Catechesi

Presentazione del libro: QUANDO SONO DEBOLE E’ ALLORA CHE SONO FORTE, Assisi 2 settembre 2011


Panoramica

Ad Assisi il 2 Settembre 2011 nel Palazzo Comunale nella Sala della Conciliazione si è svolta la prima presentazione del nuovo libro: “Quando sono debole è allora che sono forte (Velar, Luglio 2011). Riportiamo qui il saluto di Alessandra Armellini, che ha moderato la serata e  relazione di S.E. Mons. Carlo Mazza Vescovo di Fidenza.

Invito ad Assisi 2

 

I. SALUTO DI ALESSANDRA ARMELLINI

Buonasera a tutti, sono Alessandra, una cara amica del Monsignor Luigi Ginami, autore del libro. Mi trovo qui questa sera, davanti a voi per presentarvi questa sua meravigliosa opera, che definirei un vero insegnamento di vita e che Lui ha scritto prendendo come esempio il percorso di Mamma Santina. Mi sento molto onorata che il Monsignore mi abbia chiesto di introdurvi alla lettura dello stesso, e prima di proseguire vorrei ringraziare sentitamente il mio caro amico per la fiducia in me riposta nel farmi una tale richiesta dopo che lo stesso Monsignor ha dedicato a me, a mio marito e a mio figlio il suo scritto. Naturalmente ringrazio anche le persone presenti per  l’attenzione che mi offrono nell’ascoltarmi. Come ho detto all’inizio, il libro è una metafora della vita e della sua bellezza e di come può essere condotta anche da chi diversamente abile trovi la forza nella sua debolezza per avvicinarsi al Risorto. L’opera del Monsignor Luigi ci insegna a credere in noi, in quello che facciamo, a non darci mai per vinti anche nelle situazioni più difficili e complicate perché quando sentiamo che la forza ci sta abbandonando, quando siamo deboli e ci sentiamo soli di fronte al pericolo c’è Chi ci solleva, ci tende la mano e ci aiuta a camminare alleggerendoci dalle fatiche e dalle paure che ci hanno assalito e sconfortato. Vi invito alla lettura di questa opera perché possa divenire il libro della vostra vita da aprire quando vi sentite stanchi, privi di forze, abbandonati e rassegnati perché in esso troverete il coraggio per affrontare la vita anche se tutto vi sembra perduto. Lascio ora la parola al Monsignor Luigi che ancora, con molta riconoscenza , ringrazio di tutto cuore. Grazie a tutti voi e buon proseguimento di serata.

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Chiara, Benedetta e Francesca si sono impegnate a vendere molti libri e di cuore ringraziamo per il grande aiuto

 


II. RELAZIONE MONS. CARLO MAZZA

Assisi, 2 settembre 2011 ore 17.00

Presentazione del libro

Luigi Ginami, Quando sono debole è allora che sono forte,

ed. Velar, Gorle (BG), 2011

Il volume, come indica il sottotitolo, si presenta come un reportage diaristico della “vicenda di Santina Zucchelli dal 9 giugno 2008 al 6 marzo 2011”. Consta di 302 pagine (€ 15,00) ed è suddiviso in 3 parti (cfr. l’Indice). Dal titolo, ripreso da una considerazione di San Paolo nella seconda Lettera ai Corinzi (2 Cor 12, 10) rispetto ad un’esperienza missionaria di fallimento, viene detto quanto ci è necessario per sostenere lo spirito in tempo di prova. L’invito mira a non smarrirsi, ma a ritrovare un “senso” nuovo della sofferenza che ci incombe.In realtà nella vita dell’uomo, l’esperienza del dolore appare la più paradossale, la più colma di interrogativi, per lo più, sotto il profilo puramente umano, insoluti. Il dolore permane un “non senso”, nonostante le illuminazioni scientifiche o filosofiche. Eppure l’uomo di fede nello stigma della sofferenza sa cogliere un valore sorprendente se la colloca nella prospettiva del Crocifisso. In lui la debolezza e perfino la morte non hanno l’ultima parola. Anzi, aprono alla luce della speranza.Il messaggio complessivo allora è ben visibile dalla “legenda” inscritta sul frontespizio interno del volume. E’ scritto: “La Speranza non è ottimismo, la Speranza non è convinzione che ciò che stiamo facendo avrà successo, la Speranza è certezza che ciò che stiamo facendo ha un significato, che abbia successo o meno”.

Ascolta un canto eseguito a metà della presentazione:

 

Se è vero che tutto della nostra vita è già scritto in cielo, forse Monsignor Ginami ha voluto fare un’eccezione: qualcosa è scritto anche in terra. Il suo libro su Santina dimostra che è bello e edificante far conoscere elementi della piccola e nascosta santità quotidiana di una persona umile e riservata per stimolare la coltivazione della “Speranza” nella linea della “certezza che tutto ha un significato”.

Rivelare e pubblicizzare il bene può essere opinabile, certo è che nel vangelo è scritto una parola di Gesù molto significativa: “Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli” (Mt 5, 16). Quindi siamo chiamati a “rendere gloria a Dio” con il bene che facciamo senza trarne gloria per noi.

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Chi è l’Autore

Don Gigi, come è noto ai suoi estimatori, si presenta come un sacerdote intelligente e colto. Ma è soprattutto uno spirito particolare, tale che o lo si prende o lo si lascia. La discriminazione successiva alla conoscenza di lui, avviene per istintivo intuito più che per ulteriori approfondimenti. Lui è così.

