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30. MO VIAGGIO. SETTIMANA SANTA A ROMA E BEATIFICAZIONE GIOVANNI PAOLO II 16 APRILE – 2 MAGGIO 2011


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30MO VIAGGIO DI SANTINA AD ASSISI E ROMA PER LA BEATIFICAZIONE DI GIOVANNI PAOLO II 16 APRILE – 2 MAGGIO 2011 TABERNACOLO VIVENTE


Giorno di Pasqua

 

I. NON LA FAMA MA LA CROCE
In occasione della suggestiva beatificazione di Giovanni Paolo II – alla quale mia Madre ha preso parte – mi è venuto spontaneo vedere in relazione la vita nascosta umile e semplice di Santina, la piccola Santa, e la vita estremamente pubblica e nota del grande Beato Giovanni Paolo II.

Per prima cosa mi sono chiesto: chi è il santo? Un santo non è un divo. Un santo non somiglia a un uomo di successo. C’è una bella differenza tra il successo nelle cose del mondo, e quello nelle cose del cielo. Che poi sono quelle della terra ma vissute, per così dire, in modo centuplicato, in modo più vero. In modo senza fine. Perché è scritto così nel Vangelo. Ed è scritto nella vita di tutti i santi, quelli noti come il Beato Giovanni Paolo II e quelli meno noti o sconosciuti come la vicenda di Santina in questi anni. Gente che ha vissuto nel mondo. Come se non finisse tutto nel mondo. Gente che ha sperimentato e fatto vedere agli altri l’infinito nelle cose finite. Il cielo dentro la terra, il centuplo quaggiù, che è una ricchezza di senso. Una ricchezza incalcolabile. Ogni volta che guardo gli occhi di Santina avverto questo, ogni volta che guardavo gli occhi di Giovanni Paolo II intuivo proprio questa profonda verità!

 

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La beatificazione di Giovanni Paolo II non è stata l’apoteosi di un divo. Anche se certe apparenze, anche se certe parole enfatiche – usate spesso da chi non sa cos’è il cristianesimo – avrebbero voluto farlo credere. Come se fosse un divo dei nostri tempi. Il divo è chi sembra possedere il proprio destino. L’uomo che in fondo non ha bisogno di Dio, poiché basta a se stesso: la fama acquistata con le imprese che l’epoca ritiene degne di gloria e il potere che ne consegue sono la sua realizzazione.

 

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Il santo è tutta un’altra faccenda. Una faccenda di cielo mischiato alla terra. Spesso di nessuna riuscita, nessuna fama. Come è possibile vedere in una donna di 86 anni totalmente disabile, ammalata, piena di cicatrici, incapace di muoversi, mangiare, bere da sola, una persona realizzata? I santi generalmente abbandono la terra nel silenzio e nel nascondimento, senza fare rumore e non godono alcuna notorietà pubblica. O, come nel caso di Giovanni Paolo II, è una faccenda che riguarda ciò che è noto e ciò che è segreto nella vita di un uomo. Ciò che è stato visibile alle folle e ciò che è stato visibile a pochi testimoni o solo a Dio. Ma in entrambi i casi, quello della povera e piccola Santina e quello del Grande Giovanni Paolo II non c’entra la fama: c’entra la croce.

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La santità infatti non si fonda sul successo, ma sul sacrificio di sé. E sull’amore a Cristo. Tutte cose – specie l’ultima – che non sono necessarie, anzi non sono proprio richieste, per essere divi dei nostri giorni. I divi odierni sono spesso ammantati di aura morale. Oggi va di moda l’uomo ‘buono’ o meglio ‘corretto’. E in un certo senso è un bene, anche se spesso si tratta di una morale tagliata su misura sui valori esaltati dai media e delle classi al potere. E i media e le classi al potere, mentre non si curano per niente della Piccola Santina, sono disposti forse ad accettare Giovanni Paolo II come un divo, ma non del tutto. Perché non sta del tutto dentro la immagine di divo comune. Ha certe cose che non tornano. Che sono poi le cose che lo fanno santo. Le classi dominanti – ma diciamolo: la mentalità che domina anche in noi – è disposta a esaltarlo come divo, ma parzialmente. E di più: vorrebbero che la santità coincidesse con il loro rilascio di patente di divo. Che il divo coincidesse con il santo. E dunque che se qualcosa non funziona nell’immagine del divo, allora si deve mettere in discussione anche la realtà del santo.

