Viaggi

39MO VIAGGIO. TREVIRI – BASILEA 29 APRILE – 1 MAGGIO 2012


PELLEGRINAGGIO ALLA SANTA TUNICA CUSTODITA NEL DUOMO DI TREVIRI IN GERMANIA

RICONDUCI ALL’UNITA’ CIO’ CHE E’ DIVISO

29 aprile – 1 maggio 2012

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I viaggi di Santina sono diventati oggetto di un bell’articolo nel blog stanze vaticane di TGcom24. Ringraziamo il giornalista Fabio Marchese Ragona e vi invitiamo a leggere il suo articolo nel blog:

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http://stanzevaticane.tgcom24.it/2012/06/15/il-monsignore-in-viaggio-con-la-mamma/#more-888

PREMESSA
La storia della Santa Tunica custodita nel Duomo di Treviri in Germania
La reliquia piú preziosa del Duomo di Treviri è la Sacra  Tunica di Cristo. Secondo la tradizione, la madre dell’imperatore Costantino, Elena, portò la veste di Cristo senza cuciture a Treviri. La Sacra Veste è stata ricordata per la prima volta nell’XI^ secolo. La sua storia è documentata per certa a partire dal XII^ secolo, quando fu trasferita dal coro occidentale nel nuovo altare del coro orientale il primo maggio 1196.
Nel 1512 l’altar maggiore fu aperto alla presenza dell’Imperatore del Sacro Romano Impero Massimiliano dall’arcivescovo Richard von Greiffenklau, che promosse il primo pellegrinaggio alla Sacra Veste.
I successivi pellegrinaggi si sono svolti nei seguenti anni: 1513, 1514, 1515, 1516, 1517, 1524, 1531. 1538, 1545, 1655, 1810, 1844, 1891, 1933, 1959, 1996.

Il 13 aprile 2012, nella Cattedrale di Treviri, ha avuto inizio l’esposizione della Santa Tunica, guarda in youtube il momento suggestivo e commovente nel quale il Cardinale Ouellet, Legato del Santo Padre, incensa la Sacra Reliquia, dando inizio alla venerazione da parte dei fedeli

Santina in pellegrinaggio alla Santa Tunica, Duomo di Treviri 30 aprile 2012
Santina in pellegrinaggio alla Santa Tunica, Duomo di Treviri 30 aprile 2012

Dal restauro del Duomo nel 1974, la Sacra Veste è conservata in uno scrigno di legno del 1891, chiuso in una teca di vetro con un sistema d’aria condizionata. L’ultimo gran pellegrinaggio, nel 1996, è diventato una festa di tutti i credenti, continuata ogni anno con i Giorni della Sacra Tunica. La Cappella della SacraTunica é aperta soltanto durante i Giorni della Santa Veste, ma la Tunica non si può vedere. Gli avvenimenti del passato e le condizioni di conservazione poco favorevoli hanno comportato che lo stato originale del tessuto si modificasse assai, pertanto sono state spesso fatte delle rammendature.Il quesito sulla veridicità della Santa Tunica  non ha una risposta chiara. Per i credenti é un simbolo rilevante. La reliquia richiama la figura di Gesú Cristo: la sua incarnazione, i successivi avvenimenti della sua vita fino alla sua Crocifissione e alla sua morte. La veste integra e senza cuciture é anche un segno della Cristianità unita, e ci ricorda la forza aggregante di Dio com’è espressa nella preghiera del pellegrino: “Gesú, Salvatore e Redentore, abbi pietà di noi e del mondo intero. Ricordati della tua Cristianità e unisci ciò che é diviso. Amen.”

DIARIO DEL 39MO VIAGGIO DI SANTINA
I. INTRODUZIONE
Vedendo la Lettera del Santo Padre indirizzata al Vescovo di Treviri, nel mio cuore è nato il desiderio di andare a vedere la sacra Tunica di Gesù custodita nella Cattedrale tedesca ed esposta alla venerazione dei fedeli. Il primo motivo esaminandomi è stato dunque quello della curiosità, già avevamo visitato due anni fa’ un’altra importante reliquia della Passione: la Santa Sindone di Torino. Ma questo primo motivo si lega indissolubilmente al secondo, ho sentito la necessità di portare a Treviri Mamma, malata, totalmente disabile, ed anziana! In tre giorni abbiamo così percorso 1470 chilometri dal 29 aprile al 1° maggio, compiendo così il 39mo viaggio di Santina. Un viaggio in auto meraviglioso che ha attraversato 4 paesi: Italia, Svizzera, Francia e Germania. Del Viaggio abbiamo una meravigliosa collezione di fotografie e di filmati che abbiamo pubblicato in internet. Ma al di là delle emozioni che il viaggio ci ha regalato, il cuore del pellegrinaggio sta nel significato della tunica senza cuciture di Gesù e nel confronto con la semplice vita di Santina. Sicuramente in questo quaderno descriveremo il viaggio in una tabella posta in appendice, ma l’argomento che vorrei mettere a fuoco è proprio il tema dell’unità che la Sacra Tunica propone e che Santina incarna.

