Catechesi

PERCHE’ LA CREMAZIONE DI SANTINA? UNA RISPOSTA CRISTIANA


 

PERCHE’ LA CREMAZIONE DI SANTINA? UNA RISPOSTA CRISTIANA

 


Le ceneri di Santina nel Santo Sepolcro a Gerusalemme (15.12.12)

 

Da più parti sono giunti tantissimi plausi alla sepoltura di mamma a Gerusalemme, alla quarta Stazione della Via crucis, chi non avesse ancora visto il luogo di sepoltura di Santina può fare una visita virtuale cliccando:

Alcune persone mi hanno però detto, ma la Chiesa permette la cremazione? La mia risposta è stata Sì, purché essa non avvenga in dispregio della Risurrezione e le ceneri risposino in un luogo dignitoso, cimitero… o come in questo caso una bellissima ed antica cripta del settimo secolo. Ma per rispondere più appropriatamente a tali domande ho composto sabato questa pagina che rivela il mio animo e le più profonde motivazione, dai pure un’occhiata si legge velocemente, ecco qui di seguito quanto ho pensato…

 

CENERE IN UN SEPOLCRO VUOTO

Uno dei momenti più significativi del primo mese trascorso nella morte di Santina è stato quello vissuto al Santo Sepolcro di Gerusalemme nella sera del 15 dicembre 2012. L’urna delle ceneri di Santina è stata portata all’altare di Maria Maddalena, dove in passato Mamma aveva ricevuto per ben cinque volte l’Unzione dei Malati. Alle ore 18,00 ho presieduto la Messa funebre alla presenza di una ventina di persone, tutti carissimi amici e vi erano anche sei sacerdoti. Al termine dell’Eucaristia Padre Pierbattista Pizzaballa, Custode della Terra Santa, ha svolto le esequie e benedetto i resti mortali di mia Madre. L’emozione è stata fortissima quando abbiamo recitato il Te Deum in latino in ringraziamento della Vita di Santina. Ma il momento più altamente significativo è stato quando, grazie a Fra Andrea, abbiamo potuto entrare nel Santo Sepolcro.

 

Santina era entrata per ben 5 volte nella sua disabilità ed il suo corpo storpio e crocifisso era stato adagiato sulla lastra di marmo del sepolcro vuoto. Il Suo corpo era sempre entrato lì dopo aver vissuto il sacramento dell’Unzione dei Malati, il corpo adagiato nel luogo della risurrezione era malato, disabile, pieno di cicatrici , ma era un corpo vivo unto con la forza e la benedizione di Dio, con il Santo Olio degli Infermi. In quella sera del 15 dicembre al Sepolcro di Cristo aveva accesso non più un corpo malato, ma i resti di Santina provati dal fuoco. L’ultima, estrema purificazione di Santina qui sulla terra – dopo la purificazione del lungo dolore sopportato con eroismo nella sua vita – è stata la prova de fuoco che ha ridotto in cenere il suo cadavere. La prova del potente fuoco dalla temperatura di mille gradi – avvenuta il giorno 11 dicembre alle ore 13,08 – in 85 minuti ha bruciato il cadavere di Santina, del peso di 53 chili e lo ha ridotto a 2 chili e mezzo di cenere. Tali ceneri sono state devotamente raccolte nell’Urna cineraria. Il fuoco purifica e trasforma così la carne destinata alla putrefazione ed alla puzza in grigie ceneri, ma che non si possono più corrompere come fa la putrefazione con la carne… Il corpo di Santina non si è decomposto in putrefazione, in marcio, in infezione e puzza fetida, ma il fuoco ha purificato i resti mortali di Santina per disporli ad un ultimo e lungo viaggio verso la Terra di Gesù. Ed il fuoco ha trasformato il cadavere in cenere, in qualcosa di umile e radicalmente semplice ed insignificante, cenere umana dal peso di soli 2 chili e mezzo. A quale potente umiliazione si sono sottoposti i resti mortali di Mamma! Quando prendo tra le mani il cofanetto in pregiato e semplice legno di mogano, mi vengono i brividi: “Uomo ricorda che sei polvere, ed in polvere ritornerai!” Anche con le sue spoglie mortali Santina continua ad insegnare, ed insegna che la strada della Risurrezione si chiama umiltà… Proprio perché Santina ha passato la prova del fuoco e l’urna della sue ceneri è giunta a Gerusalemme, ora quella manciata di cenere può entrare nel Sepolcro del Risorto. Era un pensiero forte che mi portavo da Bergamo, dal giorno del funerale, le ceneri di Santina non sono venute in Gerusalemme solo per essere qui sepolte, ma per prima compiere un gesto dall’altissimo ed unico valore spirituale. Sono molto confuso e pieno di emozione, ho in mano il sacro scrigno delle ceneri di Santina, mai nella mia vita avevo preso tra le mani ceneri umane e non avrei mai pensato di prendere tra le mie braccia quel cofanetto! Sto per entrare nel Santo Sepolcro, i miei occhi si riempiono di lacrime, Fra Andrea mi fa strada, abbasso la testa e mi trovo nel piccolo luogo della Tomba, sopra la lastra di marmo è appeso un drappo di raso azzurro che in Greco recita: “Cristo è Risorto!” Guardo quel drappo, con le mani tremati depongo l’urna di legno sul marmo e non riesco a trattenere l’emozione, prego così:

“Gesù credo con tutto il mio cuore nella risurrezione della Carne! Credo che un giorno questa cenere di Santina di nuovo prenderà vita e il suo corpo bello e pieno di luce folgorante, con tutte le sue piaghe e cicatrici riprenderà a vivere. Lei sarà come te Gesù, come tu sei risorto con le tue sacre piaghe, così lei risorgerà con le sue piaghe che saranno segni di incredibile bellezza nella Vita nuova.

