Con i proventi della beneficenza di Santina in questi anni dal 2005 al 2012 abbiamo finanziato molti progetti e studi di alto valore scientifico con opportune borse di studio destinate alla ricerca. Uno dei frutti più belli e significativi è il seguente articolo apparso sull’European Heart Journal che vi proponiamo. Esso è stato giudicato dall’European Society of Cardiology uno studio di grande importanza al punto da meritare un editoriale da parte della Rivista stessa.
In tal modo pensiamo che il dolore di Santina e la sua malattia cardiaca non siano vane, ma permettano ad altri malati di non incontrare o di superare meglio patologie simili. Il Dolore di Santina diventa così nemico della malattia cardiaca e si pone al servizio della scienza medica di alta specializzazione.
I. PREMESSA: L’UNITÀ DI CARDIOCHIRURGIA DEGLI OSPEDALI RIUNITI DI BERGAMO
L’Unità di Cardiochirurgia degli Ospedali Riuniti di Bergamo ha una tradizione più che trentennale nel trattamento chirurgico delle cardiopatie congenite e acquisite. Sono oltre 25.000 i pazienti sottoposti a intervento cardiochirurgico nel nostro reparto. La nostra équipe cardiochirurgica, integrata nel Dipartimento Cardiovascolare Clinico e di Ricerca, è composta da un gruppo di esperti in grado di trattare a livello di eccellenza tutte le patologie cardiochirurgiche, da quelle del neonato e del bambino fino a quelle dell’adulto e del grande anziano.
Direttore del Dipartimento: Paolo Ferrazzi
Equipe medica o Staff:
Giancarlo Crupi; Diego Cugola; Carlo Fino; Roberto Fiocchi; Alessandra Fontana; Lorenzo Galletti; Domenico Giordano; Attilio Iacovoni; Francesco Innocente; Maurizio Merlo; Samuele Pentiricci; Eugenio Quaini; Roberta Sebastiani; Francesco Seddio; Caterina Simon; Amedeo Terzi;
II. CARDIOMIOPATIA IPERTROFICA: UNO STUDIO CONFERMA LA CHIRURGIA COME GOLD STANDARD
Qualche settimana fa, sono stati pubblicati sull’ European Heart Journal i risultati di uno studio condotto dal Dipartimento cardiovascolare degli Ospedali Riuniti di Bergamo su 124 pazienti dai 2 agli 81 anni affetti da cardiomiopatia ipertrofica, malattia genetica del cuore caratterizzata da un ispessimento delle pareti cardiache, e sottoposti a intervento chirurgico di miectomia tra gennaio 1996 e luglio 2010.
Dallo studio emerge che la sopravvivenza è stata eccellente e la maggior parte dei pazienti ha riscontrato importanti miglioramenti nella sintomatologia già a partire dai primi giorni dopo l’intervento, con una netta riduzione del rischio di morte improvvisa. Risultati simili a quelli registrati alla Mayo Clinic di Rochester (Minnesota – USA) e in altre grandi strutture nordamericane, come confermato da Joseph Dearani, direttore della Cardiochirurgia Pediatrica della Mayo Clinic, che allo studio condotto a Bergamo ha dedicato un editoriale sull’European Heart Journal.
I dati raccolti a Bergamo confermano le linee guida dettate dall’American College of Cardiolgy, dall’European Society of Cardiology, dall’American College of Cardiology e dall’ American Heart Association in merito al trattamento della cardiomiopatia ipertrofica, secondo le quali l’intervento chirurgico è da considerarsi il trattamento più efficace per pazienti affetti da ostruzione del del ventricolo sinistro, causata da cardiomiopatia ipertrofica con gravi sintomi di insufficienza cardiaca. In Europa, negli ultimi anni, si è sviluppata una tecnica alternativa chiamata “ablazione alcolica del setto”, che permette di ridurre la porzione di tessuto in eccesso, iniettando, in anestesia locale, una piccola quantità di alcool nella coronaria che fornisce sangue al setto interventricolare per “bruciare” il tessuto cardiaco. Dati recenti indicano però la possibilità che la cicatrice causata dall’ablazione aumenti il rischio di aritmie ventricolari molto pericolose, a differenza invece dell’intervento chirurgico. L’ablazione alcolica del setto andrebbe dunque eseguita soltanto quando non è possibile ricorrere all’intervento chirurgico, in presenza di particolari fattori di rischio per la chirurgia. “Crediamo che ai pazienti debba essere offerta l’opzione chirurgica, come indicato nelle linee guida internazionali – sostiene Paolo Ferrazzi, direttore del Dipartimento cardiovascolare -. La nostra esperienza dimostra che è possibile ottenere risultati molto positivi, a condizione che esista un’équipe preparata e con esperienza, che lavori in stretta collaborazione con altri centri specializzati nel trattamento medico dei pazienti affetti da cardiomiopatia ipertrofica» Condizioni ribadite anche da Dearani nel suo editoriale, dove raccomanda l’esecuzione della miectomia in centri specializzati, con una conoscenza approfondita della malattia e con un approccio multidisciplinare, che spazi dalla cardiologia alle cure intensive, dall’imaging alla genetica. L’intervento chirurgico infatti è molto complesso e necessita di estrema attenzione, ma può essere efficacemente eseguito e padroneggiato, come insegna l’équipe dei Riuniti di Bergamo. «Negli ultimi anni abbiamo visto un aumento esponenziale del numero di malati operati agli Ospedali Riuniti di Bergamo, che ha permesso al nostro Centro di divenire leader europeo, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, nel trattamento della miocardiopatia ipertrofica ostruttiva.