PRIMA PARTE  VIDEPORTAGE

II. QUELLA TUNICA ERA SENZA CUCITURE, TESSUTA TUTTA D’UN PEZZO DA CIMA A FONDO
Apriamo questo paragrafo con il brano di Vangelo che riguarda proprio la tunica: I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti – una per ciascun soldato – e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca». Così si compiva la Scrittura, che dice: Si sono divisi tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte. E i soldati fecero così. (Gv 19,23-24). Se ci soffermiamo un istante ad analizzare questo breve brano possiamo notare come persino i dettagli più insignificanti riportati nei Vangeli dimostrano l’attendibilità storica di quanto riferito. Innanzitutto il drappello di militari incaricato di eseguire una crocifissione era effettivamente composto da quattro soldati (quaternio), comandati da un centurione che aveva il compito di accertare la morte del condannato (exactor mortis). (Ricciotti, Vita di Gesù Cristo, par. 599; 1941). In base alla legge romana, i soldati esecutori di una sentenza capitale avevano il diritto di appropriarsi degli abiti del condannato. Gli indumenti usuali di un Ebreo del I secolo d.C. erano costituiti da due principali capi di vestiario: il mantello (che fungeva da indumento esterno) e la tunica (che costituiva l’indumento interno). Ad essi si aggiungevano una cintura, i sandali e una fascia frontale per tenere a posto i capelli e riparare il capo. La tunica, era in realtà una specie di camicia lunga fino alle ginocchia, usata come sottoveste. Il mantello era formato da più pezze di stoffa cucite insieme. I soldati si spartirono le vesti di Gesù tagliando il mantello in quattro parti, probabilmente lungo le cuciture. Una volta esaminata la tunica si accorsero che era senza cuciture e conclusero che era meglio evitare di farla a pezzi, in quanto era un capo di abbigliamento molto pregiato. Flavio Giuseppe riferisce della tunica di un sommo sacerdote intessuta tutta d’un pezzo come quella di Gesù (Antichità Giudaiche, III, 161), per cui ci fu chi interpretò questo dettaglio del Vangelo di Giovanni come un richiamo simbolico al sacerdozio regale di Cristo. In realtà la spiegazione è molto più semplice. Isidoro di Pelusio, un autore antico nato ad Alessandria verso il 300, afferma che una delle specialità artigianali della Galilea erano proprio le tuniche senza cuciture, tessute tutte d’un pezzo. Quindi nient’altro che Gesù vestito secondo la moda della Regione dove abitualmente risiedeva ed operava, la Galilea. E quel tirare a sorte? Il gioco d’azzardo era un’altra abitudine comune tra le guarnigioni romane, testimoniata dai numerosi ritrovamenti di dadi in osso, pietra o creta. Al fine di evitare la rissa per accaparrarsi quel capo di vestiario di valore, i soldati decisero di giocarselo ai dadi. Fin qui abbiamo considerato brevemente i due versi del Vangelo di Giovanni 23-24 del capitolo 19 nella loro concretezza. A tale concretezza fa proprio riferimento la Lettera del Papa al Vescovo di Trier: “Fin dalla prima ostensione nell’anno 1512 la Sacra Tunica attira a sè i fedeli; questa reliquia rende presente i drammatici momenti della vita terrena di Gesù, la sua morte in croce. Il dividersi, fra i soldati, le vesti del crocifisso potrebbe sembrare soltanto un episodio marginale, a cui i Vangeli sinottici alludono solo di passaggio. L’evangelista Giovanni sviluppa tuttavia questo episodio con una certa solennità. E‘ il solo a parlare della tunica “che era tessuta da capo a fondo, senza cuciture” (19,23). Ci rende esplicito l’evento e ci aiuta, grazie alla reliquia, a guardare con fede al Mistero della salvezza. La tunica, così di dice Giovanni, è tutta di un solo pezzo. I soldati che, secondo l’uso romano, si dividono come un bottino le povere cose del crocifisso, non vogliono strappare la tunica. La tirano a sorte e in tal modo essa rimane intera. I Padri della Chiesa vedono in questo passo l’unità della Chiesa; essa è fondata come unica e indivisa comunità dall’amore di Cristo”.(Lettera di Papa Benedetto XVI al Vescovo di Treviri in occasione dell’ostensione della Sacra Tunica). Sicuramente il Papa vede nella Tunica custodita a Treviri una reliquia che ci ricorda l’unità della Chiesa, ma non possiamo tralasciare di considerare il fatto che tutto ciò presupponga lo sforzo di ogni uomo di vivere in modo unificato.

SECONDA PARTE VIDEOREPORTAGE

III. L’UNITA’ DI VITA
Oggi parliamo molto delle divisioni nella Chiesa e tali divisioni fanno molto soffrire i cristiani. Se tutto ciò è vero, è ancor più vero che noi stessi siamo profondamente divisi. L’uomo di oggi vive in sé stesso profonde divisioni e contrasti tra ciò che vuole realizzare e quello che invece deve vivere, tra la sua idealità e la realtà di ogni giorno. Tali divisioni provocano nella persone profondi guasti talvolta insanabili; nella psichiatria si parla di schizofrenia, di comportamenti psicotici… L’uomo di fede è invece capace di unità. L’unità di vita è stata una delle profonde ispirazioni che hanno animato un grande santo del Novecento, il Fondatore dell’Opus Dei, Josemaria Escrivà de Balaguer. Scriveva a tale proposito il Santo: “Tutto il panorama della vita cristiana, quell’unità di vita che ha come nerbo la presenza di Dio nostro Padre, può e deve divenire una realtà quotidiana”( E’ Gesù che passa, Ares, Milano, 1982). Per comprendere a fondo l’importanza del messaggio di San Josemaria, non possiamo non far cenno al periodo storico in cui visse. Siamo nel Novecento, quando si avvertivano fortemente le ripercussioni nell’animo della gente, degli eventi terribili della Seconda Guerra Mondiale. Anche se in quella situazione sono fioriti santi come Massimiliano Kolbe ed Edith Stein, cominciavano però a serpeggiare convinzioni che allontanavano da Dio o, se non proprio da Dio, certamente dalla Chiesa, con inevitabili nefaste conseguenze. Anche la cultura rimase coinvolta in questo malefico turbine, impregnando così i vari aspetti dell’esistenza, sin addentro alla famiglia. Svuotamento del senso di umanità e spersonalizzazione caratterizzano questo periodo e con ciò anche il conseguente arrembaggio più o meno disperato: e ancora preoccupazione, ansia, sfiducia; solitudine, incomprensione, freddezza, sospetto; diffidenza, tornaconto, furbizia. Insomma, un diffuso “s-concerto”. È a questo punto che il Signore, nella sua Provvidenza e Misericordia, suscitò San Josemaria, per restaurare le sorti di un’umanità sbandata, confusa, sradicata dai suoi valori. Ecco allora che affiora, quasi cardine della sua predicazione, quel che egli chiamò “Unità di vita”, cioè la coerenza. In una parola, il “Concerto”. Ecco alcune formidabili espressioni che ho trovato nei suoi scritti:“Il Signore ci vuole molto umani e molto divini.” “Non vi è contrapposizione tra il servizio a Dio e il servizio agli uomini.” “Il nostro cammino sulla terra in ogni occasione e in ogni tempo è per Iddio.” Presupposto dell’unità di vita è allora la presenza di Dio, con una orazione costante: “Tutta la giornata può essere tempo di orazione:dalla mattina alla sera e dalla sera alla mattina.” “La preghiera – sosteneva – deve essere come il battito del cuore, il pulsare delle arterie.” La presenza di Dio comporta a sua volta Rettitudine d’intenzione: “Purificate l’intenzione svolgendo le vostre occupazioni per amore verso Dio”. Guardo Santina; è per me in questi anni un grande esempio. Ogni viaggio con mia Madre diviene per me occasione per interpretare la Vita con il Suo esempio. I nostri 39 viaggi hanno sempre avuto la caratteristica di provocare in me una riflessione sistematica sui fatti vissuti, ma in questi ultimi quaderni sembra che Dio voglia ogni volta indicarmi una pista di riflessione: le mie ansie, oppure il valore silenzio come è avvenuto negli scorsi quaderni, ed ora il tema dell’unità interiore della persona. Questo è davvero un tema affascinate, penso che la realizzazione umana di una persona non consista nel proprio personale successo, nella sua carriera, nel denaro, nel potere o nel piacere, essi non regalano felicità, ma solo piacere. La vera felicità risiede in una profonda armonia e unità interiore che oggi purtroppo è tanto difficile da trovare.