Gesù credo che in Gerusalemme questo sia il luogo delle tua Risurrezione e che la tua Tomba vuota sia la porta dell’eternità. Ti porto qui in pellegrinaggio e con devozione i resti della mia povera Santina, del mio Sorriso di Luce. Era un profondo desiderio del mio cuore…

Credo Gesù che questo gesto sia un ossequio della nostra povera fede al grande Mistero della Risurrezione: Io credo Lei risorgerà, perché TU qui sei risorto …e la prova è la tomba vuota, il Luogo più santo del mondo; proprio in questo Luogo santissimo con coraggio depongo le umili ceneri della più sublime persona che mi hai messo accanto, mia Madre, la mia dolce Santina!

Grido con il Cuore Gesù che io credo in Te e credo nella Vita, che la nostra esistenza, purificata dal dolore e dal fuoco, ridotta ad un umile pugno di cenere non può finire. Urlo la Vita con questo gesto, io protesto eternità, mi immergo nell’eternità che questa Tomba vuota, da più di duemila anni propone.

Il mio pianto per la Sua perdita, le lacrime che regalano alle pupille visioni distorte dei colori e delle persone, in questo luogo diventano un prisma che trasforma le mie lacrime nei colori del Paradiso e della convinzione cieca che tutti viviamo solo per risorgere in Te!

Mentre piango mi vengono in mente le lacrime di Maria, la tua Mamma addolorata che proprio qui come me piangeva la tua morte. Maria, sicuramente il tuo dolore qui era più forte del mio, perché se un figlio è dilaniato dalla morte della madre, una Madre ha il cuore trafitto da crudeli lame nel vedere la morte del Figlio.

Pensavo alle lacrime delle Pie Donne e alle lacrime di Giovanni il discepolo prediletto, pensavo alle lacrime del Buon Ladrone ed alle lacrime del Centurione pentito di aver sferrato il colpo mortale al tuo cuore, a proposito anche Santina entrerà in Paradiso con il cuore ferito dalle lame dei chirurghi.

Signore Gesù, questo luogo è stato un luogo di lacrime amare prima di essere un luogo di dolci lacrime. Ti prego, ora per me è il momento delle lacrime amare e vedo solo buio, in questo momento ti prego di raccogliere le lacrime versate da tua Madre Maria, dalle Pie Donne, dall’amato Giovanni, dal Buon Ladrone e dal Centurione e ti prego con esse di lenire il rossore dei mie occhi consumati in questi giorni dal pianto… Quelle lacrime sono un potente collirio che gridano immortalità! Gesù aumenta la mia fede e fai in modo che un giorno possa versare lacrime non di dolore, ma di gioia, lacrime di risurrezione: le lacrime belle e calde della Maddalena, di Pietro, di Giovanni, di Maria tua Madre e dei tuoi Apostoli nel vederti risorto. Fai che un giorno in Paradiso possa anch’io piangere di gioia incontrando Lei, la mia dolce Santina. Vorrei che mi prendesse per mano e che mi desse una carezza con il suo sorriso di luce, credo che un giorno Signore questo avverrà per la tua misericordia.”

Le lacrime scendono copiose e bagnano l’urna del bel legno di mogano e la pietra fredda del Sepolcro vuoto… Fra Andrea scuote il mio pianto e con dolcezza mi dice che è tempo di uscire. Mi asciugo gli occhi e guardo con incanto la scena: un umile cofanetto di legno con poche ceneri deposto in un sepolcro vuoto; che potente contrasto! Che visione accecante! Che terremoto nel cuore… concludo la mia preghiera piena di singhiozzi.

“Grazie Gesù! Questo sepolcro non contiene più un cadavere da duemila anni perché tu sei risorto. Questa sera, per un breve momento esso è tornato ad essere riempito da resti mortali che sono quelli di mia mamma. Quale onore Gesù per la piccola Santina! In duemila anni di storia della Chiesa, quel sepolcro è servito solo per Gesù e, per una manciata di minuti …per la piccola Santina. Nessuno mai ha avuto questo privilegio e ne sono così orgoglioso per Lei, se lo meritava proprio! E allora? Se Santina è morta ed è stata sepolta nel sepolcro di Cristo, se la vita di mia madre è sepolta con Cristo in Dio, allora io credo che anche il Corpo di Santina, come quello di Gesù un giorno rivivrà… e io attendo quel giorno.”

Lentamente, lasciando la Basilica del Santo Sepolcro, portando le ceneri di mamma al luogo della sua definitiva sepoltura, per le vie piene di mistero di Gerusalemme ringraziavo Gesù della grande grazia di ripensare la morte al Sepolcro di Gesù. Percorsa in senso contrario la Via Dolorosa giunsi alla Quarta Stazione, entrai nella Chiesa di Santa Maria dello Spasimo e scesi nell’antichissima cripta del Settimo secolo, decorata da u pregiato mosaico bizantino dove la tradizione identifica il luogo dell’incontro di Gesù con Sua Madre. Le suore ci attendevano per la preghiera ed il loculo era preparato. Diedi un ultimo bacio alle reliquie di mamma e posai con delicatezza l’urna. Dodici candeline illuminavano la cripta ed il luogo di sepoltura di Santina, quasi dei piccoli ceri pasquali ad indicare la luce della risurrezione. Sarei tornato a Gerusalemme nelle seguenti settimane per sigillare definitivamente con la pietra sepolcrale la tomba di Santina.