 

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Ma noi lo sappiamo bene: non sono per nulla la stessa cosa. A Roma ho portato la Piccola Santina per festeggiare un uomo speciale, per pregarlo. Un uomo vivo e operante nella santità dei secoli dei secoli. Non a esaltare un divo morto. Abbiamo incontrato un uomo santo come un esempio per le nostre pene e ferite. E per il nostro amore a Cristo. Non abbiamo invidiato acidamente la sua fuggente fortuna – come accade coi divi – ma gli abbiamo affidato dolcemente la nostra povera esistenza, deponendola ai piedi della sua paternità senza fine, proprio così avevamo già fatto con Santina il 2 Agosto 2005, quando da lui abbiamo ottenuto un miracolo e proprio così abbiamo ripetuto il 1° maggio 2011!

II. LA BEATIFICAZIONE GIOVANNI PAOLO II
Sono stato molto perplesso su portare Mamma alla beatificazione di Giovanni Paolo II, molti fattori forse lo sconsigliavano. La cerimonia è molto lunga, vi è troppa gente ed infine il tempo atmosferico come sarà? Inizio così a capire quali siano le reali possibilità di portare Santina e le sue delicate condizioni di salute a Piazza San Pietro il 1° Maggio 2011.

 

Dai superiori della Segreteria di Stato riesco ad ottenere tre biglietti speciali che ci danno accesso alla Loggia del Maggiordomo, che si trova sulla destra del colonnato. I giorni precedenti faccio un breve giro di perlustrazione per capire come sistemare la carrozzina. Ci sono alcune scale, e quindi mi dovrò far aiutare da un gendarme o da una guardia svizzera, ma poi tutto è semplice e posso porre Mamma in un luogo dal quale osservare e seguire bene la bella cerimonia. Rimane da capire come si può giungere in macchina in Vaticano in quel giorno… la Provvidenza mi regala anche un permesso speciale di accesso per quel giorno.

 

Parlo con i gendarmi e gli svizzeri e mi consentono di poter parcheggiare la macchina proprio a ridosso della Loggia del Maggiordomo e proprio vicino anche ad una ambulanza che è di servizio per eventuali malori dei pellegrini. Tutto è in ordine e tutto mi sembra ben disposto.

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Mamma ed Olinda si trovano a Roma da ormai 15 giorni e questa bella occasione ci darà la possibilità di partecipare ad una delle celebrazioni più suggestive di quest’anno in Vaticano: la beatificazione di Giovanni Paolo II, il Papa che abbiamo conosciuto, il Papa che in qualche modo ci è stato vicino nella dura malattia di Santina, specialmente il 2 Agosto 2005. Proviamo nel cuore una grande gioia ed una grande riconoscenza per questo Papa. La vigilia della festa Roma si riempie di pellegrini, le strade di accesso al Vaticano vengono chiuse e controllate dalla polizia italiana. Decidiamo di portare con noi oltre all’acqua da bere, un cappello per mamma con occhiali da sole e crema protettiva. Controlliamo bene… e saliamo in macchina. Il nostro permesso ci permette di giungere facilmente alla porta del Perugino dalla quale entriamo. Un gendarme ci dà una mano a portare la carrozzina sulla Loggia e poi, piano, piano giungiamo al nostro posto. Si può vedere l’immensa piazza piena di persone e di colori. L’aria è fresca e non ancora infuocata, molte persone hanno già preso posto con largo anticipo, verremo poi a sapere che nella notte molti si sono accampati in Piazza per poter assistere da vicino alla funzione. Ci viene dato il libretto per seguire bene il sacro rito.

 

Mamma sorride felice ed il sole tiepido del mattino riscalda le sue manine fredde. Preferiamo già mettere a lei il cappello per proteggerla dal sole e dal vento. Anche Olinda è molto contenta. La scola cantorum prova i canti liturgici in alternanza con le ultime prove svolte dal Coro della cappella Sistina. Gli elicotteri della polizia sorvolano il cielo di Roma e dai megaschermi il Centro Televisivo Vaticano predispone gli ultimi accorgimenti per le teleriprese. Nella loggia di fronte a noi assiepati ci sono i giornalisti venuti da tutto il mondo per seguire e commentare l’evento storico. Nell’aria vi è una grande euforia, un telone copre l’immagine del nuovo beato e le decorazioni floreali riempiono di colori e di profumi il sagrato della Basilica. Sono ormai le 9,30 e la cerimonia sta per iniziare, molti rappresentanti del corpo diplomatico e Capi di Stato sono giunti nella piazza.

 

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Oltre un milione di pellegrini – un milione e mezzo secondo la Questura stando alle riprese aeree – che hanno invaso la capitale per celebrare Wojtyla nel primo passo sulla via della canonizzazione. Tutta l’area fino a Castel Sant’Angelo è rimasta piena di fedeli durante tutta la cerimonia, mentre altre decine di migliaia hanno preferito ripiegare verso le zone di Roma dov’erano i maxischermi, tra cui il Circo Massimo, teatro il sabato della veglia con 200 mila fedeli.

 

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Il rito è particolarmente lungo e complesso, ma l’enorme folla sembra tutta raccolta nel solenne pontificale presieduto da Papa Benedetto XVI. Il sole si fa più forte, decido di fare un piccolo sopralluogo vicino all’altare nel tentativo di scattare alcune significative fotografie della cerimonia. Mamma è in una posizione ottimale e dalla loggia può seguire bene la liturgia. Giungo nella piazza e inizio a scattare fotografie, all’altare, all’assemblea, alle belle composizioni floreali, al Papa che giunge per l’inizio della Messa. Ma tra tutte le fotografie quella che mi commuove di più è forse quella dal valore fotografico meno importante. Cerco di vedere, se riesco a rintracciare il volto di Santina dalla Piazza, studio la Loggia del Maggiordomo… e finalmente eccola!

Ad occhio nudo appare come un minuscolo puntino bianco: è il suo cappellino che protegge a Lei la testa… Mi accingo a scattare la fotografia, ma prima ingrandisco con lo zoom, e appare Lei, nella sua umiltà, nella sua debolezza, ben raffigurata dal minuscolo puntino in mezzo ad una enorme folla. Tra la statua di San Giorgio e Santa Maria Maddalena de Pazzi si trova Mamma! Mi commuovo profondamente, poverina… è lì con il suo visino piccino nella sua totale disabilità, ma è lì! Ringrazio il Signore di averci concesso la grazia singolare di partecipare alla Beatificazione di Giovanni Paolo II, il Papa che mamma aveva ben conosciuto, il nuovo beato dal quale il 2 agosto 2005 ho implorato la grazia della vita di Santina… e l’ho ottenuta. La folla è enorme per questa cerimonia e sappiamo che moltissime televisioni del mondo sono collegate in diretta. Guardo mamma rappresentata dal piccolo puntino bianco in mezzo alla moltitudine dei fedeli e guardo i Grandi del mondo, appartenenti a delegazioni giunte dai paesi con i quali la Santa Sede intrattiene relazioni diplomatiche, vi sono Capi di Stati, Primi Ministri, Ambasciatori nei loro eleganti vestiti e dalla Loggia del Maggiordomo vi è anche la Santina, chissà Giovanni Paolo II con quale predilezione guarderà la Santina? Sono certo che dal Paradiso saprà ben valutare il suo cuore buono e la sua partecipazione dura a tale lunga celebrazione! Quanta gente è venuta da tutto il mondo per questo solenne momento, sono migliaia di persone semplici e piccole, sono tanti puntini, ma che Dio ama infinitamente, ogni puntino di questa immensa folla è un cuore che batte e che oggi prega e si commuove per veder divenire beato il Papa più conosciuto al mondo, il più fotografato, e quello che più ha viaggiato, parlato, incontrato persone.

 

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Nel suo piccolo anche Santina sta compiendo cose grandi per la sua delicata situazione medica. E noi ne siamo orgogliosi. Ritorno da mamma, sta per iniziare la messa, Olinda sta dando acqua da bere a Santina, il caldo si inizia a far sentire. Il Pontefice ci invita a compiere il segno della croce e con tale gesto di preghiera inizia la Messa…. Nel proclamare beato il suo predecessore, rievocandone nella solenne messa dinanzi a decine di capi di Stato e di governo l’appello di inizio pontificato, Papa Benedetto XVI ha rilevato come egli abbia «aperto a Cristo la società, la cultura, i sistemi politici ed economici, invertendo con la forza di un gigante – forza che gli veniva da Dio – una tendenza che poteva sembrare irreversibile».

A portare all’altare la reliquia del beato, un’ampolla del suo sangue in un reliquiario d’argento, sono state suor Tobiana, per 27 anni al servizio nell’appartamento papale, e suor Marie Simon-Pierre, la cui guarigione dal Parkinson ha aperto la strada alla beatificazione. Giovanni Paolo II sarà festeggiato il 22 ottobre di ogni anno nella Chiesa di Roma e in quella polacca.

 

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Al momento della proclamazione da parte di Benedetto XVI, alla scopertura dell’arazzo col ritratto di Wojtyla sulla facciata di San Pietro grandi scene di giubilo e di commozione tra i fedeli, sventolio di bandiere, applausi, lacrime, e di nuovo il grido “santo subito”. Guardo con gli occhi pieni di lacrime a Santina che sorride felice, il telo lentamente scende, il canto dei fedeli e le note dell’orchestra che accompagnano invade la piazza. Un fragoroso applauso accompagna per alcuni minuti l’emozione globale di tutti coloro che sono nella piazza. Ci troviamo tutti con le lacrime agli occhi. Mamma con il suo sorriso angelico inizia con fatica ad applaudire. Il suo gesto mi commuove nuovamente e rivolgendomi al Beato Giovanni Paolo II dico a Lui il mio grazie. Le lacrime mi scendono sulle guance come quelle che mi scendevano sul viso la triste mattina del 2 agosto 2005, quando nel ventre della Basilica Vaticana dove le spoglie del Pontefice riposavano, mi trovavo inginocchiato ed in pianto ad implorare la vita di Mamma che a Bergamo in Terapia Intensiva, versava in agonia tra la morte e la vita… e dopo la preghiera e la celebrazione eucaristica, giungeva alla vita di Santina la carezza di Giovanni Paolo II e il miglioramento di Santina era evidente, mentre il suo vecchio e malato cuore passava dalla fibrillazione atriale al ritmo sinusale.

I sentimenti si sovrapponevano nella piazza in quel meraviglioso giorno e il ricordo di quell’ormai lontano giorno si sovrapponeva alla riconoscenza ed alla gratitudine. Olinda in religioso silenzio guarda l’altare, guarda Santina e guarda me. Preso da una forte commozione, mi sposto verso mia Madre, prendo il suo faccino tra le mie mani e con dolcezza lo accarezzo e poi consegno a Lei un grande bacio sulle guance. “Mamma grazie per insegnarmi la via della santità, grazie per essere qui con me in questo meraviglioso giorno. Seppur nella enorme folla il ricordo della grazia a noi concessa da parte di Giovanni Paolo II diviene un motivo di profondo raccoglimento. Seguiamo bene la messa: ascoltiamo l’omelia di Papa Benedetto, ci raccogliamo alla consacrazione eucaristica e con profonda devozione riceviamo la comunione.

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Con Mamma recito vicino al suo orecchio preghiere di ringraziamento a Gesù presente nel nostro cuore. Sono momenti dal grande valore simbolico che viviamo come una forte luce sulla nostra vita che, pur contrassegnata dalla prova, trova significato in una fede che ci dice che l’esistenza ha un significato perché è eterna, e Giovanni Paolo II ci indica la strada da percorrere per giungere a questa eternità. Terminata la lunga cerimonia con ordine e calma facciamo ritorno a casa con la profonda felicità scritta nel cuore e che nessuno potrà mai togliere a noi!

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Alla cerimonia sono intervenute 87 delegazioni ufficiali, con 16 capi di Stato, cinque case regnanti, vari primi ministri. Per l’Italia il presidente Giorgio Napolitano, il premier Berlusconi, i presidenti di Senato e Camera Schifani e Fini, altri membri del governo come Gianni Letta e Angelino Alfano. Dopo la cerimonia, Napolitano e Berlusconi hanno avuto un breve colloquio con papa Ratzinger all’interno della Basilica, nei locali della sagrestia. «È straordinario», è stato il commento rivolto dal premier al Pontefice, mentre Napolitano ha dato l’appuntamento al Papa a giovedì, per il concerto che quella sera il presidente gli offrirà nell’Aula Paolo VI. Durante il Regina Caeli, al termine della cerimonia, il Papa aveva anche ringraziato il presidente Napolitano e il premier, seduto accanto a quest’ultimo, aveva applaudito. Ringraziamenti anche al sindaco di Roma, Alemanno.

III. SANTINA TABERNACOLO DI GESU’. IN SAN PIETRO L’INFINITO «GRAZIE» DEI FEDELI
L’ultimo Rosario davanti alla bara di Giovanni Paolo II nella Basilica di San Pietro è previsto per le 17.30, ma la fila dei fedeli che sperano di potercela fare a porgere il loro omaggio al Papa beato si allunga a vista d’occhio. Il flusso dei pellegrini è iniziato al termine della beatificazione, intorno alle 13. e’stato Benedetto XVI a porgere per primo il saluto al suo predecessore, chinandosi sul feretro, posto nella mattinata davanti all’altare centrale, «della Confessione».

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Dopo di lui i cardinali e le delegazioni ufficiali. Da quel momento davanti alla bara di legno del Pontefice, sulla quale è stato posto l’evangeliario di Lorsch, redatto tra il 778 e l’820, i fedeli scorrono in fila, in silenzio. Molti di loro, hanno aspettato in fila per ore. Alle tre di lunedì mattina la basilica è chiusa. Fino ad allora, circa 250mila persone sono riuscite ad avvicinarsi, seppure per poco, al feretro. Alle 5, eccone altre migliaia di nuovo in attesa. L’omaggio si ferma solo alle 10 e mezza, per la Messa di ringraziamento celebrata dal Segretario di Stato vaticano, cardinale Tarcisio Bertone. Subito dopo il flusso dei fedeli ricomincia senza sosta. La bara di Wojtyla, dopo la chiusura della basilica, è stata posta sotto l’altare della cappella di San Sebastiano, vicino alla Pietà di Michelangelo. E alle 19.30 è stata collocata la grande lapide di marmo bianco che porta le parole: «Beatus Ioannes Paulus PP. II».

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Dopo il riposo pomeridiano, il giorno della beatificazione, la tentazione è troppo forte: quella di riportare Santina in San Pietro per venerare il corpo del nuovo Beato. Chiamo mio zio P. Luigi, il fratello di Santina, ed invito anche lui a venire con noi, egli accetta di buon grado. Lo passiamo a prendere e poi entriamo in Vaticano dall’ingresso del Perugino. La tradizionale gentilezza dei gendarmi ci accoglie e ci apre le porte per giungere nella grande Basilica. Lo spettacolo è mozzafiato, sembra di essere ritornati ai giorni della morte del Papa polacco: una fila sterminata di pellegrini e fedeli passa davanti alla bara, l’Arciprete della Basilica Vaticana, il Card. Angelo Comastri dall’altare sta guidando il rosario, ad ogni mistero suggerisce un piccolo pensiero di riflessione e la visita alle spoglie mortali di Giovanni Paolo II si trasforma in un momento in un momento di riflessione, di meditazione della Parola di Dio e di preghiera.

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Anche noi giungiamo davanti al feretro, scattiamo qualche fotografia e poi ci disponiamo alla preghiera del Rosario. Santina segue la preghiera mariana con la sua tradizionale devozione. Il Porporato imparte la benedizione e poi lascia l’altare per rientrare in sagrestia. Lo attendiamo davanti alla statua di San Pietro nel corridoio che deve attraversare. Giunge il Cardinale e ci regala una preziosa frase che mi produce un brivido nel cuore: “Ecco la Signora Santina – e dopo averla baciata teneramente – con una carezza sulla guancia il Card. Comastri prosegue: “Lei è un autentico Tabernacolo. In Lei noi possiamo essere sicuri che è custodito Gesù!” Mentre il Cardinale pronuncia lentamente questa frase mi commuovo profondamente. E’ proprio vero Santina con la sua malattia e disabilità è un purissimo tempio dello Spirito Santo. In Lei è custodita una presenza soprannaturale, una forza potente pervade il suo cuore trafitto e tale forza Santina la sprigiona dai suoi occhi, dal suo sorriso, dalla sua innocenza cristallina. Vivo vicino ad una presenza così forte di Dio e non me ne rendo conto! Come quando la mattina ricevo l’Eucaristia, mi incontro con Dio e non mi rendo conto…

Mi rendo conto solo delle situazioni che fanno rumore e non di quelle che fanno silenzio, ma purtroppo per me Dio parla nel silenzio, nel meraviglioso silenzio in cui è avvolta Santina, i suoi lenti gesti, i suoi respiri, i suoi sguardi profondi. Qui in San Pietro, il giorno della beatificazione di Giovanni Paolo II ottengo un grande regalo per la mia vita spirituale: mia Madre custodisce in sé Gesù e il mio sforzo interiore è quello di capirlo sempre di più, Santina anche con il suo nome dice un richiamo alla Santità dal quale non posso sfuggire. Molte volte in passato, nella sua prima vita che altro non era che una preparazione a questa nuova esistenza mi raccomandava: “Don Gigi ricordati dobbiamo diventare Santi, non importanti!” Mamma ha sempre coltivato la santità come stile di vita. Per 80 anni ha sempre messo Dio al primo posto, e in questi ultimi sei anni – la parte più bella e più problematica della sua vita – sembra che la preghiera pervada ogni suo comportamento e Dio non occupi più il primo posto nella sua vita, ma l’unico posto nella sua esistenza!

La mattina sovente mi accade di trovare Santina con le mani giunte. Allora chiedo a Lei, Mamma stai pregando? Mi risponde “sì!” Che preghiera reciti? “Il Padre Nostro”. Che meravigliosa risposta e mi ritrovo così a pronunciare e a dar vita alle parole che nella mattina Benedetto XVI aveva pronunciato nell’Omelia. Benedetto parlava di Giovanni Paolo II, qui invece parliamo di don Gigi che di sua Madre può dire le stesse seguenti parole: L’esempio della sua preghiera mi ha sempre colpito ed edificato: ella si seppe immerge nell’incontro con Dio, pur in mezzo alle molteplici incombenze del sua vita. E poi la sua testimonianza nella sofferenza: il Signore l’ ha spogliata pian piano di tutto, ma ella è rimasto sempre una “roccia”, come Cristo l’ha voluta. La sua profonda umiltà, radicata nell’intima unione con Cristo, gli ha permesso di vivere nella Chiesa e a dare al mondo un messaggio ancora più eloquente proprio nel tempo in cui le forze fisiche gli venivano meno. Così ella ha realizzato in modo straordinario la vocazione propria di ogni sacerdote e vescovo: diventare un tutt’uno con quel Gesù, che quotidianamente riceve e offre nella Chiesa.



