha ammesso che le operazioni di soccorso delle vittime del sisma di sabato “non sono state efficaci”. Ma soprattutto il premier ha fornito una previsione drammatica sul bilancio finale della tragedia: “Temiamo 10mila morti”.
Il fronte degli aiuti – Sul fronte degli aiuti intanto, un aereo della Cooperazione italiana è pronto a partire dalla base delle Nazioni Unite a Dubai per portare alla popolazione nepalese, in collaborazione con Pam, Unicef ed Oms, beni di soccorso e generi di prima necessità, tra i quali tende, coperte, serbatoi di acqua, un impianto di purificazione.

NEPAL 2

Dall’Onu 15 milioni di dollari – Il capo degli affari umanitari dell’Onu, Valerie Amos, ha messo a diposizione 15 milioni di dollari attraverso l’UN Central Emergency Response Fund per permettere alle organizzazioni umanitarie internazionali di aumentare il proprio intervento in Nepal e portare immediata assistenza alle persone in stato di bisogno.
Direttrice Unesco: enorme disastro – “Un disastro enorme”. Così il direttore generale dell’Unesco, Irina Bokova, commenta le conseguenze del sisma in Nepal sul patrimonio artistico e culturale del paese. Un team di esperti valuterà l’entità dei danni e le possibilità di riparazioni e ricostruzione, ha aggiunto, dicendosi “straziata” nel vedere le immagini dei siti dopo il terremoto. Tre dei sette luoghi di culto nell’area di Kathmandu sono stati gravemente danneggiati, ha spiegato.

RACCOGLIAMOCI IN PREGHIERA COME PAPA FRANCESCO CI RICORDA NEL REGINA CAELI DELLA SCORSA DOMENICA:

Almeno 950.000 bambini non potranno tornare in classe. Istruzione a rischio nel Nepal colpito dal sisma

Kathmandu, 8. Almeno 950.000 bambini in Nepal non potranno tornare in classe se non saranno realizzati subito spazi temporanei per l’apprendimento e non saranno riparate le scuole danneggiate dopo il terremoto del 25 aprile. È questo l’allarme lanciato oggi dall’Unicef, il fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia. Circa 24.000 classi sono state danneggiate o distrutte dal terremoto e molti edifici stanno ancora subendo danni a causa delle scosse di assestamento.

E la portata della crisi — dice il documento dell’Unicef — crescerà nei prossimi giorni e nelle prossime settimane con la raccolta di ulteriori informazioni dalle aree remote. Le scuole dovrebbero riaprire il 15 maggio.

«Almeno un milione di bambini che erano iscritti a scuola prima del terremoto potrebbero non trovare gli edifici scolastici al loro ritorno» afferma Tomoo Hozumi, rappresentante Unicef in Nepal. Intanto, proseguono le scosse di assestamento. Oggi è stata registrata una nuova scossa di terremoto di magnitudo 4,9 con epicentro a 63 chilometri a est di Kathmandu. Non si hanno al momento notizie di danni a persone o cose.

 

In data 19 novembre 2015 abbiamo ricevuto la seguente lettera di ringraziamento dalla Caritas che volentieri pubblichiamo:

Caritas

il cui testo nel formato PDF si può leggere qui