TERZA PARTE VIDEOREPORTAGE

Siamo a Treviri, lunedì 30 aprile. La commozione è fortissima, dopo un lungo e faticoso viaggio posso ammirare l’antica reliquia della tunica senza cuciture di Gesù, sono commosso con la lacrime agli occhi e rimango senza fiato a contemplare il grande reliquiario in legno e plexiglass. Una tunica senza cuciture! Esclamo dentro di me, una antica tradizione mi dice che sia di Gesù… una tunica senza cuciture è difficile da realizzare si deve essere dei bravi tessitori della Galilea del I secolo dopo Cristo. E’ un manufatto di lavoro difficile e lungo, non è semplice come confezionare un mantello unendo diverse parti: il progetto è diverso e più difficile, si deve pensare in modo diverso e si deve mettere tanta fatica e maestria, proprio per questo la tunica ha un suo valore, paragonato al mantello che i soldati dividono seguendo le cuciture… e poi proseguo nella mia incantata riflessione davanti all’antico pezzo di stoffa: la tunica è giunta fino a noi perché era un pezzo unico, perché aveva un suo valore intrinseco ed il valore intrinseco era la sua unità. Forse nella Vita la cose che sono destinate a superare i secoli e gridano eternità sono quelle cose che sono costruite con un progetto diverso dalle altre che compongono in se pezzi diversi, sono realtà progettate su un disegno di Unità come bene ha capito San Josemaria Escrivà de Balaguer. La mia commozione è forte e con devozione in ginocchio insieme a Santina prego, prego per le tante intenzioni che ho nella testa. Guardo Santina e la vedo faticosamente stringere le mani in preghiera, è assorta e concentrata e con grande forza ammira la tunica. Non so se la mia commozione sia più grande nel guardare alla tunica tessuta in un unico pezzo, oppure guardando Santina e la sua vita tessuta tutta d’un pezzo! Ancora una volta mia Madre nella sua infinita debolezza diviene la mia Maestra, e Santina insegna con l’esempio. Una donna molto anziana, 86 anni, totalmente disabile, malata, incapace di parlare, di mangiare da sola, che deve essere cambiata, che vomita, che tossisce, la cui respirazione viene compromessa talvolta dalla salivazione, una donna che è capace di convivere con il dolore lanciante, con la difficoltà, con il disagio e con la disabilità è lì davanti alla antica tunica. Guardo nuovamente la Reliquia e guardo Mamma e come un lampo capisco… Mamma ha costruito la sua vita su un progetto diverso da quello dei vestiti costituiti da diverse parti e uniti da cuciture, come il mantello… Santina ha pensato la sua vita su un progetto di unità, è una donna profondamente unificata. In Lei è divenuta vita l’aspirazione di Josemaria Escrivà de Balaguer: “Tutto il panorama della vita cristiana, quell’unità di vita che ha come nerbo la presenza di Dio nostro Padre, può e deve divenire una realtà quotidiana”. Niente infatti è più lontano da lei della schizofrenia… Nella sua vita il suo semplice pensiero di Fede è stato sempre vita. Non ha mai seguito denaro, potere, carriera, non ha tentato di raggiungere queste diverse mete del vivere umano per poi cucirle insieme in un progetto di piacere e di bella vita, ma il progetto di felicità di Santina ha un’unica tessitura, quella della Fede, una Fede granitica e solida nella quale non esiste la dimensione del dolore, della sofferenza, della fatica come componenti separate di una esistenza disperata, ma mia Madre con la forza della Fede ha tessuto la tunica della sua vita fondendo, ma non confondendo l’esperienza del dolore, della solitudine, della fatica. Tutto questo ha portato Santina lontano dal successo e dalla affermazione personale, ed ha percorso il sentiero dimenticato del nascondimento, dell’umiltà e del fallimento che l’ha condotta al suo calvario ed a vivere quella dolorosa Via Crucis che da quasi sette anni pazientemente sopporta. Forse anche Lei come Gesù oggi è in cima al suo Calvario di sofferenza ed offre a me la Sua tunica prima di morire, mi commuovo profondamente e non riesco a trattenere le lacrime… Nel duomo di Treviri guardo ora con venerazione mia Madre e la tunica della Sua vita, con grande lentezza mi avvicino alla sua guancia e le regalo un bacio ed una carezza. La guardo e i suoi occhi si riempiono di luce e di gioia. Ecco il volto di una donna profondamente unita a Dio, di una donna felice e piena di serenità, una donna piena di stile e di eleganza nella sua deforme situazione di minorità. Guardo a Lei e capisco meglio la Vita e capisco meglio la Tunica e partecipo con più fede alla Passione di Gesù. E’ una strada in salita per me uomo diviso e schizofrenico, ma Santina ancora una volta mi guarisce con la sua preghiera e la sua Fede, regalandomi in Germania un momento di alta spiritualità. Asciugando le lacrime di commozione usciamo dalla bellissima Cattedrale con una forza nuova, con un energia spirituale rinnovata: a Treviri, nella Sacra Tunica, Santina mi ha mostrato come la vocazione del cristiano e di un sacerdote è quello di vivere una vita interiore profondamente unificata come ha fatto Lei, come ha fatto San Josemaria e tanti santi.

