TINTE DI MAGIA, SIMILI AL DISCORSO TRA AGOSTINO E LA MADRE MONICA AL BALCONE DI UN TRAMONTO SUL MARE
Diario Los Angeles 14 Dicembre, Marina di Massa 23-28 Dicembre 2007, Compleanno di Santina 29 Dicembre 2007
La sofferenza di Santina riceve a Gerusalemme il conforto del Santo Olio gigi21686’s Slideshow (Feb 22nd)
I. UNA PICCOLA MA LUMINOSA STELLA NEL CIELO DI HOLLYWOOD
Uno degli elementi più significativi della dolorosa vicenda di Mamma è proprio la catechesi sul dolore e la sofferenza presentata nel libro Roccia del mio cuore è Dio. Tale catechesi è nel solco della recente Enciclica Spe salvi nella quale Papa Benedetto XVI sostiene: “ La misura dell’umanità si determina essenzialmente nel rapporto con la sofferenza e col sofferente”. (Spe salvi n. 38) Il libro è giunto nell’anno 2007 alla terza edizione italiana ed alla prima edizione in inglese. Migliaia le copie vendute, dodici presentazioni fatte in Italia a Bergamo, Roma, Arezzo, Como, Massa Carrara…una presentazione a Lugano ed il 14 dicembre la prima presentazione negli Stati Uniti a Los Angeles. Il frutto della prima sera? Ben tredicimila dollari! Centinaia di autografi sul libro.
Dopo un primo viaggio di promozione del testo con il quale ho attraversato l’America, un secondo viaggio mi ha portato a Los Angeles nel tempo natalizio. Molti incontri preparatori e poi la presentazione del libro… alcune paure nel cuore: il dover parlare per circa un’ora in inglese, una cultura totalmente diversa dalla mia, influenti ascoltatori presenti all’evento. Pleasent avenue, Los Angeles ore 19.00, ecco il luogo dell’evento. Dopo l’intervento di un avvocato, dell’Esarca Armeno cattolico di Gerusalemme e di un parroco di una prestigiosa parrocchia della Metropoli, è il mio turno.
Salgo al tavolo dei relatori: “Good evening Ladies and Gentlemen!.. Los Angeles è conosciuta nel mondo per le stelle di Hollywood, le star dei film che abitano a Beverly hills. Ho visto le loro case, la scintillante via del Teatro cinese dall’alto dell’elicottero grazie al regalo del Capo della Polizia Bratton che mi ha offerto di volare per tre ore con un elicottero di pattuglia. E’ stato un fatto incredibile che ricorderò per tutta la vita. Un’incredibile magnifica distesa di luci. “In tutta questa città piena di luce è difficile vedere le stelle in cielo e le stelle che qui brillano sono uomini famosi, i cui volti sono noti al mondo intero, artisti, attori, gente ricca, bella, affermata, anche colta… il mondo li invidia. Perché ho fatto un viaggio lungo diecimila chilometri? Perché sono qui a parlare in inglese nella città delle star? Questa sera ho fatto una scommessa; quella di accendere in cielo una nuova piccola, piccola stella il cui nome è Santina. Tra tante stelle del firmamento di Hollywood la sua luce è speciale perché molto diversa dalle altre luci: Santina non è un’artista, non è un’attrice, è povera, non è bella, non è affermata e non è colta e nessuno la invidia! E’ un’anziana signora malata e sofferente che ha scritto un libro con la sua vita God is the rock of my heart. Forse Los Angeles ha bisogno della stella di questa fragile donna… forse questa sera ci renderà più buoni. Non sono qui solo per vendere il mio libro, i cui proventi andranno in beneficenza, ma sono qui con un intento fortemente simbolico e di significato. Portare l’esperienza di Santina “ai confini del mondo”, e per me percorrere diecimila chilometri è un po’ giungere ai confini del mondo. Sono molto meravigliato, anni fa non avrei mai pensato che la vicenda di mia madre potesse raggiungere Los Angeles, interessare l’America e sono all’inizio di un percorso che durante l’anno mi dovrebbe portare anche a Denver e New York! Santina, come potrete vedere nel libro, parla con il suo silenzio e con il suo sorriso. Quando ho detto a lei della traduzione in inglese ha cominciato a ridere… Nel terribile anno 2005 non avrei mai immaginato di essere qui con voi in questa prestigiosa assemblea a parlare non di attrici famose del cinema, ma di porre vicino a loro una luce totalmente diversa quella della fede cattolica con la quale illuminare la vita e regalare ad essa la necessità di un senso, di un significato”
Il mio discorso quella sera è continuato così per circa quaranta minuti, durante i quali abbiamo letto la pagina del libro di mamma avvenuta a San Pietroburgo, oppure ho parlato del nuovo capitolo riguardante Giovanni Paolo II, dei medici e del dipartimento di cardiochirurgia, della solidarietà, del miracolo compiuto in me da Santina e finalmente del viaggio e della casa di Gerusalemme! Le pagine del libro hanno catturato l’attenzione della gente: applausi, spumante ed autografi, circa 400 tutti rigorosamente accompagnati dal timbro-firma di Santina, l’eroe della serata.