Guardo negli occhi il Cardinale e dico a Lui: “Grazie Eminenza per questa profonda intuizione spirituale che ci ha regalato e che devo custodire per arricchire la mia vita spirituale, cercherò di farne tesoro e ricordare la sua frase con il centro di questa radiosa giornata del 1°Maggio 2011. Chiediamo al Porporato la benedizione, che volentieri imparte prima di tutto a Mamma, segnando la sua fronte e poi a ciascuno di noi. Usciamo da San Pietro con nel cuore una grande gioia, salutiamo Padre Luigi e poi facciamo ritorno a casa. Il giorno seguente con un volo da Fiumicino faremo ritorno a Bergamo, con la felicità nel cuore.

 

San Giovanni in laterano

 

PROGRAMMA DELLE GIORNATE AD ASSISI E ROMA

MATTINA POMERIGGIO
Sabato 16 aprile Partenza da Bergamo per Assisi. Pranzo alla Domus Pacis di Assisi. Inizio anno VIII centenario della consacrazione di S. Chiara Celebrazione della Santa Messa alla Cappella del Pianto alle ore 17,30 incontro con amici di Assisi
Domenica 17 aprile Cattedrale di S. Ruffino: celebrazione delle Palme con Vescovo di Assisi, visita a San Damiano ed accordi per festa del 25mo il 4settembre. Incontro con i responsabili dell’Hotel Los Angeles per feste di settembre. Ore 16,00 partenza per Roma
Lunedì 18 aprile Riposo di Mamma a casa, incontro con P. Luigi S. Messa e Rientro in ufficio
Martedì 19 aprile Riposo di Mamma a casa, incontro con P. Luigi Passeggiata nei giardini di Castel Gandolfo e Santa Messa
Mercoledì 20 aprile Riposo di Mamma a casa, incontro con P. Luigi S. Messa Cena da Arturo con Giulio, Maria e Natale, Pina.
Giovedì 21 aprile Giovedì Santo. Riposo di Mamma a casa, incontro con P. Luigi Messa in Coena Domini a San Giovanni in Laterano e cena da Arturo
Venerdì 22 aprile Venerdì Santo. Riposo di Mamma a casa, incontro con P. Luigi Actio liturgica a San Pietro
Sabato 23 aprile Sabato Santo. Riposo di Mamma a casa, incontro con P. Luigi Cinema Rio e cena dai missionari saveriani
Domenica 24 aprile Domenica di Pasqua. Solenne Pontificale sul Sagrato e pranzo di festa dalle suore Riposo di Santina e Messa, alla sera cena con Bernardo
Lunedì 25 aprile Riposo di Mamma a casa S. Messa e Visita pomeridiana ai giardini vaticani
Martedì 26 aprile Riposo di Mamma a casa S. Messa con Mamma e poi a S. Saturnino messa con d. Marco per 25mo
Mercoledì 27 aprile S. Messa gruppo di Sforzatica. Riposo di Mamma a casa S. Messa e cena da Arturo con P. Luigi
Giovedì 28 aprile Riposo di Mamma a casa S. Messa e visita di Orvieto
Venerdì 29 aprile Riposo di Mamma a casa S. Messa e Visita di Santina dal fisiatra all’ospedale S. Camillo, dentista per Olinda  e cena da Alessandra e Fulvio
Sabato 30 aprile Riposo di Mamma a casa S. Messa e Cinema Habemus Papam
Domenica 1°maggio Beatificazione di Giovanni Paolo II, Terrazza del Maggiordomo a San Pietro Riposo, Visita al feretro di Giovanni Paolo II, rosario e incontro con Card. Comastri
Lunedì 2 maggio Riposo di Mamma a casa S. Messa e partenza per Bergamo in aereo ore 17,15. Cena al Pianone

vedi il video dell’escursione ad Orvieto: