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32MO VIAGGIO. UN POLVEROSO CROCIFISSO: CROCIERA MEDJUGORIE 13-20 AGOSTO 2011


INTRODUZIONE

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Mistero non è un muro, ma un orizzonte. Il mistero non è una mortificazione dell’intelligenza, ma uno spazio immenso che Dio offre alla nostra sete di verità.. Antoine De Saint-Exupéry
Anni ed anni fa, Santina faceva le pulizie nella Banca Cooperativa Diocesana per guadagnarsi da vivere e sfamare due piccoli bambini, che come vedova da sola cresceva con il sudore della fronte. In questi uffici un bel giorno decisero di cambiare arredamento: mobili, poltrone, vecchie librerie sarebbero state sostituite da nuovi, eleganti ed efficienti arredamenti. Si iniziò da un ufficio abbastanza ampio che aveva bisogno anche di tinteggiatura. I mobili furono accatastati fuori, in attesa di essere dismessi.

Si era così creato un cumulo di armadi rotti uniti ad una sgangherata scrivania, ad una polverosa poltrona sgualcita, ed in un vecchio cestino di vimini per la carta era finito uno polveroso e sporco crocifisso. Dal cestino, usato per la carta, spuntavano i piedi del crocifisso, in mezzo a stracci impolverati usati dagli uomini di fatica per spostare i mobili. Il povero crocifisso giaceva in una situazione di totale squallore in mezzo ad una piccola catasta di mobili di legno rotti, assi schiodate, panni impolverati destinati tutti ad essere dismessi. Un ammasso di roba vecchia destinata ad essere distrutta e scartata.

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Santina scende la mattina per le pulizie ed incontra il Direttore della Banca: “Buongiorno Signora Santina, buon lavoro!” “Buongiorno Signor Direttore, di buonora questa mattina, vero?” “… Con gli operai qui in Banca per il cambio degli arredamenti è meglio dare un’occhiata, non si sa mai! Ad esempio, guardi quanta roba senza valore abbiamo scartato, tutta quella roba lì verrà distrutta e venduta come legna da ardere”. Santina guarda incuriosita verso la catasta di mobili e rimane perplessa… Si avvicina ai vecchi armadi, guarda con attenzione, poi vede il cestino di vimini. Si ferma, aguzza la vista e si chiede se quello che intravede sia veramente quello che pensa. “Signor Direttore posso guardare un momento?” “Faccia pure Signora!” Lentamente, sembra addirittura attenta a non voler far male al povero crocifisso – oppure semplicemente per paura di romperlo – estrae piano la croce dal cestino, poi toglie i panni luridi e il crocifisso appare: è un crocifisso abbastanza grande di circa 70 cm.

E’ mal ridotto, sporco, con uno schizzo di vernice bianca su uno dei bracci. Mia madre devotamente si china e dà un bacio a Gesù. Poi alza i suoi bei occhi castani e guarda il Direttore, con un po’ di paura formula una domanda: “Signor Direttore, buttate via anche questo?” “Signora a dirLe la verità non avevo fatto proprio caso a questo vecchio e malandato crocifisso.” “Se lo buttate via, me lo posso prendere?” “Ma Santina! E’ vecchio e anche inutilizzabile, come si può appendere in un ufficio un tale crocifisso con una macchia di tempera bianca? Non serve più a niente! Se lo prenda pure se vuole…”

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Gli occhi di Mamma si riempiono di luce: “Grazie di cuore ragioniere. E’ il più bel regalo che mi poteva fare…” Santina risale le scalette di servizio interne e torna alla nostra mansardina. Sentiamo aprire la porta e noi bambini, io e mia sorellina Carolina, contenti andiamo incontro alla mamma che in una mano tiene il secchio con gli stracci e nell’altra, coperto da uno straccio pulito bianco, vi è uno strano oggetto. “Venite a vedere bambini cosa vi ha portato la vostra mamma…”

Ho pensato che è un bel regalo per il Luigi e lo potremo mettere nella sua stanza…” Noi bambini siamo pieni di curiosità, cosa sarà quell’oggetto misterioso? “Mamma, facci vedere!” Urla piena di gioia la piccola Carolina. Lentamente Santina toglie il panno e noi bambini esclamiamo “oh… che grande crocifisso!” Mamma devotamente da un bacio e poi lo avvicina a noi due. “Mamma –  dico io – ma è tutto sporco!” “Proprio per questo dobbiamo baciare questo Gesù!” E poi non preoccuparti con una bella pulitina con acqua tiepida e olio di gomito toglierò la macchia bianca e puliremo bene questo Gesù. Questo regalo è per te, lo metteremo nella tua stanza, va bene?” E così dopo due giorni il crocifisso, senza più la macchia bianca e in discrete condizioni era appeso sopra il letto della mia camera. Iniziai così a pregare da piccolo e da ragazzo davanti a quel crocifisso, senza farci caso e un po’ come Don Camillo iniziai a parlare con Lui.

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Passarono gli anni e divenni uno studente di liceo al seminario e continuavo a pregare davanti a quel crocifisso. Un giorno mentre lo guardavo con attenzione nella preghiera, mi venne in mente un pensiero fisso: ma questo crocifisso di che epoca è? La domanda mi martellò il cervello durante la recita delle mie orazioni. Vicino a casa in Via Arena il signor Mandelli era un restauratore di mobili di oggetti di legno antico. Staccai il vecchio crocifisso e corsi nella sua bottega. “Signor Mandelli mi può dire qualche cosa di questo crocifisso?” “Dove lo hai preso, ragazzo?” “Con molta semplicità raccontai la storia di moltI anni prima… “Lasciamelo qui, passa tra 15 giorni, ti farò sapere!”

 

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Tornai dopo 15 giorni “Buongiorno Signor Mandelli!” “Ah sei tu! Ho una sorpresa per te: ho finito ieri il restauro del tuo crocifisso… vedi là vicino alla boccetta del solvente, tra la lente d’ingrandimento e la lampada che uso per restauri minuziosi? Alza quel panno bianco.” Mi avvicinai con il cuore che batteva forte per vedere cosa aveva combinato l’esperto restauratore. Alzai il telo bianco e come anni prima non potei trattenere una esclamazione di sorpresa e stupore: ohh… ma è bellissimo!”

Un meraviglioso crocifisso mi guardava con l’intensità di una scultura lignea antica in cui l’artista aveva messo tutta la sua bravura.Lo presi tra le mani e lo baciai. Guardai con fare interrogativo il restauratore che nel suo camice bianco era desideroso di darmi spiegazioni: “Quello che hai tra le mani è un crocifisso scolpito in legno della fine del ‘500 inizio del ‘600 ed ha un suo discreto valore, guarda che cura ha messo lo scultore nello scolpire il legno e nello stendere poi un appropriato colore!” “La tua mamma senza volerlo ti ha regalato un oggetto di grande valore, ma più grande valore è la sua fede che ha riconosciuto nel crocifisso sporco un valore spirituale tanto grande.

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Mi ha commosso il tuo racconto e sai cosa ti dico, davanti alla fede della tua mamma anche io ti faccio un regalo, non mi devi nulla per l’accurato lavoro svolto… ma quando sarai prete ricordati di me e tieni questo crocifisso vicino a te, mi hai capito? E ricorda sempre questo fatto e la fede di tua madre, va bene? Questa è la migliore ricompensa per il mio lavoro”. Uscii trepidante dalla bottega, entrai in casa e senza parlare, ma con gli occhi lucidi di commozione diedi un bacio a Santina. Oggi il crocifisso si trova appeso nella mia camera da letto: è l’ultimo volto che vedo la sera ed il primo che incontro la mattina, e come per don Camillo è diventato per me il mio migliore amico.

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I. NEL SEGNO DELLA CROCE
Musica classica di sottofondo, eleganti tavoli e mobili pregiati; dai grandi oblò della sala da pranzo si gode un meraviglioso tramonto mentre siamo in navigazione nel Mare Adriatico. La cena sta per essere servita ed i camerieri ci accolgono con la consueta gentilezza. Ci sediamo a tavola, guardo Mamma che è vestita in modo elegante per la serata di Gala: un collier che ho comperato per Lei a Beirut, sta molto bene sul nuovo vestito blu scuro scelto dal buon gusto di Carolina e usato per la prima volta a Gerusalemme in occasione della festa del 21 di Giugno 2011. Mamma mi guarda e sorride divertita.

 

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I distinti camerieri preparano il loro servizio, un signore bosniaco ci presenta un cestino con diverse qualità di pane e con le molle ci serve nel piatto dedicato il gusto da noi scelto. Nella sala ristorante della nostra grande nave Voyager of the seas della compagnia Royal Caribbean regna una profonda pace e una grande serenità.

Questa sera Santina è particolarmente vivace, coraggiosamente rompe il suo silenzio e con gli occhietti vispi e il suo sorriso compiacente rivolta al cameriere – che presenta a Lei la cesta del pane – dice: “Mi dia per piacere due panini!” Sorridendo il signore bosniaco serve Santina, mentre io non posso trattenere una risata compiaciuta. Mamma mi guarda e con la testa annuisce…

Dopo il pane è il momento dell’acqua che viene servita nei propri bicchieri, è acqua piena di ghiaccio come è uso servire negli Stati Uniti ed è normale in una nave americana, Santina risponde con il suo cortese grazie. Giunge Conrado il capo cameriere filippino ed apre per noi una buona bottiglia di vino rosso della California Cabernet Sauvignon dell’anno 2008. Nel grande bicchiere di cristallo viene versato il vino e si può sentire il suo delicato aroma. Brindiamo insieme alla Santina ed al suo 32mo viaggio nel mondo. Con questo viaggio Mamma ha raggiunto 77.750 chilometri in 240 giorni percorsi dall’anno 2005, dopo le tristi vicende che l’anno resa una completa disabile.

 

Viene qui presentata la raccolta scelta di alcuni video e di tante fotografie del viggio
Iniziamo la cena, mentre il sole che tramonta sul mare regala alla sala da pranzo i colori magici della sera ed i suoi riflessi rossi si riflettono nei vetri dei grandi oblò all’interno del ristorante. “Guarda Mamma che meravigliosa natura ci ha regalato Dio…” Santina guarda assorta fuori dalla finestra e i suoi bei occhi carichi di stanchezza per la giornata trascorsa si riempiono di luce, è il suo sorriso a parlare. Ed il cameriere lo coglie: “Questa donna parla con il sorriso!”, mi dice. Non è una novità, spesso la gente ci dice questo. Ma la novità della serata è un’altra, ed è per me il centro di tutto il viaggio.

E’ un fatto molto simpatico. Ve lo racconto. Dopo il primo piatto abbiamo scelto come seconda portata un filetto di salmone, un piatto semplice ma molto buono, cucinato con vera maestria dallo chef. Mentre il cameriere serve il piatto a Mamma, succede qualche cosa di semplice, ma anche commovente. Santina guarda il pesce, si agita, i suoi occhi si fanno molto attenti, tenta di inghiottire un po’ di saliva e guarda nuovamente il salmone con una sorta di forte attenzione, alza il braccio tremante e con gran fatica compie con molta concentrazione il Segno della Croce e sussurra:”Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”.

Rimango colpito dal gesto e cerco nella mia testa una spiegazione, ma non la trovo… e allora alzo la voce: “Mamma perché hai fatto il Segno della Croce ora? Lo abbiamo già fatto all’inizio della cena quando abbiamo pregato!” Mamma non risponde… E’ Olinda a prendere la parola e lentamente mi spiega il mistero e mi riempie di commozione. “Don gigi devi sapere che Santina ha una sorta di riflesso incondizionato, quando viene a Lei offerto qualche cosa che a Lei piace prima di mangiare si fa il Segno della Croce. Accade spesso, ad esempio, la domenica se cucino la polenta con il coniglio o con il pollo, quando tua madre vede il piatto in tavola anche se abbiamo già pregato all’inizio del pranzo si fa comunque il Segno della Croce. Allora vuol dire che a Santina il salmone piacce molto, hai capito?” Ora tutto mi è chiaro, ecco perché quella sorta di acquolina in bocca nella perdita di saliva, ecco perché i suoi occhi concentrati sul piatto…

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Tutto questo sembra apparentemente una stupidaggine, ma il vivere con mia Madre disabile mi chiede di non essere banale e superficiale, ma di scavare profondamente tutti gli avvenimenti. Mentre Olinda imbocca Mamma vedo veramente che Santina gusta il pesce. E mi chiedo cosa vuol dire tutto questo? Piano, piano si fa chiara nella mia mente la spiegazione: Santina ha talmente interiorizzato ed armonizzato nella sua vita Il Segno della Croce che con esso è in grado di giudicare la vita, di giudicare quello che è buono e quello che non è buono, come avviene per il cibo.

Mia madre fa capire che gradisce un piatto facendo devotamente il Segno della Croce perché esso è per Lei metro di giudizio. In altre parole Mamma giudica la vita con Il Segno della Croce. Santina mostra i suoi gusti non dicendo: “E’ buono! Mi piace!”, ma facendo il Segno della Croce. Quando la malattia toglie la capacità di parlare, di esprimere le proprie convinzioni ed idee, i propri gusti, la persona viene in un certo senso annientata. E quando viene azzerata solo le cose decisive ed importanti rimangono.

E cosa è decisivo ed il portante per Santina? Il Segno della Croce. Questo Segno della Croce tanto dimenticato da me, quanto trascurato, talvolta assomigliante più ad un modo per scacciare un fastidiosa mosca, un segno che occupa frettolosamente l’ultimo posto, che è fatto senza pensare e senza pregare riacquista forza vitalità e pregnanza di significato in una vecchia signora martoriata dalla malattia e totalmente dipendente,

ma che nella sua completa disabilità è capace di compiere con grande dignità ed eleganza quel Segno dando ad esso il valore di preghiera, dando ad esso pieno significato, dando ad esso vitalità e soprattutto trasformandolo in criterio di scelta: quando Santina sceglie qualche cosa di buono lo mostra compiendo il Segno della Croce! La capacità di giudicare la vita, il bene ed il male, il buono ed il cattivo per il cristiano risiede proprio nel Segno della Croce.

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Quella sera, il simpatico gesto di Santina descritto da me scrupolosamente è divenuto una formidabile catechesi sulla croce e sul valore della croce nella mia vita spirituale. Alla mia mente è ritornato il 21 Giugno 2011: nella cerimonia per il mio XXV Anniversario di Ordinazione sacerdotale il vescovo mi ha messo al collo il crocifisso con queste parole: Ricevi, Don Luigi carissimo, la croce di Cristo; medita assiduamente il mistero della Croce e annunzialo agli altri, per avere parte con Cristo alla vita eterna.

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Quella sera nell’elegante ristorante nel bel mezzo di una cena di gala, con un bel vestito, una acconciatura appropriata nella sua eleganza, Mamma non ha messo al centro il cibo, i vestiti, la raffinatezza del locale o il bel tramonto sul mare: ha focalizzato ed ha acceso di luce la Croce di Cristo, dando luce e concretezza alla frase da Lei scelta profeticamente anni fa e che dice: Io ritenni di non conoscere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo e questi crocifisso.


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Continuai la cena nascondendo nel mio cuore lacrime di ammirazione per quella donna che, imboccata, mangiava il pesce e mi guardava serena. Sussurrai al suo orecchio”Grazie Santina per quello che questa sera mi hai insegnato”.

 

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II L’ACQUA MIRACOLOSA
La nostra grande nave lasciata Ravenna giunge dopo la notte a Bari è martedì 16 agosto 2011. Avevamo già sostato nella bella città pugliese a bordo della nave MSC Armonia e diretti in Grecia. Era la prima nostra crociera, ma non eravamo scesi. Giunti in porto mi informo quanto sia distante il centro storico e la bella ed antica Cattedrale dedicata a San Nicola. Mi dicono che il centro è davvero vicino e che con 20 minuti di cammino si può visitare la città. La giornata è piena di sole, ma nelle ore del mattino il caldo non è ancora forte, possiamo scendere, visitare la Cattedrale e fare ritorno per mezzogiorno a bordo. Olinda prepara Santina;

Maria Carolina ha regalato a mamma un grazioso cappellino che la può ben proteggere dal sole. Santina riceve il cappello sulla sua testolina con un bel sorriso. Prepariamo l’acqua addensata in un contenitore e dopo aver preso le macchine fotografiche e la cinepresa scendiamo a terra. Lasciamo il porto e spingendo la carrozzina attraverso le viuzze dell’antica città ci troviamo nella piazza della Cattedrale. La Basilica che custodisce le reliquie di S. Nicola si erge imponente nella Città Vecchia di Bari, a cinque minuti dal Porto marittimo. Lo stile è il romanico, vale a dire che ha un aspetto massiccio e sobrio, caratteristico dell’architettura normanna. Il 9 maggio 1087 giungevano a Bari le reliquie di S. Nicola da Mira (attuale Turchia). Il Santo greco, molto venerato dalla gente di mare, era vescovo di Mira nel 325 dopo Cristo, quando partecipò al concilio di Nicea. Celebre in Oriente come liberatore di tre innocenti dalla decapitazione e tre ufficiali dal carcere, lo era ancor più in occidente per la dote alle fanciulle povere che egli gettò sotto forma di sacchetti di monete d’oro attraverso la loro finestra. Tutte le cronache dell’epoca riportarono l’avvenimento della Traslazione. Dalla sacra urna di Nicola, deposta con le sue reliquie forse nel pavimento del martyrion cruciforme annesso alla basilica di Mira, si riteneva che, subito dopo la sua morte, avesse preso a scaturire un liquido straordinario, detto myron, in rapporto certo con le essenze profumate diffuse nel territorio, da cui la stessa città prendeva il nome. Ed ancora oggi questo fenomeno avviene nel sepolcro della Cattedrale di Bari. Da sottolineare che il myron, è costituito, da acqua pura, ed i Baresi, nel corso del tempo ne fecero incetta, per custodirla entro le graziose “bottiglie” dipinte con l’immagine e scene della vita di san Nicola, di grande varietà e tipologia. Il Signore é capace di trasformare lieta crociera in un bel pellegrinaggio. Visitiamo devotamente la Basilica e la Tomba del Santo. Un custode gentilmente ci fa dono di una boccetta contente l’acqua conosciuta con il nome di manna.

Guardo con attenzione questa bottiglietta e mi vengono in mente le diverse volte che con Santina nei nostri viaggi abbiamo incontrato l’acqua come segno di liberazione e di medicina. A partire dal piccolo Santuario mariano della Corna Busa a Bergamo in Valle Imagna, per passare poi a Lourdes, dove per ben due volte abbiamo bevuto alla fonte miracolosa per giungere fino qui ed avere il dono di poter bere questa acqua miracolosa. Vogliamo cosi trasformare la nostra visita in una bella preghiera. Guardo mamma negli occhi e dico: ” Santina, pensa che fortuna, ci hanno regalato una piccola bottiglia con questa acqua che sgorga dal sepolcro di San Nicola. Reciteremo una bella preghiera e poi ti fare bere questa acqua, sei contenta?” Gli occhi di Santina si riempiono di luce e contenta risponde: “Si!”. Bene Mamma, ci dobbiamo preparare perché questo non sia un gesto magico. Ecco delle belle preghiera che la chiesa ci propone. Ci raccogliamo in silenzio e poi lentamente facciamo ii segno della croce. Ecco la suggestiva preghiera che abbiamo compiuto:

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. V/. Il nostro aiuto e net nome del Signore. R/. Egli ha fatto cielo e terra. V/. Signore, ascolta la nostra preghiera. R/. Accoglila per l’intercessione di San Nicola. Preghiamo. Dio onnipotente ed eterno,, nella tua infinita misericordia, hai offerto, per mezzo di Gesù Cristo, segni meravigliosi della tua bontà a sostegno della nostra fede e a sollievo delle nostre infermità. Tu hai operato e continui ogni glomo ad operare numerosi prodigi presso la tomba del tuo servo Nicola, da cui scaturisce il liquido della «manna» come segno della tua bontà e della tua patema assistenza. Noi Ti ringraziamo di questi straordinari favori. Ora Ti chiediamo di aumentare anzitutto la nostra fede e di accogliere inoltre la nostra supplica che a Te innalziamo per Santina, che da Te implora la grazia di essere liberata dalla sua infermità. La «manna» di San Nicola che le viene amministrata possa essere, per tuo volere, l’acqua della piscina di Siloe con cui Cristo restituì la vista al cieco nato, donandogli nello stesso tempo la luce della fede. Concedici, per i grandi meriti e per la potente intercessione di San Nicola, quanto noi, poveri peccatori, non osiamo sperare. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. Amen. Padre nostro … Ave Maria … Gloria at padre … V/. Santo Padre Nicola. R/. Prega per noi. Santina Olinda e don gigi bevono un piccolo sorso di manna. Dopo un momento di preghiera silenziosa concludiamo con un’altra bella preghiera:

Dio onnipotente ed eterno, che hai voluto donarci come protettore il glorioso San Nicola, da quella sede di luce in cui egli gode la tua divina presenza, rivolgi a noi i tuoi occhi misericordiosi. Concedici gli aiuti e le grazie opportune alle presenti nostre necessità sia spirituali che temporali. Ricordati della tua Chiesa, nel suo popolo e nei suoi Pastori, perché sia illuminata dalla tua verità e infiammata dalla tua carità. Converti, per intercessione del nostro Santo Patrono, a fermi propositi di bene coloro che vivono avvolti nelle tenebre dell’ignoranza e dell’errore. Consola gli afflitti, provvedi i bisognosi, conforta i pusillanimi, difendi gli oppressi, assisti gli infermi e fa’ che tutti possiamo sperimentare gli effetti del valevole patrocinio di San Nicola presso di Te, supremo datore di ogni bene. Per Cristo nostro Signore. Amen. Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e conduca alla vita eterna. Amen.

Conclusa la nostra bella preghiera guardo con venerazione Mamma che mi appare assorta in una profonda preghiera. Nei nostri viaggi questa non è una novità, Santina è sempre capace di concentrarsi quando intuisce che è in un luogo santo e dove la preghiera ha un sapore speciale. Do una carezza a Mamma e inizio a spingere la carrozzina. Si è fatto tardi il sole è caldo, con una bella sudata giungiamo alla nostra fresca nave, dove dopo esserci rinfrescati andiamo a pranzo. Ora ci aspetta una nuova tappa nel nostro pellegrinaggio: Medjugorie.

 

 

III. UN ROSARIO A MEDJUGORIE
La nostra grande nave, lasciato il porto di Bari naviga tranquilla verso la Croazia. Dopo una notte serena giungiamo al grande porto di Dubrovnik, mercoledì 17 Agosto 2011. Ci fermeremo un giorno nella cittadina medievale. Noi abbiamo già visitato in precedenza la città e quindi abbiamo programmato dall’Italia di raggiungere Medjugorje con un’automobile a noleggio. Ci assegnano per tutto il giorno una Mercedes nera classe A, che già ben conosco perché in passato ne avevo avute due. Iniziamo la strada di circa 230 chilometri che ci porterà al luogo di pellegrinaggio mariano. La strada non è buona ed è molto differente dalle autostrade europee, ma il nostro desiderio di andare a Medjugorje è grande! Santina ed Olinda sono comodamente sedute nel retro, la strada è a curve e dopo aver costeggiato una meravigliosa costa, ci dirigiamo verso l’entroterra e la rigogliosa natura ci accoglie. Abbiamo dovuto fare frontiera tre volte, la prima lungo la costa ci ha portato dalla Croazia alla Bosnia ed Erzegovina, poi di nuovo in Croazia e la terza volta nell’entroterra ci riporta alla Bosnia ed Erzegovina. Alcuni minareti musulmani ci fanno capire che questa terra è piena di divisioni etniche, religiose e politiche.., i segni della guerra di alcuni anni fa sono presenti. Tutto questo contesto mi incuriosisce molto ed è per me oggetto di riflessione: Ma guarda che strana terra ha scelto la Madonna per invitare alla preghiera i suoi fedeli. Guardo Santina che felice sorride illuminata dal caldo sole estivo. Il viaggio non è comodo, le strade sono sconnesse e la povera donna avverte tutti gli scossoni, mi ricordo di un viaggio in pullman dal Cairo ad Alessandria d’Egitto era una vigilia di Natale. Santina però non sembra essere troppo infastidita, dopo due lunghe code alle dogane, finalmente percorriamo una lunga strada diritta in mezzo al verde della Bosnia ed Erzegovina. Il santuario di Medjugorje non è ancora riconosciuto dalla Chiesa ufficialmente e così decidiamo per una visita breve che abbia al suo centro la recita del rosario. Arriviamo alla parrocchia verso mezzogiorno. E’ molto caldo, scattiamo alcune fotografie e poi ci dirigiamo alla chiesa, dove sta finendo una Messa in francese. Recitiamo devotamente il rosario alla statua della Madonna, sostiamo alcuni momenti in preghiera e poi usciamo. Ci dirigiamo verso un crocifisso in un bel giardino vicino alla chiesa attorno al quale vi sono moltissimi lumini accesi. Porto Mamma davanti a questo crocifisso. Anche qui vivo un momento di profondo raccoglimento: penso alla cena in nave ed al segno della croce di Santina, penso a quanto questa donna abbia vissuto nella sua carne la difficoltà e la tortura della croce. Guardo il suo sorriso e rimango estasiato: “Mamma ti ho portato fino qui dalla Madonna, che gioia!” Cambiamo Santina, ci rinfreschiamo e ci dirigiamo alla macchina, una donna mi chiede la confessione, e dopo aver celebrato con Lei questo sacramento, tomo all’auto. Ci fermiamo per acquistare alcuni regalini e poi dopo aver gustato un buon gelato come pranzo, risaliamo in macchina. Sono le ore 14,30. Ripercorriamo la strada verso Dubrovnik dove giungiamo alla sera, per le ore 17,00. Saliti a bordo dopo una rigenerante doccia celebriamo la Messa in ringraziamento per quanto abbiamo vissuto in quella giornata in onore della Madonna. Un’altra significativa tappa del nostro viaggio si è conclusa.

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IV. A PADOVA SULLA TOMBA DI SAN GREGORIO BARBARIGO
Nell’anno 2011 ho celebrato il 25mo di Ordinazione Sacerdotale, è stato un anno stupendo con suggestive cerimonie, momenti ricchi di riflessione e preghiera. Tra di essi un posto tutto speciale trova ii pellegrinaggio sulla Tomba di San Gregorio Barbarigo, Santo mio speciale patrono; a Lui devo la mia vocazione sacerdotale. Ricordo di essere stato a Padova in tre diversi momenti: quando ero educatore al Seminario di Bergamo, prima della mia destinazione al lavoro alla CEI a Roma, e poi inviato da Roma a Padova per motivi di lavoro. In tutte e tre queste volte mi sono recato sulla Tomba de6anto Vescovo di Bergamo. Due sono i motivi che rendono cosi speciale ii nostro pellegrinaggio a Padova: il primo è sicuramente il 25mo anniversario di Ordinazione sacerdotale. Il secondo motivo è quello di aver riportato Mamma lì in quelle condizioni. Non lo avrei mai immaginato ed il cuore si riempie di gioia. La nave giunge in porto, nelle prime ore di venerdì 19 Agosto. Dopo colazione prendiamo la nostra Renault Kangoo e guidati dal satellitare in un’ora giungiamo a Padova. Ci dirigiamo ala centro della città, lasciando la macchina vicino al seminario  diocesano. ” Mamma siamo a Padova! Andiamo da San Gregorio Barbarigo a ringraziarLo per il dono della mia vocazione e della tua vita!” Santina sorride felice e di buona lena spingo la carrozzina. Giungiamo cosi nella Piazza della Cattedrale sono circa le 11 della mattina. Entriamo in chiesa e mi dingo in sagrestia dove incontro il Parroco molto gentile e chiedo a Lui di poter celebrare la Messa all’altare del Santo, me lo concede volentieri e cosi dopo la essermi confessato devotamente, vesto i sacri paramenti e inizio la celebrazione eucaristica. Olinda legge le letture e Santina risponde con forza alle preghiere della Messa. Durante la Comunione mi ritrovo pieno di commozione a ringraziare questo Santo per aver compiuto ben 25 anni di Messa, lo prego per il dono della perseveranza e per il dono della vita di Mamma, chiedo altresì il dono di nuovi sacerdoti per la Diocesi di Bergamo. Sono molto devoto a questo Santo e Lui lo sa. Nella mia casa di Roma vi è una grande immagine di San Gregorio Barbarigo… Affido a Lui anche la mia difficile vita di ufficio a Roma: ” Siate Santi perché, io il Signore vostro Dio sono Santo”. Mi vengono alla mente le parole del Beato Giovanni XXIII nel giorno della Canonizzazione di questo Santo, era il 26 maggio 1960 e mia Mamma senti queste parole proprio nella Basilica di San Giovanni in Laterano dove avvenne la canonizzazione: era il giorno dell’Ascensione di Gesù al cielo. Ecco le parole del Pontefice dette nell’omelia:

Ora questo nostro S. Gregorio Barbarigo fu un prelato moderno nel senso più giusto ed ampio del termine. Vescovo di Bergamo, ed a mezzo secolo di distanza da S. Carlo Borromeo, ne fu un imitatore mirabile della applicazione della legislazione post-tridentina, al reggimento della diocesi. Passato a Padova, ed ivi pastore infaticabile di quel gregge per trentatré anni vi fece fiorire una ricchezza tale di istituzioni ecclesiastiche, di cultura, di assistenza, di apostolato, da rendere veneratissima la sua persona e immortale il suo nome, anche per i secoli che succedettero al suo così operoso passaggio. Prelato di alta cultura scientifica, di fisica e di matematica, strettamente intesa, di letteratura latina, italiana e delle diverse lingue di Europa e di Oriente: vigile a tutte le forme più penetranti dello zelo pastorale, egli fu davvero un grande personaggio dei tempi suoi. Ma sotto il velo prezioso della sua modernità egli coltivò innanzi tutto uno spirito squisitissimo di santità autentica, purissima che gli permise di conservare l’innocenza battesimale, e di crescere di anno in anno nell’esercizio delle virtù sacerdotali più alte ed edificanti.

Proprio in quella Basilica di San Giovanni in Laterano mia Mamma invocò il mio concepimento al Santo con la promessa di consacrarmi al Signore da sacerdote. Il 25 ottobre 1985 proprio in quella Basilica venivo consacrato diacono 26 anni dopo! Non è una storia meravigliosa? Mentre in preghiera riflettevo su queste singolari coincidenze ringraziavo Dio per il dono della Vita, della Vocazione al Sacerdozio e di Mia Madre e lo facevo nella cattedrale di Padova alla Tomba del Santo che aveva fatto nascere la mia vocazione. Abbracciai Santina con affetto e le dissi all’orecchio: “Mamma, grazie che mi hai dato la vita, grazia che mi hai fatto diventare sacerdote!!” Santina mi rispose con un semplice e luminoso sorriso. “Sarò sempre un bravo sacerdote?” “Mi rispose con grande forza e convinzione “Sì!” Pieno di gioia facciamo il segno della croce, lentamente e con attenzione, ricordando ancora la cena nella nostra nave, e usciamo lentamente dalla Chiesa con una grande pace e commozione nel cuore. Olinda mi dice che è tempo di tornare alla nave, per vivere con serenità e gioia l’ultimo giorno della nostra crociera. Nella mia memoria, mentre spingo la carrozzina verso la macchina, per le vie di Padova mi vien in mente un testo di San Gregorio Barbarigo che per me è un severo avvertimento ed impegno: “Io parlo però a quelli i quali sono usciti dal peccato, e se ne stanno con un certo timore, e con una certa pusillanimità. Temono di trovar un padrone rigoroso, non vorrebbero separarsi affatto da se stessi. ( … ) Quell’ aver da rinunziare ad ogni loro contento, quel non esser più suoi, quel non poter stare bene con Dio e col mondo, gli atterrisce di maniera, che si perdono di animo, e timidi soldati si danno alla fuga, e senza saper da chi fuggono, aborriscono ancora il nome di perfezione cristiana. Con questi io parlo oggi, e chiamo tutti a seguir il Signor nostro Gesù Cristo al cielo delle consolazioni, del gioire.” Certo non posso sfuggire al forte richiamo il mio Santo protettore, in questo anno giubilare, attraverso l’esempio di Santina mi spinge a seguire con grande forza e decisione il Signor nostro Gesù Cristo al cielo delle consolazioni, del gioire. Troppe volte nella mia miseria mi dimentico di questo… questo viaggio sia per me un potente contro una vita mediocre e una forte spinta verso la santità, quella santità el sorriso che rispendi della piccola Santina!

Il progetto del mondo e il progetto d’uomo che viene delineato dalle beatitudini del Signore, sono infatti in netto contrasto con l’antica beatitudine del potere e dell’avere (Cf Gn 2; 3); così pure con la sapienza di questo mondo che considera beato solo chi è libero dalle difficoltà e dalle preoccupazioni della vita presente. Il potere, l’avere ed il mondo sempre scatenano la loro potenza “insultando, perseguitando, mentendo, calunniando”. Sono i quattro verbi su cui, come la Croce del Calvario, sono incise le beatitudini e provano la sincerità di chi accetta di viverle, come mia Madre. Da sempre la Chiesa, corpo di Cristo, ha fatto l’esperienza di questa gioia e di questa sofferenza, ne sarebbe possibile accettare l’una e rifiutare l’altra. Cristo senza la Croce un’illusione: la Croce senza Cristo e disperazione. Le beatitudini sono quindi impegno, verifica e purificazione. Quando il cuore sarà puro e gli occhi diventeranno come quelli di Santina, solo allora si “vedrà che il Regno di Dio è già qui … solo allora avremo capito cosa significhi seguir il Signor nostro Gesù Cristo al cielo delle consolazioni, del gioire.

 

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V. APPENDICE. PROGRAMMA DELLA CROCIERA

 

DATA LUOGHI VISITATI
Sabato, 13 Agosto 2011 Ore 17 Partenza da Venezia
Domenica, 14 Agosto 2011 Ore 8-19 Capo d’Istria
Lunedì, 15 Agosto 2011 Ore 7-19 Raverma
Martedì, 16 Agosto 2011 Ore 11 — 20 Bari
Mercoledì, 17 Agosto 2011 Ore 8 — 18 Dubrovnik Croazia
Giovedì, 18 Agosto 2011 Crociera in nave
Venerdì, 19 Agosto 2011 Ore 9 -17 Venezia con visita di Padova
Sabato, 20 Agosto 2011 Ore 8 Venezia fine crociera

 

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TRENTADUE VIAGGI NEL MONDO

TABELLA DEI VIAGGI DI SANTINA DOPO LA LUNGA DEGENZA IN OSPEDALE
Destinazione Data Giorni Chilometri percorsi
1 Marina di Massa, Roma 03-15.07.06 13 1290
2 Roma 03-12.12.06 10 1224
3 Marina di Massa 03-10.04.07 06 550
4 Loreto, Roma 29-08.07.07 10 1369
5 Venezia 14-15.08.07 02 476
6 Gerusalemme 4-11.10.07 08 5504
7 Marina di Massa, Pisa 23-29.12.07 07 664
8 Nimes, Lourdes, Nizza 19-25.03.08 07 2200
9 Vienna, Cracovia,Czestochowa, Bratislava 1-8.06.08 08 3117
10 Assisi, Roma, Loreto 1-8.11.08 08 1455
11 Barcellona, Madrid, Genova 22.12-01.09 11 3288 (incluse 329 miglia nautiche in mare Barcellona-Genova)
12 Milano 15.3.09 01 106
13 Torino 22.3.09 01 364
14 Lugano 29.3 09e agosto 2009 02 237
15 Roma e Fregene 5-19.04.09 15 1306
16 Gerusalemme, Nazareth 14-21.05.09 08 5924
17 Gardaland 28-29.06.09 02 184
18 Venezia, Bari, Rodi, Atene,Argostoli, Dubrovnik, Venezia 10-17.08.09 crociera 08 4498
19 Loreto, S. Giovanni Rotondo, Pompei, Roma, Marina di Massa 1-8.11.09 08 1917
20 Genova, Katakalon, Atene, Rodi, Alessandria, Cairo, Herakleon,Messina, Civitavecchia Genova 19-29.12.09 crociera 11+3 (5462 + 669+416) 6547
21 Pasqua a Roma e Fregene 28 marzo–10 Aprile 2010 14 giorni 1360
22 Torino, Ars e Parigi 29.4-3.5 2010 05 1856
23 Gerusalemme, Nazareth 3-10.06.10 08 5924
24 Roma 11-18.07.10 07 1224
25 Genova, Portofino,Ajaccio,Civitavecchia, Salerno, Tunisi,Cartagine, Palma di Maiorca,Tolone, Genova 9-16 Agosto 2010Crociera 08 3824
26 Bergamo – Sharm El sheik 1-8.11.2010 08 5874
27 Loreto – Roma 31.12 – 6.1.2011 07 1402
28 Bergamo – Cannes – Marsiglia – Nimes – Carcassonne – Lourdes – Cannes – Principato di Monaco – Bergamo 6-13 Febbraio 2011 08 2301
29 Venezia per Carnevale 2011 6 Marzo 2011 01 476
30 Assisi – Roma – Orvieto 16.4-2.5 2011 17 2100
31 Gerusalemme, Nazareth, Beatitudini, Gerico, Qumran 16-23.6.2011 08 6304
32 Venezia, Capo d’Istria, Ravenna, Bari, Dubrovnik, Medugorje, Venezia, Padova 13-20.8.2011 08 2850
TOTALI 248 77715