E’ motivo di grande soddisfazione – spiega Attilio Iacovoni, cardiologo dei Riuniti con grande esperienza su questa patologia – seguire questi pazienti prima durante e dopo l’intervento chirurgico. Infatti i miglioramenti clinici in pazienti, spesso molto giovani, sono evidenti ed eclatanti.» Miglioramenti sottolineati anche da Dearani, secondo il quale simili risultati dovrebbero dare fiducia alla comunità scientifica, soprattutto europea, affinché la via chirurgica venga intrapresa più spesso e con più convinzione, perché, come dimostra l’esperienza bergamasca, rimane il gold standard per la cura della cardiomiopatia ipertrofica, garantendo risultati sicuri in termini di sopravvivenza e qualità della vita dei pazienti.
III. IACOVONI ATTILIO CARDIOLOGO DEI RIUNITI CON GRANDE ESPERIENZA SU QUESTA PATOLOGIA. PRIMO RICERCATORE A FIRMARE L’ ARTICOLO
Data di nascita 17/02/1972.Incarico attuale: Dirigente ASL I fascia – USSD Trapianti di Cuore nell’ Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti di Bergamo, con il seguente Curriculum Vitae:
– 1990-1996 Laurea in medicina e Chirurgia Università la Sapienza Roma
– 2001 Specilizzazione in Cardiologia Università Aquila
Esperienze professionali
– Western Infirmary, Glasgow, UK – Clinical Research Fellow
– Dirigente medico I livello Cardiochirurgia a Bergamo
– Ha partecipato a più di 70 congressi internazionali e nazionali
– Ha pubblicato più di 40 articoli scientifici in riviste internazionali e nazionali
IV. A CONTEMPORARY EUROPEAN EXPERIENCE WITH SURGICAL SEPTAL MYECTOMY IN HYPERTROPHIC CARDIOMYOPATHY APPARSO SULLA PRESTIGIOSA RIVISTA: EUROPEAN HEART JOURNAL
L’articolo sopra riassunto viene qui riportato nella sua integralità nella lingua inglese, basta cliccare qui per scarircare il PDF: Eur Heart J-2012-Iacovoni-2080-7
L’European Heart Journal fa capo ad una prestigiosa organizzazione internazionale, ed è redatto in lingua inglese e tratta la Medicina Cardiovascolare. Si tratta di una Gazzetta ufficiale della Società Europea di Cardiologia ed è pubblicato due volte al mese.
L’European Heart Journal mira a pubblicare articoli di alta qualità, sia clinico che scientifico, su tutti gli aspetti della medicina cardiovascolare. Esso comprende articoli relativi ai risultati della ricerca, valutazioni tecniche e recensioni. Inoltre, fornisce un forum per lo scambio di informazioni su tutti gli aspetti della medicina cardiovascolare, comprese le questioni di istruzione. Oltre a pubblicare articoli originali su tutti gli aspetti della medicina e chirurgia cardiovascolare, sulla Gazzetta dispone anche di recensioni, prospettive cliniche, linee guida ESC e articoli editoriali su recenti sviluppi in cardiologia, e cerca di incoraggiare il dibattito accademico tra i suoi lettori.
Per chi volesse saperne di più, si può cliccare il sito: http://eurheartj.oxfordjournals.org/