La sera prima, sulla spiaggia di Santa Monica dove ho abitato, passeggiando con Kris sulla bella strada in riva all’Oceano Pacifico vedevo in cielo una chiara luna ed anche una stella di particolare luce. Ringraziavo Dio per la possibilità di avere nella mia vita una stella di nome Santina che brilla forte tra le luci che ingannano la mia vita. Ne parlavo con Kris e paragonavo anche Mamma Santina con Santa Monica la Mamma di Agostino.
“E’ strano Kris che per questa presentazione io abiti qui a Santa Monica in riva al Mare! Monica era un’altra grande Mamma, la Madre di un santo Vescovo… ed i due vivevano un incredibile rapporto!” Come quello che io vivo con mamma e che tu vivi con tua madre. “E’ vero Gigi, anche io vivo un incredibile rapporto con Setzu! Con Lei sola parlo in Giapponese, con Lei discuto della vita qui dal nostro appartamento in riva al mare. Che straordinaria invenzione sono le mamme!!! Io non so come farei a vivere senza di Lei, sia per me, che per i miei due figli.”
La nostra chiacchierata continuò per molto tempo, durante la cena, sono le chiacchiere di due vecchi amici che si incontrano dopo lunghe e tormentate vicende e sono chiacchierate che fanno bene al cuore… io prete a Roma in una vita caotica, Kris invece donna impegnata a Santa Monica con un lavoro professionale, lo studio per una qualifica di alta specialità e l’educazione dei figli, ma entrambi con uno splendido rapporto con le nostre mamme.
Ci raccontammo tante cose, le nostre preoccupazioni e le nostre gioie, le nostre lacrime ed i nostri sorrisi: il nostro animo. Una settimana memorabile nella quale oltre alla presentazione del libro ho potuto incontrare e trovare una persona amica. Non dimenticherò facilmente quella nostra settimana. Ecco un sms al mio ritorno il 23 dicembre: “Ho rivisto ancora le foto che salvano nella carta importanti momenti, chiudo questa giornata ringraziando Dio che ha scelto te per rendermi più buono. Natale è vicino con la festa del cuore che mi dice la forza di un debole bambino nato a Betlemme. Quando sono debole è allora che sono forte. Questo me lo hai insegnato anche tu con il tuo coraggio di sorridere in una vita piena di difficoltà e sofferenza! Insieme a mamma ed ai miei cari occupi nel mio cuore un posto grande. Ora ci sei e nessuno ti toglierà. Grazie per avermi dato la mano a Los Angeles, ti prego continuiamo a tenerla stretta. Ti abbraccio con affetto grande (don Gigi 23 Dicembre 007, ore 22.42)
Ora, passati alcuni giorni, sono in riva al mare qui a Marina di Massa in questa notte di Natale quieta – E mentre guardo il mare e sento le onde il ricordo con prepotenza va ad alcuni giorni fa quando mi trovavo in riva all’Oceano Pacifico a Santa Monica ospite di Kris per la presentazione dell’edizione inglese del libro di Mamma God is the Rock of my heart. In questa notte di Natale il ricordo delle due donne mia madre e Kris si fonde nella bontà di un Dio che si fa uomo per me.
In questo cammino di sofferenza tante persone mi sono state amiche e mi hanno aiutato a ordinare le idee e dare senso alla sofferenza. In occasione della presentazione di Los Angeles Kris è stata un grande dono di Dio per la sua capacità di condivisione di tante riflessioni, di proposte concrete e di momenti di gioia e semplicità. Dio mi ha messo vicino questa persona per esprime a me dolcezza e forza. Sto scrivendo nel tentativo di organizzare quanto è accaduto nel mio cervello e nel mio cuore.
La presentazione di Los Angeles è stata una grande opportunità di diffusione del libro, ma anche di grande condivisione. Il Signore mi aiuta a fare sintesi nel cuore, gridando a me che Lui è la persona che ha totalizzato la mia vita e che nell’esempio di mia madre mi ha detto come vivere concretamente secondo la sua volontà…Ero tra l’altro ospite a Santa Monica, il luogo dedicato alla mamma santa di Agostino, un invito a divenire santo ed a vivere con forza e serenità il mio celibato e la mia castità all’insegna della frase Beati i puri di cuore perché vedranno Dio.
II. TINTE DI MAGIA, SIMILI AL DISCORSO TRA AGOSTINO E LA MADRE MONICA AL BALCONE DI UN TRAMONTO SUL MARE
27 Dicembre 2007
La sera di giovedì 27 Dicembre, dalla finestra delle nostre stanze si gode un incredibile panorama. Le finestre danno sul mare e la piccola spiaggia. La settimana è stata tiepida ed un luminoso sole ha rischiarato la giornata invernale.
Mi reco nella camera di mamma, la sua carrozzella è vicino alla terrazza e Santina sta guardando intensamente il mare, la spiaggia e la verde palma vicino al balcone. Una grande nave è ancorata al largo, alcuni gabbiani passano vicino. Nella stanza vi è un profondo silenzio che incontra il silenzio del suo sguardo. Gli ultimi raggi di sole danno al suo sorriso una luce che si colora del rosa del tramonto. Il cielo comincia a tingersi di magia, colori bellissimi fanno da sfondo al nostro panorama. Olinda ci lascia per un momento di libertà e rimaniamo soli noi due. Il panorama e la scena di grande pace mi entrano nel cuore, ed ammiro mamma, il sole che tramonta i colori della sera e la grande quiete che regna.
Di sicuro non sono Agostino di Tagaste, con la sua potente spiritualità e la grande sua teologia, e Mamma è solo una donna anziana senza grande cultura che ha fatto appena la terza elementare per poter assomigliare in questo a Monica.
Ma mentre avverto che la santità delle due donne è uguale, sono ben consapevole che la mia disparità con il Santo è abissale. Non importa, ma molti secoli fa Madre e Figlio, Monica ed Agostino in riva al mare di Ostia vissero una situazione analoga a questa. Ecco cosa scrive Sant’Agostino nelle sue Confessioni: “…Accadde, per opera tua, io credo, secondo i tuoi misteriosi ordinamenti, che ci trovassimo lei ed io soli, appoggiati a una finestra prospiciente il giardino della casa che ci ospitava, là, presso Ostia Tiberina, lontani dai rumori della folla, intenti a ristorarci dalla fatica di un lungo viaggio in vista della traversata del mare. Conversavamo, dunque, soli con grande dolcezza. Dimentichi delle cose passate e protesi verso quelle che stanno innanzi, cercavamo fra noi alla presenza della verità, che sei tu, quale sarebbe stata la vita eterna dei santi, che occhio non vide, orecchio non udì, né sorse in cuore d’uomo. Aprivamo avidamente la bocca del cuore al getto superno della tua fonte, la fonte della vita, che è presso di te, per esserne irrorati secondo il nostro potere e quindi concepire in qualche modo una realtà così alta”. Questo brano aveva la forza di una la sorprendente vicinanza con quanto accaduto quella sera anche a noi inavvertitamente.
Di che discutevamo io e Santina in quel nostro piccolo momento di estasi? Ecco le note del mio diario di quella sera: Secco per non dimenticare: “ Mamma quale è il consiglio evangelico più importante tra castità, povertà ed obbedienza? Mi risponde questa volta obbedienza!” Mamma dammi un consiglio per essere un bravo prete: Devi volere bene a Gesù! Tinte di magia, simili al discorso tra Agostino e la Madre Monica al balcone di un tramonto sul mare. Colori pieni di fascino, rosso, blu, rosa, inondano la stanza nella quale recito il rosario, stringo la mia testa contro la testa canuta e stanca di mamma… Non sappiamo quando sarà la fine per me o per lei, ma gustiamo centellinando ogni millesimo di secondo che trascorriamo insieme, beviamo il tempo con calma e gustandolo tutto, come aveva fatto secoli prima S. Agostino con la madre Santa Monica. In riva al mare, alla sera della vita cerchiamo l’alba nell’imbrunire! Crediamo che la vita sia un canto audace di fede, e la speranza dipinga nel cuore serenità mentre il trascorrere del tempo porta gesti concreti di generosità che si vestono della carità. E’ stato un pomeriggio incantevole ed incandescente quello di preghiera ed intimità trascorso con Mamma. Il suo sorriso ed il suo silenzio sono stati la naturale cornice di un abbraccio caldo e profondo di pace e quiete. La mano scrive ed il cuore detta, ma solo la carne capisce lo stupore di un figlio e di una madre uniti da un forte legame di sangue trasformato in preghiera al Dio potente e fragile che detta questa storia… dovevo essere breve e mi sono trovato a scrivere le pagine del cuore più nascoste in questa ultima notte al mare.
Di che cosa parlavano Monica ed Agostino quella sera ad un altro terrazzo quello di Ostia, ma lungo il medesimo Mare Tirreno? Ecco quanto scrive Agostino: Condotto il discorso a questa conclusione: che di fronte alla giocondità di quella vita il piacere dei sensi fisici, per quanto grande e nella più grande luce corporea, non ne sostiene il paragone, anzi neppure la menzione; elevandoci con più ardente impeto d’amore verso l’Essere stesso, percorremmo (Agostino e la Madre Monica ndr) su su tutte le cose corporee e il cielo medesimo, onde il sole e la luna e le stelle brillano sulla terra. E ancora ascendendo in noi stessi con la considerazione, l’esaltazione, l’ammirazione delle tue opere, giungemmo alle nostre anime e anch’esse superammo per attingere la plaga dell’abbondanza inesauribile.
Con Mamma guardavamo il sole tramontare e dicevo: “Guarda che bello, Santina. Ma se Dio ha fatto così bello il sole, chissà quanto è Bello Lui!” Questa frase non è una mia frase, ma era un discorso che mia Madre era solito farmi quanto ero piccolo e mi insegnava ad amare Dio. Il discorso poi più o meno continuava così: “Mamma ma dove è Dio?” Lei rispondeva con un grande sorriso… “forse nel sole, prova a guardarlo per un momento e dovrai togliere la vista, così è Dio la sua vista ti acceca… non lo puoi vedere è troppo grande per noi!” Questo era il secondo passaggio dei nostri discorsi teologici, quando avevo tre o quattro anni. Poi arrivava la solita storia, che in quella sera di Paradiso ritornava alla mia mente e si focalizzava con grande nitidezza. Luigi, per farti capire questo, ti racconterò una storia di un santo – mia madre non si ricordava il nome, o forse non l’aveva mai sentito e a me bastava che fosse un santo – questo santo tanti anni fa passeggiava in riva al mare e si poneva la tua stessa domanda, ma dove è Dio e come può esser Trinità, ma come è fatto Dio? Nella sua passeggiata vide un bambino che sulla riva del mare aveva scavato una buca… e con una conchiglia prendeva l’acqua del mare e la portava al buco scavato nella sabbia, nel tragitto un po’ di acqua si perdeva ed era davvero poca quella che finiva nella pozza! Il santo si avvicinò e disse: scusa bambino ma cosa stai facendo? Rispose il fanciullo: “Vorrei mettere tutta l’acqua del mare in questa buca…” Il santo rispose: “Ma non capisci che è impossibile travasare tutta quell’acqua in questa piccola fossa?” “E tu – riprese il bambino – non capisci che con le tue povere forze non potrai comprendere la grandezza di Dio ed il fatto che sia Trinità?” La storia finiva sempre con un Ohhhh, da parte mia e una lunga pausa di silenzio, quel silenzio che mamma volentieri mi lasciava per interiorizzare la lezione! In quella sera di estasi con mamma dalla nostra terrazza in riva al mare raccontai io questa storia a Lei, che divertita rideva nella calma della sera vicina. Un aero passa lontano nel cielo vespertino, gli occhi di mamma si accendono di meraviglia per la striscia bianca lasciata nel cielo e teneramente con la mano saluta, mi commuovo profondamente davanti alla sua disarmante semplicità che ricorda gli occhi del bambino citato da Gesù come modello per entrare nel regno dei cieli.
Ti ricordi mamma la storia di quel santo che mi raccontavi quando ero piccolo?” … Mamma rideva divertita e guardava intensamente il mare! Mamma quel santo si chiamava Agostino, ed ecco come la verità della leggenda. Questa leggenda è stata studiata da L. Pillion in La Légende de s. Jérome in Gazette des Beaux-Arts del 1908. L’episodio -che godrà di molta fortuna nella iconografia agostiniana – riprende un testo della Lettera apocrifa a Cirillo che avrebbe scritto lo stesso Agostino. In un passo Agostino ricorda una rivelazione divina con queste parole: “Augustine, Augustine, quid quaeris ? Putasne brevi immittere vasculo mare totum ?”. Questa leggenda si troverebbe forse già nel XIII secolo, sotto forma di exemplum, in uno scritto di Cesare d’Heisterbach (cfr. H. I. Marrou, Saint Augustin et l’ange, une légende médioévale, in l’Homme devant Dieu, Mélanges offerts au P. de Lubac, II, 1964, 137-149). L’origine di questa tematica iconografica non proverrebbe dunque dalla agiografia medioevale quanto piuttosto dalla predicazione. P. Antonio Iturbe Saìz ha a sua volta proposto una possibile ricostruzione della sua origine: nel secolo XIII si scrivevano “exempla” per i predicatori e in uno di questi apparve questa leggenda applicata a un professore di scolastica di Parigi con un fine chiaramente morale: criticare la alterigia e la superbia dei teologi. Ma come poi tutto ciò fu collegato ad Agostino? Due possono essere le spiegazioni: primo che necessitava un protagonista alla storia stessa e Agostino era l’uomo adatto in quanto era considerato un sommo teologo. La seconda spiegazione sta nella diffusione del testo di un apocrifo in cui san Gerolamo (come è stato anticipato all’inizio) discute con Agostino sulle capacità umane di comprendere il mistero divino. In ogni caso la prima volta che si incontra questa leggenda applicata ad Agostino corre nell’anno 1263.
Che serata ricca di pace, di serenità, di gioia, ma altresì di teologia e di preghiera. Una serata nel quale io e mamma sintetizzammo un profondo insegnamento di vita semplice che circa quarant’anni fa mamma mi aveva donato, la semplice storia raccontata ad un bambino sulla grandezza di Dio era all’inizio della mia vita di fede, ed ora al tramonto della vita, quella sera avevamo trovato l’alba nell’imbrunire. Ma mentre la dolce preghiera del rosario scorreva nelle nostre mani mi domandavo, ma il tramonto della vita terrena non è forse l’alba della vita eterna? Il sole tramontava ormai sul mare e nell’ombra della sera sempre più forte, Mamma mi prese la testa tra le sue mani e dopo avermi accarezzato con infinita dolcezza le guance mi diede un grande bacio sulla fronte. Mi sovvenivano le meravigliose parole di Agostino: “Signore, tu sai, il giorno in cui avvenne questa conversazione, e questo mondo con tutte le sue attrattive si svilì ai nostri occhi nel parlare, che mia madre disse: “Figlio mio, per quanto mi riguarda, questa vita ormai non ha più nessuna attrattiva per me. Cosa faccio ancora qui e perché sono qui, lo ignoro. Le mie speranze sulla terra sono ormai esaurite. Una sola cosa c’era, che mi faceva desiderare di rimanere quaggiù ancora per un poco: il vederti cristiano cattolico prima di morire. Il mio Dio mi ha soddisfatta ampiamente, poiché ti vedo addirittura disprezzare la felicità terrena per servire lui. Cosa faccio qui?”, (Conf IX, 10.23-26).
Ogni giorno che vivo con Mamma – e mi auguro che siano ancora tanti – cerchiamo ostinatamente l’alba nell’imbrunire!
III. BRICIOLE DI RICORDI NATALIZI
Un periodo di riposo, pace e serenità unite alla preghiera
23 Dicembre 2007
Alle ore 14.30 dopo aver caricato la macchina siamo partiti per Marina di Massa, mamma felice e siede nella parte posteriore della sua comoda Rav 4. Il tempo è brutto, ma con Olinda siamo tanto contenti di partire per il mare, per un periodo di riposo, pace e serenità unite alla preghiera. Arriviamo alle ore 17.10 alla Casa della FACI che ci accoglie per la terza volta dopo l’intervento. Mamma in quest’anno 2007 ha viaggiato parecchio: siamo stati a Pasqua qui al mare, poi a Loreto e Roma, in seguito abbiamo visitato Venezia, Gerusalemme e Betlemme ed infine nuovamente qui per Natale.
Il rosario della notte di Natale
24 Dicembre 2007
La mattina ci alziamo molto tardi e poi dopo aver celebrato la messa alle ore 11.00 facciamo una passeggiata lungo in mare per un’ora. In seguito, dopo il pranzo ed il riposo vado a fare le spese e dopo la cena con mamma diciamo il rosario. Sono da solo con lei nelle stanza, mi guarda in modo molto tenero ed insieme preghiamo:è la notte di Natale, ed è il secondo Natale che mamma vive con me, Sono entusiasta. Lentamente diciamo le nostre preghiere…
Passeggiando vicino al calmo mare
25 Dicembre 2007 Natale
“La giornata di Natale si sta concludendo. Passeggiando vicino al calmo mare mi ricordo delle belle giornate di Santa Monica. Ringrazio Dio per queste ore liete, e la tua amicizia, per aver qui vicino mia madre. Il rumore delle onde mi racconta il bene che il Signore mi ha dato. La luna mi invita ad avere speranza ed una stella in cielo piccola piccola mi invita a cercare sempre l’alba nell’imbrunire. Questo è stato il mio Natale. Ti voglio bene” Questo sms ben sintetizza la situazione che ho vissuto oggi. Il secondo Natale con mamma, è stato per me una grande grazia. Questa mattina mamma si è confessata e poi abbiamo celebrato insieme la messa di Natale nella quale abbiamo riletto la pagina del diario del nostro pellegrinaggio a Betlemme. Che belle ore serene, che ricaricano il corpo e lo spirito. Dopo uno squisito pranzo sono andato in chiesa a pregare ed a ringraziare Dio. Nel pomeriggio mi giunge da Gerusalemme la bella notizia che la casa è finita e che il libro God is the rock of my heart è stato dato ad Olmert ed al Patriarca Mons. Sabbah… molte telefonate per lo scambio di auguri e tanta pace.
La torre di Pisa
26 Dicembre 2007 Santo Stefano
Oggi è arrivata Carolina con la sua famiglia a portare con i bambini una nuova ventata di serenità e di gioia. Dopo il pranzo consumato insieme abbiamo fatto una gita. Alle ore 15.30 siamo partiti per Pisa dove abbiamo visitato la Cattedrale, la torre pendente ed il battistero.
Mamma piena di tosse era però felicissima ed ancora una volta mi ha dato una splendida lezione di spiritualità, mentre ero incantato a contemplare le meraviglie del duomo di Pisa, autentico capolavoro di arte, lei si è fatta il segno di croce ed ha iniziato a pregare: che meraviglia essere tutti insieme a Pisa per questa grande festa.
Il Signore ci concede di avere mamma ancora tra noi, con grande forza e grande entusiasmo: Pisa è l’ultima città delle tante che abbiamo visitato, come Roma, Loreto, Venezia, Como, Gerusalemme e Betlemme… Sono contento di questa possibilità e ringrazio il Dio della vita. Grazie anche per il dono di Olinda,che spero possa vivere ancora con noi per un po’di tempo e che mi aiuti con mamma. Dopo due giorni di sole e pace torniamo a Bergamo la sera del 28 Dicembre per prepararci a vivere il compleanno di Mamma.
Buon Compleanno Santina!
29 Dicembre 2008
La data del 29 Dicembre dall’anno 2005 è divenuta una data importante, da celebrare! Il compleanno di Mamma è per noi di famiglia una Solennità, la solennità con la quale celebriamo il dono della Vita. Nessuno di noi parenti può dimenticare cosa abbiamo combinato il 29 Dicembre 2005. Da Gussago, con tanta neve, ma con grande ostinatezza abbiamo portato Santina a casa per alcune ore, contro il parere di tutti: piena di tubi: flebo, catetere e peg mamma giunse in Città alta. Ricordo ancora l’incanto dei suoi occhi nel rivedere la sua Città Alta e la sua Mansardina… poche ore, la celebrazione della Messa, una torta …e poi di nuovo in Ospedale.
Nell’anno 2006, la festa ha assunto una connotazione invece di grande gioia e di profonda riconoscenza al Signore, Dio della Vita ed ha iniziato ad assumere un suo schema di celebrazione che si compone di quattro momenti, la notte delle scintille, la santa Messa di ringraziamento, un rinfresco conviviale e un pranzo per sacerdoti.
Questo è stato lo svolgimento della festa anche nell’anno 2007! Giunti in Città alta per la sera, dopo cena sono venuti i nostri nipotini per la notte delle scintille, una sorta di festa esclusivamente familiare nella quale i bambini prima di tagliare il panettone e bere lo spumante accendono magici bastoncini che inondano la cucina di luce. Gli occhi ed il sorriso di mamma ricevevano una particolare luce da quelle cascate di luce. Mamma era piena di gioia e pace ed un’atmosfera di pace profonda regnava nella casa.
Il giorno dopo i primi ospiti giungono a salutare la mamma a casa: suor Alfonsa, P. Luigi, Mons. Carlo Mazza… anche lo scorso anno era avvenuta la stessa cosa. La casa si riempie di fiori e di regali… Fiori, luce, regali ben descrivono gli ottantadue anni di mia madre. Santina con la sua vita cristiana è stata davvero un fiore, luce e regalo per quanti incontrava ed oggi incontra.
Il momento centrale della giornata è la Santa Messa presieduta quest’anno dal nuovo Vescovo S.E. Mons. Carlo Mazza, concelebriamo in sei sacerdoti: Don Pasquale, Don Lino, Don Cornelio, P. Luigi, don Giuseppe ed io. La Messa è davvero commovente perché riunisce insieme la gioia per gli ottantadue anni di mamma e quella per la recente ordinazione episcopale di don Carlo, vecchio amico di famiglia.
Quest’anno molta gente è presente alla santa Messa, circa quaranta persone sono venute nella bellissima chiesa di Santa Grata, il coro delle suore ha allietato la celebrazione eucaristica durante la quale mamma nella fredda chiesa ghiacciata dal clima invernale si è sentita riscaldata dal clima di affetto e preghiera che la comunità monastica e di amici hanno saputo creare. Facciamo festa con le monache e con gli amici tagliando la torta ed accendendo nuovamente un gioco di scintille attorno al raggiante volto di Santina. Luce, colori, sorriso: Santina esprime una incredibile bontà che contagia tutti.
Insieme con i sacerdoti al ristorante Il Pianone con mamma, Olinda e Carolina, la festa si conclude con un brindisi a tutte le mamme di noi sacerdoti… chissà se sarà possibile ancora ritrovarci il prossimo anno?
Guardiamo con serenità al futuro affidandolo tutto alle mani sapienti del Creatore e per quest’anno diciamo a Lui un grande Grazie!