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DUE LETTERE DI PAPA BENEDETTO XVI SULLA SACRA TUNICA
Lettera del Santo Padre al Card. Marc Ouellet, Prefetto della Congregazione dei Vescovi Legato Pontificio per l’ostensione della Santa Tunica

Al Nostro Venerabile Fratello
Card. Marc Ouellet, Prefetto della Congregazione per i Vescovi
Nell’antica e famosissima città di Treviri, si trovano parecchie testimonianze della fede cristiana. Questa città fin dal primo secolo è stata elevata a sede episcopale. Lì dimorò il grande sant’Atanasio, difensore intrepido della fede, vergognosamente esiliato dalla sua diocesi. Lì nacque il Dottore mellifluo, sant’Ambrogio di Milano. Lì operò miracoli san Martino di Tour. Tanti altri santi uomini e donne vissero lì, e diedero un grande apporto alla santificazione di questa città e degli abitanti della regione.
Sappiamo anche che proprio qui è visitata e onorata da secoli, con grande profitto spirituale del popolo fedele, la veneranda Sacra Tunica.
Recentemente il Vescovo di Treviri, il venerabile fratello Stephan Ackermann, ci ha fatto sapere che dal venerdì tra l’Ottava di Pasqua di quest’anno, comincerà un pellegrinaggio e per un mese, presso la Chiesa cattedrale di Treviri, si farà pubblica ostensione della reliquia della Sacra Tunica di Nostro Signore Gesù Cristo, quella tunica che dopo la crocifissione i soldati – mentre si dividevano le sue vesti – vollero tirare a sorte per non stracciarla.
Questa particolare ostensione, inoltre, commemora i cinquecento anni dal giorno in cui, nel 1512, su richiesta dell’Imperatore Massimiliano I, l’arcivescovo Riccardo von Greiffenklau zu Vollrads aprì l’altare e mostrò all’imperatore e a molti altri la sacra e venerabile veste. Noi consideriamo di grande importanza questa fausta memoria cinquecentenaria e in tutto lodiamo e approviamo ciò che è stato organizzato. Perciò abbiamo ricevuto con gran gioia il gentile invito del Presule Trevirense. Ma non potendo partecipare in prima persona, assai volentieri mandiamo colà un Nostro Legato, che ci rappresenti.
Abbiamo pensato con fiducia a te, Venerabile Fratello nostro, che con diligenza presiedi la Congregazione per i vescovi, e hai dato testimonianza del tuo amore e sollecitudine alla Chiesa di Cristo e al Romano pontefice.
Per tali motivi, volentieri con questa lettera ti nominiamo Nostro Inviato Straordinario.
Quindi, il giorno 13 aprile, a nome Nostro presiederai le celebrazioni liturgiche e porterai a tutti il Nostro saluto. Venererai con devozione la Sacra Tunica insieme agli altri presuli e a tutto il popolo credente.
“La tunica senza cuciture” di Cristo, “tessuta tutta d’un pezzo” (Gv 19,23) simboleggia bene la comunità dei discepoli, per la quale il Signore nell’ultima cena pregò insistitentemente il Padre “che siano una cosa sola” (Gv 17,11) In questa occasione esorterai il popolo i Dio ad una intensa preghiera per l’unità dei Cristiani, unità necessaria “perché il mondo creda” in Gesù Cristo, unico Salvatore mandato da Dio Padre (cf. Gv 17,21).
Noi accompagniamo con la preghiera il tuo invio, Venerabile fratello, come fossimo presenti lì in spirito. E impartiamo a te la Benedizione Apostolica, apportatrice di grazia celeste e segno della Nostra benevolenza. Questa stessa benedizione desideriamo che, a nome Nostro, tu elargisca con grande affetto a tutti i Pastori, religiosi e religiose, fedeli laici, autorità civili e militari e a tutti i partecipanti alle celebrazioni.
Dal Vaticano 7 marzo 2012, settimo del Nostro Pontificato.
Benedictus XVI PP

In occasione dell’apertura del reliquiario il Vescovo di Treviri procede all’ispezione della Santa Tunica, il video è in tedesco, ma le immagini sono eloquenti

Messaggio di Benedetto XVI al Vescovo di Treviri in occasione dell’ostensione della Sacra Tunica a cinquecento anni della sua comparsa in pubblico
Pubblichiamo una traduzione  a cura di Radio Vaticana del messaggio di Benedetto XVI al vescovo di Treviri mons. Stephan Ackermann, letto il 13 aprile 2012 pomeriggio dal card. Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i vescovi e Inviato Speciale del Papa, che ha presieduto la celebrazione di apertura del Pellegrinaggio alla Sacra Tunica nel Duomo di Trier, in Germania. Il pellegrinaggio si svolge da oggi fino al 13 maggio, per il V centenario dell’ostensione pubblica della Sacra Tunica.

Al Reverendo Fratello, vescovo di Treviri
In questi giorni, nel grande Duomo di Treviri, ha luogo l’ostensione della Sacra Tunica, esattamente cinquecento anni dopo la sua prima comparsa in pubblico a opera dell’ Arcivescovo Richard von Greiffenklau, secondo il desiderio dell’ Imperatore Massimiliano I, al momento di inaugurare l’altare maggiore. In questa speciale occasione anch’io mi faccio, nel pensiero, pellegrino nell’antica e venerabile città episcopale di Treviri, per unirmi alla schiera dei fedeli che, nelle prossime settimane, prendono parte al pellegrinaggio alla Sacra Tunica.

Santina in preghiera sfila con i migliaia di pellegrini davanti alla reliquia
Santina in preghiera sfila con i migliaia di pellegrini davanti alla reliquia

A lei, Eccellenza, ai Confratelli nel servizio episcopale, ivi presenti, ai sacerdoti e ai diaconi, ai religiosi e religiose e a tutti coloro che si sono riuniti nel Duomo di Treviri per l’apertura del pellegrinaggio, desidero assicurare la vicinanza fraterna del Successore di Pietro. Fin dalla prima ostensione nell’anno 1512 la Sacra Tunica attira a sè i fedeli; questa reliquia rende presente i drammatici momenti della vita terrena di Gesù, la sua morte in croce. Il dividersi, fra i soldati, le vesti del crocifisso potrebbe sembrare soltanto un episodio marginale, a cui i Vangeli sinottici alludono solo di passaggio. L’evangelista Giovanni sviluppa tuttavia questo episodio con una certa solennità. E‘ il solo a parlare della tunica „che era tessuta da capo a fondo, senza cuciture“ (19,23). Ci rende esplicito l’evento e ci aiuta, grazie alla reliquia, a guardare con fede al Mistero della salvezza. La tunica, così di dice Giovanni, è tutta di un solo pezzo. I soldati che, secondo l’uso romano, si dividono come un bottino le povere cose del crocifisso, non vogliono strappare la tunica. La tirano a sorte e in tal modo essa rimane intera. I Padri della Chiesa vedono in questo passo l’unità della Chiesa; essa è fondata come unica e indivisa comunità dall’amore di Cristo.

In questo video viene riproposta in 30 minuti la cerimonia di apertura dell’ostensione presieduta dal Card Ouellet, Legato Pontificio

La Sacra Tunica intende rendercelo visibile. L’amore del Salvatore rimette insieme ciò che è diviso. La Chiesa è l’unità di molti. Cristo non abolisce la pluralità degli uomini, ma la collega insieme nell’essere, i Cristiani, gli uni per gli altri e con gli altri, tanto da poter diventare, nella loro stessa diversità, mediatori verso Dio.  La Tunica di Cristo è „tessuta interamente da capo a fondo“ (Gv 19, 23). Anche questa è un‘ immagine della Chiesa, che vive non grazie alle proprie forze, ma per l’azione di Dio. Come unica e indivisa comunità essa è opera di Dio, non il prodotto degli uomini e delle loro capacità.
La Sacra Tunica vuole, nello stesso tempo, essere un ammonimento alla Chiesa perchè rimanga fedele alle sue origini, si renda consapevole che la sua unità, il suo consenso, la sua efficacia, la sua testimonianza, che è finalmente un‘opera dall‘alto, possono essere solo un dono di Dio. Soltanto quando Pietro ha confessato: „Tu sei il Cristo“ (cf Mat 16,16), riceve il potere di legare e di sciogliere, quindi il servizio a pro dell’unità della Chiesa. E per concludere, la Sacra Tunica non è una toga, un vestito elegante, che esprime un ruolo sociale. E‘ un modesto capo di vestito, che serve a coprire e proteggere chi lo porta, custodendone la riservatezza.

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Questo abito è il dono indiviso del Crocifisso alla Chiesa, che egli ha santificato con il suo sangue. Per questo la Sacra Tunica ricorda alla Chiesa la sua dignità. Ma quanto spesso vediamo in quali fragili vasi (cf 2 Cor 4,7) noi portiamo il tesoro che il Signore ci ha affidato nella sua Chiesa, e come, a causa del nostro egoismo, delle nostre debolezze ed errori, viene ferita l’integrità del Corpo di Cristo. Vi è bisogno di una costante disposizione alla conversione e all’umiltà, per essere discepoli del Signore con amore e con verità. Nello stesso tempo, la particolare dignità e integrità della Chiesa non può venire svenduta e abbandonata al chiasso di un giudizio sommario da parte della pubblica opinione.

In questa foto con Olinda,  bene si vede la sacra reliquia della Tunica
In questa foto con Olinda,  bene si vede la sacra reliquia della Tunica

Il pellegrinaggio giubilare ha come motto, che è poi un’invocazione al Signore, „Riconduci all’unità ciò che è diviso“. Non vogliamo rimanere bloccati nell’isolamento. Vogliamo chiedere al Signore di guidarci nel cammino comune della fede, e di rendere nuovamente vivi i suoi contenuti. Potremo così, crescendo insieme come cristiani nella fede, nella preghiera e nella testimonianza, nel mezzo delle prove del nostro tempo, confessare la sua magnificenza e la sua bontà. Per questo, a Lei e a tutti coloro che in queste settimane di festa si recano in pellegrinaggio alla Sacra Tunica, impartisco di cuore l’apostolica benedizione.
Dal Vaticano, Venerdì Santo, 6 aprile 2012
Benedictus XVI PP.

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Il Cardinal Terrazas benedice Santina al termine della Messa

IL PROGRAMMA DEL PELLEGRINAGGIO

GIORNO MATTINA POMERIGGIO – SERA
Domenica, 29 aprile h.7,30 Messa h.9,00 Partenzah.13,00 Pranzo a Lucerna h.14,00 Partenza per Treviri h. 19,00 Arrivo cena e pernottamento in hotel a Kell Am See nella Selva Nera
Lunedì 30 aprile h. 8,30 Prima colazione h. 9,00 Partenzah.10,00 Treviri: breve visita Porta Nigrah.11,00 S. Messa con Vescovi bolivianih.12,00 preghiera davanti alla Sacra Tunica.h. 13,30 Pranzo h.14,00 Visita della città h.16,00 Partenza e cena in autogrillh.21,00 Arrivo e pernottamento in hotel a Basilea
Martedì 1° maggio h.8,30 Prima colazione h.9,00 visita della città con i mezzi pubblicih.13.00 Pranzo h.15,00 Partenza da Basilea h.19,30 Arrivo a Bergamo, celebrazione della Messa conclusiva del PellegrinaggioTe Deum!

 

Incontro con Mons. Dr. Georg Bätzing
Incontro con Mons. Dr. Georg Bätzing

APPENDICE. TRENTANOVE VIAGGI NEL MONDO

TABELLA DEI VIAGGI DI SANTINA DOPO LA LUNGA DEGENZA IN OSPEDALE
  Destinazione Data Giorni Chilometri percorsi
1 Marina di Massa, Roma 03-15.07.06 13 1290
2 Roma 03-12.12.06 10 1224
3 Marina di Massa 03-10.04.07 06 550
4 Loreto, Roma 29-08.07.07 10 1369
5 Venezia 14-15.08.07 02 476
6 Gerusalemme 4-11.10.07 08 5504
7 Marina di Massa, Pisa 23-29.12.07 07 664
8 Nimes, Lourdes, Nizza 19-25.03.08 07 2200
9 Vienna, Cracovia,Czestochowa, Bratislava 1-8.06.08 08 3117
10 Assisi, Roma, Loreto 1-8.11.08 08 1455
11 Barcellona, Madrid, Genova 22.12-01.09 11 3288 (incluse 329 miglia nautiche in mare Barcellona-Genova)
12 Milano 15.3.09 01 106
13 Torino 22.3.09 01 364
14 Lugano 29.3 09e agosto 2009 02 237
15 Roma e Fregene 5-19.04.09 15 1306
16 Gerusalemme, Nazareth 14-21.05.09 08 5924
17 Gardaland 28-29.06.09 02 184
18 Venezia, Bari, Rodi, Atene,Argostoli, Dubrovnik, Venezia 10-17.08.09 crociera 08 4498
19 Loreto, S. Giovanni Rotondo, Pompei, Roma, Marina di Massa 1-8.11.09 08 1917
20 Genova, Katakalon, Atene, Rodi, Alessandria, Cairo, Herakleon,Messina, Civitavecchia Genova 19-29.12.09 crociera 11+3 (5462 + 669+416) 6547
21 Pasqua a Roma e Fregene 28 marzo–10 Aprile 2010 14 giorni 1360
22 Torino, Ars e Parigi 29.4-3.5 2010 05 1856
23 Gerusalemme, Nazareth 3-10.06.10 08 5924
24 Roma 11-18.07.10 07 1224
25 Genova, Portofino,Ajaccio,Civitavecchia, Salerno, Tunisi,Cartagine, Palma di Maiorca,Tolone, Genova 9-16 Agosto 2010Crociera 08 3824
26 Bergamo – Sharm El sheik 1-8.11.2010 08 5874
27 Loreto – Roma 31.12 – 6.1.2011 07 1402
28 Bergamo – Cannes – Marsiglia – Nimes – Carcassonne – Lourdes – Cannes – Principato di Monaco – Bergamo 6-13 Febbraio 2011 08 2301
29 Venezia per Carnevale 2011 6 Marzo 2011 01 476
30 Assisi – Roma – Orvieto 16.4-2.5 2011 17 2100
31 Gerusalemme, Nazareth, Beatitudini, Gerico, Qumran 16-23.6.2011 08 6304
32 Venezia, Capo d’Istria, Ravenna, Bari, Dubrovnik, Medugorje, Venezia, Padova 13-20.8.2011 08 2850
33 Bergamo – Assisi – Bergamo 2-5.9.2011 04 1054
34 Bergamo – Mombasa – Watamu – Mombasa Bergamo 23- 30.10.2011 08 18.000
35 Trasloco Via Arena 6 a Via Arena 5      
36 Roma e Firenze 2-6 gennaio 2012 05 1380
37 Bergamo Sharm El Sheik 5-12 Febbraio ‘12 08 5874
38 Bergamo – Firenze – Roma 31.3-14.4.2012 14 1760
39 Bergamo – Treviri – Basilea 29.4. -1.5.2012 03 1470
  TOTALI   290 107.253

 

Per chi segue la lingua tedesca ecco un buon video di approfondimento in soli 5 minuti di Mons. Dr. Georg Bätzing

Con i Vespri di Domenica 13 maggio 2012 ha termine l’esposizione della sacra tunica, ecco una eloquente foto che mostra due sacerdoti coprire la Tunica con un velo rosso:

verhuellung

ed ecco le parole del bell’inno composto per l’esposizione:

Freu dich, du Christenheit, und singe deinem Herrn.
Bekenne ihn und nenne seinen Namen laut.
Herr Jesus Christ, erbarme dich und führ’ zusammen, was getrennt.

Dank ihm, du Christenheit: Zum Heil der ganzen Welt
gab er den Geist, der Menschen stärkt, verbindet, versöhnt.
Herr Jesus Christ, erbarme dich und führ’ zusammen, was getrennt.

Trau ihm, du Christenheit, auch wenn in schwerer Zeit
der Zweifel kommt und kalte Angst dich überfällt.
Herr Jesus Christ, erbarme dich und führ’ zusammen, was getrennt.

Bedenke Christenheit, dein Jesus, Gottes Sohn,
ließ dir zurück sein letztes Hemd wie ein Gebet.
Herr Jesus Christ, erbarme dich und führ’ zusammen, was getrennt.

Wach auf, du Christenheit, und schau auf Jesu Kleid:
der Einheit Bild, das unserer Sehnsucht Hoffnung verleiht.
Herr Jesus Christ, erbarme dich und führ’ zusammen, was getrennt.