In realtà il volume che intendiamo fare conoscere rivela tutto di lui nel mentre lui narra eventi della sua madre adorata e ci mette la sua esuberante e incoercibile personalità, tanto da creare sovente il fenomeno letterario del “doppio”, tra il narrante e il soggetto narrato.

D’altra parte Don Gigi è un testimone del nostro tempo. Nato appena prima del Concilio (1961), esprime nella sua libertà e indipendenza, quel tratto dell’uomo moderno – e dunque per derivazione del sacerdote moderno – che si determina come affermazione di un punto di vista e come raggiungimento di un obiettivo, costi quello che costi, investendo coraggio e fantasia. Nessuno può fermarlo. Ed è bello che sia così.

 

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Chi è Santina

Santina è una donna di assoluta singolarità. E’ tutta inserita nella generazione di chi si abbandona in totale obbedienza a Dio, senza riserve, senza rimpianti e senza interrogativi inquietanti, con la pura semplicità di cuore, con la pura fede che non consente contraddizione perché adesione innocente alla verità rivelata.

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In tal senso è una donna del popolo, dotata di un’umanità genuina. Per dire che ha forgiato la sua personalità umana e cristiana dall’humus della terra bergamasca, plasmata e perfezionata nel tempo, dalla residenza in Città Alta, lavorando nella Curia Vescovile. Ha coltivato lo spirito frequentando come “oblata” il Monastero delle benedettine di Santa Grata.

Val bene osservare che in verità Santina non è stata cresciuta secondo le forme un po’ barocche e devozionalistiche del tardo ottocento, ma con una particolare cura della “dignità” dello spirito, che l’ha resa essenziale nel riferimento a Dio e alla Chiesa, fortemente volitiva e capace di ogni resistenza, soprattutto da quando è stata segnata dalla morte prematura del marito.

Nel volume Santina assume il ruolo di protagonista. Conduce e interpreta la sua parte oltre ogni immaginazione ed è sempre eloquente, sia quando tenta di esprimere un’emozione o un saluto sia quando si limita ad un compiaciuto sorriso. Questo “sorriso” si rivela essere, per così dire, la “cifra” della sua esistenza. Comunica con il sorriso e così apre scenari di ulteriori significati da sviscerare soprattutto a partire dalle “229 frasi della nuova vita di Santina”.

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Il valore del libro

Il pregio di un libro, rispetto ad altri di simile genere letterario, sta nell’originalità con cui raccoglie fatti o narra situazioni di vita, rannodandoli con fine sensibilità e con appassionante intenzionalità spirituale. Qui l’originalità consiste nell’“oggetto” e nel “soggetto” del “racconto” che si intrecciano.

Si tratta infatti della precaria condizione di una donna che, per causa di eventi naturali, diventa involontariamente inedita fonte di significati. Così si susseguono i tempi: il tempo prima e il tempo dopo il caso clinico, allineando continuità e discontinuità senza soluzione. Cioè: il nuovo si conferma a partire dal vecchio, e il vecchio si invera nel nuovo.

 

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In tale prospettiva il libro è un efficace resoconto, ma altresì interpretazione; è cronaca di fatti, ma anche ricerca di verità più nascoste. E’ un tentativo, intellettualmente generoso, di “dare senso” alla vita, nel suo accadere casuale e insieme misterioso.

 

Nel concatenarsi dei fatti, in analogia di un “romanzo religioso”, i temi rilevanti spiccano di per sé in quanto connessi alla vicenda narrata, quali: la sofferenza e la penetrante e drammatica condizione del male, l’accoglienza serena e forte della morte del congiunto e della malattia, la pervadente preghiera come motivo sinfonico sullo scorrere dei giorni, la saggezza della vita come ispirazione permanente di Dio, il necessitante disporsi per il bene del prossimo, vicino o lontano.

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Da questo punto di vista, il libro assume un valore emblematico: serve per trovare risposte alle domande della vita, soprattutto nel clima culturale odierno così avaro di senso e così scevro di trascendenza e di spiritualità. Ciò fa riflettere e rimanda alla ricerca delle realtà ultime senza delle quali la vita precipita nel vuoto.

Il libro intende essere anche una testimonianza, oltre che personale dell’Autore, di un modo inedito di curare le malattie che riducono le persone in condizioni di disabilità. Mi pare di poter dire, confermando gli interrogativi di don Gigi e le scelte da lui fatte, che nel trattamento sviluppato in sei anni, non è mancato il coraggio di operare scelte controcorrente, ma soprattutto vi è stato un fortissimo ed encomiabile investimento di risorse umane e finanziarie, sempre per salvaguardare la dignità della persona e la cura amorevole ad essa dovuta.

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Conclusione

Il volume prevede un’attenzione cordiale da parte del lettore che viene premiata da una sorprendente partecipazione e da una coinvolgente condivisione. Si legge volentieri e lascia tracce edificanti nello spirito. Foto e grafici aiutano ad entrare nel merito.

Complimenti all’Autore e auguri di ottimo successo editoriale.

+ Carlo Mazza

Vescovo di Fidenza

Ascolta il canto Quando sono debole è allora che sono forte, composto per la presentazione del libro: